50.Autoinvitate...
Di che cavolo poteva mai volermi parlare Lauren? Che centrasse in qualche modo quello che avevo appena fatto a sua sorella? Era stata una cosa del tutto innocente, una semplice prova, che c'era di male?
«Di cosa vuoi parlare?» chiesi, fingendo pura e innocente curiosità, anche se non mi riuscì molto bene.
Lauren mi guardò con uno sguardo che sembrava dire "lo sai benissimo". Il sopracciglio destro sembrava tirato al centro da un filo invisibile e piegava la fronte in diverse rughette che conferivano alla ragazza una decina di anni in più. Indossava un attillato e formale tailleur viola e delle scarpette lucide del medesimo colore, le sue braccia erano incrociate sul petto e il peso del corpo era riportato sul lato destro, in maniera - all'apparenza - rilassata. Somigliava moltissimo a una professoressa che aveva appena colto in fallo uno studente del quale era sempre stata certa della colpevolezza.
«Hai appena creato un'illusione. Chi te l'ha insegnato?»
«Uhm... ehm... Padma!»
Assottigliò lo sguardo e mi sentii come punta da un ago esattamente sulla punta della lingua. «Per tua sfortuna», controbatté lei, «possiedo un cebrim della verità. Capisco quando le persone mentono.»
Ah. A quanto pareva la puntura d'ago sulla lingua non era stata solo un'impressione dovuta al nervosismo provocato dal suo sguardo penetrante, ma un effetto di quel cebrim.
«E questo cebrim prevede anche di estorcere la verità?» chiesi ostentando curiosità professionale per celare la mia preoccupazione.
Attese un attimo prima di rispondere, come a gustarsi meglio la mia trepidazione. «No. Non ancora. Ma potrebbe avanzare di livello in qualunque momento.» Era forse una minaccia?
Lauren non attese ulteriori repliche, e, dopo una circospetta occhiata guardinga intorno a sé, mi afferrò per un braccio e mi trascinò via di lì come se fossi una bambina - dovevo già ringraziare che non mi avesse afferrata per le orecchie! - talmente inaspettatamente che non riuscii a fermarla prima di diversi metri. «Ehi!» esclamai. Adesso ci trovavamo vicino agli alberi adiacenti all'edificio adibito a biblioteca.
«Senti, è inutile che tu è il tuo gruppetto continuiate a mentire! Lo so che state tramando qualcosa!»
«"Io e il mio gruppetto" non stiamo tramando proprio un bel niente!» ribattei indispettita e leggermente preoccupata. Avevo saputo solo da poco che le nostre ricerche su R.R.R. erano vietate e non volevo rischiare che Lauren andasse a spifferarne in giro a riguardo.
«Devi fidarti di me, non ho intenzione di riferirlo al Consiglio ovviamente. E poi è inutile che cerchi di nascondere l'evidenza, è da giorni che studio ognuno di voi. Qualche settimana fa, Liss, convinta di non essere vista da nessuno, ha frugato tra i documenti dell'ufficio degli Ephianti; ieri sera ho sentito Padma dire a Yoann che a Roma avrebbe fatto delle domande riguardo a qualcosa che non ho capito; e proprio adesso tu stavi cercando di addormentarti per attivare un qualche cebrim che funziona solo nel mondo onirico, e a quanto pare ha funzionato perché al tuo risveglio avevi l'espressione di qualcuno che ha trovato la soluzione a qualcosa di gigantesco e sei miracolosamente riuscita a eseguire un'illusione perfetta!»
Deglutii. A quanto pareva era da un po' che ci spiava, e nessuno di noi si era accorto di nulla. Ora però non sapevo come comportarmi. Ammettere tutto o continuare a negare? Trovavo ingiusto che avesse deciso di chiedere proprio a me tra tutti, come se mi considerasse la più manovrabile o quella con meno carattere. Be', aveva fatto un grosso errore.
«Non ho idea di cosa tu stia parlando, ma se proprio vuoi, ti dirò cosa sta succedendo veramente.» feci una pausa, per mostrare un'ultima indecisione sul parlare, ma soprattutto per trovare il tempo di pensare una scusa sufficientemente credibile.
«Liss sospetta che il Consiglio voglia qualcosa da Clara e Daniel - per questo è andata a frugare tra i loro documenti - e noi la stiamo aiutando a capire che succede, per questo Padma andrà a fare domande a Roma. Inoltre, proprio ieri mattina mi ha insegnato il cebrim delle illusioni, ho passato tutta la notte a esercitarmi e adesso, dopo essermi appisolata un momento, sono finalmente riuscita a farlo, per questo ero tanto felice!»
Sperai di essere stata abbastanza convincente, anche se la puntura sulla lingua - accidenti, mi ero proprio scordata di quel cavolo di cebrim - e l'espressione della giovane Mindsmith dicevano il contrario.
«Ottimo. Allora saprai anche spiegarmi chi è Will e cosa dovete andare a fare a Venezia.»
Ammutolii, pietrificata.
«Come...»
«Appena sveglia eri talmente sconvolta da non esserti accorta di un'instabilità nel tuo Clypeus, che mi ha permesso di dare uno scorcio a parte dei tuoi pensieri. Rispondi alla domanda Liv, non so cosa Pad o Liss ti abbiano detto di me, ma ti assicuro che non ti farò niente di male.»
Non seppi se furono le sue parole oppure il suo tono innaturalmente tranquillo a portarmi a indietreggiare. Era assurdo. Non potevo perdere il controllo un attimo, che subito c'era qualcuno nascosto dietro l'angolo pronto a spiare tra i miei pensieri! E poi neanche mi ero accorta dell'instabilità del mio Clypeus!
All'improvviso fui assalita da un dubbio. "E se non avesse affatto spiato tra i miei pensieri, ma conoscesse il nome di Will per un altro motivo? E se fosse stata proprio Lauren a spiare la nostra conversazione di qualche settimana fa riguardo a R.R.R. - dove avevo rivelato di fare dei sogni "profetici" - e a riferire tali informazioni agli Arkonanti? E se fosse proprio Lauren la spia?"
Che dovevo fare adesso? Se Lauren era chi credevo, poteva essere pericolosa - più di quanto già non sembrasse - e inoltre non doveva scoprire niente di più.
Mi voltai per correre via, ma la mia fuga fu arrestata sul nascere quando cozzai contro qualcuno dietro di me.
«Ohi!» esclamò una voce. «Ho per caso qualcosa al naso che oggi continuate tutti a sbatterci qualcosa contro!?»
Era contro Wala che ero andata a scontrarmi, colpendola più precisamente proprio sul naso - su cui ora premeva la sua mano, dolorante - con la mia fronte. Non avevo idea di cosa ci facesse lì e non volevo saperlo. Mi scusai e feci per scansarla, quando lei mi fermò: «Stop, dove vai così di fretta? Ho sentito qualcuno dire "Venezia" per caso? Non sognatevi di andarci senza di me!»
Imprecai mentalmente. Perfetto, ci mancava solo più lei. E adesso che facevo!?
Fui sul punto di lanciare un allarme mentale a Liss e Yoann, ma in tal caso avrei rischiato che pure loro venissero a sapere di Will.
«Wala, non sei un'Ephura attiva e queste non sono cose che ti riguardano, perciò vai a metterti lo smalto sulle unghie o qualunque cosa tu faccia normalmente per riempire la tua esistenza vuota.» Il tono con cui Lauren si rivolse alla ragazza egiziana era perentorio e risoluto. «E tu non provare a sfuggirmi. Lo so che state investigando sui frammenti e devo controllare che non combiniate pasticci, Liss è troppo avventata e Padma troppo ingenua perché possiate combinare qualcosa di buono e-»
«E tu, ovviamente, sei la perfezione fatta a persona e per questo devi risolvere tutte le loro cose, giusto?» la interruppe Wala, con tono acido. «Non perdi mica tempo a metterti lo smalto sulle unghie, o magari a divertirti, o perché no, a vivere!»
Passai rapidamente uno sguardo speranzoso dall'una all'altra. Forse se avessero incominciato una delle loro colossali litigate avrei potuto avere l'occasione di svignarmela incolume. Alla fine, non era stata poi una gran tragedia l'arrivo di Wala...
«Sì, esatto, non perdo tempo con cose futili, perché io, a differenza di te, mi assumo delle responsabilità!» ribatté intanto Lauren.
«E che responsabilità! Andare a rompere le scatole a dei poveri ragazzi che stanno organizzando un'innocente gita in una delle città più belle al mondo, e soprattutto a una giovane e impacciata ragazza innamorata di un ragazzo immaginario!»
Mi ero appena allontanata di qualche passo, ma Wala mi indicò, costringendomi a fermarmi. Ragazza innamorata? Ragazzo immaginario? Ma che cavolo aveva capito dalle nostre discussioni?
«Vergognati!» squittì ancora Wala. Il suo tono di voce si era alzato, attirando l'attenzione di Mirea ancora seduta a uno dei tavoli, e delle gemelle Mindsmith, che si erano sporte dal chiosco del bar per vedere cosa stesse succedendo.
«Non voglio impedire un bel niente, voglio semplicemente venire per controllarli! Senza contare che Venezia non è una città qualunque, in particolare per noi Ephuri!» ribatté Lauren al limite della sopportazione.
«Controllare cosa?» sentii una delle gemelle, impossibile capire quale dalla distanza - be' che anche da vicino non avrei saputo distinguerle a dir la verità -, chiedere alla sorella più piccola.
Accidenti, si stava creando un disastro, se Lauren e Wala avrebbero continuato così, ben presto tutta l'Ephia avrebbe saputo di Venezia prima ancora che avessi l'occasione di parlarne ai miei amici.
«Sentite, adesso calmatevi, potete venire entrambe!» esclamai infine in preda all'agitazione per evitare che rivelassero altro. «Ma a una condizione, anzi due. Non dovete parlarne con nessuno al di fuori di me, Yoann, Pad e Liss, se gli altri vi chiedono direte che è una semplice gita. Secondo, non dovete in alcun modo fare anche solo un minimo accenno di Will nemmeno a loro. Chiaro?»
Lauren annuì, non completamente convinta. Era evidente che voleva sapere di più, ma per ora si accontentava di venire a controllarci. Era una pessima idea portare con noi una possibile spia, ma se avessimo fatto abbastanza attenzione forse avremmo potuto anche cavarcela.
Wala invece esclamò emozionata: «Solo questo? Perfetto! Quando si parte? Vado a scegliermi i vestiti da portare! Uhm... Cosa farà una miglior figura in gondola, minigonna o jeans?»
Si allontanò continuando a parlare tra sé e sé, entusiasta della gita. La scrutai irritata. Era evidente, aveva inscenato quella messinscena apposta, sapeva che non avremmo mai accettato di portarcela in una missione importante da Ephuri altrimenti.
E io, ovviamente, ci ero cascata in pieno, provocandoun disastro assurdo. Liss non me l'avrebbe fatta passare liscia.
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