104.Davvero?

«Perfetto, quell'idiota mi ha rovinato tutto il vestito» si lamentò Liss guardando con sdegno la condizione in cui Trich aveva lasciato il suo abito così come i nostri, quando tutti gli invitati furono usciti e i collegamenti mentali con Torino disattivati. Erano stati un po' confusi dall'interruzione improvvisa della festa proprio nel suo momento centrale, ma dovevano aver supposto che l'intrusione improvvisa di un pappagallo sfascia-torte fosse una ragione sufficiente.

Ovviamente non per Lauren. Di certo era già partita a investigare per capire cosa quel pappagallo c'entrasse con ciò che stavamo facendo a Barcellona e perché ci avesse sconvolti così tanto, ma non importava. L'unica cosa che contava al momento era capire che diamine fosse accaduto a R.R.R. e perché il suo lorichetto fosse ridotto in quel modo. Il più preoccupato sembrava Yoann: se non l'avessi fermato io, sarebbe già schizzato fuori dalla finestra infischiandosene di tutti gli ospiti e dei possibili sospetti che un comportamento del genere avrebbe potuto provocare.

Io, tuttavia, non riuscivo a essere totalmente preoccupata, forse per via della consapevolezza che non esisteva nulla al mondo che potesse sorprendere davvero R.R.R., e se qualcosa di grave lo avesse minacciato lui non avrebbe mai permesso che questo si realizzasse, anche perché di certo non era un tipo incline al sacrificio; avrebbe fatto di tutto pur di proteggere il suo bene più prezioso, ovvero sé stesso.

Lasciati i miei genitori a casa, uscimmo frettolosamente, seguendo Trich. A vedere dal suo svolacchiare rapido ma agitato, il pappagallo era ancora piuttosto sconvolto, tanto che non fu facile stargli dietro. Avvolti dalle ombre della notte, attraversammo diverse strade illuminate passando come al solito per i tetti. Ci trovavamo esattamente a metà tra la vivacità serale tipica di Barcellona che si palesava sotto di noi, e la quiete silenziosa del cielo annuvolato sopra le nostre teste.

Questa volta il viaggio fu assai più breve dell'ultima volta che ci eravamo fatti guidare da Trich, che infatti si fermò già nella zona del Barri Gotic, e subito ci fu chiaro il perché.

Prima vedemmo il fumo. Denso, nero, che rapido si innalzava verso il cielo mescolandosi alle nubi della notte.

Del fuoco che l'aveva generato non erano restate che alcune vivide fiamme rosse, che tuttavia zampillavano e crepitavano con intensità, figlie di quella che doveva essere stata un'esplosione devastante.

Esplosione che si era innescata proprio sulla cima del Mirador del Rei Martì.

La casa di R.R.R.

«Non è possibile...» disse Yoann, la voce appena percettibile. Aveva ragione. Era impossibile che Il Mecenate dei Perduti avesse permesso una cosa del genere. Anzi, più che altro era del tutto privo di senso.

«Non può essergli accaduto niente, di certo si tratta solo di un altro inganno» dissi per rassicurare il mio amico. A rispondermi fu un'ulteriore piccola esplosione, seguita dalla caduta di una trave bruciata e il suo successivo schianto nella strada sottostante. Mi chiesi cosa vedessero i Letargianti in quel momento, e sperai che nessuno si trovasse negli immediati paraggi.

«Ma perché avrebbe dovuto permettere la distruzione del suo fighissimo loft?» si chiese Ewan quando fummo abbastanza vicini da verificare che nulla al suo interno potesse essersi salvato.

«Su questo avrei da ribattere» gli rispose Liss.

«Non credi che se lo aspettasse? Ma come...»

«No! Quello ovvio, solo dico che non era poi così figo.»

«Dai, almeno c'era una bella vista, no?»

«Sì ma dov'è lui?» intervenne Yoann a voce forse fin troppo alta, interrompendo il breve scambio.

«Anche Trich è scomparso» mugugnò Elias.

Per un attimo ci guardammo spaesati intorno, tutti tranne Padma, che aveva lo sguardo fisso verso un punto in basso, sotto l'edificio su cui ci trovavamo. «Eccolo» disse puntando con il dito l'uccellino colorato.

Se magari R.R.R. era già consapevole di quanto stava accadendo, di certo il suo pappagallo non lo era, e anzi, sembrava piuttosto preoccupato per le sorti del suo padrone.

Saltammo tutti giù quasi contemporaneamente, seguendo il suo percorso fino a una stretta viuzza stipata in mezzo a due ampi edifici, e nella quale era quindi quasi impossibile avvistare qualcuno dall'alto.

E lì, finalmente, l'uccello variopinto garrì di una gioia incontenibile, nel ritrovare il suo altrettanto variopinto padrone. Quest'ultimo, ovviamente vivo e vegeto, avvolto in diversi strati di vestiti e con almeno tre diverse tipologie di cappelli sulla testa, gli uni sovrapposti agli altri, trascinava due pesanti valigie sul punto di esplodere da un momento all'altro.

Quando Trich lo raggiunse, gli si arrampicò sulla spalla e gli zampettò sul collo rapidamente, mordicchiandogli prima un orecchio e poi l'altro, felice come non lo avevo mai visto.

«Tu!» lo accusò Liss, annunciando il nostro arrivo, che come previsto non stupì affatto R.R.R., il quale si voltò con un movimento rapido verso la nostra direzione, lo sguardo illuminato da un sorrisino affilato.

«È così che si saluta un caro amico che ha rischiato di morire?» si portò una mano sul cuore, in gesto teatrale «Tutto bene mio affascinante alleato? Cosa sarà mai accaduto alla tua incantevole quanto accogliente abitazione? Sei riuscito a recuperare in tempo tutti i tuoi averi? È troppo chiedere un po' di gentilezza o come minimo umana considerazione della grave perdita che ho dovuto subire?!»

Ma Liss non lo ascoltò e anzi, affrettò il passo per raggiungerlo prima di noi, prenderlo per il collo di una delle camicie che indossava e sbatterlo contro il muro mentre il pappagallo andava a posarsi su una valigia sfuggendole appena in tempo. Evidentemente non le era ancora andato giù l'intervento tempestivo di Trich alla festa di Padma e soprattutto di come costui le aveva sporcato il vestito.

«Si può sapere che diavolo significa tutto questo? Perché non ci avevi avvertiti di quel che sarebbe accaduto? E non osare deviare il discorso altrimenti questa sarà l'ultima volta che avrai modo di usare la tua lingua perché te la taglierò via.»

Per rendere più consistente la sua minaccia Liss estrasse in un sibilo metallico uno dei suoi pugnali e glielo puntò alla gola.

«Va bene, va bene, ma non c'è bisogno di essere così aggressivi Lid, ve lo avrei detto anche nelle probabilità temporali in cui non mi minacciavate di privarmi della mia bellissima e incontrollabile lingua tagliente!»

«E allora parla» insistette ancora lei, stringendo ancora di più la sua presa.

«Un po' difficile in questa posizione, non trovi?» lamentò lui con voce strozzata.

«Dai, lascialo» lo assecondò Ewan.

Solo dopo che fu liberato con un gesto sprezzante da parte dell'islandese, R.R.R. si ricompose, rielevandosi nella sua incommensurabile altezza, e dopo essersi aggiustato gli abiti, disse: «Dato che siete così impazienti, sarò breve e conciso. Uno di voi ha rivelato agli Arkonanti la posizione di casa mia e quindi quei simpaticoni hanno deciso di attaccarmi perché, a quanto pare, il vostro bel giochino di illusioni al Poble Espaniol è stato un fiasco. Così, prevedendo il loro arrivo, ho deciso di sacrificare la mia amata casetta sul Mirador riempiendola di trappole con esplosioni di mens, che, sommandosi tra loro, hanno fatto scaturire una vera e propria esplosione più grande proprio quando i seguaci di Arkon sono arrivati facendole innescare! E così gli ospiti indesiderati hanno fatto tutti allegramente KABOOM!»

Dopo quella quantomeno inaspettata rivelazione restammo tutti ammutoliti e confusi per qualche attimo, forse anche solo per l'incredulità che avesse deciso, per una volta, di sputare tutto il rospo da subito, senza rigirarci troppo intorno.

«Bene, ora se non vi dispiace, avrei...» R.R.R. fece il gesto di prendere una delle valigie, forse per trasmettere la fretta che aveva e spingerci a darci una sbrigata. Non gli fu difficile ottenere l'effetto sperato.

«Aspetta!» lo fermò infatti subito Yoyo. «Intendi dire che ora gli Arkonanti sono morti?»

Quello che mi chiedevo io, più che altro, era perché diamine non ci avesse avvertiti subito del fatto che il nostro inganno al Poble Espanyol, fosse stato un fiasco. Perché darci false speranze per poi prenderci alla sprovvista in quel modo?

«Morti, vivi, cosa importa? Quale rilevanza ha una vita a confronto dell'immensità del tempo? Solo i guardiani della scogliera immortale su cui millenni di storia si sono abbattuti come onde impetuose potranno darvi risposta!»

A quelle parole l'esplosione della casa di R.R.R. parve nulla a confronto della furia che scoppiò negli occhi di Liss. «Avevamo detto niente frasi enigmatiche.»

Questa volta il mecenate la evitò sfacciatamente, in apparenza dimentico della minaccia, forse perché consapevole della sua mancanza di fondamento, e questo la fece inviperire ancora di più.

«E poi avevi promesso che dopo una settimana ci avresti aiutati con i frammenti!» si aggiunse Ewan.

«Davvero?» chiese lui, per poi ripetere, avvicinandosi al ragazzo con un solo slanciato passo da grillo, un sopracciglio inarcato. «Davvero?»

Lui provò a sostenere il suo sguardo, fallendo miseramente. R.R.R. aveva ragione, non ci aveva promesso niente se non che avremmo potuto cambiare idea nel tempo che ci aveva assegnato.

«Il mio splendore sarà anche talmente luminoso da rendermi indescrivibilmente scriteriato, ma, se la memoria non mi inganna, siete voi prima, che dovete un favore a me, se davvero desiderate ottenere qualcos'altro in cambio. Vi ricordo che gli Arkonanti sanno ancora che io sono vivo e vegeto, pronto da catturare! Non pensate che questa faccenda sia da risolvere? Il tempo limite si avvicina, da quello che farete stanotte dipende la mia sopravvivenza! Non vorrete mica prendervi la colpa della morte di una personcina adorabile come me!»

«Cosa intendi dire? Tu... rischi di morire?» chiese Yoann, confuso, di nuovo negli occhi la preoccupazione che già prima lo aveva assalito al solo pensiero che R.R.R. avesse potuto trovarsi all'interno del loft durante l'esplosione.

«Come già vi ho detto, il mio potere ha un limite e, purtroppo, non ho il controllo sulle azioni che non dipendono da me. Ho fatto il possibile per assicurarmi la sopravvivenza ma l'incombenza di un evento particolare distorce le mie previsioni e annebbia la mia vista. Pertanto, ora vi trovate innanzi a una biforcazione e a seconda della scelta che prenderete, senza la mia influenza, dipende il mio futuro! Dilettevole, non trovate? Bene, il tempo stringe, gli Arkonanti stanno già seguendo le tracce che ho gentilmente lasciato loro, vi è consigliabile seguirle per scoprire dove conducono... chissà, potrebbero tornare utili anche per ciò che serve a voi!»

«Eh? Cosa intendi dire? Aspett-»

Yoann non ebbe neanche il tempo di finire di parlare, che R.R.R. aveva già agguantato le valigie e, lorichetto in spalla, era partito a passo spedito, un'enorme, eterea R emersa dal pavimento dietro di sé che ci impediva di vedere oltre.

Liss strinse i pugni per la rabbia. «Io vi giuro che uno di questi giorni lo ammazzo».

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