55.Benvenute alla festa Signore Maschere
L'ambiente era ancora più buio delle volte precedenti. Nonostante ciò, mi fu facile intuire che si trattasse di un luogo diverso. Né quello in cui Will soleva suonare il violino, né quei corridoi in cui si muoveva a volte con passo rapido e preoccupato, e nemmeno il salottino in cui l'avevo visto insieme agli Arkonanti.
Sentivo una strana atmosfera nell'aria, sconosciuta, misteriosa, intrigante, che ormai mi era familiare.
«Will!» chiamai sperando che il ragazzo fosse presente. Passò un secondo, che parve infinito. Poi un altro, e un altro ancora. Quando incominciai a pensare che questa volta Will non sarebbe stato presente, vidi comparire una mano resa visibile da una tenue luce lattiginosa. Poco dopo distinsi vagamente anche la sagoma del capo e del busto.
La mano si alzò lentamente fino al livello del naso, le dita affusolate ripiegate verso l'interno tranne l'indice, sollevato verso l'alto, in un muto simbolo di silenzio.
Un tenue suono uscì dalle sue labbra: «Shhh».
Deglutii, inevitabilmente intimorita da quell'avvertimento. Subito dopo, però, il ragazzo, sussurrò: «Attenzione. Non siete i soli a essere sulle tracce del Nero Cherubino».
Spalancai gli occhi, ritrovandomi a fissare l'elaborato soffitto della suite dell'albergo a Venezia. Presi un respiro per tranquillizzarmi, tornando subito presente a me stessa. Il messaggio di Will era chiaro: gli Arkonanti erano a Venezia, e, molto probabilmente avrebbero preso parte alla festa. Come se le illusioni non complicassero già abbastanza la situazione...
«Un altro incubo?» sentii chiedermi una voce nell'oscurità. All'improvviso mi ricordai di non essere sola nella stanza. Lauren.
«Ecco...» ma lei mi anticipò prima che potessi dire qualunque cosa.
«Lo sai che è inutile mentire. Tranquilla, non ti ho spiata, questa volta. Ho semplicemente notato che ti sei svegliata all'improvviso.»
Sperai di potermi fidare. Sospirai, guardando l'orologio che avevo al polso e stiracchiandomi. «Perché non stai dormendo? Sono le tre del mattino!»
Mi voltai a guardarla. Grazie al cebrim della visione notturna distinsi senza alcuna difficoltà che era distesa nel letto parallelo al mio e distante da esso di un metro e cinquantatré centimetri. Nonostante il suo capo fosse appoggiato sul morbido cuscino di piume, la sua postura non sembrava affatto rilassata, come si poteva notare dai tendini tesi del suo collo e da come era innaturalmente immobile e rigida, con le braccia piegate e poggiate sul bacino, le dita delle mani intrecciate tra loro - posa che, in effetti, le avevo visto assumere spesso.
«Non riesco a dormire» rispose secca con tono ovvio, senza lasciar trapelare alcuna emozione, se non una leggera irritazione.
La scrutai una seconda volta, più attentamente. Avrei tanto voluto chiederle il perché, però mi sarei sentita indiscreta. D'altra parte, lei non si era fatta scrupoli poco prima nel domandarmi se avessi avuto un incubo.
«Credo per il tuo stesso motivo» mi anticipò nuovamente lei. «Sono in pensiero per la festa di oggi.»
Annuii. «Anch'io.»
«Non devono esserci errori. Ogni cosa deve andare esattamente come programmato. Non posso permettere che qualcosa vada storto.»
A quelle parole aggrottai le sopracciglia. Era evidente che qualcosa sarebbe sempre andato inevitabilmente storto. Non era pessimismo, ma semplice e crudo realismo. Un esempio perfetto era la probabile presenza degli Arkonanti alla festa, particolare che non era stato preso in considerazione nel piano organizzato da Lauren.
Però non dissi niente, perché innanzitutto non ero sicura di aver capito bene il messaggio di Will, ma soprattutto perché era fortemente probabile che quello che avevo sognato fossero solo immagini createsi nella mia mente, causate dall'ansia per il giorno seguente. Niente era scontato in quella città, dopotutto.
«Non bisognerebbe basarsi troppo su delle aspettative. Il futuro può sempre stupirci e se qualcosa non va come programmato non significa per forza che sia un male» ribattei.
«Certo, classico ragionamento avventato che di solito porta alle sconfitte più disastrose» Lauren sospirò. «Adesso dormi.»
Mi morsi il labbro, irritata dalle sue parole. Vi si poteva scorgere però una vaga ombra di amarezza, che mi fece comprendere il reale motivo della sua preoccupazione. Quando aveva deciso di intromettersi nei nostri piani, si era automaticamente assunta la responsabilità dell'intera missione.
Se qualcosa fosse andato storto, su chi sarebbe ricaduta la colpa, se non lei?
«Yoann, ammettilo! Tu possiedi un cebrim da parrucchiere!» esclamai ammirata passandomi una mano sui capelli resi setosi e morbidi dai trattamenti che il mio amico aveva eseguito con maestria. Ancora non riuscivo a capacitarmi di come fosse possibile che la mia mano non si incastrasse nei nodi. Non avevo mai pensato che sarebbe potuta succedere una cosa del genere! Per la prima volta nella mia vita mi resi conto della loro reale potenzialità, da sempre oscurata dai perenni nodi intricati che li costituivano.
«Chissà, potrebbe anche essere!» rispose lui facendo spallucce e ridendo divertito. «In effetti ho un vero talento in questo, se sono addirittura riuscito a domare i tuoi capelli!»
Stavamo attraversando una via colma di turisti intenti a fotografarci assiduamente, anche se non erano troppo fastidiosi come nei film, molti erano infatti semplicemente molto ammirati e affascinati dai nostri travestimenti.
Una bambina chiese persino di fare una foto con Wala, che, tra tutti noi, era quella con il travestimento più spettacolare. Indossava una maschera ornata con decorazioni in oro e in un viola intenso ed evidente, ripreso anche negli ampi piumaggi presenti sull'ingombrante cappello, e sulla gonna damascata in stile ottocentesco, una delle più vistose tra quelle presenti nel negozio. Inutile dire che era a dir poco splendida. In lei non c'era più alcuna traccia della disperazione provocata dall'illusione che aveva avuto davanti al Ponte dei Sospiri.
"Non ce la faccio più a camminare con questa roba!" si lamentò Liss, e non potei che concordare. Quei costumi erano tanto belli da vedere quanto scomodi da indossare. Come avremmo fatto a usare il cebrim del parkour o di qualunque stile di combattimento agghindati in quel modo?
Nessuno aveva sentito il bisogno di fare foto con lei, perché la sua evidente esasperazione traspariva anche oltre la sua maschera, grazie ai suoi movimenti tutto fuorché aggraziati e al modo in cui si sollevava le gonne per non inciamparci sopra o per non sporcarne il bordo chiaro, che però si stava già ingiallendo.
Infatti, Liss aveva sia maschera che abito completamente bianchi - perfetti per essere sporcati insomma - quasi del tutto privi di quelle classiche decorazioni in oro, se non si consideravano alcune rifiniture e una specie di sole sulla fronte da cui partiva un'alta corona di piume che elevava di mezzo metro la sua figura minuta. A parte quella specie di coda d'oca, la sua maschera era abbastanza semplice, così come il suo abito, smanicato e privo delle balze colme di lustrini e dei nastri che invece caratterizzavano quello di Wala.
Anche se all'apparenza poteva sembrare Liss quella con il copricapo più pesante, in realtà era Yoann quello più in difficoltà, con l'enorme tricorno veneziano che alla fine era stato costretto a indossare. Avrebbe anche dovuto essere applicato una specie di velo a coprire la parte sottostante della testa, ma lui aveva preferito lasciar scoperti almeno alcuni capelli; il suo caratteristico ciuffetto ramato, infatti, spuntava sopra alla maschera bianca e azzurra che indossava.
Yoann, nonostante fosse uno dei pochi tra noi che avrebbe avuto la possibilità di scegliersi vestiti più comodi e di mantenere quindi almeno un po' di reputazione, aveva comunque optato per un abito strampalato, in un acceso azzurro chiaro con pizzo bianco, i cui pantaloni arrivavano fino al ginocchio per poi essere sostituiti da bizzarre calzamaglie bianche. Su ognuna scarpa, invece, al posto dei lacci, spuntavano dei mastodontici fiocchi bianchi e dorati di forma circolare decisamente ridicoli. Nonostante questo, il costume nel complesso era a dir poco incantevole, e a Yoann stava a meraviglia.
"Mi chiedo i Letargianti come facciano a non morire di caldo, con tutti questi strati di vestiti!" continuò a lamentarsi Liss. In effetti, dovevo ammettere che anche se di solito mi riservavo il cebrim dell'Immunità solo per i casi disperati, questa volta lo avevo attivato senza pensarci due volte. Beh che in effetti un caso disperato lo era eccome!
E io avevo persino scelto di indossare alcuni degli strati di gonne che il mio abito richiedeva! Purtroppo, però, non potei evitare l'ampia sottogonna in armatura metallica, che quelli del negozio avevano chiamato "crinolina", indispensabile per mantenere la forma rotonda e ampia della gonna. Avevo scelto anch'io, come Liss, una gonna più semplice possibile, per non complicarmi troppo i movimenti, ma in quel modo occupavo comunque uno spazio troppo ingombrante per i miei gusti.
Senza contare che mi sentivo troppe cose addosso, come se fossi una specie di albero di Natale addobbato fino all'esagerazione. Nonostante ciò, avevo comunque deciso di indossare, sotto la gonna, dei pantaloni attillati decisamente più comodi per muoversi. In caso di bisogno, avrei potuto levarmi tranquillamente la parte sottostante dell'abito tramite lo strappo intorno alla vita - dopotutto erano travestimenti, non abiti veri e propri - rimanendo così più comoda.
La mia veste, ovviamente in sfumature di verde, era abbastanza appariscente, ma non troppo come quella di Wala, né troppo poco come quella di Lauren. Dopo lunghi ragionamenti avevo scelto una maschera doppia, formata cioè da una base bianca cui era applicata sopra una maschera per gli occhi in verde scuro ornata con perle e ricami in oro, dalla quale partivano dei piumaggi verde-bluastri che imitavano quelli dei pavoni e coprivano una parte dei capelli parzialmente raccolti. Mi aveva attirata subito per la sua eleganza nella semplicità ma soprattutto perché la trovavo molto suggestiva, e quindi mi avrebbe potuto "proteggere meglio dalle illusioni" secondo il pensiero dei Letargianti veneziani.
"Massì, dai, non è poi così male! Io sono abbastanza comoda!" rispose Padma alle lamentele di Liss.
Liss la guardò talmente male che la sua occhiataccia trasparì addirittura attraverso la maschera.
Padma, non poteva avere decisamente parola in merito. La ragazza, infatti, approfittando del fatto che la sua maschera tradizionalmente veniva utilizzata dagli uomini per imitare le donne, aveva avuto la possibilità di indossare dei larghi pantaloni con sopra applicata una mezza gonna per niente ingombrante, ma che anzi, conferiva un aspetto molto particolare e unico nel suo genere al travestimento, mantenendone comunque la comodità, perché la gonna presentava due tagli ai lati che permettevano tutti i movimenti possibili.
Anch'io avrei preferito di gran lunga un abbigliamento del genere, ma mi era stato impedito da quegli idioti del negozio, che affermavano che "non possedevo la corporatura giusta per imitare un uomo che imita una donna". Com'era ingiusto il mondo!
«Siamo quasi arrivati, cercate di non attirare troppo l'attenzione per favore!» disse Lauren, guardando in particolare Wala che continuava a pavoneggiarsi. Dietro la sua maschera nero pece priva di ornamenti, la Mindsmith sembrava avere i nervi a fior di pelle.
Come travestimento aveva scelto una delle maschere tradizionali veneziane, la Moretta, a mio parere una delle maschere più banali che potessero esistere. Senza contare, che, essendo anche stata abbinata ad un abito nero e casto, sembrava che Lauren si stesse dirigendo, piuttosto che in una festa in maschera, in un funerale in maschera.
Lauren aveva ragione, eravamo praticamente arrivati, già vedevo non molto lontane le altre maschere appariscenti che facevano la breve coda per entrare nello spazio riservato alla festa. Erano stati posti dei divisori intorno a tutta l'aera di San Marco, per impedire a tutte le persone che non partecipavano di entrare senza pagare.
Quando fu il nostro turno, Liss porse alla signora i nostri costosi biglietti, comprati poco prima. L'unico motivo per cui non mi sentivo troppo a disagio per tutto quello che si stava spendendo per quella festa, era che, a quel che avevo capito, i soldi ricavati, sarebbero andati tutti in beneficienza.
«Perfetto, mi sembra tutto regolare. Benvenute alla festa Signore Maschere!» esclamò la bigliettaia dopo aver controllato, aprendo le transenne per lasciarci passare.
Davanti a noi si aprì un'esplosione di colori e rumori abbacinanti, mentre centinaia di maschere colorate, una più bella dell'altra, si esibivano ovunque guardassi. Non avevo mai visto nulla del genere, e in un primo momento ne fui semplicemente frastornata.
"Ci siamo" pensai. La festa era incominciata. Ora però arrivava la parte difficile, cioè mettere in atto il nostro piano, e soprattutto, farlo funzionare.
Ero pronta, ormai eravamo lì e non potevamo tirarci indietro. Avremmo tentato il tutto per tutto, qualunque cosa sarebbe potuta accadere.
La nostra lotta contro le illusioni cominciava da ora.
Finalmente sta per incominciare questa fantomatica festicciola! Sinceramente questa è una delle mie parti preferite di Cerebrum e in particolare una delle parti più importanti del primo libro, in quanto, ovviamente, tratta l'argomento delle illusioni, su cui il primo volume è incentrato in modo predominante. Perciò spero che piacerà anche a voi! 💕
In caso siate curiosi volevo informarvi che le maschere veneziane non me le sono inventate, in particolare quelle tradizionali. Siccome molte non le conoscevo, credo che anche per voi sia lo stesso - a meno che non siate veneziani, ovviamente 👀- e quindi ho pensato di mostrarvi le maschere a cui mi sono ispirata:
Questa è la maschera di Padma, solo che al posto del blu immaginatevi il rosso, perché... Boh per lei me la vedevo più rossastra essendo anche il suo colore preferito!
Appena ho visto le orecchie di gatto, ho pensato: QUESTA È LA SUA.
(Il vestito invece è completamente inventato)
Questa invece è quella di Liv, immaginatevela solo un pelino meno decorata e con i capelli più lunghi:
Questa invece è Wala, considerate però che essendo giugno il vestito è smanicato e quindi più fresco:
(Ah non fate caso a quella faccina raccapricciante sul cappello 😰)
Liss con le sue bellissime piume d'oca in testa:
Yoann (scusate, l'immagine è sfocata) però con l'azzurro al posto del nero:
E infine Lauren:
Le altre maschere veneziane nominate, come ad esempio la Bauta, ve le mostrerò sotto al capitolo in cui verranno descritte meglio quando compariranno.
Allora, ve le immaginate all'incirca così da come le ho descritte? 😅
Vi saluto, spero di aggiornare presto anche perché ora che è finita la scuola dovrei avere molto più tempo da dedicare alla storia!
A presto!
꧁ꟻAᴎTAꙅilɘᴎA꧂
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