46.Chi è Sandy?
Mi accorsi di essere veramente sfinita solo quando le luci della sala del cinema si spensero, facendo risaltare il grande schermo luminoso, nel quale stava venendo proiettata la solita raffigurazione della casa di produzione di inizio film. All'improvviso faticavo a tenere gli occhi aperti.
«Pop-Corn?» mi propose mamma porgendomi il pacchetto di cartone, e io ne presi con piacere un paio, sperando che avrebbero potuto risvegliarmi un pochino.
Quando ero arrivata a casa i miei non mi avevano fatto troppe domande, anche perché le cure cui ero stata sottoposta all'Ephia erano state davvero ottime, e all'apparenza avevo un aspetto impeccabile. Bastava però che mi sfiorassero anche solo un braccio o che mi dessero un abbraccio e avrei passato ore a gemere per il dolore.
Per rendere più verosimile il mio racconto, avevo poi descritto diversi aneddoti riguardanti il pigiama party, come di quando avevamo fatto una battaglia di cuscini riempiendoci di piume fino alle mutande, o di quando io e Yoann ci eravamo messi a cantare insieme in modo stonato una canzone di Elvis Presley, di come Liss ci avesse filmati di nascosto e di quando stava per pubblicare il video su YouTube, di quando ci eravamo seduti in cerchio a raccontarci terrificanti storie dell'orrore... e un sacco di altri particolari talmente stuzzichevoli da farmi quasi rimpiangere di non aver passato realmente la notte a fare un pigiama party, piuttosto che a inseguire Arkonanti, farsi battere spudoratamente e infine svenire in una discoteca.
Dovevano però aver notato che ero un po' giù di morale - in verità ero solo stanca morta! - e perciò mi avevano proposto di andare, quella mattina stessa, insieme al cinema, giusto per divertirci un po'.
Visto che gli stavo mentendo da diverse settimane, e che dovevo mantenere la copertura di aver passato la notte a divertirmi con gli amici, non potei rifiutarmi, e così circa un'ora dopo mi trovavo a vedere per la centesima volta Star Wars: Il ritorno dello Jedi, faticando a seguire già le scritte iniziali.
Al Cinema Teatro Monterosa riproponevano spesso vecchi film, e quando i miei genitori ed io avevamo notato che quel giorno davano Guerre Stellari, ci eravamo fiondati direttamente in quella sala; quindi, non mi dispiaceva affatto vederlo, anche se lo conoscevo a memoria. Semplicemente... Ero troppo stanca per godermelo.
E poi non era colpa mia se il salone era così buio, se le mie palpebre quel giorno erano particolarmente pesanti, se i miei occhiali erano tanto appannati - quando ero con mamma e papà usavo ancora gli occhiali -, se la sedia era così comoda, e se la musica somigliava così tanto a una ninna nanna.
Per questo non potei fare niente quando le mie palpebre cedettero alla forza di gravità coprendo i miei occhi stanchi dalla luce, e quando i rumori del film sparato a tutto volume si fecero d'improvviso sempre più distanti, come provenissero da una Galassia lontana lontana...
La sala era immersa nell'oscurità, interrotta solo dal fascio leggero causato dalla luce di una lampadina. Nell'oscurità si sentiva solo un rumore di tasti che venivano cliccati su una tastiera, forse di un computer.
C'era un ragazzo rotondetto seduto alla stessa scrivania da cui proveniva la luce, e riuscii a distinguere anche la luce dello schermo, come se i miei occhi si stessero abituando, o come se riuscissi a vedere sempre meglio man mano che mi concentravo. Il computer illuminava spettralmente il viso del ragazzo, con gli occhi dal taglio mandorlato e gli occhiali spessi.
Questa volta Jiro non aveva l'aria spensierata e inoffensiva, anzi, sembrava parecchio concentrato in quello che faceva. Imprecò più volte in una lingua che non riuscii a identificare, segno che era in difficoltà, qualunque cosa stesse facendo.
Ma non era l'unico presente nella stanza. Seduto su un divano, intento a scrivere qualcosa, iniziai a distinguere il violinista. I capelli bianco-argentati si erano allungati impercettibilmente dall'ultima volta che lo avevo visto, oppure era semplicemente la posizione china.
Con una piacevole sorpresa mi resi conto che questa volta riuscivo a distinguere meglio il suo volto. Ora i vari particolari che avevo già notato nei sogni precedenti assumevano contorni più precisi, delineando meglio il suo aspetto.
Non seppi perché, ma ne rimasi incantata. C'era una certa delicatezza nella sua pelle chiara, nei suoi capelli sottili, nel suo naso con la gobba che a molti sarebbe potuto sembrare brutto, ma nel suo viso combaciava alla perfezione con tutto il resto.
Riuscii però a distinguere solo uno dei suoi occhi, quello destro, con l'iride grigio-azzurra screziata con scaglie blu sbiadito, contornato da sottili e lunghe ciglia chiare. La parte sinistra del viso rimase in ombra, così come l'altro occhio.
Sentivo un bisogno impellente di vedere anche il resto di lui, ma in qualunque posizione mi mettessi, proprio non riuscii a distinguere altro. Era inaudito che venisse celata parte di un viso così bello e perfetto!
All'improvviso, però, Will dovette accorgersi della mia presenza, perché l'unico occhio a me visibile si alzò dal libro su cui stava scrivendo, posandosi nei miei occhi. Chiuse di scatto il libro - in realtà un'agendina, più che altro - e si alzò in piedi, esclamando, in un sussurro: «Sei qui?»
Aprii la bocca per rispondere - anche se sinceramente non avrei saputo cosa dire, tanto era ovvia la risposta... - ma fu qualcun altro a rispondere al mio posto.
«La tua perspicacia è disarmante, Willie!» Conoscevo quella voce, e non mi piaceva per niente. Isidoro entrò nella stanza, seguito da una figura che però non riuscii a distinguere, perché immersa nell'ombra. Provai ad avvicinarmi per vederla, ma il mio corpo non si mosse.
«Ti ho già detto di non chiamarmi così...Doro», nel dirlo, le labbra sottili di Will si storsero in un sorriso sghembo - anche se forse così solo sembrava perché il resto del viso era in ombra, per cui non potevo saperlo -, «cosa vuoi?»
«Lo sai. Si è addormentata?»
«Non ancora.» Will mi attraversò con lo sguardo, come se non mi vedesse, tanto da farmi dubitare che poco prima non si fosse davvero accorto della mia presenza, ma solo di quella di Isidoro.
«Bene. Per sicurezza non dovresti metterti a suonare? Potrebbe avvenire da un momento all'altro, dopotutto.»
«No, preferisco suonare di notte, lo sai. E comunque, in caso si addormenti ti informerò subito, lo sai che puoi fidarti di me!»
Isidoro non sembrò gradire la risposta, perché si avvicinò al viso di Will lentamente, ma pur sempre in modo minaccioso. «Non prenderti gioco di me, Oni-»
Ma si interruppe improvvisamente, non concludendo quello che stava dicendo. Si voltò di scatto verso la figura in ombra che era entrata con lui nella stanza. Si guardò intorno. «È qui!» esclamò adirato, e mi resi conto che era la prima volta che vedevo Isidoro perdere la calma.
«No, Sandy si sbaglia» tentò Will, facendo un passo indietro, ma la figura in ombra dietro Isidoro fece un corrispondente passo avanti. Will si portò improvvisamente le mani alla gola, iniziando a respirare a fatica, come se qualcuno lo stesse strozzando. Sembrava tanto quello che faceva Darth Vader a chi osava disubbidirgli, e mi chiesi se il film che stavo guardando prima di addormentarmi c'entrasse qualcosa...
"Chiudi il becco" disse, facendo echeggiare la sua voce nella mente, una voce che corrispondeva a nessuna e tutte allo stesso tempo, come tante sovrapposte. Qualcosa mi diceva che era lei a essersi accorta della mia presenza e ad avere informato Isidoro. Ma chi era?
Sandy non sembrava voler mollare la presa. "Svegliala. Subito."
Will però riuscì a spostare lo sguardo sul mio. Incominciò a parlare, seppur a fatica: «R.R.R. è i-il mecenate dei perduti...»
"Smettila!" gridarono all'unisono le mille voci di Sandy. Will però riprese a fatica: «Protegge gli ingenui... inganna gli sprovveduti...»
Una forza invisibile lo lanciò sulla parete, e per un attimo Will smise di parlare, troppo dolorante nel tentativo di rialzarsi. Volevo soccorrerlo, ma il mio corpo continuava a non rispondere. Alzò di nuovo l'unico occhio visibile su di me: «Non segue il sentiero, eppure raggiunge la destinazione...»
Sandy fece dei passi avanti verso di lui, ma Will continuò imperterrito a parlare: «Si trova dove...»
La figura nera alzò una mano per colpirlo, ma lui fu ancora in tempo a concludere: «...non può essere calcolato con l'addizione».
Poi la figura nera calò il braccio su di lui e tutto venne distorto, la stanza incominciò a girare, fino a quando Jiro alla scrivania, Isidoro, l'ombra nera, e Will riverso a terra scomparvero nel nulla, lasciando al loro posto solo un grande punto interrogativo.
Spalancai gli occhi, e sobbalzai non appena vidi una navicella spaziale che volava rapida e minacciosa verso di me. Quando però quella non mi raggiunse, dedussi che non era stata veramente lì, ma solo proietta sul grande schermo luminoso. Tirai un sospiro di sollievo.
Guardai prima a destra e poi a sinistra. Né mamma né papà si erano resi conto che mi fossi appisolata, la prima perché troppo presa dal film, il secondo... beh, perché si era appisolato pure lui.
«Scusa, devo andare in bagno» sussurrai piano per non disturbare nessuno, e mia mamma mi fece largo per permettermi di passare.
Uscita dalla sala mi mossi a passo frettoloso ripetendomi alcune parole nella mente per non rischiare di dimenticarle. Dopo essermi fatta prestare una biro dalla bigliettaia, corsi in bagno, chiudendomi dentro.
Iniziai subito a scrivere, in modo concitato, su un fazzoletto di carta, le parole di Will. Dopo di che rilessi il tutto, chiedendomi cosa diavolo significasse. Era evidente che si trattava di una specie di indovinello, e io adoravo gli indovinelli. L'unico inconveniente era che per capirne il significato prima bisognava riuscire a risolverli...
Mi sedetti sulla tavolozza abbassata del gabinetto, mettendomi le mani nei capelli. Nonostante il mio sonno non fosse stato poi tanto rilassante, adesso mi sentivo molto riposata, sveglissima. Anche se forse era soltanto l'emozione per aver trovato nuovi indizi.
Chissà perché proprio adesso ero riuscita a fare un sogno un po' più specifico... centrava forse con il fatto che ora sapevo che non erano sogni normali? Non lo sapevo e non sapevo nemmeno se e quando l'avrei saputo.
Cercai di scervellarmi sul senso di molto di ciò che avevo visto... Will era, con molte probabilità, il prigioniero che Isidoro aveva nominato la sera prima. E Isidoro sapeva anche che poteva comunicare con me quando dormivo. Però ancora non riuscivo a comprendere perché l'occhio sinistro di Will mi fosse oscurato. E soprattutto, chi diamine era quella Sandy? Chiunque fosse ero sicura di non voler mai avere il piacere di fare la sua conoscenza.
Consapevole che non sarei riuscita a capire niente così su due piedi, decisi per il momento di pensare ad altro, così ripiegai con cura il fazzoletto nascondendolo in una tasca interna, poi uscii, restituii la penna alla biglietteria, e ritornai in sala ad assistere alla conclusione del film.
Allora... Ipotesi? Sono curiosa di sapere come parafrasate l'indovinello di Will!
In realtà varie ipotesi e deduzioni riguardanti verranno già fatte nel prossimo capitolo ma vi invito a tentare di spremervi le meningi prima voi, perché sono tremendamente curiosa di conoscere le vostre teorie.
Per semplificare ve lo riporto per intero qui di seguito:
"R.R.R. è il mecenate dei perduti
Protegge gli ingenui, inganna gli sprovveduti.
Non segue il sentiero, eppure raggiunge la destinazione,
Sì trova dove non può essere calcolato con l'addizione."
E questo è quanto. Scusate per l'interruzione e per le mie pessime doti poetiche!
Buon proseguimento di lettura! 🤗❤️
꧁ꟻAᴎTAꙅilɘᴎA꧂
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