Caro Cloroberto

Quando arrivai finalmente all'Hotel capì che toccai il fondo del baratro. La camera era di 2 metri cubi, con classicissime pareti color giallo spento, un letto per nani, un armadio trasformato in un vespaio e un tizio morto trovato sotto le lenzuola del mio letto. Per quanto mi accontentarono nella richiesta di togliere il cadavere, il resto rimase come prima, insultandomi con duecento parole russe (quindi per forza parolacce) a ogni richiesta che osavo avanzare.

Se ti stai chiedendo perché non me ne sia ancora dato, sappi che... non lo so neanche io. Avrei la possibilità di andarmene via, il più lontano possibile, distanziandomi da quel luogo di nefasto in cui vivevo, trasferendomi in uno di quei paradisi terrestri così tanto famosi come Campobasso o Il Vaticano. Tuttavia, una mistica forza divina mi costringeva a rimanere, qualcosa di così forte da impedirmi qualsiasi movimento, la "PIGRIZIA".

Tanti saluti da Luigi