81.Naeph

Yoann si guardò i palmi delle mani, come se ancora stentasse a credere al potere di cui il loro proprietario era stato capace.

D'altro canto, non era l'unico che stava ancora cercando di metabolizzare l'accaduto. Era successo tutto troppo in fretta. Prima l'arrivo improvviso degli Arkonanti torinesi, lo sgomento provato nel trovarli proprio lì, a Barcellona, che aveva, in un certo senso, frantumato in mille pezzettini l'aria di vacanza che si era respirata in quei giorni; poi l'attacco di Sandy, gli spasimi di Liss in fin di vita e le minacciose parole di morte pronunciate da Hel, i quali continuavano a scorrermi davanti agli occhi e a ripetersi ininterrottamente nelle mie orecchie come un disco rotto; infine la gigantesca onda creata da Yoann, la quale, oltre a Isidoro e Cosimo, aveva spazzato via tutto il resto, lasciandomi in uno stato di confusione totale, che in parte persisteva ancora adesso che eravamo tornati a riva.

«Io... non so come sia stato possibile. Cioè, non immaginavo minimamente di poter fare una cosa del genere...» continuava a ripetere Yoann, passandosi in continuazione le mani tra i capelli, in evidente difficoltà.

Mamma e papà si trovavano a breve distanza, intenti a chiacchierare pacificamente tra loro sotto gli ombrelloni, semidistesi sui loro sdrai, eppure del tutto ignari della nostra presenza dal momento che ci eravamo resi invisibili ai loro occhi per non destare troppi sospetti e per poter parlare più liberamente.

«E allora come diamine hai fatto? Ti rendi conto che quello non è il tipo di cebrim che si impara da un giorno all'altro?!» strepitò Liss in risposta. Nonostante cercasse di nasconderlo, era evidente, dal colorito e dagli occhi arrossati, quanto fosse ancora scossa da ciò che era accaduto con Hel.

«In ogni caso, grazie» disse all'improvviso Padma, «mi hai salvato la vita, prima».

La ragazza aveva abbassato lo sguardo con un sorriso intenerito e imbarazzato che le arrossava lievemente il viso.

«Già, e forse non avresti dovuto» intervenne arcigna l'islandese lanciando un'occhiata velenosa alla sua acerrima nemica, prima che l'altro avesse la possibilità di rispondere.

«Liss, non è il momento, per favore» la fermai. Per quanto fossi molto dispiaciuta per quello che le era appena accaduto, l'ultima cosa che desideravo era che si mettesse a riaprire vecchi discorsi inutili e privi di senso già conclusi in passato e su cui era inutile tergiversare ulteriormente. Avevo pensato che nell'ultimo periodo le due si fossero riavvicinate; invece, non si era rivelata altro che un'illusione. Eppure, quando Padma era stata in pericolo di vita, Liss non stava forse correndo verso di lei per tentare di salvarla?

«Allora, adesso cerchiamo di calmarci, okay?» ripresi, anche se quella che aveva più bisogno di calmarsi forse ero io stessa. «Non vedo cosa ci sia di male, Yoann ha sviluppato un nuovo cebrim dell'acqua particolarmente potente, e, a dir la verità, non me ne stupisco più di tanto, considerate le sue capacità già prima molto al disopra della norma!»

«No, tu non capisci. Quello che Liss intendeva dire prima, è che non tutti gli Ephuri sono in grado di sviluppare cebrim di quel livello» spiegò Padma, guardando Yoann.

«Vedi, il cebrim dell'acqua», esordì, «o meglio, del controllo diretto di essa, richiede una potenza mentale alquanto rara, perché si tratta di piegare al proprio volere qualcosa composto da una forte quantità di mens, che in un certo senso è come se fossero immortali, perché è dalle origini del mondo, ancor prima degli Eph, che circolano in modo continuativo preservando la vita e l'equilibrio fondamentale sulla Terra»

«Ma questo non vale un po' per tutti i mens?»

«Sì, ovvio, però... uffa, è complicarzigogolato da spiegare, ma diciamo che quando i mens, che ovviamente sono in continuo movimento, vanno a comporre un flusso che fa parte di qualche elemento naturale, che sia l'acqua, il vento, la terra, la forza di gravità e quant'altro, diventano una vera e propria potenza inarrestabile, anche per noi Ephuri. Ci è infatti impossibile fermare un tornado, bloccare un'eruzione vulcanica, o impedire a uno tsunami di abbattersi su una città, perché è qualcosa che va oltre la nostra comprensione e capacità di utilizzare i mens, che al massimo possiamo sfruttare per salvarci o salvare pochi altri. Per quanto ci siano accessibili, infatti, li possiamo sfruttare a nostro vantaggio solo per i piccoli cebrim che riguardano noi stessi o ciò che ci è vicino; tuttavia, solo gli Eph erano, a quel che si dice, in grado di modellare a loro piacimento la natura che li circondava, e un po' lo dimostra la caduta stessa di Ephurias».

Fin da subito, quando mi era stato detto che una sola mente, quella di Arkon, aveva provocato la fine di una città tanto vasta e antica, ero stata a dir poco orripilata, pur non comprendendone realmente il senso. Adesso, però, il tutto stava andando sempre più delineandosi, tanto che la questione prima considerata qualcosa di lontano e irraggiungibile, stava diventando man mano più vicina e tangibile in modo a dir poco inquietante.

«Esistono ad ogni modo, seppur siano rarissimi, dei Naeph, ovvero Ephuri che possiedono la capacità innata di riuscire a raggiungere una tale comunione con i mens e, più nello specifico, con certi tipi di entità naturali, da essere in grado di controllarle quasi ai livelli degli antichi Eph. Dico quasi perché di solito sono focalizzate solo su determinati elementi. Tipo, ad esempio, l'acqua».

Yoann deglutì, e supposi stesse pensando proprio al modo in cui con un potere del genere, un'intera città fosse stata distrutta. Non lo potevo biasimare e mai avrei voluto trovarmi al suo posto. L'onda con cui poco prima aveva salvato Padma, nonostante sul momento mi fosse parsa gigantesca, era pur sempre di dimensioni per lo più ridotte, ma fino a che livelli si sarebbe potuto spingere la prossima volta? Sarebbe stato in grado di controllare qualcosa di così sfuggente e inarrestabile come l'acqua?

«Ed è... una cosa pericolosa? Cosa mi succederà adesso?» chiese Yoann impallidendo.

«Beh, questo dipende, non siamo ancora sicuri che tu possa essere uno... di loro, magari c'è stato un qualche malinteso, l'onda non era poi così grande dopotutto...»

«Tu dici? Non mi sembra che Cosimo e Isidoro possano trovarsi d'accordo!» ridacchiò Liss.

«Di solito vengono scaturiti la prima volta da forti emozioni portate a livelli estremi: rabbia, paura, tristezza,» continuò Pad senza badare all'intervento dell'altra Ephura, «che portano l'Ephuro in questione a distaccarsi in un certo senso da sé stesso e a trovare conforto in qualcosa di ben più potente che possa proteggerlo o rispecchiare i suoi sentimenti tramite una manifestazione ben più evidente e spaventosa. Quindi, Yoann, cosa provavi nel momento in cui hai creato l'onda?»

Il ragazzo attese qualche minuto prima di rispondere, lo sguardo puntato su Padma sembrava tuttavia attraversarla come fosse fatta di vetro, dando l'impressione che stesse in realtà scrutando un ricordo del suo passato da lui solo conosciuto e gelosamente custodito. Durò solo un attimo, trascorso il quale era già tornato presente a sé stesso, accortosi della domanda che gli era appena stata posta.

«Quando ho visto che eri in pericolo mi sono preoccupato davvero tanto. Non sapevo cosa fare, non sarei mai riuscito a salvarti in tempo, e... Isidoro stava per...»

Yoann abbassò lo sguardo. «A quel punto non ci ho visto più niente, e mi sono semplicemente lasciato guidare dall'istinto, il resto è venuto fuori praticamente da sé».

Lo scrutai attentamente. Quel breve attimo di disattenzione mi aveva dato la certezza che ci fosse dell'altro, ma non potevo biasimarlo se intendeva tenerlo per sé, dal momento che si trattava, evidentemente, di una cosa personale.

Oltretutto, non cambiava il fatto che Yoann era, a tutti gli effetti, un Naeph.

«Cosa mi succederà adesso?» chiese lasciandosi cadere sulla sabbia in posizione accovacciata, con le ginocchia puntate verso l'alto e i gomiti poggiati su di esse.

«Niente di che, se sarai in grado di controllare le tue emozioni»

«Cosa praticamente impossibile», obiettò Liss, «e questo significa che, in momenti di rabbia, ad esempio, il tuo potere potrebbe prendere il sopravvento con il rischio di ferire inavvertitamente delle persone a cui tieni, e non solo. Hai il potere di far cadere ai tuoi piedi anche un'intera città, provocando così la morte di migliaia di persone, separando famiglie, distruggendo abitazioni, culture, stili di vita...»

«Basta, lo stai spaventando!» fermai Liss prima che arrivasse a parlare anche di tutti i pesci e le creature marine che avrebbero potuto finire vittima del suo potere.

Yoann era sbiancato. «E non c'è modo di trovare una cura, o un trucco per controllarlo?»

Pad e Liss si scambiarono uno sguardo, dopo il quale la prima rispose: «A dir la verità, esistono due gruppi di Ephuri che sarebbero in grado di aiutarti», si era all'improvviso irrigidita «ma entrambi non ti sono accessibili».

«E quali sarebbero?» chiese ancora Yoann, incalzante.

«I primi sono gli Arkonanti.» A rispondere, con tono cupo, il viso ombroso, era stata Liss.

«Fin dalle origini hanno provato un particolare interesse per chiunque si avvicini anche solo minimamente al potere degli Eph, essendo questi ultimi proprio il loro obiettivo da raggiungere e causa, come sapete, dei loro attacchi continui ai Letargianti per aumentare le dimensioni dei propri Cerebrum. Per questo i Naeph, che sono già di loro natura predisposti, vengono quasi venerati e rispettati, oltre al fatto che avercene uno tra le proprie fila è un bottino più che succulento».

Deglutii, preoccupata: se gli Arkonanti fossero venuti a conoscenza della particolarità di Yoann, avrebbero cercato di rapirlo, corromperlo... o peggio.

«Voci di corridoio bisbigliano che Isidoro, ad esempio, possa essere un Naeph» aggiunse Padma, «e che si sia sempre trattenuto per un qualche motivo inspiegabile. Ma potrebbe benissimo trattarsi solo di una storiella per spaventare i nemici...»

«E che potere avrebbe, in tal caso?» chiesi, aggrottando le sopracciglia. In effetti, ogni volta che ci scontravamo, provavo davvero l'impressione che non stesse sfruttando il massimo delle sue potenzialità; i suoi atteggiamenti sempre sicuri e tranquilli, come se fosse tutto sotto controllo anche quando era in evidente svantaggio, e la sua totale immunità a qualunque tipo di emozione negativa, per giunta, non facevano altro che avvalorare questa teoria.

«Manipolazione della forza di gravità».

Mi morsi il labbro, ricordando le diverse volte in cui aveva effettivamente applicato un cebrim del genere, tuttavia sempre su una persona per volta, e anche a distanze limitate, come fosse uno tra tanti altri, non qualcosa di tanto potente e incontrollabile come quello che possedeva Yoann, e neanche tanto diverso dalle manipolazioni dei mens, che persino io ero in grado di fare. Forse si trattava davvero di una semplice voce di corridoio.

«E l'altro gruppo che potrebbe aiutarmi? Avete detto che erano due...» incalzò Yoann, giustamente preoccupato per la sua sorte.

«Gli Ophliri» rivelò, gelida, la ragazza. «Si dice che quegli ebetioti piattoni siano a conoscenza di particolari tecniche che potrebbero essere in grado di insegnare a un Naeph a controllare i propri cebrim... e a sfruttarli per la guerra, rendendolo uno spietato assassino.»

Non sapevo quasi niente di quegli Ophliri, se non che erano la milizia speciale del famoso Consiglio, di cui sapevo ancora meno. Già il solo fatto che Padma li detestasse tanto da lamentarsene e irrigidirsi ogni volta che se ne accennava, però, era per me un motivo sufficiente per non fidarsi di loro.

«Non ti preoccupare» rassicurai Yoann, mettendogli una mano sulla spalla, «vedrai che troveremo un modo di aiutarti.»

Lui sorrise di rimando, un sorriso che però non gli accendeva gli occhi, gli unici che non riuscivano mai a mentire. Non era ancora del tutto tranquillo; come poteva esserlo, in fin dei conti?

Yoann, accorgendosi che tutte e tre lo stavamo fissando, arrossì violentemente, continuando a sorridere, questa volta imbarazzato: «Ehi, è tutto a posto! È proprio come ha detto Liv, ci sarà sicuramente un modo, non ha senso disperarsi. Piuttosto... come facevano gli Arkonanti a sapere di Barcellona? Dite che siano anche a conoscenza del frammento?»

A quelle parole deglutii, mentre Liss ringhiava tra i denti: «Come pensi che lo sappiano? È sempre lei, la spia», nel dirlo lanciò una fugace occhiata a Padma, senza tuttavia aggiungere altro.

Il silenzio calò tra noi di fronte a una semplice constatazione collettiva: solo noi quattro sapevamo di Barcellona. Il campo si restringeva.

Eppure, non riuscivo a capacitarmi che qualcuno tra Padma, Liss, o Yoann potesse mentire e fingere a tal punto, di ognuno dei tre sentivo di potermi fidare pienamente. C'era per forza qualcosa che non tornava, un qualche minuscolo particolare di cui non avevamo tenuto conto...

Magari la colpa non era di nessuno di noi. Forse Will, comunicandomi l'indovinello, si era fatto inavvertitamente leggere il pensiero, o meglio il sogno, dagli Arkonanti. In quel momento Cosimo sembrava distratto e forse anche addormentato, ma non si poteva sapere se altri fossero nascosti dietro una porta proprio come la figura misteriosa comparsa nel mio ultimo incubo.

In ogni caso, non era certo la prima volta che Will si sbagliava, quindi era del tutto possibile. Nulla mi avrebbe portata a sospettare dei miei amici, non m'importava quello che sembravano ovviare i fatti.

«C'è dell'altro» riprese Liss, il tono rigido e trattenuto, lo sguardo di pietra. «È comparsa anche Hel.»

Le sue parole piombarono tra noi come un macigno, che magnetizzò l'epicentro degli sguardi trasferendolo da Yoann a Liss.

Sembrava una sorta di palla infuocata che l'uno tirava all'altro pur di non venire sotterrato dalla paura e dall'angoscia provocate dalle sue fiamme divampanti, perché Liss aggiunse subito dopo: «Mi ha usata come cavia, perché il suo vero obiettivo era Liv, ma non sono riuscita a sentire cosa sia successo».

Inutile dire adesso su chi l'enorme peso degli sguardi dei miei amici fosse puntato. «Che ti ha detto?» sollecitò Padma, gli occhi scrutatori ben spalancati.

«Niente di che...» deglutii, incerta se rivelare o no le sue parole.

Soppesando lo sguardo di ognuno di loro, però, capii che non aveva senso mentire per qualcosa che neppure io ero sicura di aver compreso pienamente.

«Okay, non è vero. Mi ha detto che quando troverò il frammento dovrò consegnarlo a lei, altrimenti... ucciderà qualcuno a cui tengo.»

«Ah», emise semplicemente Pad, dopodiché il silenzio calò nuovamente tra noi, fagocitando ogni minimo sprazzo di felicità ancora presente.

Era di quello che Will aveva voluto avvertirmi, per questo affermava di aver sbagliato a mandarmi a Barcellona e che dovevo abbandonare la ricerca?

Quella storia non aveva il minimo senso. Perché mai Sandy aveva ricattato proprio me per trovare il frammento? Lei che era tanto potente e priva di scrupoli, non poteva forse recuperarselo per conto suo? E per quale motivo, se quella responsabilità sarebbe proprio dovuta ricadere su qualcuno di noi, aveva scelto l'Ephura più normale? Non ero colei che l'aveva soprannominata Hel, non ero una Naeph e nemmeno possedevo più cebrim che capelli sulla testa. Tra tutti, ero la più insignificante, la cosiddetta novellina, come poteva anche solo pensare che fossi addirittura in grado di trovare il frammento?

Magari era solo un caso e mi stavo torturando troppo con quella storia. Forse voleva trasmettere il messaggio a tutti noi e io ero solo la prima che gli era capitata a portata di mano.

Fatto stava che ora, quella responsabilità, gravava sulle mie spalle. Sandy non era una da sottovalutare: se diceva che avrebbe ucciso qualcuno lo avrebbe fatto, e senza scrupoli. Sarei stata forte abbastanza da fare la scelta giusta?

Turbati da quei pensieri angustianti, ci rendemmo visibili ai miei genitori, che sembrava si stessero cominciando a preoccupare del fatto che non fossimo ancora tornati, e riprendemmo a sorridere, ma solo in apparenza, perché tutti accumunati da una triste consapevolezza: la vacanza era finita.

Era inutile ormai fingere il contrario.

Ebbene sì, la vacanza è finita, e con lei la parte di Barcellona. Che c'è, vi aspettavate altro? 🙃

Ah sì, deve ancora arrivare R.R.R. ops-
No, in realtà siamo ancora all'inizio della quarta parte, che praticamente non è ancora cominciata AHAHAHAH 🙂

L'allegra storiella degli aggiornamenti regolari si conclude oggi, con l'ottantesimo capitolo (almeno è un numero rotondo dai 😎), perché sono stata sommersa dagli impegni e ho finito i miei soliti "tre capitoli di riserva" yeee

Pertanto ora incomincerà un'altra delle luunghe pause di riflessione di Cerebrum (tanto per cambiare🙃), in cui mi metterò a revisionare per bene i primi capitoli e poi approfitterò delle feste per scrivere il più possibile in modo da poter riprendere al più presto, con almeno dieci capitoli da parte però, che sennò non ce la faccio 😅❤️ e intanto magari se riesco aggiornerò più spesso gli Extra.

Bene, ora passiamo alle notizie allegre però! Uno dei motivi per cui sono rimasta indietro è anche che in questi giorni mi sono dedicata alla scrittura di una one-shot a tema natalizio, ambientata nel passato (poco dopo il prologo praticamente), e che avrà come protagonista niente meno che Liss da bambina, i suoi primi tempi all'Ephia. Al suo interno è contenuta anche una piccola storiella sul perché Makya è da tutti chiamato Michael!

Se siete anche solo un po' curiosi saprete dove trovarla quando la pubblicherò, sarà il mio modo di augurarvi un Buon Natale e per ringraziarvi per tutto il vostro supporto ❤️

Detto questo, visto che qui forse non ci vedremo prima dell'anno nuovo, auguro a tutti delle felicissime feste!!! 🎄🎁🎆🍾🎉


ꟻAᴎTAꙅilɘᴎA

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