How to complicarsi la vita
Nome: Dominique (versione straniera dell'attuale nome maschile italiano "Domenico", esso deriva dal tardo latino "Dominicus", basato sull'aggettivo "dominicus" che significa "del padrone", e in senso particolare "del Signore" [in ultimo dal sostantivo "Dominus", "padrone", "Signore"]; venne usato sin dal IV secolo col significato cristiano di "consacrato al Signore", sul modello del greco "κύριος", "Kyrios" [da cui i nomi "Cirillo" e "Ciriaco"], anche se successivamente il suo uso si ampliò ed andò ad interessare i bambini nati il giorno di domenica [ovvero il giorno consacrato al Signore]. Tuttora il nome è usato perlopiù dai cattolici, anche in forza del culto di diversi santi, tra cui san Domenico di Guzman, fondatore dell'ordine dei Domenicani, san Domenico di Sora e san Domenico di Brescia. In Italia il nome è largamente diffuso, soprattutto al sud; si stima che nel XX secolo sia stato il tredicesimo in ordine di popolarità.
Da "Domenegh", la variante lombarda del nome, e dalla sua abbreviazione "Menegh", deriva anche il diminutivo "Meneghin", che in italiano è traducibile come "Meneghino", ovvero il nome della maschera popolare milanese. Col tempo, l'aggettivo "meneghino" è entrato nell'uso comune e serve ad indicare tutto ciò che riguarda la metropoli lombarda, persino il dialetto locale. L'uso nella lingua inglese cominciò verso il XIII secolo, in onore di san Domenico, mentre la forma francese "Dominique" è usata anche al femminile, risultando per tanto esser un nome neutro)
Cognome: Il cognome della giovane corrisponde al francese "Lacroix", largamente diffuso nei pressi del suo Paese natio, al punto che in più e più zone si arrivano a stimare milioni di famiglie portanti tale nominativo. È forse anche per questo il motivo per cui Dominique parrebbe non apprezzarlo particolarmente: è talmente utilizzato che a tratti pare parder la sua unicità, rendendolo qualcosa di forse troppo banale per i suoi gusti; d'altronde, ella è una donna che non tollera banalità simili, nè le uguaglianze riguardanti qualsiasi campo.
La famiglia che ha adottato tale stemma e tale cognome risulterebbe esser non poco antica, risalente addirittura al tredicesimo secolo; il suo luogo d'origine sarebbe stato inoltre ricondotto a Lyonnais. Questa famiglia parrebbe esser persino registrata in "The General Armorial", atto che dimostra che in passato si distinse per il suo valore indiscutibile; nobiltà dimostrata anche grazie a documenti trasmessi nel tempo di generazione in generazione. Solo nei vecchi becchi registri, però, era possibile trovare i primi "passi" di questa casa; tutti i contratti matrimoniali e i vecchi testamenti sono stati persi, per tale motivo è possibile ricavare informazioni solo da questo importante registro. A questo nome viene spesso attribuito un segno distintivo di nobiltà rappresentato da un particolare stemma che avvalora grazie ed attraverso i suoi emblemi, dal punto di vista storico ed araldico, la certezza di un valore notevole.
Nazionalità: Com'è già è stato ripetutamente accennato in precedenza, ella di origini francese; origini chiaramente intuibili anche dall'elegante quanto particolarmente marcato accento del posto. Nata nella splendida Nantes, prova spesso immensa fatica nel comprendere o meno se avverte il peso della vacanza del suo Paese natio, da lei particolarmente apprezzato.
Nantes ( in francese "/nɑ̃t/"; in bretone "Naoned") è un comune francese che supera i duemilinioni di abitanti, capoluogo del dipartimento della Loira Atlantica e della regione dei Paesi della Loira; situata nella Bretagna storica, la città è capoluogo dell'omonimo arrondissement e di undici cantoni. I suoi cittadini si chiamano "nantesi", in francese "Nantais" ["nɑ̃'tɛ"], mentre il loro motto è "Favet Neptunus eunti" (in latino "Nettuno favorisce il viaggiatore").
La città è di probabile origine celta, anche se la sua esatta localizzazione prima della colonizzazione romana è sconosciuta; fu cristianizzata in epoca tardoimperiale, nel III secolo, e divenne sede vescovile. Due martiri sono all'origine della cristianizzazione di Nantes: san Donaziano ("saint Donatien") e san Rogaziano ("saint Rogatien"). La città e la contea saranno a lungo contese, poi infine annesse alla Bretagna da Hoël di Cornovaglia, conte di Nantes, salito al trono ducale nel millesessantasei.
Dopo una lunga guerra feudale, Carlo VIII, re di Francia, entra nella città nel millenovecentonovantuno e sposa la duchessa Anna l'anno seguente; il suo successore, Luigi XII, sposa la duchessa, e la loro figlia, Claudia, sarà la sposa del re seguente, Francesco I. La Bretagna e Nantes sono annesse alla Francia soltanto nel millecinquecentotrentadue; durante i secoli XVI-XVIII, il capoluogo della provincia di Bretagna è Rennes, sede del Parlamento e degli "Etats". L'epoca d'oro di Nantes iniziò a profilarsi fin dal XVI secolo, con lo sviluppo dei traffici atlantici e la costante ascesa del porto, che, all'inizio del Settecento, era il più importante scalo francese, nonostante la lontananza dal mare (quasi cinquanta chilometri), fondando la sua prosperità sul commercio triangolare. Durante le guerre di Vandea, Nantes resterà repubblicana, malgrado un assedio degli insorti monarchici condotti da François Charette de la Contrie e Jacques Cathelineau.
La questione dell'appartenenza amministrativa di Nantes -e più in generale della Loira Atlantica- alla regione Bretagna è regolarmente oggetto di dibattiti appassionati; Nantes fu la più grande città di quello che fu una volta il paese e la provincia di Bretagna, appartenenza che è sempre stata un elemento costitutivo della sua identità. Essa si chiama d'altronde "Naoned" in bretone e "Naunnt" in gallo. Storicamente, i legami della regione di Nantes e della Bretagna sono evidenti, al punto che si videro i duchi di Bretagna fare di Nantes il loro luogo di residenza principale, come testimonia ancora oggi la presenza del Castello dei duchi di Bretagna nel cuore della città.
Nel XX secolo, i successivi raggruppamenti dipartimentali (regioni economiche create nel millenovecentoquaranta attraverso il regime di Vichy, regioni di programmazione del cinquantacinque trasformate ulteriormente in regioni amministrative) separarono ogni volta la Loira Atlantica dagli altri dipartimenti bretoni; Nantes è dunque ancora attualmente inserita amministrativamente nella regione dei Paesi della Loira (ne è il capoluogo), ma il dibattito politico persiste: quelli che sono a favore di questa misura dicono che questo cambiamento fa parte della storia della città, mentre gli oppositori portano argomenti spesso di carattere economico. Inoltre, molti abitanti della città e del dipartimento sono immigranti di origine bretone. Bisogna notare che i funzionari locali sono stati quasi sistematicamente favorevoli alla riunione della Loira Atlantica alla regione amministrativa della Bretagna fino al XXI secolo, particolarmente tra le generazioni più anziane. Ma oggi, la maggioranza dei cittadini non accetta questa riunione, secondo gli ultimi sondaggi. La questione linguistica è ugualmente spinosa: nell'est della Bretagna, e in particolare nelle grandi città (Rennes come Nantes), il francese o dei derivati della lingua d'oïl hanno da tempo più influenza del bretone; così, le campagne del territorio di Nantes hanno conosciuto meglio il gallo del bretone, cosa non avvenuta allo stesso modo nel resto del dipartimento: Guérande ad esempio è sempre stata una enclave parlante il bretone. Tuttavia, la volontà di ritrovare delle radici storiche e culturali spinge molti nantesi a imparare e a praticare il bretone, o a farlo imparare ai loro bambini. Esiste una scuola che dal millesettecentosettantotto propone un insegnamento interamente in bretone, nonché altre che dal novantotto accolgono i bambini in un contesto bilingue; tali esempi restano tuttavia delle eccezioni e il bretone non è parlato a Nantes, a differenza delle altre città della Bretagna storica.
Età: Tre anni in più da aggiungere all'età "iniziale", ossia quella dove tutto ha iniziato a precipitare nella più scura merda -o almeno è così che spesso ella tende a definire quel lasso di tempo, molto poeticamente-: oggettivamente un arco tempolare piuttosto lungi ma che non ha misteriosamente intaccato nè la concezione che Dominique ha sempre avuto del tempo, nè Dominique stessa, per quanto possa ammettere che questi anni si siano trascinati forse troppo lentamente o velocemente per i suoi gusti; ormai ventiquattrenne, la donna, almeno in apparenza, sembra non esser maturata affatto, nè parrebbe aver appreso qualcosa dalle spiacevoli vicende avvenute in passato.
Il suo compleanno ricade esattamente il giorno di San Valentino, festa da lei non particolarmente apprezzata; c'è da aggiungere che non è raro il suo faticare a ricordare tale data. La sua memoria non fa che migliorare, insomma!
Sebbene la figura di san Valentino sia nota anche per il messaggio d'amore portato da questo santo, l'associazione specifica con l'amore romantico e gli innamorati è quasi certamente posteriore, e la questione della sua origine è controversa; è conosciuta, in ogni caso, la leggenda, secondo cui il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare, esponendo la ragazza, priva di mezzi e di altro sostegno, al rischio della perdizione. Il generoso dono -frutto di amore e finalizzato all'amore- avrebbe dunque creato la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.
Una delle tesi più note è che l'interpretazione del giorno di san Valentino come festa degli innamorati si debba ricondurre al circolo di Geoffrey Chaucer, che nel "Parlamento degli Uccelli" associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d'Inghilterra con Anna di Boemia; tuttavia, studiosi come Henry Kelly e altri hanno messo in dubbio questa interpretazione. In particolare, il fidanzamento di Riccardo II sarebbe da collocare al tre maggio, giorno dedicato a un altro santo, omonimo del martire, san Valentino di Genova.
Pur rimanendo incerta l'evoluzione storica della ricorrenza, ci sono alcuni riferimenti storici, i quali fanno ritenere che la giornata di san Valentino fosse dedicata agli innamorati già dai primi secoli del II millennio; fra questi, c'è la fondazione a Parigi, il quattordici febbraio millequattrocento, dell'"Alto Tribunale dell'Amore", un'istituzione ispirata ai princìpi dell'amor cortese. Il tribunale aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d'amore, ai tradimenti e alla violenza contro le donne. I giudici venivano selezionati in base alla loro familiarità con la poesia d'amore.
Aspetto fisico:
[Prima]
[Dopo]
Onestamente? A quanto pare sembra che non solo il suo atteggiamento abbia subito drastici cambiamenti -se non il suo aver lasciato un po' di spazio maggiore alla sua..."durezza", per così dire-, persino il suo aspetto esteriore non ha subito drastiche modifiche! Che questo sia frutto di un miracolo o di una buona rinoplastica facciale? Dominique punterebbe maggiormente sui suoi geni più che ottimali. L'aspetto fanciullesco sembrerebbe infatti rimasto immune allo scorrere del tempo, un vago senso di infantilità continua a caratterizzare il suo aspetto, per quanto le sue gesta abbiano costantemente mostrato il contrario, il più delle volte: tra le milioni di cose che non sono state minimamente sfiorate dagli anni, tuttavia, vi è la sua particolare bellezza. Affatto canonica, questa risulta essersi valorizzata con gli anni avvenire, dandole quasi una "marcia in più".
Il delicato viso angelico, dai tratti ben definiti ma allo stesso tempo sfuggenti, impossibili da immortalare pienamente, sembrerebbe essersi vagamente indurito qua e là, forse modifica maggiormente notabile nella bella mandibola spesso paragonata -con grande perplessità della ragazza- a quello di un giovanetto in piena pubertà; fortunatamente sembrerebbe non stonare al contesto generale, esaltato ed esaltando il candore immacolato della pelle di porcellana, sulla quale spiccano delle leggerissime lentiggini sulla schiena. Se osservata attentamente, però, sembra impossibile non scorgere vecchie tracce di piccole cicatrici e graffi. Il naso piccolo, perfettamente dritto termino in una graziosa punta all'insù mentre le vellutate labbra a cuore, sottili, sono di una leggera tonalità rosea.
I grandi occhi dal taglio tipicamente occidentale parrebbero sfoggiare ancora qualcosa di facilmente riconducibile a quelli di un dolce cerbiatto -quel tipico "non ho idea di cosa io stia guardando ma mi piace"-, per quanto se osservati con maggiore attenzione sia possibile notare delle leggere occhiaie sotto di questi, a stento accennate a causa dello scarso sonno che ha ripreso a tormentarla negli ultimi anni: le splendidi iridi, tuttavia, sono ancora puro e caldo argento liquido, soffice, che quasi potrebbe colarle via. Si spera che questi possano non arrugginire mai.
Con tutta probabilità ciò che hanno subito maggiore e naturale cambiamento sono i suoi capelli: ancora estremamente setosi, un tempo risultavano esser di un bel castano tendente al corvino; più il tempo passava, più questi andavano a scurirsi, al punto che attualmente si ritrova con una cascata di inchiostro al posto dei peli cranici.
La corporatura parrebbe, con suo lieve disappunto, non esser stata in grado di irrobustirsi neanche un po', malgrado la sua reale atleticità: il fisico sinuoso non è stato soggetto ad un grande sviluppo, se non per le sue curve femminile che sembrerebbero essersi accentuate un tantino. Il minimo indispensabile, insomma; oramai ha appreso che non possiederà mai due gonfiabili al posto delle tette. In compenso, però, pare abbia racimolato qualche centimetro in più rispetto a qualche tempo prima: per quanto tuttora non propriamente alta, adesso raggiunge con maggiore facilità il metro e cinquantanove/sessanta.
Carattere: Il carattere della giovane Dominique? Seriamente? Trascrivere l'intera Divina Commedia impiegherebbe decisamente meno tempo rispetto al compliare un punto simile!
Dunque...Quale potrebbe mai esser il suo carattere? Dalle facciate duplici, molteplici, infinite direi, le parole di Pirandello calzano a pennello con la figura contrastante della francese: "siamo uno, nessuno e centomila".
L'atteggiamento incerto, volubile, il temperamento instabile e le emozioni caotiche della donna sono impossibili da decifrare; prevedibile quanto allo stesso tempo -in una sorta di un'intrinseca e confusionaria ironia- imprevedibile, è particolarmente complicato anche solo intuire cosa ella possa pensare di questo o quell'argomento, come possa reagire a qualche stimolo esterno, come possa approcciarsi a chicchessia.
Perché, ammettiamolo, è semplicemente inconcepibile non notare come sia totalmente fuori posto in un gruppo composto da milioni di persone, affatto in grado di adeguarsi alla società odierna; persa nel suo mondo, contorto, perverso universo interiore, nelle sue fantasticherie discutibili e senza alcuna fine, persino lei potrebbe un giorno arrivare ad ammettere che quel luogo non fa per lei. Spesso, e talvolta erroneamente, definita come un "animo sognatrice", non si può avere mai la completa certezza di ciò che ella possa aver compreso di una discussione, al punto che sarebbe stato certamente più utile parare con sè stessi; la sua spiccata -magari solo apparente- ingenuità, lo stucchevole ottimismo che spesso ha mostrato dinnanzi ad altri sarebbero paragonabili a quelli di un essere troppo puro per essersi trovato in situazione discutibili, ignote ai più. Una ragazzina intrappolata nel corpo di un'adulta o un cadavere eternamente incatenato a quello di un mortale?
Se mai qualcuno osasse chiederle di descriversi in poche semplici parole, è probabile che Dominique si ritroverebbe in uno stato di confusione inumana: aveva davvero un carattere, lei? Certo, possedeva numerosi, svariati pensieri che tuttavia mai avrebbe riportato pienamente a galla; certo, aveva le sue personali considerazione su determinate questioni, e poi?
Talvolta talmente dolce da poter spronare qualcuno all'arresto cardiaco, altre così crudele da esser etichettabile come "inumana" -lato che in ben pochi hanno avuto la sfortuna di cogliere in passato-, il suo atteggiamento sembrerebbe adattarsi al contesto e alla persona a cui sono rivolte le sue precarie attenzioni; adeguate, ci terrei a precisare, in modo particolarmente errato il più delle volte. Forse è vero che non spicca per empatia, forse è vero che risulta esser nata su tutt'altro pianeta, ma di pregi ve ne sono eccome! Ingannevole come è difficile esser eternamente, talvolta sembra quasi giocare sulle convinzioni; per quanto non ne vada particolarmente pazza, di tanto in tanto pare spronare la gente a sottovalutarla. Il motivo? Perché in tal modo è tutto così semplice!
Dallo spiccato e tagliente sarcasmo, l'irascibilità ben poco indifferente ed una perversità che in pochi avrebbero potuto immaginare in lei, Dominique è esattamente ciò che appare; tutto e niente.
Storia: Ad essere onesti, Dominique rammenta di aver mai parlato del suo "passato oscuro e tormentato" a nessuno, nè con tutta probabilità farà mai. Insomma; qui vige la regola "chi si fa gli affari suoi campi cent'anni"!
Eppure le risulterebbe non poco complicato rispondere ad una domanda riguardante ai tre anni appena trascorsi; un buco, un vuoto nella sua memoria quanto nel suo petto, spesso fatica addirittura a dire cosa ha mangiato il giorno prima.
È più che certa d'esser letteralmente sparita dalla circolazione dopo la riparazione dello specchio; affatto legata ai componenti del mal assortito gruppo, non ha provato alcun rammarico nel farlo. La sua disperata voglia di solitudine ha avuto la meglio, no? Uriel, il suo "angelo per la pelle" ha però continuato ad esser una costante nella sua noiosa vita quotidiana, suo unico confidente, nell'ultimo periodo si è talvolta ritrovata a chiedersi se egli potesse addirittura esser considerato come un "amico", se fosse stato umano. Ma queste son solo le fantasticherie di chi, chiaramente parlando, non ha alcuna intenzione di vivere consciamente nel mondo d'oggi.
■ ■ ■
Giusto perché se non metto almeno il testo o lo spezzone di una canzone...
Mi sono impegnata, me la merito almeno una soddisfazione!
He had it comming,
He had it comming!
He only had himself to blame!
If you'da been there;
If you'da seen it:
I bet you,
You would have done the same!
[...]
He had it comming!
He had it comming!
He took a flower in it's prime;
And then he used it,
And he abused it!
It was a murder but not a crime!
[...]
Well, I was in such a state of shock;
I completely blacked out!
I don't remember a thing;
I wasn't until later:
I was washing the blood
Off my paws...
I even knew they were dead!
They had it comming!
They had it comming!
They had it comming all along!
I didn't do it!
But if I done it...
How could you tell me
That I was wrong?
They had it comming!
[They had it comming]
They had it comming!
[They had it comming]
They had it comming all along!
[I guess the Lion sleeps tonight]
I didn't do it!
[He didn't do it]
But if I've done it...
[But if he done it]
How could you tell me
That I was wrong?!
Ruolo e fazione: Ella parrebbe esser una "Religiosa della luce". Il motivo per la quale ha preso l'avventata decisione di divenire ciò è forse uno tra gli argomenti più controversi che si possano trattare con lei; come di prassi, è più che possibile che la sua risposta si limiti ad un "non lo so" -che forse viva nella convinzione di non poter conoscere realmente se stessa? Non sarebbe tanto errato, dopotutto, ma il suo ostinarsi a sostenere di non esser a conoscenza di quasi nulla che la riguarda a tratti potrebbe esser allarmante-, motivazione più che valida, direi! Con tutta probabilità, tuttavia, tale gesto è stato mosso dalla sua logorante curiosità; dalla sua disperata sete di novità e conoscenza, dalla vaga ed a stento accennata convinzione che questo potesse esser considerato una una sorta di "riscatto" per gli infiniti peccati da lei commessi, della quale però fatica a prova rammarico.
Riveste, inoltre, il ruolo di "infermiera"; chi avrebbe mai detto che Dominique avrebbe finito con il trovarsi in un ospedale -di New York, per giunta, metropoli da lei particolarmente disprezzata- e non come paziente? Siamo onesti con noi stessi, lei non è affatto una "donna di scienza"; lei stessa lo ammette! Pentita e a tratti addirittura schifata dalla sue scelte lavorative, scelte senza tanto giri di parole da Uriel, si limita maggiormente a poltrire più che "aiutare" chi ne necessita. Un'amore, no?
Specializzata in tossicologia, possiede ugualmente un'ottima infarinatura di medicina generale; se mai ne avesse bisogno, saprebbe con certezza come togliersi la vita in modo efficace e veloce. Fantastico, no?
La tossicologia è la branca della farmacologia, il cui interesse si estende anche alla chimica, che studia sintomi, meccanismi e trattamenti degli avvelenamenti di persone e animali ad opera di droghe, veleni o farmaci. Il principale parametro per determinare la tossicità di una sostanza è la dose: infatti, quasi tutte le sostanze, in certe dosi o in determinate circostanze possono essere tossiche. Quest'ultimo concetto è ben riassunto dalla frase attribuibile a Paracelso: "omnia venenum sunt nec sine veneno quicquam existit. dosis sola facit ut venenum non fit"; ossia: "ogni cosa è veleno, non esiste cosa che non lo sia. Solo la dose fa sì che (una sostanza) non divenga veleno". Lo studio tossicologico riveste particolare importanza durante la fase di sperimentazione preclinica di un farmaco, prima della sua eventuale immissione in commercio, e nell'industria cosmetica.
Angelo caduto/Arcangelo: Come già ribadito più e più volte in precedenza, l'Arcangelo di Dominique corrisponde ad Uriel -o "Uriele", che dir si voglia-.
Uriele/Uriel o ("אוּרִיאֵל", "Luce di Dio" nella lingua ebraica) è uno degli arcangeli della tradizione ebraica e di alcune chiese cristiane; il suo nome è analogo al nome "Uria", da cui differisce per l'uso di un diverso nome ebraico per Dio: "Ya" al posto di "El". "El" in ebraico è uno dei nomi dell'unico Dio, o la radice di nomi di persona collegati a Lui, come "Elia" profeta o "Emmanuele" (nome di Gesù Cristo, inteso come Dio).
Gli angeli menzionati nei libri più antichi della Bibbia Ebraica sono senza nomi; effettivamente, il rabbino Simeon ben Lakish di Tiberiade, asserisce che tutti i nomi specifici degli angeli e demoni vengono riportati dagli Ebrei di Babilonia, e alcuni critici moderni tendono ad acconsentire. Dei sette arcangeli del giudaismo post-esilio, solo tre, Gabriele, Michele e Raffaele, vengono menzionati per nome nelle scritture che gradualmente diventano accettate come la Bibbia canonica (solo il secondo è però definito come arcangelo, mentre gli altri come semplici angeli). Gli altri quattro, tuttavia, vengono nominati nel capitolo XX del "Libro di Enoch" (II secolo a.C.): oltre Uriele questi sono Raguel, Sariel e Remiel.
Il "Libro di Enoch" è da secoli considerato apocrifo dalla Chiesa Cattolica, Chiesa Ortodossa e Chiesa Protestante: nessuno di questi angeli è menzionato nella Bibbia canonica per nome; per la Chiesa Cattolica non sono mai stati proclamati santi, a loro non sono quindi consacrati luoghi di culto, né oggetto di venerazione, o presenti nel calendario liturgico.
I quattro angeli non sono presenti col loro nome nemmeno nel calendario della Chiesa Ortodossa, dove non risultano essere santi; la loro festività è aggiunta da alcune Chiese all'equivalente cattolico della Solennità di tutti i Santi. La festività del ventinove settembre e otto novembre è dedicata a due Archistrateghi, titolo greco equivalente di arcangelo, mentre tutti gli altri non presenti per nomi sono "angeli della sesta classe", secondo la comune angelologia medioevale. Quando quattro arcangeli sono associati ai quattro punti cardinali, Uriele viene generalmente utilizzato come quarto, in aggiunta ai tre nominati nella Bibbia.
Uriele compare anche nel "Secondo Libro di Esdra", un'aggiunta apocrifa nella tradizione della Letteratura Apocalittica creata da Esdra, nella quale il profeta Esdra pone a Dio una serie di domande, e Uriel viene inviato da Dio per istruirlo. Uriel è spesso identificato come il cherubino che "sta a guardia dei cancelli dell'Eden con una spada fiammeggiante", o come l'angelo che "veglia sul tuono e il terrore" (primo Enoch); nell'Apocalisse di Pietro (greca) appare come l'Angelo del Pentimento, rappresentato come se fosse senza pietà come un qualsiasi demone. Nella "Vita di Adamo ed Eva", Uriele è visto come uno dei cherubini del terzo capitolo della Genesi. Egli è anche comunemente identificato come uno degli angeli che aiutarono a seppellire Adamo e Abele in Paradiso.
Secondo le tradizioni della mistica medievale ebraica, Uriele è diventato l'Angelo della Domenica ("Jewish Encyclopedia"), Angelo della Poetica, e uno dei Sacri Sephirot. È anche l'angelo che predisse a Noé l'arrivo del diluvio universale:
«Poi disse l'Altissimo, parlò il Sacro e il Grande, e mandò Uriele dal figlio di Lamech, e gli disse: <Vai da Noé> e digli nel mio nome "Nasconditi!" e rivelagli che la fine si sta avvicinando: che l'intera terra sarà distrutta, e un diluvio sta per scendere su tutta la terra, e distruggerà tutto ciò che vi è sopra.»
Egli controllò sulle porte d'Egitto che vi fosse il sangue d'agnello, durante le piaghe; detiene inoltre la chiave dell'Inferno durante i Tempi della Fine, e condusse Abramo verso l'Ovest. In opere apocrife e relative alla qabbalah Uriele è stato assimilato o confuso con Azrael, Nuriel, Uryan, Jeremiel, Vretil, Sariel, Puruel, Phanuel, Jehoel e Israfel.
Nella modernità, in un'ottica solo marginalmente cristiana (Angelologia), Uriele è identificato variamente come serafino, cherubino, reggente del Sole, fiamma di Dio, angelo della Divina Presenza, colui che presiede e vigila sul Tartaro (inferno), arcangelo della salvezza, e, in scritture successive, è identificato con "Phanuel", "volto di Dio".
È spesso raffigurato con un libro o un rotolo di papiro (per la sua saggezza). Uriele è un patrono delle Arti, ed è descritto da Milton come "lo spirito dalla vista più acuta in tutto il Cielo". Nel Libro Terzo del "Paradiso perduto" di John Milton, Uriele, in carica nell'orbita del Sole, asserve il ruolo di occhio di Dio, ma inconsapevolmente guida Satana, angelo caduto, verso la Terra appena creata.
Marchio: Piccolo e ben poco visibile, il marchio della donna è situato al disotto del seno sinistro, particolarmente vicino al cuore; esso rappresenta niente più che una semplicissima chiave nera, senza troppi fronzoli. D'altronde, in quanto custode della chiave per l'inferno, quale altro poteva esser il marchio di Uriele?
Potere: È pressappoco impossibile trovare un potere, un'abilità che possa ricollegarsi perfettamente all'arcangelo già più volte citato.
Angelo del Pentimento, custode della chiavi dell'inferno, occhi e viso di Dio; riveste tra i ruoli più disparati, egli, raffigurato talvolta persino come un "simil-demone" a causa di quella che pare esser crudeltà.
Quale capacità potrebbe mai aver donato alla giovane Dominique affinché fosse perfettamente in grado di combattere? Il suo è forse una tra le peculiarità più macabre e meno utilizzate in quel vasto raggruppamento di gentaglia; la sua abilità si rifà al primisso titolo che è stato affibiato ad Uriel. Per esser più precisi, sembra in grado di controllare il pentimento, il dolore altrui e di causarne in modi definibili inumani; come un parassita, ella parrebbe quasi "annidarsi" nelle menti altrui, devastandole: un senso di colpa ed un dolore insopportabile arriverebbero a corrompere -forse eternamente- la mente dei poveri disgraziati, facendoli piegare con un soffio al suo volere. Eppure è incredibile come un'unica volta le sia capitato di far ciò; d'altronde, questo è solo lo stadio più elevato della sua capacità.
Il pentimento, da sempre e logicamente collegato al dolore non solo mentale ma anche fisico, è sicuramente un'arma non poco potente; per tanto, seppur ad un primo impatto possa lasciar estremamente perplessi, è in grado di creare dolore corporeo a chicchessia, ovviamente regolabile e direzionabile secondo le preferenze di lei.
Arma: L'arma di Dominique, ad un primo impatto, si presenta come un piccolo e semplice crocifisso d'argento; crocifisso che possiede sin dalla più tenera età, ad esser onesti.
Esso, tuttavia, se necessario, assume la forma di ben due spade -due Claymore con elsa a cesto, per la precisione-, riproduzione "umana" della fiammeggiante spada in possesso di Uriel stesso. Com'è logico aspettarsi, tuttavia, vi è una particolarità in queste splendide armi: se toccate o maneggiate da chi non ne ha il diritto, contro la volontà della donna, le loro lame e le loro impugnature sembrano surriscaldarsi in un lampo, ustionando senza alcun riguardo lo sventurato di turno.
Cosa pensa del proprio padrone?: Ormai è forse fin troppo palese il suo apprezzare non poco l'arcangelo Uriel; insomma, ha parlato di costui milioni di volte e prettamente in positivo, se non per qualche vago commento sarcastico a lui rivolto -l'istinto suicida è forte in lei-. Non vi è dunque molto da dire a tal riguardo, se non che ha la totale certezza che senza egli faticherebbe a vivere; divenuta a tutti gli effetti una presenza costante nella sua vita, per quanto difficilmente dia segni di "manifestazione" in presenza di altri, Dominique sembra essersi affezionata non poco all'angelo. Forse attratta dalla sua vasta conoscenza, dalla sua eterea e misteriosa figura, ne è sin da sempre risultata irrimediabilmente attratta. Non è però in grado di dire se questo apprezzamento sia condiviso anche da Uriel, dubita che chiunque sia in grado di poterlo fare con certezza, ma si può tranquillamente affermare che il loro rapporto sia dei migliori. Per la prima -e forse ultima- volta nella sua intera vita, la francese riveste un ruolo di quasi totale lealtà nei confronti di quest'entità e della fazione da lei scelta. Un miracolo, oserei dire!
Cosa pensa della propria fazione e di quella avversaria?: Avendone già vagamente parlato in precedenza, non ritengo vi sia molto da dire riguardo la sua opinione inerente alla propria fazione: a discapito dell'"amore" che prova nei confronti del suo arcangelo, ella non ritiene di adorare particolarmente l'esser una religiosa della luce; non fraintendiamoci, non apprezzerebbe far parte di nessuna delle due fazioni, ad esser sinceri. Dall'indole solitaria, le risulta semplicemente impossibile inserirsi in quella sorta di mezzo-gruppetto costituito dai religiosi, al punto che stenta ad affezionarsi realmente ad un singolo componente della "squadra"; è forse anche questo il motivo che sembra non serbare alcuna reale opinione su nessuna delle due fazioni. Quasi fosse un'automa, sembra a tratti lasciarsi trasportare dagli eventi; non critica realmente i sacerdoti del peccato per il loro essersi schierati con gli angeli caduti, non ne avrebbe alcun motivo, non le interessa affatto ad esser sincera. Il suo è forse definibile come un ruolo da "spettatrice", in quanto mai ha realmente preso parte all'azione; non è questo ciò che desidera fare, malgrado il suo aver accettato -seppur con vaghissima riluttanza- di prender parte a questa situazione di sua spontanea volontà. La ragione del suo gesto avventato è già stata spiegata in precedenza.
Orientamento sessuale: Con sua somma perplessità, Dominique non sarebbe mai in grado di rispondere ad una domanda inerente a tale argomento nel caso le venisse posta; insomma! Cos'è un "orientamento sessuale"? A stento conosce l'esistenza di più di due orientamento sessuali, figuriamoci l'etichettarsi in questo o quel modo!
Forse un atto quasi da sprovveduta, da "fuori dal mondo", non si è mai posta reali domande riguardo le proprie preferenze sessuali o in ambito romantico, nemmeno durante quelle poche relazioni strettamente che ha intrattenuto con questa o quella persona; ritiene, infatti, che il definirsi in un modo o nell'altro non voglia affatto dire esprimere se stessi. Il preferire un pene alla vagina non fa di tale soggetto una persona migliore, peggiore o neutra, nè tanto meno costituisce una minima parte del suo carattere; dunque perché sprecare tempo in un campo simile?
Eppure, se osservate con attenzioni le già citate relazioni da lei intrattenute, è facilmente intuibile il suo esser Polisessuale -con una spiccata preferenza femminile- Omoromantica e, in aggiunta a questa perizia psichiatrica, è anche Poliamorosa.
Per quanto parzialmente inesperta nel campo dei rapporti romantici, tuttavia, stavolta non ha potuto fare a meno di restar perplessa nell'essersi resa conto di nutrire un interesse forse troppo spiccato nei confronti della giovane Candice; mai stata interessata in rapporti che non comprendessero solo l'ambito sessuale, come potrebbe venir biasminata?
Cry-dont-cry Spero vada bene!
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