80.Il ricatto
A districarmi dall'inquietudine provocata dal sogno con Will fu il sole splendente e abbagliante che illuminava la spiaggia già il mattino seguente, trasmettendo serenità e beatitudine dopo la giornata grigia e piovosa appena trascorsa.
«Oh, che schifo... ma cos'è questo? Bleah, che lerciume!» le continue lamentele di Liss, d'altro canto, erano un po' fastidiose.
«Dai, è normale che dopo la pioggia l'acqua sia un po' sporca, non c'è bisogno di farne un dramma...» rispose Yoann con tono quasi di scusa, prendendo le parti del mare come se a essere insultato fosse stato lui stesso.
«Sì, ma ci sono più alghe che alla barriera corallina! E anzi, a dir la verità, le alghe sono l'ultimo dei probl- Argh! Qualcosa mi ha toccato!»
Liss era schizzata di qualche metro in avanti con espressione disgustata.
«Era il mio piede» mugugnò secca Padma per essersi appena beccata un calcio al ginocchio.
In effetti Liss non aveva tutti i torti, quel mattino l'acqua limpida dei giorni trascorsi era solo un mero ricordo e noi ci stavamo facendo largo, nuotando sulla superficie, in mezzo a un vero minestrone di roba per lo più non identificabile, che purtroppo nuotava insieme a noi. Di certo non era molto piacevole per nessuno, eppure il più dispiaciuto sembrava proprio Yoann, il quale fissava il mare intorno a sé come se quest'ultimo fosse ferito mortalmente.
«L'acqua si pulirà da sola, devi darle solo tempo, non c'è nulla che chiunque possa fare o tentare che possa riuscire anche parzialmente a limitare o bloccare il suo potere» Yoyo era rivolto a Liss, ma quel che aveva detto sembrava più indirizzato a sé stesso. Lo fissai incuriosita, ma lui nemmeno se ne accorse, troppo concentrato nel liquido in cui era immerso. Non me l'aspettavo una frase del genere da uno come lui.
«Ehi, ho un'idea!» esclamò improvvisamente Padma. «Perché non facciamo una gara? Nuotando verso il largo ad alta velocità nemmeno noteremo tutte queste sporcinsaglie, senza contare che forse più in là è anche più pulito!»
Lo sguardo di Liss si illuminò, come ogni volta che si trattava di gareggiare con la sua "acerrima nemica". «Finalmente dalla tua bocca è uscito qualcosa di sensato! Io ci sto».
«Non so se sia una buona idea...» L'ultima cosa che ci voleva al momento, era l'ennesima competizione tra quelle due. Proprio adesso che finalmente sembrava che stessero cominciando ad andare un po' più d'accordo! Già sapevo come sarebbe andata a finire: quella che sarebbe arrivata seconda avrebbe voluto avere la rivincita sull'altra e viceversa nel caso in cui la prima sarebbe stata battuta avrebbe insistito a sua volta per la propria rivalsa, e la cosa sarebbe continuata all'infinito in un circolo vizioso che si sarebbe concluso soltanto con la fine della vacanza, dopo la quale sarebbe rimasto un terribile risentimento dell'una nei confronti dell'altra. Un disastro, insomma.
«E se invece andassimo semplicemente al largo nuotando velocemente, ma senza alcuna gara o simili?»
«E perché mai? Non ci sarebbe più gusto! Ammettilo, hai paura di perdere...» mi punzecchiò Liss ridacchiando.
«No, è solo che dovreste finirla con tutte queste competizioni voi...»
«Hai ragione,» convenne Padma, guadagnandosi un'occhiataccia da Liss, «in una gara tra noi due poi, tu e Yoann ne rimarreste esclusi, o anche indietro. Per questo credo che la cosa migliore sia dividerci a squadre, così... IO SONO CON YOANN!»
Nel gridare quell'ultima frase la ragazza era scattata verso il francese attaccandosi al suo braccio mentre lui la guardava stranito da quell'improvviso gesto d'affetto.
«Dai, non è giusto però! Io devo beccarmi questa... questa...» Liss mi guardò allo stesso modo in cui avrebbe contemplato un vestitino rosa fluo con le paillettes.
«Ehi, va bene che forse Yoann è un po' più veloce di me, ma non c'è bisogno di essere così esplicite...»
Padma fece spallucce, ridacchiando, e tornò a rivolgersi a Liss: «Allora, ci stai? Se non si arriva nello stesso momento del proprio partner a destinazione la vincita non è valida!»
Liss ritirò le labbra, indecisa se accettare, ma acconsentì subito dopo, probabilmente pensando che riuscire a vincere persino con me era una sfida ancora più allettante e significativa in caso di vittoria.
Le due rivali accordarono come punto di riferimento una nave che stava andando verso il largo, e poi, dandoci il via mentalmente, la gara ebbe inizio.
"Ho vinto!" gridò euforicamente Liss, toccando con la mano la nave che avevamo appena raggiunto. Peccato che nello stesso momento, anche Padma avesse appena comunicato: "Siamo arrivati".
"Ma che dici? Siamo arrivate prima noi! E poi dove siete, non vi vedo!" lamentò immediatamente la mia partner, decisa a difendere la sua posizione. Era stata dura, Liss si era fermata più volte incitandomi a nuotare più veloce - anche tentando di trascinarmi di peso delle volte - eppure, stranamente, eravamo in vantaggio già da metà percorso. Inutile dire quanto fosse stata snervante, ma almeno tutte le fatiche non erano state inutili; quindi, sotto quell'ottica, anch'io ero soddisfatta della nostra vittoria.
"È vero, dove siete?" si aggiunse anche Yoann.
"Alla nave da crociera, proprio come avevamo detto..."
Liss, nel tempo in cui cercavo di riprendere fiato, si allontanò per fare un giro completo intorno alla nave, la quale a dir la verità sembrava più che altro un traghetto, per poi tornare da me a mani vuote.
"Oh no... sulla vostra cosa c'è scritto?" chiese Padma.
"BCN da un lato e GNV dall'altro..."
"Ecco, come immaginavo. Abbiamo seguito due navi diverse" constatò Pad.
Senza farlo apposta, mi venne da ridere. In effetti era molto probabile, i due traghetti evidentemente avevano una rotta simile che sembrava coincidere dal punto in cui ci trovavamo prima, tuttavia, in seguito, quando queste si erano allontanate tra loro, ogni squadra aveva seguito una rotta diversa, senza probabilmente accorgersi della differenza perché interi tratti li percorrevamo sotto l'acqua per poi riemergere per puntare la direzione giusta.
«Non. ridere» mi fulminò Liss. Era facile supporre quale fosse tra le due la nave più lontana, e, di conseguenza chi i perdenti e chi i vincitori. L'altra nave, infatti, che era diretta a Livorno, già da dove ci trovavamo noi, si vedeva quanto fosse assai più in là nell'orizzonte.
«Non posso crederci, tutto per colpa tua! Se solo fossimo state un po' più veloci avremmo seguito la nave giusta e non avrei avuto l'illusione di vincere!»
Roteai gli occhi, stufa delle lamentele dell'altra ragazza. Perché aveva questa fissazione di cercare sempre di dare la colpa a qualcuno? Non le diedi molto peso, perché in fin dei conti mi ero divertita e lì l'acqua era davvero più limpida che nei pressi della riva, l'aver perso la competizione non era poi questa gran tragedia.
"Se volete possiamo fare una nuova gara per chi torna prima a riv- oh no" La comunicazione con Padma si interruppe improvvisamente e un brivido mi corse lungo la schiena.
"Eh? Che stavi dicendo? Finisci quello che hai incominciato..." la rimbrottò Liss, ma poi dovette interrompersi, l'ombra del dubbio era calata anche sul suo volto.
Mi guardai intorno improvvisamente preoccupata, mentre i metri di acqua che separavano i miei piedi dal fondale iniziavano improvvisamente ad assumere una nuova, raccapricciante forma, così come tutti quelli tra me e la riva, in rimembranza dei miei passati e, credevo ormai sconfitti, timori degli abissi.
Deglutii. Avevo un brutto, anzi terribile presentimento.
E ciò che aveva detto Will quella notte ne era anche in parte la causa. Tentai di contattare Yoann, ma pure la sua mente, come quella della partner, sembrava impegnata in altro e pertanto non dava segni di vita.
«Se non rispondono immediatamente giuro che gli stacco la testa a morsi» sentenziò Liss con sguardo vigile portandosi automaticamente le mani ai fianchi dove solitamente custodiva i suoi due pugnali, che però ovviamente non erano presenti.
Passarono alcuni interminabili attimi in cui non accadde niente se non si considerava la lieve ondulazione ritmica delle onde e il graduale e lento scostamento della nave dal punto in cui ci trovavamo.
All'improvviso giunse alle nostre porte, per un solo attimo prima che la comunicazione si interrompesse nuovamente, la voce di Yoann, che pronunciò una sola, orribile parola: «Arkonanti».
...Sandy è a...
Con il cuore in gola mi voltai di scatto verso Liss, anche lei con gli occhi sgranati per lo sconcerto.
Non ebbe neanche il tempo di aprire la bocca, però, che all'improvviso il suo viso si dipinse di un'espressione di puro terrore.
Tempo di capire cosa stesse accadendo, e la ragazza era già scomparsa sotto l'acqua.
E non sembrava essersi immersa di sua volontà.
"Liss!?" chiamai preoccupata, immergendomi a mia volta.
Il panico sembrava aver bloccato tutti i suoi cebrim di adattamento all'acqua da come si dibatteva selvaggiamente, provocando una moltitudine di bolle che salivano verso l'alto mentre lei veniva tirata verso il basso da qualcosa di invisibile.
Non appena l'ebbi raggiunta la chiamai telepaticamente, ma il suo Cerebrum al momento si trovava in uno stato completo di caos e disordine, che mi destabilizzò tanto da farmi temporaneamente perdere il controllo del cebrim delle branchie-polmoni. Riuscii a riprendermi abbastanza in fretta, e questo mi aiutò a fare mente locale: Liss al momento non riusciva a respirare né a nuotare, se avesse continuato ancora così non avrebbe resistito ancora a lungo. La cosa più preoccupante, però, era che le sue braccia e le sue gambe sembravano scalpitare in una direzione ben precisa, come se fossero dirette a qualche entità invisibile nello specifico davanti a lei. Quanto al suo sguardo, solo una volta l'avevo visto tanto sconvolto.
... Sandy è...
"Dietro di te" sibilò un insieme di tante voci sovrapposte in una sola, raggelandomi il sangue nelle vene.
Ruotai su me stessa in un tripudio di bollicine. A pochi metri di distanza si stagliava, nella coltre blu illuminata dagli oscillanti raggi solari che penetravano fino in profondità, la figura di una ragazza dal vestitino candido con le maniche a sbuffo, gonfio per via dell'ondeggiamento marino. I capelli di colore grigio cenere si espandevano morbidamente intorno alla testa di Hel, i cui squarci luminosi al posto degli occhi mi trafiggevano come lame affilate.
La bocca cadaverica distorta in un quello che sembrava un ghigno.
Rimasi paralizzata, la paura accecava qualunque mio possibile pensiero razionale e non sapevo cosa fare. Non potevo attaccarla in alcun modo, perché materialmente non era presente, e nemmeno potevo ambire a sconfiggere la mente che creava l'illusione. Ma soprattutto, non potevo fare nulla per Liss. E questo mi tormentava più di ogni altra cosa.
Quando parlò di nuovo, le sue labbra non si mossero di un millimetro, eppure le mille voci mi percossero come unghie artigliate che scavavano con inquietanti cigolii in profondità all'interno della mia sicurezza e che non si sarebbero fermate fino a quando non avrebbero portato alla luce il terrore che si celava dietro di essa.
"Brava, dimenati, combatti piccolo pesciolino terrorizzato, vedrai che riuscirai a uscire dalla rete. Vedrai che l'aria non ti soffocherà. Non arrenderti alla sofferenza come fece tua madre."
Non era a me che era rivolta, mi resi conto, bensì a Liss. L'immagine di Hel lampeggiava, mostrandomi a tratti ciò che vedeva la mia amica, ovvero l'immagine di una Sandy gigantesca che la strozzava con una mano.
"Lasciala andare!" gridai, cercando di farmi forza, e per istinto nuotai verso di lei, ma una forza improvvisa mi rovesciò all'indietro e mi trovai schiacciata sulla sabbia poco distante, sollevandone una nuvola tutto intorno a me che mi confuse la vista come nebbia, senza però impedirmi di assistere allo spettacolo di Liss che veniva affogata dalla sua peggiore nemica.
"Questo dipende da te, Livia Ferri" rispose fredda Sandy, comparendo all'improvviso a pochi centimetri dal mio viso con uno scheletrico sorriso disumano. "Trova il frammento, consegnalo a me, e tutti i tuoi amici vivranno."
Venni sollevata verso l'alto come un burattino, fino a quando il mio campo visivo non fu interamente occupato dai baratri di luce che erano i suoi occhi.
"In caso contrario, mi occuperò personalmente di eliminare qualcuno a cui tieni"
Notai che la pelle di Liss stava assumendo una preoccupante tonalità bluastra, le convulsioni si stavano facendo più deboli e incerte. Anche Hel la stava guardando. "Potrei cominciare da lei, giusto per dimostrarti che faccio sul serio... ma trovo molto più divertente assistere alla sua vita che procede spedita verso la rovina, quindi per ora vivrà, forse".
Le mille voci furono sostituite da altrettante risate malignamente divertite che andarono pian piano ad affievolirsi, mentre vedevo Liss perdere i sensi, ogni tentativo di dimenarsi e di impedire l'accesso dell'acqua marina al suo organismo ormai vanificato. Restò immobile, l'intero corpo che ondeggiava lentamente, totale vittima del lieve movimento provocato delle correnti.
Libera dalle forze che prima mi avevano trattenuta, ma che ora sembravano essersi dissolte insieme a Sandy, mi fiondai su di lei, la presi per le braccia e nuotai rapidamente verso l'alto.
Sbucai in superficie prima di quanto mi fossi aspettata, ma il mio sollievo ebbe vita breve. Liss non dava ancora segni di vita ed era riversa a peso morto su di me, priva di coscienza, il naso e le orecchie ormai diventati del tutto blu e la pelle gelida. Mi guardai intorno in cerca d'aiuto, ma il traghetto si era già allontanato troppo e non avevo a disposizione superfici rigide su cui poter distendere Liss per mettere in atto manovre di rianimazione tramite massaggio cardiaco. Tentai con la respirazione bocca a bocca, ma, vuoi perché non conoscevo bene la tecnica, vuoi perché non era la posizione adatta per realizzarla, non sortii alcun risultato.
«Forza, Liss, resisti... resisti».
Calcolai rapidamente la distanza che mi separava dalla riva, constatando che era troppo elevata, anche con la mia velocità, per poter sperare di fargliela raggiungere in tempo in modo tale da essere salvata dai soccorsi. Chiamai mentalmente Pad e Yoyo, ma nessuno dei due era ancora disponibile.
Non potevo contare sull'aiuto di nessun'altro. La vita di Liss era appesa a un fragile filo sottile adagiato tra le mie mani incerte.
Chiusi gli occhi, cercando di calmare il respiro. L'importante era non farsi prendere dal panico. Il cuore di Liss batteva ancora, in modo lieve e appena percettibile, ma almeno non era ancora immobile.
Come la prima volta che ero riuscita a respirare sott'acqua, quando anch'io stavo per annegare, visualizzai i mens all'interno dell'organismo dell'Ephura.
Ossigeno e acqua, anzi che collaborare in modo equilibrato tra loro, sembravano due forze opposte. Nei polmoni, infatti, era penetrata una notevole quantità di liquido, che ostruiva la respirazione. Mi bastò spostare i mens che componevano l'acqua di mare verso l'esterno, debellandone alcuna anche dai pori della pelle, e la maggior quantità dalla bocca.
Liss prese a respirare convulsamente, finalmente tornata in sé, mentre riacquistava colore. Tossì un paio di volte, mentre riprendeva a dibattersi come prima di perdere i sensi. Dopo poco, però, sembrava essere riuscita finalmente ad acquietarsi, o almeno in parte: «Hel... Hel... l'ho v-vista... era... era lì... in acqua!» a quell'improvvisa consapevolezza sembrò gelare dall'interno e guardò terrorizzata verso il basso, dopodiché si agitò ancora di più, sfuggendo alla mia presa.
«Tranquilla, se n'è andata adesso, se n'è andata» ripetei più volte in tono rassicurante, impedendole di annegare nuovamente per conto suo, fino a quando il suo respiro non si fu del tutto regolarizzato.
Sospirai sollevata, concedendomi finalmente il conforto di essere riuscita a salvarla. Tuttavia, non era ancora il momento di abbassare del tutto la guardia.
«Yoann e Padma» riferii con tono urgente.
Erano stati loro ad avvertirci della presenza degli Arkonanti e questo significava che al momento erano alle prese con questi ultimi, potevano quindi essere in pericolo.
Liss, nonostante lo shock appena vissuto, capì subito e partì a razzo dietro di me verso la direzione in cui all'incirca ci aspettavamo di trovarli. Se in un primo momento pensammo di non riuscire a rintracciarli, fummo smentite l'istante subito successivo: tra gli spettacolari salti in aria che provocavano schizzi e lievi spostamenti del mare, gli squittii dei gabbiani che non aspettavano altro che litigarsi le carcasse di chi sarebbe uscito sconfitto dallo scontro, e l'ambiente spoglio da navi o altri elementi umani, erano facilmente individuabili anche a diversi metri di distanza.
Padma combatteva, muovendosi sulla superficie dell'acqua, contro quelli che riconobbi essere Cosimo e Isidoro. Schivava con eleganza il colpo del primo e contemporaneamente tentava di colpire il secondo, tuttavia senza sortire molti risultati perché in minoranza numerica.
Non avevo idea di dove si trovasse Yoann, ma supposi che gli Arkonanti li avessero divisi per renderli più vulnerabili. La sua assenza mi preoccupò, tuttavia mi focalizzai su Padma, perché al momento era decisamente più in pericolo.
Cosimo era riuscito inspiegabilmente a immobilizzarla e Isidoro aveva alzato la sua spada lunga e sottile sopra di lei, pronto a calarla verso la sua testa.
Deglutii. No. Avevo appena rischiato di perdere Liss, adesso non potevo perdere Padma.
L'Ephura al mio fianco con un balzo si alzò al di sopra dell'acqua, usandola poi come surf per raggiungere più rapidamente l'altra Ephura. Calcolai la distanza che le separava e la velocità di Liss, constatando che non era sufficiente a raggiungerla prima che fosse troppo tardi.
In preda al panico, presi a nuotare verso di lei, ma la mia spinta iniziale fu subito smorzata dall'acqua che aveva preso a scorrere, come spinta da un'improvvisa e inaspettata corrente, nel verso opposto al mio. Ancora più disperata tentai di mettere più forza ancora nei movimenti, ma fu del tutto inutile.
Stavo già cominciando a temere di trovarmi in uno di quegli incubi orribili in cui, per quanto si continuasse a correre, si restava sempre fermi nello stesso punto, quando invece mi resi conto che la cosa non valeva solo per me.
Cosimo e Isidoro si erano fermati, disorientati, permettendo così a Padma di sgusciare dalla loro presa e di unire subito dopo la sua espressione al crescendo di stupore e terrore che prendeva forma sui visi dei due assalitori. Anche Liss, accorgendosi di essere stata rallentata, si voltò indietro in un'espressione di puro sgomento.
Non ebbi neanche il tempo di ruotare il capo che un'ombra calò sul mio viso, provocata dall'immenso muro d'acqua che si era appena innalzato e che stava discendendo verso di noi scrosciando impetuoso come una tempesta e ruggendo come un uragano.
Gridai, preda del più puro e innato terrore di fronte a una tale calamità della natura, chiudendo istintivamente gli occhi in attesa dell'impatto.
Invece, quando l'immensa onda si abbatté su di noi, sentii solamente il fracasso dell'acqua che colluttava su sé stessa con violenza, senza tuttavia subirne gli effetti in prima persona.
Aprendo lentamente, con cautela, prima un occhio e poi l'altro, mi resi conto che l'acqua mi aveva completamente schivata, come se una sorta di bolla d'aria contornasse il mio viso, e uno strato d'acqua calma ricoprisse il mio corpo, bloccando l'impetuosità del flutto nella mia zona.
Non solo nella mia, mi accorsi con un sospiro di sollievo poco dopo, ma anche in quella in cui si trovavano Liss e Padma, che ora si guardavano intorno confuse almeno quanto me.
Cosimo e Isidoro, d'altro canto, erano stati trascinati via dalla furia del mare.
«Cosa...» incominciai confusa guardandomi intorno, ma mi morirono le parole in bocca nel notare che, nel punto esatto in cui si era formata l'onda, un ragazzo dai capelli ramati e dall'aspetto decisamente familiare ci guardava con espressione incredula delle proprie capacità.
Liss esclamò, manifestando il mio stesso stupore: «Yoann?!»
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