Cristo, sbrocco


Nome: Yvan (versione francese dell'italiano "Giovanni", esso deriva dal nome ebraico "יוֹחָנָן" ["Yochanan"], forma abbreviata di "יהוחנן"
["Yehōchānān"], grecizzato come "Ἰωάννης" ["Ioannes"] e passato in latino come Joannes e poi Johannes; è composto da "Yehō-" [o "Yah", abbreviazione di "Yahweh", che è il nome di Dio nella tradizione ebraica] e da "chānān" [o "hanan", dalla stessa radice di "Anna", che significa "ebbe misericordia", "ebbe grazia" o "fu misericordioso"]: il significato complessivo può essere interpretato come "YHWH è misericordioso", "YHWH ha favorito", forse in riferimento alla nascita di un figlio lungamente atteso.
Si tratta di un nome biblico, portato da due importanti personaggi "neotestamentari" a cui deve la sua iniziale fortuna: Giovanni il Battista profeta considerato precursore di Gesù, e Giovanni, uno degli apostoli che è considerato anche l'autore del Vangelo di Giovanni e dell'Apocalisse. Grazie ad essi il nome venne adottato già dai primi cristiani: inizialmente conobbe più diffusione nell'Oriente cristiano in particolare a Bisanzio [dove venne portato da otto imperatori bizantini]; cominciò ad essere usato comunemente anche in Europa occidentale dopo la prima crociata, ottenendo grande popolarità e finendo per essere portato da numerosissime importanti figure storiche, culturali e religiose, inclusi ventun papi e i sovrani di vari stati fra cui Spagna, Portogallo, Svezia, Danimarca, Austria, Francia, Inghilterra, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Russia ed Etiopia [anche se, va detto, la continuata popolarità del nome è stata sostenuta soprattutto dalla miriade di altri santi e beati così chiamati che si sono susseguiti dal Medioevo in avanti].
In Italia, secondo dati raccolti negli anni settanta è stato il secondo nome per diffusione, preceduto solo da "Giuseppe" e seguito da "Antonio": è ben attestato in tutte le regioni [ma con la forma "Giovannico" tipica della Sardegna]; in Inghilterra divenne talmente comune che, nel tardo Medioevo, era portato da circa un quinto di tutti i maschi inglesi: nel quattordicesimo secolo rivaleggiava in popolarità con "William", ed era utilizzato, al pari dell'italiano "tizio", come appellativo per indicare una persona qualunque.
Da Giovanni e dalle sue varianti derivano cognomi patronomici italiani, ad esempio "Jannacci", "Iannarilli", "Zanetti", "Vanni"; lo stesso accade anche in altre lingue, ad esempio con "Jhoansson", "Johnson" e via dicendo)

Cognome: L'altisonante cognome della giovane Yvan corrisponde al francese "Leclercq"; è oramai più che facile intuire quale sia il suo Paese natio. È infatti piuttosto legata ad esso, al punto da parlare quasi costantemente nella lingua che ha tanto segnato la sua breve infanzia.
La presenza umana sul territorio dell'odierna Francia risale addirittura al Paleolitico inferiore; uno dei siti più antichi contestato da alcuni storici, è il sito di Chilhac (Alta Loira); il territorio francese presenta un numero significativo di grotte decorate del Paleolitico superiore, di cui la più famosa è probabilmente Lascaux. A partire da circa settemila anni fa, tutta la regione entra nel Neolitico, il più antico villaggio noto fu il sito di Courthézon (Vaucluse), datato quattromilacinquecentosessanta avanti Cristo. La regione più meridionale della Gallia passò sotto la dominazione romana nel centoventicinque avanti Cristo (Gallia Narbonense), e successivamente il resto del territorio nel cinquantuno, dopo la guerra di Gallia; sotto l'Impero romano, si sviluppò una civiltà gallo-romana prospera, portando alla Francia una base di cultura latina e indirettamente, alla successiva cristianizzazione, che si verifica lentamente tra il secondo e sesto secolo.
Dopo la caduta dell'impero romano d'Occidente la Gallia fu occupata da varie popolazioni germaniche: gli Alemanni a nord, i Burgundi nel sud-est (da cui deriva il nome della regione della "Borgogna") e soprattutto i Franchi che presero il sopravvento sulle altre popolazioni del Paese ed espansero ulteriormente i loro domini. Gran parte delle regioni che costituiscono l'attuale Francia vennero unite sotto Clodoveo (dinastia merovingia), nel cinquecentosette; a partire dalla metà dell'ottavo secolo "Pipino il Breve", divenne il primo re dei Franchi non merovingio. Il regnosi estendeva considerevolmente, e venne eretto a Impero durante il regno di suo figlio Carlo Magno; dopo la morte del figlio di Carlo Magno, Ludovico il Pio, l'autorità centrale crollò rapidamente. Con il "giuramento di Strasburgo" dell'ottocentoquarantadue e il "trattato di Verdun" dell'anno successivo l'impero verrà diviso in tre parti: la "Francia orientalis" ad est, la "Francia occidentalis" a ovest e fra le due l'effimero regno di Lotario I. La parte orientale corrispondeva a ciò che più tardi sarebbe divenuto il Sacro Romano Impero e la parte occidentale alla Francia; il giuramento di Strasburgo è stato spesso presentato come l'atto fondatore della Francia (e della Germania). I discendenti di Carlo Magno -i "Carolingi"- mantennero una simbolica influenza sui territori che grosso modo corrispondono alla Francia fino al novecentottantasette quando Ugo Capeto, iniziatore della dinastia dei Capetingi, duca di Francia e conte di Parigi, venne incoronato re. I suoi discendenti governarono fino agli anni novanta del settecento, quando, con la rivoluzione francese, il Paese si diede una forma di governo repubblicana, deponendo Luigi XVI.
I primi re della dinastia estesero progressivamente il dominio reale rafforzando il regno franco malgrado l'opposizione dei Plantageneti, che si materializzò con la guerra dei cent'anni; ma fu solo verso la fine del XII secolo, con Filippo Augusto, che l'autorità dei re franchi riuscì a estendersi, per la terza volta in un millennio, dai Pirenei al canale della Manica. E fu in questo momento che si iniziò a utilizzare il termine "regno di Francia", che acquisisce un peso paragonabile a quella d'Inghilterra o del Sacro Romano Impero. Gli ultimi secoli del Medioevo, segnato dalla crisi della guerra dei cent'anni e dalla peste nera, in ultima analisi, rafforzarono l'autorità reale, che diventò innegabile nel XV secolo, con Luigi XI.
Nel tardo Medioevo i re cattolici di Spagna e possedimenti degli Asburgo si unirono dando vita all'impero di Carlo V; Francesco I e suo figlio Enrico II lottarono contro questo nuovo potere alternando successi a battute d'arresto. Ma sarà solo con Enrico IV e Luigi XIII e il suo ministro Richelieu, che la preponderanza spagnola verrà messa in discussione a vantaggio della Francia. Sul fronte del dominio coloniale, nonostante le iniziali espansioni portate in America con la spedizione di Jacques Cartier sotto Francesco e gli insediamenti nel mar dei Caraibi, Louisiana, e Senegal sotto Luigi XIV, la mancanza di determinazione di Luigi XVfarà pendere l'ago della bilancia in favore dell'Inghilterra in India e in Canada.
Il più grande esponente dell'assolutismo francese è di certo Luigi XIV di Francia, definito "Re Sole" per il gran potere che aveva: egli avviò diverse campagne militari molto dispendiose, da prima contro il Ducato di Borgogna, poi contro la Repubblica delle Sette Province Unite in cui la Francia perse. Le perdite economiche e militari diedero inizio alla decadenza della monarchia francese.
Il due dicembre milleottocentocinquanta il Presidente della Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, organizzò un colpo di stato; l'anno successivo, il quattordici gennaio, venne proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Moriva la Seconda Repubblica francese, e nasceva il Secondo Impero.
Inizialmente il paese visse un'importante fase di industrializzazione, guidato da una politica liberale in campo economico, basata su una forte struttura capitalistica (banche, imprese ferroviarie e marittime, tessili e industrie pesanti, grandi magazzini, ...); Napoleone III si assicurò la fiducia nel Regno Unito (Guerra di Crimea), aumentò l'influenza della Francia in Medio Oriente, e le sue azioni in Italiacontro l'Austria permisero l'annessione delle regioni piemontesi della Savoia e di Nizza. Ma gravi battute d'arresto offuscarono notevolmente l'immagine del regime e la lotta contro la Prussia di fatto ne causò la caduta. Negli anni settanta dell'Ottocento, dopo la sconfitta di Sedan, e la perdita di Alsazia e Lorena aumentarono il risentimento nazionale; altro fatto significativo riguardava il fronte demografico, la Francia non era più il paese più popoloso d'Europa, come prima della Rivoluzione francese, ma si vedeva oramai sopravanzato dalla popolazione tedesca. Nel settantuno si costituì la "Comune di Parigi" che portò alla nascita della Terza Repubblica francese; gli ultimi decenni dell'Ottocento furono noti in Francia e fuori come "Belle Époque".

Età: L'età di Yvan? Difficile indovinare, molto molto difficile: a stento potrebbe dirsi una sedicenne, se ci si sente generosi; o, in caso si abbia voglia di mettere ulteriormente alla prova le proprie scarse doti scarse doti intuitive potrebbe addirittura esser definita come una quattordicenne. Inutile affermare che il granchio appena pescato è di dimensioni mastodontiche; d'altronde, vi è una bella differenza tra quattordici e vent'anni!

Aspetto fisico:

Che dire...Il motivo per cui risulti esser ben più giovane della sua reale età è oramai piuttosto palese, dunque perché mai soffermarsi ulteriormente su ciò? Il suo apparire come immune al tempo che le scivola placidamente sulle spalle chine parla da sé; eppure gli anni che porta su di esse non sono l'unica cosa a destare perplessità, confusione negli altri, bensì vi è anche il suo sesso biologico. Come potersi spiegare al meglio? La sua apparenza che oscilla incostantemente tra "femminile" e "maschile", senza mai soffermarsi su nessuna di esse è qualcosa di estremamente particolare, al punto da venir spesso identificata come un ragazzino; eppure è innegabile il suo esser "bella", "affascinante", per quanto in modo a dir poco inusuale: la sua si tratta di una bellezza eterea, triste potrei affermare, quanto non poco ammaliante, fuori dal mondo.
Il viso delicato, fanciullesco pare quasi crogliorsi in quei tratti tanto androgeni quanto freddi, di una gelida severità, cosa esaltata dalla candida pelle di porcellana, totalmente immacolato se non fosse per il perenne livido che spicca sul suo zigomo sinistro; il naso dal setto stretto, dritto, termina con una graziosa punta all'insù seppur vagamente a patata mentre le carnose labbra perfettamente a cuore sono di un invitante roseo non particolarmente marcato.
I grandi occhi dal taglio tipicamente occidentale potrebbe esser paragonati a quelli di un tenero cerbiatto, per quanto nel suo sguardo distante, quasi costantemente immerso nei propri pensieri, circondati da un lieve alone rossastro causato dallo scarso sonno: le sue iridi, quelle splendide ed ipnotizzanti iridi sono di un'insolita tonalità "indaco", quasi violacea potrei dire; i setosi, lisci capelli di un biondo estremamente chiaro, quasi biancastro, arrivano ad incorniciarle alla perfezione il visino angelico.
La sua corporatura risulta esser esile, dalla robustezza non particolarmente spiccata, seppur essa sia ben più atletica e tonica di quanto appare: il suo fisico risulta infatti "sodo", sinuoso quanto logicamente ben allenato; le curve non paiono particolarmente generose, anzi, sarebbero ben più simili a quelle di una ragazzina non del tutto sviluppata, cosa spesso valorizzata dagli abiti comodi quanto larghi. Per finire, sfortunatamente, sembra non spiccare nemmeno in altezza raggiungendo a stento il metro e cinquantasei.

Carattere: (Non trovo canzoni decenti per quanto mi sforzi di farlo, compatitemi:
They're coming,
Creeping from the corner
And all I know is that I don't feel safe!
I feel the tapping on my shoulder:
I turn around in an alarming state.
But am I losing my mind?
I really think so;
Not a creature in sight,
But you don't know,
Is that:
My breathing gets faster
And so does my heartbeat;
I wish this was over,
I wish that this was a dream but...
I created a monster,
A

Hell within my head!
Nowhere to go, I'm out on my own.
Oh, I'm so scared!
I created a monster,
A beast inside my brain!
Nowhere to go, I'm not on my own:
My mind impaired to wake me
From my nightmare!
Wait!
Something doesn't feel right...
No!
Something seems wrong
And I've been feeling this way,
[Oh, I'm so scared!]
For far too long.
As my vision gets blurring,
My skin's getting colder;
Appaearing young,
While I'm growing older.
I collapse to the floor and scream:
"Can anybody save me from myself?"
I created a monster,
A Hell within my brain!
Nowhere to go, I'm out on my own.
Oh, I'm so scared!
[Oh, I'm so scared!]
I created a monster,
A beast inside my brain!
Nowhere to go, I'm out on my own:
My mind impaired to wake me
From my nightmare...
Walking to the ledge,
I find myself looking down;
Frozen still with fear,
Now I'm pluning to the ground.
If only I know how to fly,
Then I could convince myself:
This isn't my time to die!
Instead I'm rocketing faster and faster;
I dive, fall to the floor
And when my body crashes
To the pavement,
I'm right back where I was before!
I created a monster,
A Hell within my head;
Nowhere to go, I'm out on my own.
Oh, I'm so scared!
I created a monster,
A Hell within my head!
Nowhere to go, I'm out on my own.
Oh, I'm so scared
[No, no!]
I created a monster,
A beast inside my brain!
Nowhere to go, I'm out on my own:
My mind impaired to wake me
From my nightmare!
[I'm so scared]
Awake me from my nightmare!
[I'm so scared]
Awake me from my nightmare!
[I'm so scared]
Awake me from my nightmare!
[I'm so scared]
Awake me from my nightmare!)

Armi:
~ Yvan risulta esser una spadaccina eccellente, senza dubbio temibile quanto sottovalutabile, cosa spesso esaltata anche dalla sua scarsa sensibilità al dolore; per tanto, ella possiede due splendenti Claymore con elsa a cesto.
La "claymore con elsa a cesto" fu la variante scozzese delle "Spade con Elsa a Cesto" diffusesi in Europa nel corso del XVII secolo; la peculiare controguardia di quest'arma, un cesto in metallo che avvolgeva completamente la mano dello schermidore, rivestito, al suo interno, di velluto, spesso di colore rosso, era stata derivata da un modello europeo, importato in Scozia ai primi del Seicento dalle truppe del capitano di ventura George Sinclair: la cosiddetta "Spada con guardia alla Sinclair" (probabilmente un "dussack" tedesco).
Divenuta un simbolo della Scozia dopo l'Insurrezione giacobita, la claymore con elsa a cesto viene utilizzata nella "Danza della spada" scozzese ed è parte integrante dell'alta uniforme del reggimento Highlanders della British Army; l'arma era ancora in uso al tempo dello Sbarco in Normandia, durante la seconda guerra mondiale: pare ne portasse una il tenente colonnello Jack Churchill;
~ Oltre a queste due spade, tuttavia, porta con sé numerose altre armi decisamente più versatili e portatili, ovvero sia delle almarade.
L'almarada è un coltello da taglio di origine spagnola utilizzato a cavallo tra il seicento e il settecento, in genere di acciaio, con manico in legno e una punta molto acuta di sezione triangolare priva di bordo; la caratteristica che la contraddistingue è la capacità di produrre una ferita di punta poco dolorosa e con una lievissima emorragia esterna, ma che può provocare gravissimi danni interni che portano rapidamente alla morte. È noto anche come "chupasangre" o "succhiasangue"; in Spagna viene chiamata anche "almar" o "almaraz" come un tipico ago usato in antichità per cucire le scarpe

Cosa pensa dei pirati e di Capitan Uncino?: Onestamente? Nemmeno lei pare possedere una vera e propria opinione su di loro; raramente ha avuto la possibilità di vederli da vicino, di poter combattere con uno di questi e certamente ciò non è sufficiente per crearsi un pensiero lineare e ben precis riguardo qualcuno! Ma questo non vuol assolutamente dire che Yvan sia dunque facilmente influenzabile in questo campo; più banalmente, finiscono con l'esserle a tratti indifferente a tratti curiosi. Eppure non prova un vivo interesse per lo sviluppare un'ideologia su nessuno di essi; sta bene così, in fondo, complicarsi la vita per soddisfare una sporadica curiosità sarebbe un'idiozia, e tutto si può dire sulla donna ma non che sia tale: come spesso si duce, quindi, "il gioco non vale la candela"

Altro:
~ Per quanto il suo orientamento religioso risulti ben nascosto, celato a tutti, ella possiede un vecchio crocifisso d'argento e dalla catenina in lego misto a metallo, la quale non ha mai accennato a togliere; come si può facilmente intuire, ne è particolarmente legata, al punto da non permettere a nessuno anche solo di sfiorarlo.
Il crocifisso, o "crocefisso" (anticamente "crucifisso"), è la rappresentazione della figura di Gesù Cristomesso in croce ed è uno dei simboli più diffusi del Cristianesimo, in particolare Cattolico, Anglicano e Ortodosso orientale; ha significato soteriologico e rappresenta per i cristiani il paradigma ermeneutico (cioè la chiave di lettura) della Bibbia.
La composizione classica di un crocefisso cattolico e anglicano consiste in una croce latina alla quale è applicato un corpo umano, di sesso maschile, seminudo e senza vita, rappresentante Gesù Cristo, con il capo reclinato sulla spalla, cinto da una corona di spine e con le mani inchiodate ai bracci della croce, i piedi inchiodati al fusto, e il costato trafitto. Sopra il capo, posto sull'asse verticale della croce, vi è la scritta "I.N.R.I." (cioè il "Titulus crucis"); le dita della mano destra indicano il numero due, simboleggiando che l'uomo è la seconda persona della Santissima Trinità.
I crocefissi vengono generalmente realizzati in legno, metallo e altri materiali anche preziosi, nelle più svariate tecniche artistiche (pittura, bassorilievo, cesellatura,...) e rivestono un consistente capitolo nella storia dell'arte, con esemplari realizzati da innumerevoli artisti, da Giotto a Michelangelo, da Cimabue a Donatello e moltissimi altri; le dimensioni sono molto variabili, andando dai pochi millimetri a decine di metri, a seconda se l'oggetto sia destinato alle funzioni di monile devozionale, gioiello, arredo sacro o monumento.
In alcuni paesi di religione cristiana è radicata l'usanza di esporre il crocefisso in alcuni spazi o uffici pubblici, come, ad esempio, le scuole: quest'ultimo, ad esempio, è il caso dell'Italia, in cui ne è prevista l'esposizione nelle aule scolastiche. Tale usanza ha suscitato negli ultimi anni numerose polemiche: nel duemilauno la madre di due studenti di una scuola media di "Abano Terme" ("PD") cominciò una battaglia legale contro l'esposizione del simbolo che durò dieci anni, fino a una sentenza della Corte Europea; nel duemilatre Adel Smith chiese di rimuovere il crocefisso da una scuola elementare di Ofena ("AQ"); nel duemilaotto la stessa cosa accadde anche in una scuola superiore di Ivrea ("TO"): in questo caso fu però un'insegnante a rimuoverlo, e il consiglio d'istituto si mosse rapidamente per riammettere il simbolo nelle classi. La sentenza emessa dalla Corte Europea in relazione ai fatti accaduti ad Abano Terme, descrive il crocefisso non solo come un simbolo religioso, ma anche «...identitario [...], frutto e simbolo dell'evoluzione storica della comunità italiana e di un'antichissima e ininterrotta tradizione ancora oggi attuale e fondata sui principi e sui valori democratici e umanitari delle civiltà occidentali»;
~ Sin dalla più tenera infanzia le è stato insegnato l'arpa, strumento che apprezza particolarmente per quanto non abbia mai sentito il bisogno di diversi "esibire" dinnanzi a questo o quell'altro e certamente non in un modo di falsa modestia o timidezza.
L'arpa (dal latino tardo "harpa", di origine germanica) è uno strumento musicale cordofono a pizzico.
Per quello che riguarda la musica popolare e tradizionale, molte culture e geografie hanno tra i propri strumenti qualche variante di arpa: si ha così l'arpa celtica, le varie arpe africane, indiane, ed altre ancora; in ambito occidentale, invece,  il termine "arpa" non altrimenti specificato si riferisce quasi sempre all'arpa da concerto a pedali, della quale esistono varianti acustiche ed elettriche.
L'arpa da concerto a pedali è dotata di quarantasei-quarantasette corde tese tra la cassa di risonanza e una mensola detta "modiglione", con un'estensione di sei ottave e mezzo e intonata in "do" bemolle maggiore; i suoni estranei a questa tonalità si possono ottenere agendo su sette pedali a doppia tacca: ogni corda è in grado di produrre tre note diverse ed è possibile costruire una scala cromatica.
L'arpa ha un'origine antichissima: deriva dal cosiddetto "arco musicale": i primi ad avere in uso l'arpa furono i Sumeri nel III millennio a.C.; le raffigurazioni sui monumenti risalenti all'Antico Regno, descrivono strumenti di media grandezza, alti circa un metro, forniti di sei od otto corde, formati grazie ad un fusto di legno arcuato, aventi l'estremità inferiore a forma di losanga, parzialmente concava e convessa, mentre il suonatore appare accosciato o inginocchiato.
Nelle epoche successive, ad esempio nel Medio Regno, lo strumento assume dimensioni più grandi ed il suonatore viene raffigurato in piedi, la cassa sonora appare più ampia ed anche il numero di corde sale fino a venti; se ne conserva un esemplare che è stato datato circa al duemilasettecento a.C. ritrovato a Ur -nell'odierno Iraq- da sir Leonard Woolley. L'arpa di cui parliamo era curvilinea e viene ancora costruita in Africa.
Presso gli Egizi e gli Assiri venivano costruite arpe di varia foggia ed aventi un numero tra loro differente di corde (sembra che se ne avessero fino a ventidue); l'uso dell'arpa era anche conosciuto dal popolo ebraico mentre fu disdegnato dai Greci e dai Romani a tutto vantaggio della lira e della cetra.
L'arpa ricomparve in Europa, durante il IV secolo, presso le popolazioni nordiche (in particolare irlandesi ed anglosassoni) e da lì si diffuse nel resto del continente dove venne particolarmente usata nel genere musicale del Minnesang nel XII secolo; dal IX secolo al XIV secolo l'arpa in Irlanda fu usata dai cantori girovaghi.
L'arpa divenne molto comune nel XIV secolo come accompagnamento per i canti o le danze.
Questo strumento ha subito notevoli modifiche nell'arco dei secoli: Michael Praetorius, nel milleseicentoventi descriveva i tre tipi di archi diffusi al suo tempo -l'arpa comune, di ventiquattro corde diatoniche, avente un'estensione da fa a la; l'arpa irlandese, di quarantatrè corde, da "do" a "mi" e l'arpa doppia, cromatica, di cinque ottave, "do - do"-.
A partire dall'inizio del XVII secolo fu utilizzata per la realizzazione del basso continuo, in particolare nell'accompagnamento del canto, e fu quindi inserita immediatamente nel gruppo strumentale utilizzato nelle prime opere; nel milleseicentosette Monteverdi le dedicò un ruolo solistico nell'Orfeo, dove simboleggia la lira suonata da Orfeo.
Proprio in questo secolo furono effettuati vari tentativi per estendere le possibilità esecutive dell'arpa: dapprima fu fatto il tentativo di ridurre le arpe a due tipi di accordature; Antonio Stachio aggiunse cinque corde per ciascuna ottava e quindi estese la gamma dell'arpa a sei ottave più due note. Patrini realizzò un'arpa doppia, in cui una fila di corde emetteva i toni della scala diatonica, mentre l'altra i semitoni intermedi. Solamente negli anni venti del settecento, il costruttore bavarese Hochbrucker inserì i pedali, prima quattro e poi sette, azionanti una serie di leve collegate ai piroli delle corde; alla pressione del pedale corrispondeva una maggiore tensione della corda, equivalente al rialzo di un semitono.
Con l'aggiunta di varie modifiche tecniche l'arpa conquistò secoli e Paesi; la scuola d'arpa fu particolarmente brillante nella seconda metà del XVIII secolo in Francia, dove furono fabbricate arpe decorate in modo sfarzoso, alcune delle quali sono ancora conservate presso il Museo del Conservatorio di Parigi, il Museo della Scienza e della Tecnica di Monaco, il Museo dell'arpa Victor Salvi di Piasco ("CN"). Furono due liutai parigini, i Cousineau, negli anni sessanta del settecento, a perfezionare il meccanismo dei pedali, applicando il sistema a uncinetto, che si rivelò molto più pratico dei precedenti e che si basava sull'azione del pedale su un tirante che - tramite una serie di leve - esercitava un'azione di attrazione sugli uncinetti e grazie a questi ultimi la corda veniva trascinata sui capotasti supplementari.
Nel Regno di Napoli, Giuseppe Antonini riportò la testimonianza di un visitatore che, intorno al millesettecentoquarantacinque narrò la presenza di suonatori dello strumento a Viggiano, in provincia di Potenza; il viggianese Vincenzo Bellizia, considerato dal contemporaneo Francesco De Bourcard come «valentissimo costruttore d'arpe», fu uno dei primi artigiani a produrre arpe meccaniche nel reame partenopeo e, per i suoi meriti musicali, fu premiato dal Real Istituto di Incoraggiamento con una medaglia d'argento.
Nicolas Bochsa fu uno dei più grandi arpisti del XIX secolo così come il suo allievo Elias Parish Alvars;
~ Parrebbe soffrire di una lieve forma di disturbi schizoide della personalità, seppur non sia estremamente marcato.
Il disturbo schizoide di personalità (così come definito secondo i criteri diagnostici del "DSM" e, similmente, nell'"ICD-10") è un disturbo di personalità del "Cluster A", il cui tratto principale è la mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani, e il “distacco” emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante; la sua prevalenza è bassa rispetto ad altri disturbi della personalità ed è stata valutata inferiore all'uno per cento nella popolazione generale.
La personalità schizoide manifesta chiusura in sé stessa o senso di lontananza, elusività o freddezza; il soggetto tende all'isolamento oppure ha relazioni comunicative formali o superficiali, non appare interessata a un legame profondo con altre persone, evita il coinvolgimento in relazioni intime con altri individui, con l'eccezione eventuale di parenti di primo grado.
Il soggetto schizoide, all'esame clinico mostra una tendenza pervasiva a vivere emotivamente in un “mondo proprio” rigidamente separato del mondo esterno delle relazioni sociali, e la sua stessa idea del sé è affetta da incertezze.
In alcuni casi manifesta "freddezza" all'esterno con atteggiamenti di rifiuto, disagio, indifferenza o disprezzo (rivolto magari a personalità non affini a sé), o comunque altre modalità di chiusura, elusività, blocco emotivo o distacco; le situazioni che scatenano la risposta schizoide, cioè la manifestazione dei sintomi, sono in genere quelle di tipo intimo con altre persone, come ad esempio le manifestazioni di affetto o di scontro. La persona schizoide non è in grado di esprimere la sua partecipazione emotiva coerentemente e in un contesto di relazione; in contesti dove è richiesta spontaneità, simpatia o affabilità appare rigida o goffa. Nelle relazioni superficiali e nelle situazioni sociali formali -come quelle lavorative e quelle abituali- il soggetto può apparire normale.
Il soggetto schizoide spesso appare una persona tendenzialmente poco sensibile a manifestazioni di partecipazione emotiva o giudizi di altri -ad esempio incoraggiamenti, elogi o critiche- cioè può apparire una personalità “poco influenzabile”; anche una scarsa paura in risposta a pericoli fisici, o una sopportazione del dolore più elevata del normale, possono far parte del quadro.
Il soggetto introverso/schizoide presenta spesso una immaginazione ricca ed articolata ed un vissuto emozionale intenso, concentrando molte delle sue energie emotive coltivando un mondo interiore "fantastico". Rievocando ricordi di eventi che riguardano la sua vita emotiva in qualche modo appaga alcuni bisogni senza partecipare attivamente al mondo reale; la risposta schizoide sarebbe cioè un meccanismo difensivo profondo rivolto verso la realtà in quanto tale, inconsciamente percepita come fonte di pericolo o di dolore.
Il paziente schizoide si distingue nettamente dallo schizofrenico per il fatto che il disturbo schizoide non intacca le capacità logico-cognitive: il soggetto è pienamente consapevole della realtà benché non vi partecipi emotivamente; la psicosi, stato mentale la cui persistenza è un sintomo della schizofrenia, nello schizoide è assente, oppure circoscritta a brevi episodi caratterizzati da forte tensione. Si potrà allora parlare di attacchi psicotici -o "disturbo schizofreniforme"- come reazioni dello schizoide a stress emotivi.
Può apparire riluttante a parlare degli aspetti intimi del proprio sé o a conoscere quelli del sé di altri individui.
Come segue, la diagnosi può essere posta solo nell'età adulta, poiché l'evoluzione della sintomatologia è compiuta al passaggio dall'adolescenza alla maturità; i caratteri espressi dalla personalità del bambino -come timidezza, aggressività, ...- perlopiù non sono indicatori attendibili di un futuro sviluppo del disturbo.
Come nel caso della schizofrenia, anche nel disturbo schizoide è spesso difficile convincere l'individuo dell'esistenza del disturbo e della necessità di intervento, in quanto se nello schizofrenico sono intaccati i processi logico matematici, e dunque non è in grado di capire che vi è un problema, nello schizoide invece, pur essendo un soggetto lucido, avendo egli una certa riluttanza all'apertura del suo sé di fronte ad altri, il tentativo di avvicinamento all'argomento può generare una forte chiusura o una reazione anche psicotica: ciò è aggravato dall'immagine distorta del suo sé che il soggetto può aver costruito negli anni

Orientamento sessuale: Se proprio bisogna esser onesti, la donna in primis risulta tutt'altro che a conoscenza del suo orientamento sessuale: d'altronde, perché dovrebbe porsi domande su domande riguardo un argomento così futile e frivolo? Non vede il motivo per cui dovrebbe soffermarsi a vita riguardo questo, a chi potrebbe mai importare? A lei no sicuramente, a differenza di molti evidentemente! Non apprezza quesiti di questa natura in quanto le sembrano fin troppo esagerate, tipiche di un gruppo di "comare" potrei dire, cosa che la turba nel profondo. Eppure, se mai dovesse esser definita in questo o quel modo -cosa che sconsiglio vivamente- risulterebbe esser Omosessuale Omoromantica Poliamorosa; e sì, è inoltre disponibile ad una o più relazioni

Metal_nerd Spero vada bene!~

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