All of this is bullshit


Nome: Aindréas (versione irlandese e ben poco diffusa del più conosciuto italiano "Andrea"; esso roviene dal nome greco "Ἀνδρέας" ["Andréas"], derivato da "ἀνήρ" ["anḗr"], genitivo "ἀνδρός" ["andrós"], che indica l'uomo con riferimento alla sua mascolinità, contrapposto alla donna con la sua femminilità: in latino, questo termine ha un corrispondente in "vir", "viri", mentre "uomo" nel significato di "genere umano" è "homō", "hominisin" latino e "ἄνθρωπος" ["ánthrōpos"], "ἀνθρώπου" ["anthrṓpou"] in greco. Il nome proprio viene ricondotto anche ad "ἀνδρεία" ["andréia"] termine correlato che indica "forza", "valore", "coraggio", "virilità", "mascolinità".
Lo stesso elemento che compone il nome "Andrea" si ritrova anche in altri nomi, quali "Androclo", "Andromaco", "Androgeo" e "Andronico" –nomi di cui la forma greca originaria poteva anche costituire un ipocoristico– e anche "Alessandro", "Leandro", "Lisandro" e "Cassandro"; per significato, inoltre, è analogo al nome "Arsenio", di origine greca, nonché al desueto nome latino "Mascula". Il nome era anticamente molto usato dai pagani greci, grazie ai quali si sparse in Palestina, nel Vicino Oriente e in Egitto una volta che la cultura greca vi penetrò; grazie alla venerazione verso sant'Andrea apostolo e vari altri santi, il nome ha goduto di ampia popolarità negli ambienti cristiani fin dai primi tempi, e in particolare nel Medioevo; la variante femminile inglese "Andra" è in uso solo dal XX secolo. Secondo l'ISTAT, è uno dei nomi maschili più utilizzati per i nuovi nati in Italia dell'inizio del XXI secolo, essendo stato il terzo nome più scelto negli anni dal duemilaquattro al duemiladodici [con l'eccezione del duemilanove in cui si attestò al quarto posto], mentre tra la popolazione adulta, risulta particolarmente frequente in Lombardia. Secondo altre statistiche sarebbe inoltre il nome più diffuso al mondo. Va notato che le forme ungheresi "Andor" ed "Endre" coincidono con due nomi norvegesi di diversa origine, e il finlandese "Antero" coincide con "Antero", un altro nome italiano di origine greca.
Mentre in diverse lingue [come l'inglese, il ceco, il tedesco e lo spagnolo] la grafia "Andrea" è la forma femminile del nome, all'interno della cultura italiana contemporanea "Andrea" ha valenza prevalentemente maschile; tuttavia in epoca tardomedievale in Italia, almeno nell'area toscana, il nome era sostanzialmente ambigenere: un'analisi dei battezzati fiorentini fra il millequattrocentocinquanta e il millecinquecento ha rivelato un cospicuo numero di donne con questo nome. La tendenza ad attribuirlo alle femmine è ritornata sul finire del XX secolo, non tanto per ragioni storiche quanto sotto l'influsso delle culture straniere [si pensi agli ormai piuttosto comuni "Daniel" e "Christopher"] e il suo uso ha raggiunto livelli degni di nota, anche se non alti come nelle epoche passate [nel duemilatredici in Italia hanno ricevuto questo nome duecentottantuno bambine], ma rimane nel complesso raro ed eccezionale; di fatto in italiano "Andrea" è usato quasi solo al maschile, mentre per il femminile storicamente si è ripiegato di solito su "Andreina". Sulla questione si è acceso un dibattito anche a livello legale: la legge italiana [nel D.P.R. numero tremilanovecentosessanta del duemila] stabilisce che il nome deve accordarsi al sesso del nascituro; "Andrea" dunque, che in italiano è consolidatamente maschile, verrebbe così precluso alle neonate, a meno che non fosse usato come secondo nome [va detto che l'ufficiale dello stato civile sarebbe comunque obbligato a formare l'atto di nascita secondo la volontà del genitore, anche in contravvenzione a tale normativa, potendo però decidere di segnalarlo al Procuratore della Repubblica, che eventualmente costringerebbe alla rettifica]. Si sono avuti casi giudiziari dove è stata imposta la rettifica del nome in concordanza con questa legge [come nel dicembre duemilaundici presso il tribunale civile di Mantova], ma nel novembre duemiladodici la Corte di cassazione ha accolto la protesta di una coppia di genitori di Pistoia contro la decisione con la quale la Corte di Appello di Firenze, il tre agosto duemiladieci aveva disposto la rettifica del nome Andrea che avevano dato alla loro figlia: in tale occasione, la Corte di Cassazione rilevò che, dato il contesto multiculturale che si è venuto a creare in Italia, attribuire il nome "Andrea" ad una bambina, seguendo una moda forestiera, non è ridicolo o vergognoso, né crea ambiguità riguardo al genere della persona. A livello di curiosità, si può notare che "Andrea" è uno dei pochi nomi italiani maschili che finiscono per "-a" a godere di ampia diffusione, assieme a "Luca", "Mattia", "Elia" e "Nicola"; ne esistono poi molti altri meno comuni, come "Enea", "Tobia", "Leonida" e "Barnaba") Oscar (benchè questo sia solamente il secondo nome della ragazza, ella preferisce particolarmente venir appellata in tal modo, ossia "Oscar"; forse perché amante del suono quasi poetico che questo sfoggia o più banalmente perché è facilmente riconducibile al grande scrittore Oscar Wilde, da lei particolarmente apprezzato: chi può dirlo?
È un nome presente nella mitologia irlandese, dove Oscar è il figlio di Oisín e Niamh e nipote di Fionn mac Cumhaill: il suo nome potrebbe basarsi sugli elementi gaelici "os" ["cervo"] e "cara" ["amante"], ma esiste anche la concreta possibilità che sia un derivato di "Ásgeirr" o di "Osgar" [un nome norreno e uno anglosassone imparentati con Anscario], portato in Irlanda da coloni vichinghi; in tal caso, è composto dagli elementi germanici "ans" ["dio"] e "gar" ["lancia"]: questa è, di fatto, l'interpretazione fornita dalla maggioranza delle fonti. Originario comunque delle isole britanniche, furono le opere del poeta scozzese James Macpherson a renderlo popolare nell'Europa continentale; la sua successiva diffusione in Scandinavia si deve a Napoleone: il noto sovrano francese era un ammiratore di Macpherson e tenne a battesimo, come padrino, il futuro re di Svezia Oscar I, suggerendo lui stesso la scelta di tale nome. Il nome venne in seguito attribuito al premio Oscar, perché, secondo la tradizione, Margaret Herrick, al vedere per la prima volta la nota statuetta, avrebbe constato che le ricordava suo zio Oscar Pierce, un agricoltore statunitense.)

Cognome: Innanzitutto, bisogna precisare una cosa che è oramai fin troppo ovvia per non esser stata già stata notata; il suo non esser affatto asiatica, per esser precisi. Perché, ammettiamolo, chi ha mai incontrato qualche giapponese chiamato "Oscar" o "Aindréas"? Non prendiamoci in giro! Eppure, è strabiliante quanto inusuale il fatto che una donna ben distante dalla cultura asiatica sia ugualmente riuscita ad avere così tanto successo, non trovate?
Forse estremamente distante dai canoni almeno caratteriali del mondo degli Idol, vi è da ammettere che un goccio di finzione non fa mai male.
Il suo cognome risulta per tanto esser "O'Sullivan" (irlandese: "Ó Súilleabháin"), noti anche semplicemente come "Sullivan", furono un clan gaelico irlandese che ha avuto un ruolo prominente in quelle che oggi sono le contee di Cork e Kerry. Il cognome è associato alla parte sud-occidentale dell'Irlanda e nacque nella contea di Tipperary prima dell'invasione anglo-normanna. È il terzo cognome più numeroso in Irlanda; a causa dell'emigrazione, è comune anche in Australia, Nord America e in Gran Bretagna.
Gli "O'Sullivans" sono la continuazione medievale e moderna dell'antico sisma "Chaisil" di Cenel Fíngin, essendo discendenti di Fíngen mac Áedo Duib, Re di Cashel o Munster dal seicento al seicentodiciotto, sono quindi considerati di estrazione reale; Fedelmid mac Crimthainn (morto nel ottocentoquarantasette), il celebre re di Munster e quasi alto re d'Irlanda, fu l'ultimo re della linea "Cenel Fíngin"/"O'Sullivan". Più tardi divennero i principi principali sotto i loro parenti stretti la dinastia MacCarthy nel piccolo ma potente Regno di Desmond, successore di Cashel/Munster. È or dunque facilmente intuibile quale possa esser il Paese d'origine, anche grazie al particolare quanto particolarmente calcato accento irlandese. Estremamente legata alla madre patria, ella conserva con morbosa gelosia ricordi e culture legati alla madre patria, al punto da poter spesso risultare vagamente "razzista" a causa del non particolare apprezzamento che sfoggia per usanze differenti rispetto alle proprie.
L'Irlanda (in irlandese "Éire"), è uno stato membro dell'Unione europea, costituito come repubblica indipendente e sovrana, che ricopre approssimativamente cinque sesti dell'omonima isola situata a nord-ovest della costa occidentale dell'Europa; l'unico Stato con cui l'Irlanda confina è il Regno Unito, che mantiene la sovranità sul rimanente sesto dell'isola, conosciuto come Irlanda del Nord, comprendente sei delle nove contee della provincia storica dell'Ulster.
Lo Stato, inizialmente "Stato Libero d'Irlanda", è stato fondato il sei dicembre millenovecebtoventi come un dominion all'interno dell'Impero Britannico a seguito del trattato anglo-irlandese, che ha concluso la guerra d'indipendenza irlandese; ha guadagnato una maggiore sovranità attraverso lo Statuto di "Westminster" del millenovecentotrenta e con la crisi seguita all'abdicazione di Edoardo VIII nel trentasei.
Una nuova Costituzione venne introdotta nel trentasette, costituendo l'Irlanda come uno Stato completamente sovrano; l'ultimo legame formale con il Regno Unito è stato interrotto nel millenovecentoquarantanove quando l'Oireachtas (il parlamento nazionale) ha approvato il "Republic of Ireland Act", dichiarando l'Irlanda una repubblica, di conseguenza, l'Irlanda ha lasciato il "Commonwealth" britannico.
Durante il governo britannico e l'indipendenza iniziale, l'Irlanda era uno dei Paesi più poveri in Europa occidentale con un forte flusso emigratorio: l'economia protezionista è stata aperta alla fine degli anni cinquanta e nel millenovecentosettanta l'Irlanda entrò nell'Unione europea; negli anni ottanta una crisi economica ha portato l'Irlanda ad avviare riforme economiche su larga scala contribuendo nuovamente a una forte emigrazione. La rapida crescita dell'economia irlandese nel corso del millenovecentonovanta le è valso il nome di "Tigre celtica", durato fino alla crisi finanziaria globale del duemilasette.
L'Irlanda è classificata dal "Press Freedom Index" tra i primi posti per la libertà di stampa e per libertà economica; raggiunge anche una buona posizione per quanto concerne il suo sistema d'istruzione, la libertà politica e la democrazia. L'Irlanda è membro dell'OCSE, dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e dell'ONU.

Età: L'età di Oscar? Seriamente? Quanti anni potrebbe avere quella che a tutti viene considerata -e deve esser- una ragazzina? La sua entrata in questa bizzarra Accademia lascia chiaramente presagire che i suoi anni si aggirano intorno ad una fascia che varia dai diciasette ai vent'anni; certamente nulla di strano, considerando le preferenze alla quale spettacoli del generale sono rivolti. Per tanto, ella in primis ha più volte affermato di avere appena una ventina di anni; già una soglia pericolante a ben pensarci, eppure se vi si concentra meglio sulle sue parole -oltre che aggiungendo possibilmente anche un pizzico di complottismo-, come si può non notare la vaghezza che tende ad usare su tale argomento?  Ovvio, forse è vagamente esagerato "insospettorsi" ad un: "la mia età si aggira intorno alla ventina", no? Eppure non è affatto una perplessità erronea o fondata sul nulla, anzi; oramai venticinquenne, non sfoggia un solo anno di questa sua vecchiaia che non le ha affatto impedito di prender parte al mondo dello spettacolo, seppur al costo di mentire in continuazione

Aspetto fisico:

Sì, insomma...Il motivo per la quale non risulta affatto difficile creder alle sue menzogne -che spesso non si limitano alla banale età- è palese: pare a stento una ragazzina con quel suo aspetto particolareggiato quanto delicato, etereo! Un vero e proprio bocconcino per gli standard giapponesi, seppur le sia impossibile rientarvi alla perfezione; ingannevole nella sua apparenza di puro zucchero e dolcezza, un angelo sceso in terra oserei dire, le sue movenze risultano ben più sinuose e "feline", a tratti quasi maliziose, di quanto dovrebbero in realtà esser, cosa che forse non stona col suo modo di atteggiarsi ma che non si conface all'ambiente tanto ristrettivo nella quale vive.
Il delicato viso che facilmente sarebbe definibile come "fiabesco" sfoggia fanciulleschi tratti fini, non particolarmente marcati tuttavia, nel loro esser sfuggenti vengono così esaltati dalla carnagione particolarmente candida, neve, al punto da somigliare particolarmente ad una bambola di porcellana; il piccolo naso dal setto perfettamente dritto, stretto, termina con una graziosa ed infantile punta all'insù mentre le vellutate labbra dalla perfetta forma a cuore non spiccano per il loro esser carnose, affatto, non essendolo particolarmente ma venendo valorizzate da una leggera sfumatura rosata, invitante nonostante il suo chiarore.
I grandi occhi della donna mostrano un taglio tipicamente occidentale, ben distante da quello tipicamente a mandorla, che con immensa facilità è paragonabile a quello di un'adorabile cerbiatto: la loro apparenza risulta dunque dolce ed innocente, addirittura docile, seppur ciò sia decisamente distante dalla realtà; le splendidi, ammalianti iridi sono di una tonalità imprecisa quanto insolita: essa varia infatti da un rosa particolarmente scuro ad un rubineo vivace, simile quasi al sangue. I morbidi, setosi capelli scendono in ordinate onde fino ai fianchi, incorniciando alla perfezione il visino angelico con il loro roseo colorito, simile a quello dei fiori di ciliegio.
La sua corporatura non risulta particolarmente robusta, vagamente gracile nonostante le sue forme definibili come "morbide": la sua fisionomia vagamente a clessidra parrebbe a tratti valorizzare la sua reale atleticità -difficilmente notabile ad un primo acchito-, mischiata ad una sinuosità spicca; le curve femminee della donna non sono affatto minime come spesso ci si potrebbe aspettare: seppur non esagerate, queste si adattano alla perfezione nel suo "contesto fisico", non arrivando mai ad esser definita addirittura come "volgari". Per finire, sfortunatamente, non risulterebbe molto alta, anzi! Un metro e cinquantasei scarso facilmente scambiabile con quello di una ragazzina non molto sviluppata.

Carattere: (Law, ho mai detto di amarti?

This was never the way I planned;
Not my intention.
I got so brave,
Drink in hand;
Lost my discretion.
It's not what
I'm used to!
Just wanna try you on!
I'm curious for you:
Caught my attention!
I kissed a girl
And I liked it
The taste of her
Cherry chap stick!
I kissed a girl
Just to try it!
I hope my boyfriend
Don't mind it...
It felt so wrong!
It felt so right!
Don't mean
I'm in love tonight!
I kissed a girl
And I liked it!
I liked it!
No,
I don't even know your name:
It doesn't matter.
You're my experimental game;
Just human nature!
It's not what
Good girls do:
N

ot how they should behave!
My head gets so confused...
Hard to obey!
I kissed a girl
And I liked it
The taste of her
Cherry chap stick!
I kissed a girl
Just to try it!
I hope my boyfriend
Don't mind it...
It felt so wrong;
It felt so right!
Don't mean
I'm in love tonight!
I kissed a girl
And I liked it!
I liked it!
Us girls, we are so magical:
Soft skin,
Red lips,
So kissable!
Hard to resist so touchable!
Too good to deny it!
Ain't no big deal,
It's innocent!
I kissed a girl
And I liked it
The taste of her
Cherry chap stick!
I kissed a girl
Just to try it!
I hope my boyfriend
Don't mind it...
It felt so wrong;
It felt so right!
Don't mean
I'm in love tonight!
I kissed a girl
And I liked it!
I liked it!

■ ■ ■

Ah!
Far, far away in a time
And a place;
Lived a necklace winding astray.
"It's people I need,
Oh, people to feed";
The chocker accursed
Would frantically scream.
Do not be angry,
Do not go away:
Be right here
And forever you'll stay!
[Hey!]
Wound tighter and tighter,
Threw up nearly wither;
Nobody here:
There's nobody at all!
I'm doing so well.
Have you heard?
You see,
You see?
I'm such a good girl!
Cute as a button;
You heard?
You see,
You see?
So good this girl!
In pain,
I scream, you see?
"Love me", I say!
"Love me", I say!
"Love me", I say!
More
And more
And...
"Love me", I say!
Love me, away!
Until I'm not completely sane!
Torturing me,
Torturing me;
Let me be free!
Break from the curse hurting me!
None of you can stop it now!
Ah!
Grow as you may,
Like a sweet summer day;
Know this collar will
Stay just the same...
"I'm hurting and bleed,
I need more to feed!
Get people,
More people!"
The chocker would scream!
I am the best,
In my class they attest;
I'm a girl far above all the rest.
[Yes]
Far better than those two,
Better than all you!
People,
Oh people, look only at me!
Oh!
Meeting alone in the yard;
From me to you
Confessing my heart.
Was it a lie from the start?
To say "I love you" from afar
As filthy a creature you are!
"Love me", I say!
"Love me", I say!
"Love me", I say!
Take what you want of me!
Taking from me;
Taking from me!
All that I have
And all that I keep!
Screaming for more;
You're not enough.
Screaming for more;
I couldn't give you up.
Ah!
I am just "so sorry"!
"Love me", I say!
"Love me", I say!
"Love me", I say!
More
And more
And...
"Love me", I say!
Love me, away!
Until I'm not completely sane!
Torturing me,
Strangling me;
Torturing me,
More
And more,
And more
And more!
Ah!
Aren't I so happy today?
Ah!
Aren't I so happy today?!)

Materie e livelli:
~ Corso di teatro:
Riguardo tale corso non vi è molto da dire; le materie da scelte corrispondono in drammaturgia e recitazione, nella quale eccelle non poco a discapito della prima nominata. Non fraintendiamoci, non che abbia un pessimo voto in ciò: in fondo, è al secondo livello, certamente non l'ultima della classe! Eppure è forse evidente a quale materia vada la sua preferenza, malgrado il non particolare apprezzamento che prova per la recitazione.
~ Corso di musica:
Questo si rivela esser uno dei corsi nella quale è più portata, per quanto non avvezza ad una delle materie da lei scelta in quanto priva di effettive scelte alternative: il songwriting. Quanto può detestare quell'attività? Nemmeno lei saprebbe dirlo! Nessuno ha idea di quanto in realtà "schifi" ciò, mantenendosi a causa di questo ad un livello che varia dall'uno al due; forse è l'unica materia nella quale non riesce ad eccellere malgrado i suoi sforzi colmi di scocciatura.
L'altra materia da lei invece scelta risulta esser il suonare uno strumento a proprio piacimento; probabilmente è partita non poco avvantaggiata in questo, sapendo suonare sin dalla più tenera infanzia il violino ed il pianoforte. Tuttavia, per tale corso ha optato per uno strumento che adora non poco: la fisarmonica. Per tanto, in questo caso la sua media si aggira intorno al terzo livello.
~ Corso di ballo:
Ecco il corso che la giovane Oscar pare odiare più di tutti! Insomma; danza? Davvero? Certo, se lo aspettava che in un'accademia simile fosse uno dei corsi principali, ma...È orrendo, diamine!
Nemmeno lei comprende appieno il motivo di questa sua avversione nei confronti di tale sport; se vogliamo esser onesti, persino lei dubita che ve ne sia almeno uno, in realtà!
Per tanto, parrebbe aver puntato sulle materie ritenute da lei più semplici ed accettabili, interessanti a tratti: storia della danza, nella quale eccelle non poco e danza contemporanea, dove la sua media oscilla tra il secondo e il terzo livello. Perchè, ammettiamolo, nonostante la poca affinità con tale corso, ella sa perfettamente come muoversi.
~ Corsi obbligatori:
Da brava studentessa qual è -perché qualsiasi cosa si può dire sul suo conto, ma certamente non che sia uno studente di poco rispetto- ha deciso di puntare la propria attenzione su materie prettamente letterarie e linguistiche, nelle quali sfoggia conoscenze forse più ampie di quelle previste dal programma stesso: letteratura -seppur non solo giapponese, anzi-, storia e lingue, ovvero sia francese ed irlandese.
Insomma, a tratti pare quasi passare la sua intera vita sui libri, seppur le scarse materie da lei scelte.

Club: Non appena Oscar ha messo piede in questa scuola, ha subito deciso una cosa: sarebbe diventata il presidente del club di letteratura; e c'è riuscita alla perfezione, quasi senza alcuno sforzo!
Il motivo di tale decisone non è forse chiaro nemmeno alla donna stessa, che talvolta si è limitata a rispondere a domande simile con un semplice "mi piace leggere", liquidando in un solo istante la questione. Grande divoratrice di libri e poesie di vario calibro sin dalla tenera età, questi sembravano aver costituito per lei uno svago insostituibile, forse addirittura l'unico da lei mai avuto ed apprezzato realmente. Forse indicato anche dal suo modo di farsi chiamare, ella stravede non poco per il grande scrittore Oscar Wilde, della quale ha letto milioni e milioni di volte la sua opera più famosa -nonché la sua preferita, per quanto scontato possa risultare-, ossia il Ritratto di Dorian Gray; ormai decisamente invecchiato, il libro da lei posseduto è con tutta probabilità uno dei primissimi ad esser stato letto da lei e dalla quale difficilmente si separa se non nelle ore scolastiche. Nell'aula da lei usata per il club, infatti, è sempre possibile vederne una copia decisamente più nuova o l'originale, usurata dal tempo

Altro:
~ A discapito di quanto si possa mai pensare, ella sembrerebbe andar pazza per non poche tipologie di dolciumi, a patto che in essi non sia presenta alcuna traccia di fragole, limoni, arance e qualsiasi altro tipo di frutta. Forse per questa sua particolare restrizione, si può tranquillamente dire che in pochissimo tempo abbia sviluppato un'ossessione duratura e tuttora presente verso gli scone, che divora solo e soltanto se rigorosamente privi di marmellata; se ripieno di cioccolato sarebbe capace di mangiarne fino alla morte.
Gli scone sono prodotti alimentari da forno; storicamente specialità gastronomiche scozzesi, gli scones sono simili per lievitazione alla pasta brioche, ma meno dolci. Generalmente accompagnano il tè ma non solo, e possono essere serviti in una varietà di modi differenti con la "clotted cream" e confettura, con il miele o con il "lemon curd". Esistono varie versioni di scone: con uva passa, con pezzetti di cioccolato, con i mirtillio in versione salata. La pronuncia della parola scone varia da regione a regione. Secondo l'Oxford Dictionary il nome deriverebbe dall'olandese "medioschoonbrood"; il termine compare per la prima volta in una poesia scozzese del millecinquecentotredici. Gli scone, a partire dagli anni novanta del Novecento, hanno cominciato a diffondersi in varie realtà nazionali, anche grazie al richiamo esercitato da film e prodotti televisivi: in Italia, ad esempio, sono diventati popolari, insieme ad altri consumi alimentari di area anglofona, tra i giovani universitari, soprattutto tra le fasce sociali dalla cultura più sofisticata e internazionalizzata.
Originariamente "scone" si riferiva a una focaccia rotonda e piatta, solitamente del diametro di un piatto da tavola di media grandezza; la focaccia, a base di avena non lievitata, veniva cotta su una piastra e servita tagliata in spicchi triangolari. Oggi l'originale focaccia rotonda verrebbe chiamata "bannocke scones" gli spicchi: in Scozia le due parole sono spesso intercambiabili.
Quando il lievito in polvere divenne un prodotto di massa, gli scone acquisirono la loro forma odierna, cotta al forno e lievitata; gli scone moderni sono ampiamente disponibili nelle panetterie, nei negozi di alimentari e nei supermercati inglesi e irlandesi. Un sondaggio di mercato del duemilacinque ha stimato che il mercato inglese degli scone avrebbe guadagnato sessantanovemila pounds, mostrando uno sviluppo del nove per cento nei successivi cinque anni. Lo sviluppo è in parte dovuto a una maggiore propensione dei consumatori ad acquisti di impulso e predilezione per cibi già pronti, i cosiddetti "convenience food".
Gli scone sono solitamente venduti rotondi sul mercato, sebbene alcuni tipi siano esagonali, così che le forme possano combaciare per l'economia dello spazio; quando li si prepara a casa possono assumere varie forme: triangolari, rotondi e quadrati. Preparare gli scone a casa è spesso legato alla tradizione. Essi infatti tendono ad essere preparati prediligendo le ricette di famiglia alle ricette dei libri: è spesso un membro della famiglia ad essere depositario della migliore ricetta;
~ Per quanto bizzarro possa risultare che una ragazza dall'apparenza tanto graziosa e delicata, ella ha praticato per anni ed anni la kickboxing.
La kickboxing è nata in Giappone negli anni sessanta: in quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il "full contact karate", il "muay thai" thailandese, il "Sambo" russo, il "taekwondo" coreano, il "karate contact" ed il "sanda" cinese; i giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno ("karate full contact"); questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché negli anni settanta, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il "Full Contact Karate".
Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe; a cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine "kickboxing" spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano "WKA" ed "ISKA".
Successivamente, sempre in Giappone, nel millenovecentonovanta venne organizzato un torneo chiamato "K-1", in cui "K" sta per "Karate", "Kempo" e "Kickboxing": in questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati; lo scopo era mettere sullo stesso ring atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento e che avesse un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi. Visti i capitali elevatissimi e l'entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il "K-1 World Grand Prix", riservato ai pesi massimi e il "K-1 MAX", riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo.
Il termine "K-1" ha assunto attualmente l'accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipano atleti provenienti dal "muay thai", dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato "K-1 Style"

Orientamento sessuale: Onestamente? Oscar fatica a darsi, e a volersi dare, un'etichetta riguardo un argomento futile; a stento conosce la vastità di orientamenti sessuali e romantici esistenti al mondo, figuriamoci che voglia affibbiarsene uno! Non ne comprende nemmeno il senso, a dire il vero. Che motivo vi è nel sottoporsi ad una rigida suddivisione, in un'etichettazione che tanto le risulta esser quasi un'oggettivizzazione di ciò che "si è"?
Ben più "libertina" di quanto ci si potrebbe mai realmente aspettare da una donna come lei, sono state numerose le relazioni sessuali che ella ha intrattenuto, ma mai e poi mai ha osato porsi reali domande sulle sue preferenze; che fosse per timore o semplice interesse, non è affatto in grado di dirlo. Eppure, se mai dovesse venir definita in questo o quel modo, Oscar sarebbe certamente definibile come Polisessuale Omoromantica Poliamorosa

_-Lawless-_ Spero ti piaccia!~

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top