103.Compleanno
«Oh, questa è la mia canzone preferita!» esclamò radiosa Rub, attirando su di sé gli sguardi di tutti gli altri presenti.
«P-potresti cantare» propose, con mia sorpresa, Iuri, guardandola con la bocca semichiusa e lo sguardo ebete. Molto probabilmente il ragazzo aveva una gran bella cotta.
«Ma no, figurati, non c'è nemmeno un microfono!» si rifiutò lei con un gesto noncurante della mano, anche se era evidente che la proposta l'attirava, e anche parecchio. Anzi, forse era stato il suo desiderio fin da quando aveva espresso quella preferenza.
«Scommetto che tu non ne hai bisogno!» ribatté Yoann. «Su, canta! Canta! Canta! Canta!»
Al suo sollecito si aggiunse subito Hemi con la sua voce tonante, e anche i miei genitori, ma non prima che mamma borbottasse a papà, a labbra serrate: «Lo dicono perché è brava giusto?»
Solo quando anche Ewan prese a incitare la ragazza, questa si voltò verso di lui, un sorriso e uno sguardo dolce, riconoscente e un poco sorpreso a renderla ancora più bella di quanto già non fosse.
«E va bene, se proprio ci tenete così tanto!» scrollando le spalle, a mio parere fingendo imbarazzo, mentre tutti applaudivano per incentivarla, si diresse al punto in cui prima Hemi si era esibito - che ormai si poteva considerare quasi una specie di palcoscenico, e fece ripartire la canzone da capo.
Si trattava di un ritmo decisamente esotico, a tratti quasi orientale, o mediorientale, ma con una base di fondo che mi era sconosciuta, da cui dedussi fosse del luogo da cui proveniva Kerubo.
Non prese subito a cantare, aspettò il momento che la musica si facesse più intensa, e poi partì. In quel momento il sottofondo sembrò sparire, totalmente infossato da quell'appena percettibile vibrazione che emetteva la sua voce, ma che focalizzava l'attenzione di ogni singolo mens della stanza. Insieme a lei, tutto sembrava vibrare: il lampadario, le mura, la tavola imbandita, l'aria, e io stessa.
Quando poi il ritmo, suo schiavo, piegò per una svolta inaspettata, con esso la sua voce esplose e zampillò come un'eruzione vulcanica, travolgendo tutti noi con lava incandescente. Mi sentii quasi esplodere il cuore per la meraviglia di quel suono sublime, che solo suono non era. Era qualcosa che penetrava dentro di te e ti impediva di respirare, stringeva il cuore in una morsa accogliente e incredibilmente calda, che arrivava quasi a scalfire la soglia del pericolo per esplosione di emozioni. In quel momento sentivo che non potesse esistere nient'altro di tanto magnifico ed emozionante al mondo, e tutti gli altri pensieri e problemi scomparvero, come sotterrati da strati di magma solidificato.
Infine, l'intensità della voce si ridusse fino a spegnersi del tutto e la magia finì. Tutto tornò rapidamente, troppo rapidamente, alla realtà e per un momento temetti che si fosse trattato solo di un bellissimo sogno. Ma le espressioni stravolte di quasi tutti i presenti, piombati in un silenzio attonito, negarono questa ipotesi. Dopo qualche secondo, esplose un applauso incontrollato e animato da una riconoscenza quasi feroce, del tipo che anche quando prendeva a scorticare le mani era impossibile smettere perché era qualcosa che si desiderava troppo intensamente.
«Ancora! Ancora! Ancora!» gridavano tutti, in particolare mamma, che da come si dimenava e gridava a squarciagola il bis, sembrava la più folle delle adolescenti al concerto della sua star preferita. Certe volte sapeva diventare quasi imbarazzante...
«No no, le mie canzoni creano dipendenza, meglio evitare!» rise la ragazza acclamata, rinunciando definitivamente a quella che era stata decisamente falsa modestia per accogliere l'amore del pubblico. «Però se li desiderate vi posso offrire gratis alcuni dischi che ho girato a Mombasa! Ecco, ne ho portati giusto un paio!»
Non appena si mosse per andare a prendere la borsa, gran parte della folla le si fece appresso, tra cui una mamma particolarmente sgomitante che si affrettò a raggiungerla per prima per accaparrarsi i dischi di maggior tendenza.
«Aveva intenzione di cantare fin dall'inizio, vero?» assottigliai lo sguardo, studiandola divertita.
«Direi proprio di sì, Rub è fatta così, le piace attirare l'attenzione su di sé» confermò Yoann con un sorriso ammirato. Era evidente, dalla sua simpatia per R.R.R., che questa era una caratteristica che non gli dispiaceva affatto.
«Allora, ti sta piacendo la festa?» chiesi a Padma non appena questa ci ebbe raggiunto per sprofondare in mezzo a noi due.
Lei annuì, anche se aveva l'aria un po' stanca. Mi chiesi se avessimo fatto bene a prepararle una festa. Era evidente che non fosse il tipo, e probabilmente al momento l'unica cosa che desiderava era rannicchiarsi nell'angolino sotto il suo letto, proprio come stava facendo Luna per evitare le attenzioni di tutta quella gente inaspettata.
Yoann e io avevamo avuto quel sospetto, in effetti, prima di metterci a organizzare l'evento. Tuttavia, alla fine avevamo deciso di tentare ugualmente, organizzando quindi una festicciola piccola e non pomposa o caotica in modo eccessivo. Inoltre, il mattino dopo si sarebbe conclusa la settimana di tempo che ci aveva concesso R.R.R., quindi quella era l'ultima sera che potevamo dedicare a noi stessi prima di riprendere le ricerche del frammento. Perché, dunque, non approfittarne per fare qualcosa di speciale?
In ogni caso, mi consolai con il fatto che di sicuro a Padma aveva fatto un immenso piacere rivedere tutti gli Ephuri di Torino. Di contro, entrambi sapevamo che proprio l'Ephura che più di tutti Padma desiderava rivedere era l'unica che non era possibile incontrare, neanche mentalmente, perché rinchiusa in una prigione della massima sicurezza. Quel mese avrebbe saltato la sua visita periodica dalla madre, e forse era anche questo a metterla di malumore.
«Sai cosa potrebbe renderla ancora più speciale?» proposi all'improvviso, ricordando le parole di Rub, e fingendo di non aver intuito la risposta silenziosa della festeggiata sul suo reale gradimento della festa in suo onore.
«Cosa?»
«Beh, questa potrebbe essere un'ottima occasione per fare dei progressi con un certo ragazzo...» esordii, incerta, sperando con tutto il cuore che capisse e che non dovesse costringermi a scendere ulteriormente nei dettagli.
Purtroppo, o forse per fortuna, capì. E subito la sua carnagione dorata assunse lo stesso identico colore di una lanterna appesa poco sopra la sua testa.
Capendo al volo che stava per svignarsela di nuovo, Yoann si affrettò a intervenire. «Quello che vogliamo dire è che dovresti riuscire a trovare il coraggio di esprimere quello che senti, Padmina. Non puoi tenerti tutto dentro per sempre, e più prolunghi questa situazione, più si aggraverà. Non vorresti avere come minimo il coraggio di parlargli normalmente o essere te stessa in sua presenza?»
Espressi il mio accordo con Yoann trasmettendole i miei sentimenti in merito, il mio desiderio di aiutarla e di esserle vicina, anche solo per vederla stare meglio. Non ne avevamo mai parlato apertamente prima, ma era sempre risultata una cosa talmente ovvia che mi risultò alquanto semplice.
Il nostro intervento sembrò calmarla. Il colorito tornò gradualmente normale e si rannicchiò su sé stessa, portando il mento alle ginocchia piegate, fasciate con le braccia.
"Sì ma... non saprei proprio da dove inizianciare... lui è così... insomma... e quando mi guarda mi impappimbroglio tutta... no, sarebbe troppo imbarazzante!"
"Se parti già con questo presupposto lo sarà per forza!" ribatté Yoann. "Prova invece a chiacchierare con lui, avvicinarlo un po'..."
"Gli sono già vicina, e spessuentemente," Pad appoggiò la fronte alle ginocchia congiunte, "Peccato che lui mi consideri solo come una sorella."
"Non puoi esserne certa" ribattei io, anche se dovevo riconoscere che c'era un'alta probabilità che fosse così. "Finché non glielo chiedi non potrai saperlo."
"Cosa?! Io dovrei... oh no-no, non ci penso nemmeno!" Padma riprese ad arrossire.
Yoann, invece, concordò con me: "Perché no? Sarebbe una cosa carina! Almeno così ti toglieresti il dubbio! Anche fosse che non ricambia, almeno avresti finalmente la conferma che puoi allargare i tuoi orizzonti. È ora di chiudere questa faccenda una volta per tutte." Sul suo viso comparve un sorriso malizioso. "Oppure aprirla, chissà!"
Padma mugghiò in un ringhio simile a quello che faceva Luna quando la spostavamo da un posto senza il suo consenso o la svegliavamo da un bel sogno, ma alla fine si decise ad alzarsi.
«E va bene, se proprio ci tenete tanto, allora ci proverò.»
Yoann e io ci scambiammo uno sguardo soddisfatto, senza nascondere la sorpresa per essere davvero riusciti a convincerla a farsi un po' di coraggio. Possibile che si sarebbe davvero arrivati a una svolta in quella storia?
Mentre Pad iniziava a voltarsi per cercare dove si trovasse Ewan, mi chiesi se fosse stata una buona idea farle correre un tale rischio proprio il giorno del suo compleanno, ma mentre inspirava profondamente per farsi coraggio, provai una profonda fierezza nel vederla così decisa e tenera contemporaneamente. Capii che, in qualunque modo sarebbe andata... sì, quella era la scelta giusta.
Dato che ancora non si muoveva, Yoann propose: "Se vuoi veniamo con te".
"Visto che siete così curiosi potete venire, la porta è aperta." Era evidente, anche se non l'avrebbe mai ammesso, che la nostra presenza l'avrebbe rassicurata.
Dopo che ci fu spianata la strada nel suo Clypeus, penetrammo oltre l'uscio, e sentimmo il suo cuore palpitare per l'emozione come fosse il nostro.
Esattamente come era accaduto la prima volta con Yoann, abituarsi all'andatura e al corpo di Padma non appena ci sporgemmo nella sua pergamena del presente, non fu affatto facile. In questo caso, oltre alla differenza di statura, corporatura e passo, si aggiungevano anche i brividi di emozione che le attraversavano tutto il corpo e il caos che imperversava nella sua testa al momento, al solo pensiero di ciò che stava per andare a fare.
"Non ha senso, cosa sto facendo, è una pazzia, non posso fare una cosa del genere" continuava a ripetere una voce nella sua e, di conseguenza, nelle nostre teste. E poi si rispondeva sa sola: "Però Liv e Yoann hanno ragione, devo affrontare questa cosa... no, non è vero, anzi sì..."
"Padma, respira" suggerì Yoann.
"Sì, ma come glielo dico? Io non so fare questo genere di discorsi, sono troppo sdolcinati!"
"Fai una prova a dirlo prima a noi allora, solo nel pensiero, come se ti trovassi davanti a uno specchio e nessuno potesse sentirti" le proposi io. Era una cosa che avevo visto spesso fare nei film, magari poteva funzionare.
"Okay... ehmm... Ewan. Tu per me sei... No, non ce la faccio neanche così, perfetto."
Nello stesso momento in cui lo diceva, però, una serie di immagini e piccole scene si dispiegarono da alcune pergamene tra gli scaffali del suo Jutnos e si affacciarono anche alla nostra visione, forse perché stavano tornando in mente anche a Padma mentre camminava verso di Ewan, appena individuato nella sua stanza in cui era appena entrato insieme a Rub.
Al posto della stanza disordinata dei ragazzi, vedevo una versione in miniatura di Ewan, guardato in lontananza dagli occhi ingenuamente catturati di un altrettanto piccola Padma. Lo sguardo passava ammaliato dalla linea perfetta degli zigomi, ai capelli biondi mossi al vento, alle labbra dall'aspetto morbido, sulle quali si soffermava più spesso. Ewan che parlava con Liss, Ewan che mangiava, Ewan che si abbandonava a quella risata calorosa che smuoveva sempre qualcosa dentro al petto Padma. Di lui amava la spontaneità, l'innocenza di quando era bambino che lo portava a semplificare ingenuamente anche le cose più complesse, e l'ammirevole determinazione con cui continuava sempre a sorridere alla vita anche con gli anni che passavano e l'era dei giochi lasciava il posto a quella delle responsabilità. Era come una luce sempre accesa, ma di cui Padma non riusciva mai a catturare il calore, limitandosi a guardare il raggio da lontano.
Non questa volta. Sorse in lei nuova determinazione, resa forte dalla sua mente finalmente rischiarita.
Sia io che Yoann le facemmo supporto emotivo mentalmente, delle pacche sulle spalle come ultimo incoraggiamento.
Ma non appena Padma fu sulla soglia, la luce venne ombreggiata da una nuvola inaspettata. Una nuvola di nome Kerubo.
I due ragazzi non stavano semplicemente parlando, come avevo pensato in un primo momento vedendoli andare verso la stanza. Lui era appoggiato al davanzale della finestra e lei gli era molto vicina, al momento di spalle. Quell'attimo sembrò come congelarsi, con Ewan che sembrava aver appena smesso di ridere per qualcosa di divertente che Rub doveva aver detto, e l'espressione che gradualmente si trasformava in un sorriso mentre i suoi occhi si spostavano su quelli dell'altra ragazza e lì si fermavano, ammaliati. Padma lo aveva visto molte volte frequentare altre ragazze, per lo più Letargianti che non erano durate più di qualche settimana. Ma questa volta era diverso. Non aveva mai guardato nessuna a quel modo.
Come se fosse il centro gravitazionale attorno cui ruotava quella stanza, come se non esistesse altro. esattamente come Padma aveva sempre guardato lui.
Rub probabilmente ricambiava lo stesso sentimento, perché Padma la vide avvicinarsi, come al rallentatore, al viso di lui, per posare le labbra sulle sue.
Non osò guardare oltre, voltando le spalle alla scena talmente di scatto che dal respiro mozzato e da come si annebbiò la vista mentre tutto girava, supposi fosse sul punto di avere un mancamento. Non ebbi neanche il tempo di realizzare ciò che avevo appena visto con i suoi occhi, che un misto soffocante e incomprensibile di emozioni negative si riversò addosso a me e Yoann talmente tanto violentemente da gettarci fuori dal suo Jutnos e dal Clypeus.
Tornata nel mio corpo, dall'altra parte della stanza, mi alzai di scatto dal posto in cui ero seduta, e per un momento, forse ancora per i postumi della movimentata espulsione mentale, ebbi pure io un lieve giramento di testa che mi costrinse a rallentare un poco. Poi, insieme a Yoann, schizzai verso la mia amica.
Padma era a pochi passi dalla porta, grazie al cielo non svenuta come avevo temuto. Era semplicemente appoggiata con la schiena al muro a fissare il nulla, gli occhi sconvolti che tradivano l'espressione altrimenti apatica.
«Padmina...» cominciò Yoann. Proprio in quel momento, però, la musica si interruppe, mentre la voce squillante di mia mamma gridò a gran voce, radiosa, forse anche alzando un pugno vittorioso verso il cielo: «È L'ORA DELLA TORTA GENTE!»
Esclamazioni di sorpresa e giubilo si sommarono al caos di gente che circondò Padma per trascinarla a tavola, infilarle un cono di carta colorato in testa e raccoglierlesi tutti intorno mentre papà tirava fuori una grossa torta, acclamato dagli applausi dei presenti.
Anche Ewan e Kerubo, come gli altri, si erano raccolti intorno al tavolo che era stato svuotato delle pietanze precedenti lasciando solo il posto a capotavola per la festeggiata, e sorridevano gioiosi, come chiunque avrebbe fatto in quel momento di condivisa allegria.
In particolare, come avrebbe dovuto colei cui era dedicata tutta quell'esultanza. Peccato che quest'ultima fosse troppo occupata a realizzare che il ragazzo che aveva sempre amato aveva appena perso la testa per un'altra. Quella terribile espressione apatica non ne voleva sapere di andarsene dal suo viso e la sua porta sigillata non era sufficiente a nascondere tutto il dolore che stava provando.
Mentre gli altri prendevano a cantare, stonati, la classica canzoncina di compleanno, la torta che veniva posata di fronte a Padma e lei che sembrava sul punto di crollare con la testa sulla glassa rosa che la copriva, pensai che la festa non avrebbe potuto andare peggio.
Eppure, proprio in quel momento, un sonoro garrito annunciò l'arrivo trafelato di un pappagallino arcobaleno da una delle finestre lasciate aperte. Trich svolacchiò frenetico sopra i presenti che lo guardavano sconvolti e infine precipitò proprio sulla torta, sfracellandone l'impasto che schizzò addosso a buona metà degli invitati e sommerse quasi del tutto Padma.
Si sollevarono espressioni sconvolte e confuse per l'intrusione inaspettata, a cui però non prestai nemmeno attenzione, perché il lorichetto, le piume spelacchiate e sporche di nero, forse fuliggine, continuava a dimenarsi agitato e a garrire come in un grido disperato. Un grido che chiedeva aiuto.
Poteva esserci un solo motivo per cui Trich potesse essere tanto agitato...
«Erre è in pericolo» deglutì Yoann, dando voce al mio stesso pensiero.
Non poteva mancare il finalino cliffhanger ovviamente 😁
Che sarà successo a R.R.R? In teoria avrebbe dovuto essere al sicuro no? EHEHEH NON AVETE TENUTO IN CONSIDERAZIONE UN PICCOLO PARTICOLARE PERÒ 🙄 (Vedrete nel prossimo capitolo)
Comunque, per quanto sia tragicomica la situazione (Rub che consiglia a Pad di aprirsi con Ewan e poi è proprio lei a RUBarglielo), non è stata intenzionale e perciò vi consiglio di non prendervela con lei.
In ogni caso, bel compleanno per Padma, vero? 🥰
E la parte migliore deve ancora arrivare 😏
꧁ꟻAᴎTAꙅilɘᴎA꧂
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