Anche la Svezia non è male...
Nome: Charles (traduzione dell'italiano "Carlp", continua il nome germanico "Karl", basato sulla radice "carl" ["uomo", "maschio", "marito", per estensione "forte", e più avanti "uomo di condizione libera"]; tale radice, piuttosto rara nell'onomastica germanica, si ritrova anche in una manciata di altri nomi, quali "Carlofredo" e "Carlomanno". Teorie alternative riconducono il nome al più diffuso elemento "hari" ["esercito"] nome, tipicamente francone, è stato portato in latino come "Carolus" e "Carlus"; la grande diffusione del nome nell'Europa continentale è dovuta ai sovrani franchi che l'hanno portato, "Carlo Martello", "Carlo il Calvo" e soprattutto "Carlo Magno", che pose sotto il suo dominio gran parte dei paesi europei: dopo di loro il nome venne portato da numerosi sovrani di varie potenze europee [Sacro Romano Impero, Sardegna, Savoia, Francia, Spagna, Portogallo, Ungheria e Svezia].
In Italia ha contribuito molto alla diffusione anche la devozione verso san Carlo Borromeo, mentre in Inghilterra si diffuse solo nel XVII secolo, allorché salì al trono re Carlo I, della famiglia Stuart)
Cognome: Il cognome della giovane corrisponde a "Gyllenhaal" (pronunciato "Jill-en-hall" in inglese e "Yull-en-hall" in svedese): come si può dunque esser intuito, ella è di origini svedesi; è estremamente legata al suo Paese natio, al punto da schifare non poche altre nazionalità e parlare quasi unicamente la sua madre-lingua.
La Svezia, ufficialmente chiamata "Regno di Svezia" (in svedese: "Konungariket Sverige"), è uno Stato dell'Unione Europea, situato nella penisola scandinava; confina con la Norvegia a ovest e con la Finlandia a nord-est, oltre ad esser bagnata dal Mar Baltico e dal Golfo di Botnia a est, e dagli stretti dello Skagerrak e del Kattegat a sud-ovest; lo stretto dell'Øresund, che separa la Svezia dalla Danimarca, è dal duemila attraversato dal ponte omonimo che collega i due Paesi rispettivamente tra Malmö e Copenaghen.
Con i suoi quattromilioni -e passa- di chilometri di superficie la Svezia è il quinto Stato più esteso d'Europa dopo Russia, Ucraina, Francia e Spagna, nonché il terzo dell'Unione; si estende per una lunghezza di oltre millecinquecento chilometri in linea d'aria da nord a sud.
La densità della popolazione è bassa e tende a concentrarsi nelle città principali; il territorio interno è per buona parte occupato da foreste. Lo Stato è ricco di risorse naturali (legname, ferro, acqua) e l'economia svedese permette alla popolazione di godere di uno fra i più elevati tenori di vita al mondo: la Svezia è saldamente ai primi posti nelle classifiche dell'ONU sullo sviluppo umano.
La Svezia è una monarchia parlamentare il cui sovrano è, dal millenovecentosettanta, Carlo XVI Gustavo, il primo ministro è Stefan Löfven. Lo svedese è lingua ufficiale dal primo luglio duemilanove.
Fino al XIX secolo la Svezia era, invece, uno degli Stati più poveri d'Europa: in seguito, lo sviluppo dei trasporti permise un intenso sfruttamento delle sue risorse naturali (legname e ferro), fattore che portò a un vigoroso sviluppo. Un elevato livello di istruzione e le liberalizzazioni economiche contribuirono, alla fine dell'Ottocento, all'affermarsi di un'avanzata industria manifatturiera; i primi decenni del XX secolo furono caratterizzati dall'affermarsi dello stato sociale, che rimane tra i più efficienti al mondo.
Esistono prove sufficienti a sostenere che l'area comprendente l'attuale Svezia fu colonizzata durante l'età della pietra, quando i ghiacciai dell'ultima era glaciale si ritirarono; si crede che i primi abitanti fossero cacciatori e raccoglitori, che vivevano principalmente di quello che il mare offriva loro.
Alcuni indizi avallano l'ipotesi che la Svezia meridionale fosse densamente popolata durante l'età del bronzo scandinava, in quanto sono stati rinvenuti i resti di alcune grosse comunità commerciali.
Tacito, autore romano, parlava nel "De Origine et situ Germanorum" del potente e numeroso popolo degli Sueoni ("Svear" in norreno), i quali avrebbero dato origine al nucleo statale della futura Svezia; infatti il nome "Sverige" ("Svezia" in svedese) deriva da "Svea rike" ("regno degli Sueoni").
Durante il IX e X secolo fiorì in Svezia la cultura vichinga, o più precisamente Varega, con commerci, incursioni e colonizzazioni che si estendevano principalmente verso est in direzione degli Stati baltici, della Rus' di Kiev e del Mar Nero.
Nel milletrecentoquaranta le tre nazioni di Norvegia, Danimarca e Svezia furono unite sotto un unico monarca costituendo "l'Unione di Kalmar": l'Unione di Kalmar ebbe carattere personale e non politico e durante il XV secolo la Svezia resistette ai tentativi di centralizzare il governo sotto il re danese, fino al punto di giungere alla ribellione armata; la Svezia si separò negli anni venti del cinquecento, quando Gustav Eriksson Vasa, più tardi conosciuto come Gustavo I di Svezia, ristabilì la separazione della Corona Svedese dall'Unione.
Il XVII secolo vide la Svezia emergere come una delle grandi potenze europee, grazie alla sua vittoriosa partecipazione, cominciata dal re Gustavo Adolfo, nella Guerra dei Trent'Anni; questa posizione sarebbe crollata nel XVIII secolo quando l'Impero russo prese le redini del nord Europa durante la Grande Guerra del Nord.
Decisiva fu la Battaglia di Poltava, nell'Ucraina centrale, combattuta nel luglio millesettecentonove, nella quale l'esercito svedese, comandato dal Feldmaresciallo Rehnskiöld e dal re Carlo XII, costretto su una barella da una ferita, venne pesantemente sconfitto dall'esercito russo di Pietro il Grande. Cent'anni dopo, nel milleottocento, inoltre, la Russia divise la metà orientale della Svezia, creando la Finlandia come un granducato Russo.
La storia recente della Svezia è stata pacifica, l'ultima guerra è stata la campagna contro la Norvegia nel milleottocentoquattordici che stabilì un'unione dei due paesi dominata dalla Svezia; l'unione venne dissolta pacificamente nel millenovecento. La Svezia rimase neutrale durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale (anche durante la Guerra d'inverno), nonostante l'invio di materiali non utilizzabili per fini bellici e la partecipazione, a fianco dei finlandesi, di alcuni volontari svedesi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale l'esercito tedesco ebbe grandi depositi di rifornimenti a Luleå, le ferrovie svedesi, per un accordo con i tedeschi, offrirono il trasporto dei militari in licenza, l'esercito tedesco inoltre utilizzò, noleggiandoli, camion e autisti svedesi per il trasporto di rifornimenti verso il fronte orientale.
Un avvenimento che ha segnato la storia svedese è stato l'assassinio, negli anni novanta del novecento, del primo ministro Olof Palme; questo delitto è rimasto irrisolto
Età: Beh, insomma...Indovinare al primo colpo l'età di Charles è non poco complicato: che essa si aggiri intorno ai quindici o poco meno è ciò che spesso e volentieri ci si ritrova a credere; non potrebbe mai superare quegli anni approssimativi, dai!
Eppure, sorprendentemente, pare esser prossima a diventar diciannovenne, seppur sia innegabile che questo stupisca in non pochi; per questo, attualmente frequenta il quinto ed ultimo anno, e non potrebbe esserne più felice!
Aspetto fisico:
Che dire...Avendo già fatto una premessa -piuttosto lunga aggiungerei- sulla sua età, sarebbe parecchio noioso continuare ad indugiare su di essa, seppur sia più che normale iniziare a dubitare dell'effettiva umanità della donna: potrebbe essere un vampiro, infondo non è tanto assurda come prospettiva; nonostante ciò, è innegabile che ella sia dotata di una bellezza eterea, delicata, quanto inusuale: a primo impatto sembra quasi necessitare di una protezione dal mondo stesso.
Il viso morbido, fanciullesco, presenta tratti sfuggenti quanto definibile "irreali", da bambola, cosa esaltata dalla candida pelle bianca, bianchissima, talmente priva di imperfezione da poter esser porcellana; il naso piccolo, dal setto stretto, termina con una fine quanto graziosa punta all'insù mentre le delicate labbra, non estremamente carnose, dalla perfetta forma a cuore: sul suo volto angelico spicca non poco il rosso sublime di queste.
I grandi occhi dal taglio tipicamente occidentale sono definibile "da cerbiatto", cosa che pare esser esaltata dalle lunghe ciglia nere che perfettamente li circondano: lo sguardo distante, distaccato, quasi non fosse completamente interessata a ciò che accade intorno a lei pare celato dallo sgargiante e profondo blu delle sue iridi, talmente scuro da poter esser considerabile come "innaturale"; i soffici capelli scendono in morbidi ricco fin sotto alla vita, sfiorando i fianchi, incorniciando alla perfezione il visino angelico con la loro insolita tonalità rosso-dorata: non vi è modo per descrivere il colorito simile al caramello di questi.
La corporatura esile, delicata, parrebbe erroneamente gracile, quasi fosse realmente bisognosa della protezione precedentemente nominata: il suo fisico snello e sinuoso, tuttavia, è dotato di una grazia e di un'eleganza semplicemente ammalianti, mentre le sue dolci ma lievi curve potrebbero esser paragonati più a quelli di una ragazzina in procinto di "sfoggiare"; sfortunatamente, c'è da aggiungere che ella non spicca particolarmente in altezza, sfiorando a stento il metro e cinquantasette
Carattere: (Non ce la faccio, chiedo venia:
I can almost feel the "tick"
Like clockwork;
Hearing all the voices in my head: Each, time I go.
There's a game they play,
That I'm not part of
Tearing at the weaknesses
And all the faults:
They know.
It's impossible to navigate around,
It's inevitable that you'll fall in,
It's improbable I'll ever come back down;
I fell in:
And now I think I might drown.
I'm falling deep
Into a pit of vipers;
Over me,
Over me
And I can't break free.
Secrets run deep
When you're in a pit of vipers;
Slithering,
Whispering,
Feel the venom poisoning me.
Now I must admit
That I have played a part;
In the way that things have gotten out of hand:
But it's escalated almost to an art;
I want to fix him
But I don't think I can!
I'm falling deep
Into a pit of vipers:
Over me,
Over me
And I can't break free.
Secrets run deep
When you're in a pit of vipers:
Slithering,
Whispering,
Feel the venom poisoning me.
Slither,
Slither,
Slither:
Put your fangs into my back.
Slither,
Slither,
Slither:
Think I don't know where you're at.
I use you,
I'm no good,
Need to be in control;
I said: I use you,
I'm no good,
Need to be in control...
I'm falling deep
Into a pit of vipers;
Over me,
Over me
And I can't break free.
Secrets run deep
When you're in a pit of vipers:
Slithering,
Whispering,
Feel the venom poisoning me.
I'm falling deep
Into a pit of vipers;
Over me,
Over me
And I can't break free.
Secrets run deep
When you're in a pit of vipers:
Slithering,
Whispering,
Feel the venom poisoning me.
Slither,
Slither,
Slither:
Put your fangs into my back.
Slither,
Slither,
Slither:
Think I don't know where you're at.
I use you,
I'm no good,
Need to be in control;
I said: I use you,
I'm no good,
Need to be in control...
"This is how you make me feel")
Abbigliamento per il ballo: Il fatto che Oscar non avesse alcuna intenzione di partecipare al ballo è più che palese ma, essendo letteralmente obbligata, ci si potrebbe mai aspettare un abbigliamento anche solo vagamente elegante da parte sua? Per quanto graziosa e delicata, la svedese non si è mai curata di celare uno stile ed un'indole quasi mascolini, che non contemplano ciò che genericamente viene considerato da "donna": colori pastello, gonne, abiti, acconciature, gingilli vari e chissà cos'altro non rientrano certamente nei gusti della giovane, che è sempre risultata tutt'altro che interessata a vestiari simili; dunque cosa potrebbe mai indossare? Ma semplice! Lei si limiterà ad una fin troppo grande camicia biancastra, coperta da quello che potrebbe esser una sorta di panciotto nero; i pantaloni, invece, si limiteranno ad essere dei grandi "jeans", con tanto di spesse pieghe che fasciano malamente le gambe snelle, il tutto infilato a neri anfibi piuttosto vecchi. Si apprezza lo sforzo, insomma!
Altro:
~ Mostra un'inclinazione particolare per la musica, estremamente sviluppata verso il pianoforte, strumento che suona sin dalla più tenera infanzia.
Il primo modello di pianoforte fu messo a punto in Italia da Bartolomeo Cristofori, padovano alla corte fiorentina di Cosimo III de' Medici, a partire dal millenoseicento: per la precisione era un "gravicembalo col piano e forte", chiamato verso la fine del Settecento con il nome "pianoforte", "piano-forte", ed anche "fortepiano", come risulta dalle locandine coeve dei concerti di Beethoven ed altri grandi compositori dell'epoca in cui il pianoforte andò affermandosi;
la novità era l'applicazione di una martelliera al clavicembalo: l'idea di Cristofori era di creare un clavicembalo con possibilità dinamiche controllabili dall'esecutore, nel clavicembalo, infatti, le corde pizzicate non permettono di controllare la dinamica, anche per questo motivo, pianoforte e clavicembalo non appartengono alla stessa sottofamiglia.
Il pianoforte non ebbe successo in Italia, ma l'idea finì molti anni dopo in Germania, dove il costruttore di organi Gottfried Silbermann negli anni venti del settecento ricostruì una copia esatta del pianoforte di Cristofori, che sottopose al parere di Johann Sebastian Bach, il quale ne diede un giudizio fortemente critico; successivamente, probabilmente a seguito dei miglioramenti tecnici apportati da Silbermann, lo stesso Bach risulta però aver personalmente favorito la vendita di alcuni pianoforti del costruttore, come risulta da un vero e proprio contratto di intermediazione firmato nel millesettecentocinquanta: i pianoforti di Silbermann piacquero molto a Federico II di Prussia che, per arricchire i propri palazzi, ne comprò sette per settecento talleri (secondo la testimonianza di Johann Nikolaus Forkel, Federico acquistò negli anni più di quindici pianoforti Silbermann).
Alla bottega di Gottfried Silbermann si formò Johann Andreas Stein che, dopo essersi reso indipendente, perfezionò ad Augusta, in un proprio stabilimento, i sistemi dello scappamento e degli smorzatori; negli anni settanta del settecento ricevette la visita di Wolfgang Amadeus Mozart, il quale fu entusiasta delle infinite possibilità espressive dello strumento: i figli di Stein si trasferirono in seguito a Vienna, dove crearono una fabbrica di pianoforti.
In Italia, tra i non molti che si dedicarono alla costruzione dei pianoforti -in precedenza tutti costruttori di clavicembali- nel periodo napoleonico e della Restaurazione, sicuramente fu degna di fama la famiglia Cresci, di origine pisana, trasferitasi nella seconda metà del settecento a Livorno; il musicologo Carlo Gervasoni, nella sua opera "Nuova teoria di musica ricavata dall'odierna pratica", ossia del milleottocento, menziona i pianoforti "Cresci" come paragonabili in qualità e sonorità agli "Érard" francesi, che andavano per la maggiore nella capitale imperiale Parigi.
La meccanica dei Cresci era di tipo viennese, cioè del tipo dei pianoforti di Joseph Böhm, Conrad Graf e Johann Schant; la scuola viennese era sicuramente la più importante e sviluppata tra gli ultimi decenni del settecento e i primi dell'ottocento.
Non fu un caso che tanto Mozart, quanto Beethoven o Franz Joseph Haydn, tutti in qualche modo legati a Vienna, sviluppassero per primi le incredibili potenzialità del nuovo strumento: quello che frenava la diffusione del pianoforte nascente era il suo altissimo costo, per cui esso andò affermandosi solo nelle corti reali, nei palazzi governativi e nei saloni delle principali famiglie nobili. Inoltre il suo livello sonoro non era neppure paragonabile all'attuale e questo permetteva il suo uso solo in salotti o saloni di dimensioni relativamente contenute.
Fu in epoca romantica, dal milleottocentoquaranta in poi, che l'utilizzo di strutture rigide metalliche all'intero con funzioni di telaio, consentì l'incremento della sonorità, grazie a più corde con tensioni maggiori e casse armoniche più grandi (ed andarono affermandosi i "coda" e "gran coda", che all'epoca andavano da duecentoventi a duecentosessanta centimetri) e anche il peso aumentò progressivamente sino ai seicento chili ed oltre di inizio novecento (strutture in ghisa).
Questo incremento della potenza sonora del pianoforte ne consentì l'uso nei grandi teatri o nelle sale da concerto, ma trasformò profondamente la sua qualità sonora; ascoltare un brano di Beethoven suonato con un pianoforte viennese della sua epoca, o Liszt e Chopin con un Érard o Pleyel del periodo romantico, ci permette di comprendere veramente cosa volesse esprimere il compositore.
Il pianoforte attuale, apparso sul finire del XIX secolo, ha ben poco della timbrica originale di inizio ottocento: oggi è molto diffuso chiamare "fortepiani" gli strumenti costruiti sino al terzo quarto dell'ottocento, a causa della grande diversità della struttura e quindi della timbrica rispetto al pianoforte attuale; non è, tuttavia, sempre facile distinguere nettamente fra l'una e l'altra tipologia, perché non si tratta di due strumenti diversi, ma del medesimo strumento, che ha subito gradualmente una profonda evoluzione, tanto più che all'epoca non si è mai avvertito un vero momento di stacco nel passaggio dal fortepiano al pianoforte moderno, come si può facilmente desumere dai documenti e dai testi.
I primi pianoforti verticali, più economici e meno ingombranti, furono creati forse negli anni ottanta del settecento da Johann Schmidt di Salisburgo e nel millesettecentonovanta da William Southwell di Dublino. I costruttori francesi più famosi, Sébastien Érard e Ignace Pleyel, furono i più grandi produttori di pianoforti dell'Ottocento; l'Érard, in particolare, era uno strumento di relativamente grande potenza sonora e di suono deciso (e potremmo dire "più moderno"), che dava particolare risalto espressivo. Franz Liszt ne fece il suo preferito: ad Érard si devono moltissime invenzioni e perfezionamenti, tra cui quella del doppio scappamento. Il Pleyel invece aveva una grande dolcezza e pulizia sonora ed era relativamente più faticoso e difficile da suonare, perché permetteva molte sfumature interpretative ed aveva una maggiore sensibilità. Era il pianoforte romantico per eccellenza.
Chopin ne fece il suo preferito (sebbene si narri che, quando era stanco, suonasse l'Érard, perché il Pleyel "gli chiedeva troppo.").
Nel milleottocentosessanta i torinesi Luigi Caldera e Ludovico Montù inventarono il melopiano, ovvero un pianoforte dotato di motore con carica a manovella: all'inizio del XX secolo la "Steinway & Sons" di New York brevettò il pianoforte con il telaio in ghisa e divenne il maggior produttore mondiale di pianoforti di qualità del Novecento; un valido costruttore italiano di pianoforti è stato Cesare Augusto Tallone.
Attualmente, il costruttore italiano che è assurto a rinomanza mondiale è Fazioli;
~ Molto stranamente, pare soffrire di una lieve forma ben celata di misantropia; a stento pare esser a conoscenza di ciò, se vogliamo essere onesti, abituata a questo sin dalla più giovane età.
La misantropia (dal greco antico: "μίσος", "mísos", "odio" e "νθρωπος", "ànthrōpos", "uomo, essere umano") è un sentimento e un conseguente atteggiamento d'odio, disprezzo o mancanza di fiducia nei confronti del genere umano, caratterizzato talora dall'isolamento materiale o morale dagli altri; essa comunque non implica necessariamente sadismo, masochismo o depressione, o una disposizione antisociale e sociopatica verso l'umanità.
Benché i misantropi non esprimano fiducia per l'umanità in generale, tendono ad avere relazioni personali normali con altri individui. la misantropia può essere motivata da sentimenti di isolamento o alienazione; essa può assumere talvolta forma di arroganza culturale, quando una persona prova avversione verso l'umanità per una superiorità mentale sugli altri.
Può assumere diversi aspetti anche "temporanei", specialmente in individui affetti da forti depressioni o da altri disturbi; l'aspetto più comune è classificabile come un desiderio di solitudine, alienazione o anche sentimenti estremi non necessariamente legati a qualche disturbo, come il distruggere gli oggetti o fare del male alle altre persone, spesso attraverso la violenza.
La misantropia difficilmente riesce ad attecchire completamente nella personalità di una persona: nei misantropi estremi spesso non esiste rimedio o soluzione in grado di far cambiare pensiero, mentre può essere una valvola di sfogo per quelle persone non propriamente misantrope, ma che ne abbracciano tale sentimento solo per questioni temporanee e provvisorie, spesso correlate appunto a disturbi psichici oppure a filosofie personali.
La misantropia tende a rivelarsi nell'individuo prettamente durante il transito dall'età medioadulta (quaranta-cinquant'anni) alla terza età, anche se non rari sono i casi di misantropia adolescenziale, essendo l'adolescenza un periodo di grande arricchimento mentale e filosofico: infatti, molte persone nell'età compresa dai sedici ai ventun'anni con problemi psichici o eccessiva emotività personale sono inclini alla misantropia. In ambito psicologico un misantropo può talvolta essere sofferente di disturbi della personalità (ad esempio l'evitante, schizotipico, schizoide, paranoide), di depressione, fobia sociale o disturbi come l'hikikomori.
Rappresentazioni di misantropia sono comuni nella satira e nella comicità, anche se rappresentazioni estreme sono generalmente rare, espressioni sottili sono più comuni, specialmente quelle che evidenziano i difetti e i limiti dell'umanità.
In casi estremi, i misantropi possono ritirarsi dalla società, diventando eremiti; spesso vengono esclusi da certi tipi di società o altamente penalizzati, in quanto visti diversi o semplicemente dei folli. Tuttavia, la misantropia è stata largamente emancipata da numerosi filosofi e sociologi della storia umana, come Platone, Diogene di Sinope, Aristotele, Jonathan Swift, Immanuel Kant, Arthur Schopenhauer o Emil Cioran
Orientamento sessuale: Ad essere onesti, Charles stessa sembra non avere la più vaga idea di quale possa esser il suo stesso orientamento sessuale: probabilmente nemmeno conosce il significato di tale definizione! Suvvia, chi perde tempo per porgersi domande e farsi paranoie riguardo un argomento simile? Ma la gente non ha proprio niente da fare nella vita?
Nonostante ciò, se mai dovesse venir "etichettata" in qualche modo, risulterebbe esser Omoflessibile Omoromantica; è, inoltre, disponibile ad una relazione
crazyfangirlA Spero vada bene!
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