Dio Mally
Nome: Christel (insieme a "Christine" è la variante tedesca del nome "Cristina", largamente diffuso tra le donne in Italia; in inglese tale nome si trova spesso nella forma abbreviata di "Chrissie" oppure "Kitty". Deriva dal greco antico e significa "colei che crede nel Messia")
Cognome: Nel 1901, in base al regolamento "släktnamnsförordningen", fu reso obbligatorio l'adozione del cognome da parte di tutti coloro che non avevano ancora un nome di famiglia aggiungendo il suffisso -son al nome del padre: poichè nella seconda metà del 1800 Johan era il nome più comune va da sé che moltissimi svedesi assunsero il cognome Johansson; ancora oggi risulta il cognome più popolare.
Pertanto, il cognome di Christel risulta essere "Abrahamsson"
Età reale: La reale età di Christel? Davvero? Davvero davvero? Bene, prendete un tè e sedetevi, vorrei evitare potenziali svenimenti per il troppo shock, grazie; dunque, quale potrebbe mai essere la sua età? Beh...Onestamente, ella in primis pare non esserne più a conoscenza, ormai, arrivando spesso a dubitare persino di avere un'effettiva età: essa, tuttavia, si aggira intorno ai cinquecento/seicento anni. Insomma, giusto un filino grandicella
Età biologica: Oddio...La sua apparente età? Questa è dura: non sono rare le volte che venga scambiata per un ragazzino -no, nemmeno per una "ragazzina", bah- all'incirca sui tredici anni, quattordici se ci si sente benigni, quando in realtà dovrebbe mostrarne come minimo una quindicina, ossia l'età in cui è passata a miglior vita
Razza: Christel è un ibrido; più precisamente, ella è un misto tra Strega e Spirito. No, non è nata dall'unione di un Fantasma e di una Strega/un Mago, la cosa è un tantino necrofila, ma ella è semplicemente morta in giovanissima età
Aspetto fisico:
[Ok, potrei continuare per anni]
Insomma...Il suo aspetto è palesemente quello di una minorata, cosa dovrei dire? Certamente non posso andare in giro a proclamare la presunta maturità fisica di Christel! Suvvia!
E ancor meno posso appoggiare le confabulazioni riguardo una certa "presenza" nei pantaloni della giovane: ok, non è la femminilità fatta persona, ma c'è fin troppa gente che dubita del suo sesso biologico! Ma andiamo!
C'è tuttavia da ammettere che la donna presenta ugualmente un certo fascino, un carisma ammaliante oserei dire, nonostante la giovane età sfoggiata.
Il viso piccolo presenta tratti infantili, androgeni, di una delicatezza definibile quasi "crudele", a causa della sua espressione dall'apparenza quasi "sadica", di quelle che non promettono niente di buono: essi sono esaltati dal pallore mortale, catarifrangente per esser ironici, della pelle che tuttavia tende ad arrossarsi amabilmente all'altezza delle guance; il naso è dal setto stretto, dritto e la punta deliziosamente mentre le morbide labbra non risultano estremamente carnose, ma di un roseo talmente chiaro da poter esser una banale sfumatura.
I grandi occhi potrebbero spesso esser paragonati a quelli di un cerbiatto, dall'iride che prende il colorito di uno sgargiante rubino, quasi sanguineo, seppur esso risulti ugualmente "ipnotizzante"; i corti capelli scendono in lisci che rasentano la perfezione fino alle spalle, sfiorandole a malapena, di un bel castano-"cioccolato al latte", come ella spesso li definisce.
La sua corporatura si presenta come esile, dall'apparenza erroneamente gracile: il suo fisico è per l'appunto esile, slanciato quanto sinuoso, dalla forma che sembra tendere a quella della clessidra, cosa che esalta unicamente le pressoché inesistenti forme della donna, che sono paragonabili a quelle di una ragazzina in piena fase di sviluppo; per finire, Christel ha la sfortuna di sfiorare a malapena il metro e sessanta, probabilmente grazie a della pietà divina.
Carattere: (Tried to leave all that behind me;
When they call my name
The Demon comes:
But am I to blame?
I tried to be good,
I really did...
Not sure I could.
Leaving two worlds
Broken, unfurled,
Couldn't take any more crying.
Been disposed of,
Learned about L.O.V.E.;
Lights above, from stars slowly dying:
I once knew light
Burning bright,
Shadows invade
I've lost the dawn
Sunlight's gone,
Left this dismal grave.
I remain still
Power of will
Leavers me here to keep on trying;
I know, somehow
There's no point now
To try and stop the hate, the dying.
I finally see
Neither world, cares for me
I'll stand my ground
No one can
Stop me now.
No hopes, no dreams
I have nothing
Death is all that can define me.
The end's calling
No more stalling
Stars will fade, but I'll keep shining.
Ok, prendetelo come carattere, mi sono molto impegnata)
Storia: (Leggi sopra, più o meno potrebbe esser la stessa cosa; son pigra)
Cosa ama: Oddio..."Cosa ama?" potrebbe esser una domanda -o richiesta- un tantino difficile, lo ammetto: praticamente sembra non amare niente, diamine! Qualcuno chiami Afrodite o chi per lei, e faccia in modo che possa innamorarsi di qualcosa o qualcuno, così che io riesca a rispondere qui!
No, ok, a parte gli scherzi, Christel tende ad apprezzare ben poche cose, che generalmente tende a tenere nascoste per sé:
-Tra queste poche cose potrebbe risaltare il suo interessamento nei confronti della lettura: certo, non è un'ardua lettrice, non legge spessissimo, ma lei in primis potrebbe ammettere che talvolta leggere qualche pagina a caso, anche senza contesto e/o di un libro mai visto, potrebbe svagarla per quei pochi attimi.
C'è tuttavia da ammettere che ella sappia essere non poco selettiva riguardo l'argomento: storie d'amore, quelli che noi definiremmo "Harmony" ad esempio, le provocano pesanti conati di vomito, e non totalmente "finti";
-Il suo lato infantile, pressoché assente, pare spingerla ad adorare il cioccolato: insomma, gran parte delle varietà di questo dolciume sembrerebbero spingerla a disidratarsi a causa della sua stessa bava; certo, non apprezza qualunque tipologia di cioccolato che le si para davanti, disgusta ad esempio il cioccolato bianco e gran parte di quelli al latte, essendo fin troppo dolci per il suo palato non abituato a grandi sapori, specialmente se tanto zuccherati.
Ovviamente non è costantemente attaccata ad una tavoletta di cioccolato, non lo era nemmeno in vita, in quanto sembra presentare un certo rapporto contrastante col cibo in generale: talvolta sembrerebbe abbuffarsi, peggio di un buco nero oserei dire, mentre altre volte il sol pensare al cibo le fa desiderare ardentemente di lanciarsi da qualche finestra;
-Per quanto ella non risulti un'amante delle stagioni, tanto meno "adorante" di tutte le potenziali temperature che si potrebbero presentare, in quanto totalmente disinteressata ad esse, ella sembra apprezzare distaccatamente il freddo, ancor meglio se il più gelido possibile!
Insomma, ammetto candidamente il scarseggiare nella distinzione di calore, ma suvvia! È così fresco! Come si può non apprezzare una temperatura che raggiunge il sottozero? Eh? Ma dai! Tutti potrebbero amarla, non mentiamo! Altro che "estate" e "trenta gradi", non diciamo zozzerie, venite subito qui per morire d'ipotermia!
Cosa odia: Queste list-
Ok, no, quelle sono Io ad odiarle, chiedo venia; beh, chiedersi "cosa odia Christel?" equivarrebbe a chiedersi "quanto è vasto l'universo?", ossia tanto, troppo, e la risposta potrebbe rifarsi tranquillamente anche al primo quesito!
Certo, c'è ugualmente da ammettere che la donna non odia poi così tante cose, più banalmente sembra schifare tutto e no, non sto scherzando:
-Dopo il mio sproloquio, mi pareva giusto iniziare, eh, non vorrei intrattenere troppo Dio: ella pare non apprezzare particolarmente gli spazi troppo aperti, affollati, o anche solo "raggruppante un determinato numero di persone che varia dall'uno alle migliaia"; il vero problema di ciò non sarebbe il luogo di per sé, quanto più le persone stesse.
Non è difficile ammettere che ella soffra di una lieve forma di Misantropia, spesso ben celata:
La misantropia (dal greco antico: "μίσος", "mísos", "odio" e "νθρωπος", "ànthrōpos", "uomo, essere umano") è un sentimento e un conseguente atteggiamento d'odio, disprezzo o mancanza di fiducia nei confronti del genere umano, caratterizzato talora dall'isolamento materiale o morale dagli altri; essa comunque non implica necessariamente sadismo, masochismo o depressione, o una disposizione antisociale e sociopatica verso l'umanità.
Benché i misantropi non esprimano fiducia per l'umanità in generale, tendono ad avere relazioni personali normali con altri individui. la misantropia può essere motivata da sentimenti di isolamento o alienazione; essa può assumere talvolta forma di arroganza culturale, quando una persona prova avversione verso l'umanità per una superiorità mentale sugli altri.
Può assumere diversi aspetti anche "temporanei", specialmente in individui affetti da forti depressioni o da altri disturbi; l'aspetto più comune è classificabile come un desiderio di solitudine, alienazione o anche sentimenti estremi non necessariamente legati a qualche disturbo, come il distruggere gli oggetti o fare del male alle altre persone, spesso attraverso la violenza.
La misantropia difficilmente riesce ad attecchire completamente nella personalità di una persona: nei misantropi estremi spesso non esiste rimedio o soluzione in grado di far cambiare pensiero, mentre può essere una valvola di sfogo per quelle persone non propriamente misantrope, ma che ne abbracciano tale sentimento solo per questioni temporanee e provvisorie, spesso correlate appunto a disturbi psichici oppure a filosofie personali.
La misantropia tende a rivelarsi nell'individuo prettamente durante il transito dall'età medioadulta (quaranta-cinquant'anni) alla terza età, anche se non rari sono i casi di misantropia adolescenziale, essendo l'adolescenza un periodo di grande arricchimento mentale e filosofico: infatti, molte persone nell'età compresa dai sedici ai ventun'anni con problemi psichici o eccessiva emotività personale sono inclini alla misantropia. In ambito psicologico un misantropo può talvolta essere sofferente di disturbi della personalità (ad esempio l'evitante, schizotipico, schizoide, paranoide), di depressione, fobia sociale o disturbi come l'hikikomori.
Rappresentazioni di misantropia sono comuni nella satira e nella comicità, anche se rappresentazioni estreme sono generalmente rare, espressioni sottili sono più comuni, specialmente quelle che evidenziano i difetti e i limiti dell'umanità.
In casi estremi, i misantropi possono ritirarsi dalla società, diventando eremiti; spesso vengono esclusi da certi tipi di società o altamente penalizzati, in quanto visti diversi o semplicemente dei folli. Tuttavia, la misantropia è stata largamente emancipata da numerosi filosofi e sociologi della storia umana, come Platone, Diogene di Sinope, Aristotele, Jonathan Swift, Immanuel Kant, Arthur Schopenhauer o Emil Cioran;
-Forse si sarà già intuito in precedenza, ma non riesce a tollerare la visione di effusioni pubbliche: non importa chi siano, cosa stiano facendo, cosa stia succedendo, solo no! Diamine, no! Un minimo di contegno, sentirebbe di poter sboccare il proprio stesso intestino! Perché certa gente non è capace di tenerselo nei pantaloni? Dai, non può essere così complicato!
A proposito dell'ultima affermazione, ho già detto che Christel disgusta i cosiddetti "pene-muniti"? No? Perfetto, adesso l'ho detto: ne è estremamente disgustata, quasi più delle persone in generale; il motivo? Beh...Lunga storia, lunga storia, ed io non ho la voglia di raccontarla;
-Se c'è qualcosa che ella detesta a morte -battuta pessima, lo so', sparatemi- è parlare del come è del perché ella è passata a "miglior vita": insomma, pare oscillare tra la vergogna ed il sollievo al sol pensiero di ciò che è accaduto, il motivo? Ritiene che il suicidio sia qualcosa adatto unicamente ai codardi, cosa che ella effettivamente non è, ma allo stesse tempo il suo potrebbe esser stata un gesto liberatorio, quasi.
Dunque no, non parla nessuno, soprattutto perché ritiene che a nessuno debba interessare: cosa cambia a Caio se è stata investita, se è stata stroncata da un infarto o chissà cos'altro? Niente, non deve importare assolutamente niente a nessuno
Cosa pensa degli umani?: Davvero? Dopo la mia spiegazione su cosa sia la Misantropia, sul fatto che ella paia soffrirne di una lieve forma, c'è seriamente bisogno di rispondere a tale domanda?
Non si fida, eccome se non si fida! Li ritiene di un livello estremamente inferiore al suo -cosa che si estende spesso anche ad altre Razze-; perché mai dovrebbe farlo? Non ha certamente dimenticato tutte le persecuzioni alle streghe che quegli esser si ostinavano a mandare avanti, ma non è certamente solo questo!
Le ispirano disgusto, non vi è una piena ragione a ciò, insomma...È difficile, ok? Semplicemente no, non potrebbe esser l'amica più stretta della specie umana, non c'è altro da aggiungere
Cosa pensa delle altre Razze?: Si potrebbe tranquillamente leggere la risposta data in precedenza: certo, qua la sua tolleranza pare esser poco più accennata, ma ciò non vuol certamente dire che apprezzi le altre Razze! Nemmeno le conosce, queste altre Razze!
E no, non sto scherzando, non si è mai curata di ciò, banalmente se le capita di incontrare un Mago/Angelo/Vampiro/Cazzimmo se ne frega un tantino, giusto un tantino, di cosa egli potrebbe mai essere
Abilità: In quanto Ibrido tra Strega e Spirito, Christel possiede elevate conoscenze nel campo della magia, mostrandosi dunque una persona piuttosto talentuosa riguardo ciò, seppur sia raro vederla fare "Bibi-di-bobidi-bu"; insomma, sembra più disgustosamente umana!
E dal suo lato "spettrale"? Beh, premettendo che ella non risulti certamente uno Spirito benigno, le volte in cui oltre ad aver infestato case sia finita col far del male agli inquilini sono innumerevoli e ciò non è certamente avvenuto unicamente dopo la sua morte, penso sia inutile dire che ella risulti capace di volare -cosa che la si vede spesso fare di buon grado- può divenire intangibile per un lasso di tempo limitato.
Sfortunatamente, non è dotata di molta forza -che sia a causa della sua costituzione esile o meno non ne ho idea-, ma in battaglia potrebbe ugualmente risultare una rivale agguerrita grazie alla apparente impossibilità alle ferite, dovute ad una sopportazione del dolore pericolosamente alta, oltre al fatto che sembri esser costantemente decisa a spuntarla: eh no! Ovvio che non può vincere qualcun'altro al posto suo, ma scherziamo?!
Orientamento sessuale: Beh...Insomma...E se dicessi che Christel non ha la minima idea di cosa significhi "Orientamento Sessuale/Romantico"? Nel senso, non ne ha mai sentito parlare, poi è ovvio che se qualcuno glielo chiedesse potrebbe intuire il suo significato, per quanto osserverabbe l'interlocutore con aria piuttosto perplessa. Ma poco poco. Pochissimo.
In ogni caso, è innegabile la sua apparenza Asessuale/Autosessuale Aromantica: insomma, contando che sarebbe teoricamente una ragazzina, che disgusta le coppiette e che sbocca al sol pensiero di poter avere rapporti sessuali con qualcuno del sesso opposto, è normale farsi queste "domande", no?
Eh no! Ma i cazzi vostri?! Dai! Perché a qualcuno dovrebbe importare se vuole fottere, essere fottuta, fottersi o niente di ciò -scusate il francesisimo-? Bah!
In ogni caso, dopo essermi lamentata, è il momento di svelare la verità: ella è...Omosessuale Demi-Omoromantica, ossia potrebbe porrebbe arrivare a provare attrazione romantica per una donna solo dopo aver stretto un forte legame emotivo con essa; c'era da aspettarselo, dai.
E visto sono coerente come la merda, sì, è disposta ad una relazione, sti cavoli il resto
Altro:
-Sembra aver sofferto -e forse ne soffre ancore- di una lieve forma di depressione.
Il disturbo depressivo maggiore (in inglese, "Major depressive disorder", "MDD"), noto anche come depressione clinica, depressione maggiore, depressione endogena, depressione unipolare, disturbo unipolare o depressione ricorrente (nel caso di ripetuti episodi) è una patologia psichiatrica o disturbo dell'umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati principalmente da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli (anedonia); questo gruppo di sintomi (sindrome) è stato identificato, descritto e classificato come uno dei disturbi dell'umore nell'edizione del 1980 del manuale diagnostico edito dall'American Psychiatric Association.
Il disturbo depressivo maggiore è una malattia invalidante che coinvolge spesso sia la sfera affettiva che cognitiva della persona influendo negativamente in modo disadattativo sulla vita familiare, lavorativa, sullo studio, sulle abitudini alimentari e riguardo al sonno, sulla salute fisica con forte impatto dunque sullo stile di vita e la qualità della vita in generale.
La diagnosi si basa sulle esperienze auto-riferite dal paziente, sul comportamento riportato da parenti o amici e un esame dello stato mentale: non esiste attualmente un test di laboratorio per la sua diagnosi. Il momento più comune di esordio è tra i venti ed i trent'anni, con un picco tra quest'ultimo ed i quaranta.
Tipicamente i pazienti sono trattati con farmaci antidepressivi e spesso, in maniera complementare, anche con la psicoterapia: l'ospedalizzazione può essere necessaria quando vi è un auto-abbandono o quando esiste un significativo rischio di danno per sé o per altri.
Il decorso della malattia è molto variabile: da un episodio unico della durata di alcune settimane fino ad un disordine perdurante per tutta la vita con ricorrenti episodi di depressione maggiore.
La comprensione della natura e delle cause della depressione si è evoluta nel corso dei secoli, anche se è tuttora considerata incompleta: le cause proposte includono fattori psicologici, psicosociali, ambientali, ereditari, evolutivi e biologici.
Un uso a lungo termine e l'abuso di alcuni farmaci e/o sostanze, è noto per causare e peggiorare i sintomi depressivi; la maggior parte delle teorie biologiche si concentrano sui neurotrasmettitori monoamine come la serotonina, la norepinefrina e la dopamina, che sono naturalmente presenti nel cervello per facilitare la comunicazione tra le cellule nervose.
In Italia la depressione colpisce, secondo uno studio condotto congiuntamente dalla "AIFA" (Agenzia Italiana del Farmaco) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, circa undici milioni di persone, che quotidianamente assumono farmaci contro tale patologia; la percentuale di italiani che soffrono di depressione arriverebbe, dunque, secondo tale studio, quasi al 20% della popolazione, con una incidenza di quattro volte la media europea.
Nella antichità, il medico greco Ippocrate di Coo descrisse la condizione di melanconia (in greco "μελαγχολία") come una malattia distinta con particolari sintomi mentali e fisici e caratterizzò tutte le "paure e scoraggiamenti, se durano a lungo" come sintomatici di essa.
Questa descrizione è simile al concetto, tuttavia più ampio, che si attribuisce alla depressione oggigiorno, a cui sono stati inclusi un raggruppamento di sintomi di tristezza, sconforto e scoraggiamento, spesso paura, rabbia, deliri e ossessioni.
Il termine "depressione" è stato derivato dal verbo latino "deprimere", che significa "premere verso il basso"; fu utilizzato fin dal XIV secolo e nel 1665: l'autore inglese Richard Baker lo utilizza nelle sue Chronicle per far riferimento a qualcuno che ha "una grande depressione di spirito". Anche Samuel Johnson gli attribuisce un simile significato, nel 1753. Il termine viene utilizzato anche nel campo della fisiologia e dell'economia: un primo utilizzo come riferimento a un sintomo psichiatrico, fu per opera dello psichiatra francese Louis Delasiauve nel 1856 e, a partire dal 1860, il termine compare nei dizionari medici per far riferimento a un abbassamento fisiologico e metaforico della funzione emotiva.
Anche se "melanconia" è rimasto il termine dominante nella diagnostica, il termine "depressione" è cresciuto d'utilizzo nei trattati di medicina e, lo psichiatra tedesco Emil Kraepelin potrebbe essere stato il primo ad usarlo come termine generale, facendo riferimento ai diversi tipi di malinconia, come stati depressivi.
Sigmund Freud, paragonò lo stato di melanconia al lutto, nei suoi scritti Lutto e melanconia del 1917. Egli teorizzò che la perdita di un "oggetto", come ad esempio la perdita di un rapporto a causa della morte o dell'interruzione di un rapporto amoroso, si traduce in una perdita del "soggetto" e l'individuo depresso ha identificato con l'oggetto di affetto attraverso un inconscio processo narcisistico chiamato "investimento libidico dell'ego"; il risultato di tale perdita comporta gravi sintomi malinconici più profondi del lutto, non solo il mondo esterno viene visto negativamente, ma lo stesso viene compromesso.
Il declino della percezione di sé da parte del paziente si rivela nella convinzione della sua colpa e della propria inferiorità e indegnità: egli ha anche sottolineato che le prime esperienze di vita siano un fattore predisponente.
La prima versione del "Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali" ("DSM-I", 1952) parlava di "reazione depressiva", mentre il "DSM-II" (1968) di "nevrosi depressiva", definita come una reazione eccessiva al conflitto interno o a un evento identificabile; esso includeva anche la psicosi maniaco-depressiva tra i maggiori disturbi affettivi.
A metà del XX secolo, i ricercatori hanno ipotizzato che la depressione fosse causata da uno squilibrio chimico nei neurotrasmettitori del cervello, una teoria basata sulle osservazioni fatte nel 1950 sugli effetti della reserpina e dell'isoniazide nel modificare i livelli dei neurotrasmettitori della famiglia delle monoamine che riguardano i sintomi depressivi.
Il termine "disturbo depressivo maggiore" è stato introdotto da un gruppo di medici statunitensi a metà degli anni settanta come parte delle proposte di criteri diagnostici basati su modelli di sintomi (chiamati "Research Diagnostic Criteria", strutturati sulla base dei precedenti "criteri di Feighner"), che poi hanno costituito il "DSM-III" del 1980.
Per mantenere la coerenza, "l'ICD-10" utilizza gli stessi criteri, con modifiche solo minori, ma utilizzando la soglia diagnostica riportata nel "DSM" per segnare un episodio depressivo lieve, con l'aggiunta di categorie soglia più elevate per episodi moderati e gravi;
-Ella è una violinista sin dalla più tenera età, cosa mostrata anche dal suo invidiabile talento in ciò, per quanto non ne parli con nessuno.
Il violino è uno strumento musicale della famiglia degli archi, dotato di quattro corde accordate ad intervalli di quinta; si tratta dello strumento più piccolo e dalla tessitura più acuta tra i membri della sua famiglia: la corda più bassa (e quindi la nota più bassa ottenibile) è il sol3, il sol subito sotto al do centrale del pianoforte (do4); le altre corde sono, in ordine crescente di frequenza, il re4, il la4 e il mi5, le parti per violino utilizzano la chiave di violino (chiave di sol).
Quando devono essere eseguite note e passaggi particolarmente acuti, si usa un'indicazione che avvisa di trasportare le note interessate all'ottava superiore; fino al XVIII secolo, invece, a seconda della tessitura dello specifico brano o frammento musicale, veniva usato un grande numero di chiavi secondarie: chiave di basso all'ottava superiore, contralto, mezzosoprano, soprano, e chiave di violino francese.
Violinista è chi suona il violino; l'artigiano che lo costruisce o lo ripara è il liutaio.
Il più noto violinista di tutti i tempi fu un italiano, Niccolò Paganini, nato a Genova nel 1782 e morto a Nizza nel 1840; anche molti tra i liutai più famosi e apprezzati del mondo sono italiani: tra questi, Antonio Stradivari, Giovanni Paolo Maggini, Giovanni Battista Guadagnini ed inoltre le storiche dinastie degli Amati, dei Guarneri e dei Testore.
nxvelious Mally, temilaquattrocentoquattosedici parole.
Tremilaseicentisessantadue*.
Amami♥
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