110.Adèu R.R.R.

Aveva senso. Aveva proprio maledettamente senso, tanto che mi chiesi come avessi fatto a non esserci arrivata prima.

Gli Arkonanti lo volevano vivo, in modo tale da poter ricavare la posizione di tutti i frammenti rimasti torturandolo. Noi lo volevamo proteggere, ovviamente, per via del nostro patto. Gli unici altri Ephuri a sapere della sua esistenza erano proprio gli Umanenti di Barcellona, che lo volevano morto per insabbiare le prove che gli avrebbero imputato la colpa dei disastri.

In qualche modo l'avevano trovato, per poi infiltrarsi tra i Letargianti, così da non essere riconosciuti. Sarebbero stati loro la vera causa della sua morte.

"Gli Umanenti di Barcellona" avvertii gli altri, "sono travestiti da Diables."

Ma come io mi ero accorta del suo errore, anche l'Ephuro su cui ero appena caduta addosso doveva essersene reso conto, e aver avvertito immediatamente tutti i suoi compagni, perché all'improvviso le giravolte e i movimenti delle fiamme si fecero più mirati, diretti sia verso di noi che verso gli Arkonanti. Inoltre, alcuni tra coloro che prima ballavano spensierati nella folla, come a rispondere a un unico comando mentale, si bloccarono all'unisono per estrarre armi nascoste e unirsi all'attacco degli altri Umanenti, accerchiandoci.

Non erano distinguibili i lineamenti dei visi dei Diables, perché gli abiti rossi con motivi neri di fiamme danzanti e i passamontagna su cui spiccavano le due cornette nere li coprivano interamente, ma riconobbi lo stesso, forse per l'andatura, forse per semplice deduzione, Àlvar Gomis, Ephiante di Barcellona, che si avvicinava pericolosamente a R.R.R.

Quest'ultimo, non potendo più contare sulla completa protezione dei due Adelphi, si stava difendendo dai colpi che lo raggiungevano prevedendone ogni arrivo, schivando con grazia e rapidità quel che poteva, e nascondendosi dietro a piccole trappole munite di R per gli attacchi che non era possibile evitare.

Dopo aver parato l'attacco dell'Ephuro più vicino - gli Umanenti erano più facili da sconfiggere perché, a differenza degli Arkonanti, non cercavano di ucciderci - mi guardai intorno per vedere come fossero messi gli altri, nella vana speranza che qualcuno avrebbe potuto mettersi in mezzo tra l'avanzata del signor Gomis e il suo obiettivo, ma erano tutti troppo impegnati, chi con gli Umanenti, chi con gli Arkonanti.

Uno scontro su due fronti, considerando anche che dovevamo proteggere i Letargianti presenti, era troppo difficile da sostenere.

Capii che il momento stava per arrivare quando anche Yoann, l'unico che fin ora era riuscito a restargli accanto, fu costretto ad allontanarsi, attaccato da un Diables. Vidi solo un'esplosione di luce, lo scoppiettio dei petardi, e l'attimo dopo la chioma ramata del francese si confondeva tra le tante della folla, prima di sparire definitivamente alla mia vista, celata dai fumi delle fiamme e dall'euforia di coloro che stavano festeggiando la morte a ritmo di tamburi. Non c'era stata nemmeno la possibilità di un ultimo saluto, neanche un cenno, uno sguardo, nulla.

"Laf, è il momento" sentii nella testa, riconoscendo la voce di R.R.R.

No. Mi rifiutai, non potevo permetterlo. Forse c'era un modo. Se solo fossi riuscita ad arrivare in tempo...

Senza che me ne rendessi conto, le mie gambe cominciarono a muoversi da sole, avvicinandomi al luogo attorno cui si stavano assiepando i Diables, guidati da Àlvar, fischiettando a ritmo con i tamburi e attirando anche buona parte della folla di Letargianti a circondarli con le loro danze sfrenate.

"Lo stanno accerchiando!" gridai nella mente degli altri, nella speranza che ancora, nonostante io già sapessi, non si ostinava a scomparire.

Liss, che in quel momento stava combattendo contro Isidoro, si voltò di scatto e gridò, tentando, così come il suo avversario, di avvicinarsi al luogo dove convergevano tutte le fiamme. Ewan ed Elias provarono a sbalzare gli Umanenti più vicini, in modo da farsi strada fino a R.R.R., ma erano troppi e lui era troppo lontano, non ce l'avrebbero mai fatta in tempo, così come Padma e pure Yoann.

"Fermati" mi disse ancora R.R.R., mentre pure lui, vedendosi accerchiato, decideva di smettere di combattere, lo sguardo più serio che mai, fisso sul Diables che supponevo fosse Àlvar. "Lo sai che non puoi cambiare quello che succederà. Appena sarà accaduto dovrai fare quel che ho detto, non temere per la vita dei tuoi amici, è solo me che vogliono."

I fischi si fecero continui e si innalzarono di volume, le persone intorno si agitarono percependo che stava per avvenire un'esplosione di luce ancora più intensa delle precedenti, la musica delle percussioni si fece incalzante.

Arrestai la mia corsa, il cuore che scalpitava nel petto più svelto anche dei tamburi, rendendomi conto che non c'era davvero più nulla che potessi fare. Lo sapevo fin dall'inizio, eppure trovarmi lì, consapevole di quello che stava per succedere, inerme e inutile, era troppo da sopportare.

"Adèu. Salutami Yril." Questa l'ultima cosa che gli sentii pronunciare nella mia testa un attimo prima che i Diables, all'unisono, allungassero le loro fiaccole crepitanti di scintille micidiali verso di lui, bruciando i suoi abiti colorati, dilaniando la sua carne, asfissiandolo con il fumo. Le sue grida di dolore furono soffocate con il suono emesso dai fischietti che somigliavano a strilli, a cui si aggiungevano le voci entusiaste di tutte quelle persone ignare che pensavano di star assistendo al momento clou della festa, i tamburi che raggiungevano il loro apice di intensità.

Quando il cerchio di Diables si sciolse, chiusi gli occhi infiammati dalle lacrime imminenti, per impedirmi di vedere il corpo devastato dalle ustioni, l'espressione derisoria e allegra resa irriconoscibile per via del viso bruciato, i colori spenti per sempre, sostituiti dalla cenere nera della morte. Preferivo lasciare tutto ciò alla mia sola immaginazione, consapevole che qualunque cosa sarebbe stata meglio della verità di quel che era accaduto davanti a me.

Mi girai di centottanta gradi. Era arrivata l'ora di fare la mia parte, l'avevo promesso a R.R.R., quella era stata la sua ultima volontà: rispettare il nostro patto. Non era mai stato egoista come aveva voluto farci credere; come Antoni Gaudì e come Eusebi Guell, lui sperava in un futuro migliore, per il quale era stato disposto a sacrificare anche sé stesso. E io ero il mezzo per far sì che quel futuro, qualunque esso fosse, si avverasse; non potevo deluderlo.

Dovevo essere forte per quel ragazzo unico nel suo genere a cui, senza rendermene conto, non avevo potuto fare a meno di affezionarmi.

Mentre le percussioni si facevano più ritmiche e meno febbricitanti, e gli scoppiettii meno intensi, intanto che la folla si accingeva a spostarsi verso il luogo finale della festa ormai in procinto di concludersi, iniziai a correre nella direzione opposta, ignorando tutto il resto, arrivando anche a spingermi nella calca per riuscire a passare, consapevole che non c'era molto tempo e che dovevo muovermi, se davvero volevo riuscire nel mio intento senza che nessuno notasse la mia sparizione.

Non avrei visto l'espressione sconfitta di Liss, non mi sarei commossa dinnanzi al viso rigato dalle lacrime di Yoann, una volta che avrebbe scoperto come R.R.R. era stato ridotto. Non avrei pianto con lui, con Padma, e con tutti gli altri quando si sarebbero resi conto di quel che era accaduto, del fallimento che era costato la vita del Mecenate.

Mi trovavo già a un isolato di distanza quando sentii esplodere nel cielo una serie di scoppi che colorarono la notte, accompagnati da grida di giubilo. Quei fuochi d'artificio festeggiavano la missione che dopo tanto tempo gli Umanenti di Barcellona erano finalmente riusciti a portare a termine, la morte di qualcuno che era sempre riuscito a sfuggirgli nonostante i loro sforzi, qualcuno che per sopravvivere aveva dovuto rinunciare a una infanzia normale e aveva assistito alla scomparsa dell'unica persona a cui tenesse, qualcuno che era sempre stato solo, per infine morire, solo.

Tuttavia, non potei fare a meno che sentirmene rincuorata, perché sapevo che quei colori vivi che squarciavano la notte lui li avrebbe adorati, si sarebbe sentito identificato nella scoppiettante vivacità che si contraddistingueva dal mondo opaco e buio in cui erano immersi. In un certo senso quello era il miglior saluto di addio che potesse ricevere.

«Il corpo muore, la mente si espande» sussurrai al cielo, ricordando la frase di commiato Ephura cui si erano riferiti i Guardiani della Scogliera.

Dopodiché voltai le spalle anche ai fuochi, diretta verso qualcosa di più importante di me, di R.R.R. e di qualunque altra cosa. Avevo promesso che l'avrei fatto e quindi avrei rispettato la mia parola,perché questo era ciò che lui avrebbe voluto.

E così, è infine successo. Adèu R.R.R.

Suppongo che molti di voi, come Liv, non erano riusciti ad accettare quel che sarebbe successo, pur sapendolo già, fino al momento in cui infine è accaduto. A me è successo lo stesso, fin da quando l'ho creato sapevo che sarebbe accaduto, ma nonostante questo non ho potuto fare a meno di rimanerci male io stessa mentre lo scrivevo 😭

CAVOLO, R.R.R. È IL MIO PERSONAGGIO PREFERITO DEL PRIMO LIBRO (della saga per intero in realtà sarebbe un altro ma visto che qui fa ancora solo una piccola parte vista esterna non la conto 💀) QUINDI NON PRENDETEVELA CON ME CHE ANCHE IO STO SOFFRENDO 😫😩

Intanto, giusto per immergervi un po' nell'atmosfera... ecco un video del Correfoc realizzato da qualcuno che ci è andato, non so proprio chi 🙄

È per intero, comprende quindi anche lo scorso capitolo, fin dai fischi iniziali ai fuochi d'artificio finali🎇🎆🔥

Lo avete intravisto R.R.R. al centro del Diables raccolti intorno nel momento clou? 😈

A questo punto vi starete chiedendo quale sia il suo nome... bel mistero eheh
Per questo dovrete aspettare ancora un paio di capitoli e un paio di flashback 😇

A presto! Vediamo un po' cosa combinerà Liv con il frammento...
Ipotesi su cosa sceglierà alla fine? Consegnarlo o tenerselo?

Cosa fareste voi al suo posto?

꧁ꟻAᴎTAꙅilɘᴎA꧂

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