100.Vista appannata

Nonostante la strada per il Barri Gòtic non fosse poi così lunga, quel giorno decidemmo di percorrere il tragitto come dei normali Letargianti, anche solo per provare a goderci la vittoria ottenuta la sera prima.

Prima di tornare a casa, ci eravamo fermati nel piccolo slargo con le palme e lì Padma si era occupata di medicarci le ferite - nessuno ne aveva di troppo gravi per fortuna -, utilizzando un cebrim di cure cinesi segrete, come lo descrisse lei stessa, usufruendo di strani unguenti e incensi. Inutile dire quanto si erano preoccupati i miei genitori vedendoci arrivare che la luna spiccava già nel cielo, per giunta dopo essere usciti senza permesso. Non fu nemmeno necessario che Elias si prodigasse nelle sue ottime capacità di attore perché Liss preferì modificare direttamente la memoria di entrambi onde evitare possibili problemi futuri. Non mi piaceva per niente il pragmatismo con cui gli Ephuri gestivano quella situazione, la mente era fin troppo fragile e a forza di modificarla così tanto potevano esserci delle gravi conseguenze, anche se erano Letargianti!

Inoltre, non mi piaceva mentire così tanto ai miei genitori. "È solo per tenerli al sicuro" mi ripetei, nel tentativo di rassicurarmi.

«Sul serio dobbiamo abbassarci al livello di prendere la metro per andare in un posto così vicino?» si lamentò Liss.

"In effetti ci stiamo davvero abbassando di livello. Livello del terreno, però, visto che la metropolitana si trova sottoterra." Yoann e io, che avevamo pensato alla medesima battuta idiota nello stesso momento, ci scambiammo uno sguardo e poi scoppiammo a ridere.

«Ma sì, vedrai che sarà divertente, vedere tutta questa gente! Essere un po' a contatto con i barcellonesi veri!» ribatté Ewan, trasformando il suo sorriso in una smorfia quando notò un senzatetto intento a sonnecchiare in un angolino, avvolto in coperte sudicie. Sia Pad che io spostammo lo sguardo verso Yoyo, che, dopo un sorriso intenerito rivolto all'anziano, si chinò per lasciargli una banconota da cinque euro nella mano socchiusa.

In un'altra metropolitana, di un'altra città, lui stesso si era trovato in condizioni non diverse da quell'uomo. Quindi meglio di tutti sapeva quanto una piccola azione potesse fare la differenza.

Elias fu il primo a passare i tornelli, seguimmo io, Liss e Yoann. Quando fu il turno di Pad, però, Ewan sembrò avere la stessa idea perché i due entrarono in collisione sbattendo le spalle tra loro. Padma trasalì saltando all'indietro, rossa come un peperone.

«Oh-ehm scusa, volevi andare tu...» borbottò.

«No, no, vai pure, passo dopo» rispose con tranquillità lui.

«Ma no, vai prima tu...»

«Prego milady, prima le signore!» Ewan fece un passo indietro e con un cenno del capo e un gesto gentile le indicò di passare. In quel momento temetti che Pad potesse avere un mancamento ma riuscì ugualmente a raggiungere il tornello e a passare la carta. Stava giusto sospirando per il sollievo per essere riuscita a svolgere senza problemi l'intera azione, quando il sensore emise un beep preoccupante e le porte rimasero sigillate.

«Error? Ma come caspiterarkonaccio è possibile?» esclamò sorpresa lei, leggendo dallo schermo la scritta rossa.

Le sopracciglia aggrottate, passò più volte la carta e la porticina continuò a rimanere sigillata.

«Ma che-» si interruppe quando Ewan posò la sua mano sulla sua. Potevo sentire il battito concitato del suo cuore da lì, e non seppi se ridere o piangere per la situazione. Il Mindsmith però, che voleva solo prendere la sua carta, scoppiò a ridere.

«Ci credo che non passavi, questa è la tua tessera sanitaria!»

Mentre anche Liss ed Elias scoppiavano a ridere malignamente, Ewan sfilò dalle mani di Padma, che si era definitivamente pietrificata per l'imbarazzo, il suo biglietto e lo passò al tornello.

Quella ragazza aveva davvero bisogno di trovare un po' di sicurezza, non poteva andare in confusione ogni volta che parlava con Ewan! Yoann e io la consolammo con delle pacche sulla schiena mentre gli altri Ephuri continuavano a prenderla in giro. Mentre le trasmettevamo mentalmente alcune sensazioni positive per rassicurarla che la sua figuraccia non era così grave come credeva, notai Liss smettere di sorridere. Il suo sguardo si assottigliò mentre scorreva su tutti e tre, solo per un attimo, poi si girò in avanti rabbuiandosi e non disse più nulla.

Il resto del viaggio proseguì senza intoppi, ma mi convinsi a non rilassarmi troppo per non portarmi sfiga. Dopotutto, nulla poteva essere certo considerando la nostra destinazione, o meglio, la persona con cui avevamo appuntamento...

«Figurati se almeno questa volta non poteva essere normale...» roteò gli occhi Liss, quando giungemmo ai piedi del Palau Reial Major, luogo in cui, la sera precedente, prima di separarci, ci eravamo accordati di vederci con R.R.R.

Si trattava di una sorta di museo - di nuovo - composto da tre strutture distinte che si ergevano in Plaça del Rei. Era stato la residenza dei Conti di Barcellona, e poi, successivamente, dei Re d'Aragona, scoprii leggendo da un cartello informativo davanti all'ingresso. Tutto molto interessante, ma perché R.R.R. ci aveva portati lì? Sperai solo che non si trattasse di un altro campo di battaglia per gli Arkonanti...

«Guardate!» esclamò Elias, indicando un punto a terra. Sentii un lieve formicolio attraversarmi tutto il corpo notando che si trattava di una R translucida, che, non appena fu sotto lo sguardo di tutti e sei, si sollevò da terra levitando fino al livello dei nostri occhi e poi ci esplose in faccia con delle scintille colorate.

Combattei contro l'istinto di allontanarle con una mano o con un soffio, consapevole che non erano reali, mentre Liss imprecava insultando R.R.R. e biascicando qualcosa riguardo al nostro patto e su quanto non fosse affidabile.

Subito dopo, però, aggrottai le sopracciglia, mentre il mio cebrim dell'architettura rilevava, a esattamente un metro e trentasei centimetri di distanza, un'altra R identica alla prima. Aggrottai le sopracciglia, percependo qualcosa di familiare. Ma certo! Sempre le stesse cifre, notai con un sorriso stupito: tredici virgola sei, uno e trentasei... perché i numeri uno, tre, e sei, avevano tanta importanza per lui?

Seguimmo le R che una dopo l'altra ci esplodevano in faccia fino a dentro la piazza, dove i tre edifici in pietra grigia, in cui spiccavano poche finestre dagli archi a sesto acuto a evidenziarne l'origine gotica, torreggiavano sopra di noi. Nascosti da quegli elementi, si potevano anche intravedere sprazzi di origini più antiche, come dimostravano i contrafforti che spiccavano dal palazzo verso cui le lettere ci stavano guidando.

Queste, infatti proseguivano decise all'interno, inerpicandosi su per delle imponenti scalinate semi-circolari che conducevano a una porta di vetro dalla forma ad arco. Ci rendemmo invisibili perché sicuramente non si poteva entrare così, senza pagare, e proseguimmo dentro il palazzo, dove venimmo accolti da un ampio salone dal soffitto di dodici metri virgola tre d'altezza, formato da una fila di archi a tutto sesto e da volte a botte a livello dei muri laterali. Schivammo diversi gruppi di turisti che fotografavano assiduamente ogni angolo e continuammo a salire verso una parte che sembrava assai meno affollata.

Superata una prima rampa di scale ci ritrovammo in un primo loggiato con sette lunghe finestre centinate, e poi in un secondo identico al primo superata l'altra rampa di scale. Riconobbi, sporgendomi da uno dei serramenti, la piazza da cui eravamo appena arrivati e anche parte dell'ambiente cittadino esterno, da cui compresi che quello verso cui le R ci stavano conducendo era il Mirador del Rei Martì, che spiccava tra le altre case distinguendosi, oltre che per le caratteristiche finestre con la parte terminale ad arco, anche per le coppie di gargoyle che dall'alto giudicavano silenziosamente i passanti con espressioni malefiche.

Giunti nell'ultimo piano, più ampio perché comprendeva sia il lato destro che quello sinistro del Mirador in un unico spazio, acquisendo quindi, con la sua doppia fila di finestre speculari, una visione più completa della città, pensai che fossimo arrivati a destinazione. Lì, però, non c'era altro che un paio di Letargianti che ammiravano il paesaggio.

«Che cosa sta architettando quel truffatore? Ci ha portati in un vicolo cieco, scommetto che non ha mai avuto intenzione di rispettare la sua parte del patto!» si lamentò Liss.

«Tu dici?» ribatté Yoann, un sorriso gli illuminava il volto mentre indicava l'ennesima R, l'ultima probabilmente. Questa era sospesa sopra il davanzale di una delle due ampie finestre che foravano, con le loro forme rettangolari, le due pareti più corte della lunga loggia ventilata.

Bastarono un paio di passi verso la lettera, che era già esplosa. Questa volta però, le scintille colorate si solidificarono in sagome squadrate di ceramica - trencadìs -, e si adagiarono, l'una di fianco all'altra con un'accurata precisione, a ricoprire delle pietre che, scalino dopo scalino, formavano una rampa di scale semicircolare che si avviluppava intorno all'edificio, partendo dalla finestra. Da sotto, intanto, strisciò, come un serpente nero, un'asta metallica che, con affusolati prolungamenti caratterizzati da ghirigori e decorazioni dalle forme vegetali, si ramificò per appoggiarsi sui gradini, per solidificarsi poi in ringhiera e corrimano che ne seguivano la forma.

«Ah», proferì secca l'Ephura, «cos'è, una presa in giro?»

«Credo... che dovremmo salirle» borbottò Pad.

«Ma davvero? Non ci avevo proprio pensato, chissà a cos'altro potrà mai servire una scalinata che compare da una R sospesa nell'aria proprio quando la stiamo guardando noi!»

«Potrebbe essere una trappola» ribattei, vedendo che Liss era già saltata sul davanzale della finestra.

«E allora? R.R.R. stesso è una trappola vivente!» ribatté lei. Dato che non potevo darle torto, la lasciai andare, pur mantenendomi vigile, e poi la seguii, insieme agli altri.

Le scale, sorprendentemente solide e stabili, permettevano di godere di una vista della città persino migliore del punto panoramico. Furono sufficienti un paio di scalini, per notare che, oltre a esse, un intero piano, prima invisibile, si innalzava al di sopra del Mirador, sporgendo di un metro da tutti i lati, e spiccando per le sue pareti quasi interamente vetrate e il tetto ondulato di galleggiamento.

«Lo vedo solo io o c'è davvero un intero loft moderno sopra un edificio storico?» esclamò Ewan stupefatto.

«E nessuno ne è a conoscenza. Prima era reso completamente invisibile da un'illusione, quindi ad averlo costruito sono stati sicuramente degli Ephuri, oppure dei Letargianti a cui poi è stata cancellata la memoria» ragionò Elias.

«Comunque sia andata, questa è sicuramente la casa di R.R.R.» esposi ad alta voce ciò che sicuramente stavano già pensando tutti. I colori che si intravedevano dalle vetrate colorate in stile liberty, così come le poche pareti visibili completamente coperte di trencadìs, e persino i gargoyle che, pur richiamando, come posizione, quelli del resto dell'edificio, si distinguevano per la loro stravagante combinazione di irregolarità sia nei colori che nella forma, gridavano a gran voce la sua appartenenza.

«Già, chi se non lui poteva avere un tale cattivo gusto?» criticò Liss, quasi nello stesso momento in cui Yoann commentava: «Bisogna riconoscere però, che R.R.R. ha proprio un bello stile!»

Al ragazzo francese si arrosarono lievemente gli zigomi, in risposta all'occhiataccia dell'altra.

Tutto, in quell'appartamento, era portato all'eccesso della stravaganza: dalla porta d'ingresso, la cui parte sovrastante era inclinata in obliquo per via della copertura che scendeva in quel punto, al pavimento piastrellato di marmo colorato che ritraeva intricati disegni di cui era impossibile seguire il filo perché gli uni diversi dagli altri. Inoltre, il mobilio, mai adagiato alle pareti inesistenti, ma posizionato in punti diversi forse per creare una sorta di divisorio tra uno spazio e l'altro, evidenziava l'arieggiamento del locale, e intensificava, riflettendoli, i giochi di luce con cui i raggi solari, incontrandosi con le vetrate colorate, avvolgevano l'intero loft. Forse per la mancanza di pareti, o per il solaio del tetto che anche dall'interno era pericolosamente ondulato, o magari per l'incostanza e la discontinuità di armadi, tavoli, mensole, divanetti e poltrone, quel posto mi trasmetteva un'intensa irrequietezza e quasi mi frastornava.

Mi stavo giusto chiedendo dove si trovasse il proprietario di quel posto, che una nuvola di vapore che profumava di rose investì l'ambiente. Proveniva da forse l'unica stanza munita di pareti e porta, che prima non avevo notato perché ricoperte di specchi che davano l'impressione di ingrandire l'appartamento circostante il quale, in fin dei conti, non era nemmeno poi così vasto.

Dalla nuvola emerse, ovviamente, la figura di R.R.R. Per la prima volta da quando lo conoscevo, il suo abbigliamento non spiccava come al solito, ma solo perché il resto dell'appartamento spiccava di più rendendo quasi normali la sua lunga vestaglietta di seta verde con un motivo giallo fluo di lucertole che si inseguivano tra loro confondendosi con foglie e altri elementi naturalistici, la discordanza tra le pantofole - una rosa con un pon-pon a forma di coccinella, e l'altra azzurra con una piccola sfera morbida a forma di saturno - e perfino gli enormi occhiali dalle lenti a forma di triangoli inversi, al momento completamente appannati.

«Bene bene, guarda un po' chi è appena irrotto in casa mia proprio mentre mi stavo ignaramente facendo il bagno nella piccola sauna!» esclamò, con voce imperiosa, lanciando nella nebbia dietro di sé l'asciugamano che probabilmente aveva appena finito di passarsi tra i capelli.

Con quel sorriso inquietante stampato in viso e la corporatura snella evidenziata dalla vestaglia, in quel momento sembrava proprio uno psicopatico.

«Sapevi che saremmo venuti, non potevi proprio evitare di farti il bagno prima del nostro arrivo e vestirti in maniera un filino più decente?» si lamentò Liss allontanando con una mano il vapore dalla sua faccia.

«E risparmiarvi questa mia spettacolare entrata di scena? Sarebbe stato da sciocchi perdere quest'opportunità unica e irripetibile!» ribatté lui, levandosi gli occhiali appannati per esibirsi in un lieve inchino.

Roteai gli occhi, vagamente divertita, vedendo che del fumo sembrava uscire dalle orecchie di Liss, anche se forse si trattava ancora del vapore. Non si accorgeva che gliele serviva tutte su un piatto d'argento?

Elias, categorico, incrociò le braccia sul petto, mentre R.R.R. apriva a vasistas una delle vetrate per far uscire prima il vapore. «Sai perché siamo qui. Abbiamo fatto un patto e ora tocca a te risp-»

«Risparmiarvi lo sforzo inutile di incappare in un'immane perdita di tempo, lo so, lo so» concluse R.R.R., anche se ero sicura che non fosse esattamente quello che l'Ephuro più scorbutico che conoscevo avesse intenzione di dire.

Intanto il Mecenate dei Perduti si era accomodato con movimenti melliflui su una delle poltroncine, incrociando le gambe e appoggiando i piedi su un tavolino di vetro dai bordi sfumati di viola, parte della sottoveste era scivolata rivelando una delle gambe nude quasi per intero.

"Mi auguro solo che indossi le mutande" ridacchiai nella mente di Yoann, che però non reagì come mi aspettavo. Anzi, non reagì affatto, perché dalla sua porta era sfuggita, per un attimo solo, una moltitudine di emozioni contrastanti ma molto intense che non seppi come interpretare fino a quando non notai che aveva a fatica distolto lo sguardo dalla gamba nuda dell'altro, e che la pelle infuocata fino alle orecchie quasi non si distingueva più dai suoi capelli.

Possibile che... no, sarebbe stato troppo complicato. R.R.R. era troppo complicato, perciò sperai per Yoyo di essermi sbagliata.

«Non osare ricominciare con tutti i tuoi assurdi giochi di parole!» lo fermò Ewan con fare minaccioso.

«Mio caro Em, rilassati! Rilassatevi tutti, oggi è un giorno felice, è il giorno della libertà! E poi siete miei ospiti, non permetterei mai che qualcuno infesti la mia casa splendente con pensieri maligni!»

Con un sospiro collettivo, ancora una volta assecondammo la sua richiesta, dividendoci tra i divanetti e le poltroncine dalle forme e dai colori più svariati. Anche se, dovevo ammettere che la luce colorata proveniente dalle vetrate mi faceva quasi sospettare che niente in quel luogo fosse davvero colorato ma solo tinto dalla luce; persino i miei amici mi sembravano più variopinti del solito!

«Desiderate allietarvi le gengive con dei ravanelli piccanti, Ephurucci?» propose R.R.R. indicandoci un centrotavola da cui spiccavano le radici magenta che aveva appena fatto poggiare sul tavolo con un rapido gesto delle dita. Dopodiché ne afferrò uno e lo addentò rumorosamente, per poi ruminare nel completo silenzio dei nostri sguardi confusi.

«Questo è troppo!» esclamò Liss, saltando in piedi, le mani strette a pugno.

«Qualcosa contro i ravanelli, Lid

Lei, troppo inviperita per ribattere, continuò: «Questo non è un giorno felice affatto, o al massimo è il tuo giorno felice! Ci hai costretti ad aiutarti promettendoci in cambio il tuo aiuto, ma non mi pare che tu abbia dato alcun contributo per trovare il frammento! Non siamo stati altro che burattini nelle tue mani! Adesso che hai ottenuto la tua tanto agognata libertà via i ravanelli e tutte queste sciocchezze, e tira fuori il frammento, o giuro che ti bruciamo la casa!»

Alla sua minaccia che pareva fin troppo seria, R.R.R. rispose solo con una lieve risata. «Burattini nelle mie mani, dici? Ma non siamo tutti forse, burattini nelle mani della vita e della morte? Veniamo sospinti ad andare avanti ogni giorno con l'intento di mantenere l'una ed evitare l'altra il più a lungo possibile, senza renderci conto che è proprio preservando la prima che rendiamo manifesta la seconda.»

«Ovvio, se non si è vivi non si può morire, perché si è già morti» ribatté secco Elias. L'angolo in cui si trovava lui sembrava essere l'unico buio dell'intero loft - o forse era lui a renderlo tale. «Non vedo però questo cosa c'entri.»

«E non hai risposto alla mia domanda!» aggiunse Liss sempre con lo stesso tono di voce alto e leggermente esasperato.

«Più che una domanda lo definirei uno sfogo di nervi e stress, una manifestazione violenta di risentimenti infondati, e un'aperta accusa ai danni del mio indubbiamente delizioso ambiente casalingo. Ma vada per la domanda, fa lo stesso. E comunque, mio caro ombroso amico, tutto c'entra con tutto! Potete gentilmente rammentare a questo affascinante giovane vecchiardo smemorato il motivo per cui desiderate tanto trovare questo frammento?»

Nel concludere la frase, R.R.R. era ruotato con il viso a quarantacinque gradi per posare il suo sguardo color noce scuro proprio su di me.

Capendo di essere stata interpellata, provai a dire: «Per... ehm... salvare il mondo?»

Il sorriso soddisfatto che gli incurvò i baffetti mi diede prova che gli avevo fornito esattamente la risposta che si aspettava. Aveva certamente chiesto proprio a me perché era consapevole che quella storia mi aveva innescato tanti dubbi in quel periodo, e anche perché ero io quella che era stata minacciata da Sandy.

«Rigorosamente corretto, preservare la vita del genere umano! Quale scopo potrà mai essere più nobile di questo? Eppure, potreste, per piacere, sovvenire ancora a questa mente distratta quale risultato ha avuto questo vostro nobile intento a Venezia? Rispondo io.»

R.R.R. afferrò un altro ravanello per lanciarselo in bocca e morderlo, per poi pronunciare, con tono tragico, ondeggiando teatralmente le dita vellutate: «Morte. Quella di tutti gli Ephuri cui sono stati affidati i frammenti della corona e quasi la vostra. Okay, momento drammatico finito».

Sentii la mano di Liss stringersi sul bracciolo della sedia in ricordo delle notizie in merito agli attacchi di Hel a diverse Ephie.

«Inutile ribattere che solo quella volta è andata male e avete intenzione invece di prendere il frammento per impedire che cada nelle mani di Hel, questa volta per sempre» lanciò una rapida occhiata verso Ewan, forse perché quest'ultimo era stato proprio sul punto di pronunciare quelle parole, come dedussi dalla sua faccia costernata. «Perché qui dentro sappiamo tutti che non sarà affatto così. Anzi, è una cosa più certa persino della vostra voglia di prendermi a calci! Accettate la verità, gli Arkonanti saranno sempre un passo avanti a voi! Fino a che punto vi spingeranno questa lotta e questa rivalità continue? È questo che voi fazioni avverse non capirete mai, talmente focalizzati sul solo obiettivo di ammazzarvi a vicenda e mettervi l'uno un passo davanti all'altro, da dimenticare il focus stesso della situazione, o da non accorgervi che in questo modo rischiate di diventare più marci dei vostri stessi nemici, o non rendervi conto quando questi sono proprio in mezzo a voi.»

«Parli della spia?» sollevò all'improvviso lo sguardo Liss, lo stupore e la voglia di sapere già sostituiti alla rabbia. «Sai chi è?!»

«Come volevasi dimostrare, sempre la solita fissa continua e controproducente! Non avete mai sentito dire che è proprio smettendo di cercare qualcosa che lo si trova?» si riposizionò sugli occhi la montatura che prima si era levato perché appannata. Ora invece si vedevano benissimo le lenti che sfumavano dall'arancio al blu, l'ennesima aggiunta di colore che ancora mancava al suo look. «Immagino vi sarete chiesti come mai io mi faccia la sauna con gli occhiali.»

«Con te abbiamo smesso di porci domande da un bel pezzo a dir la verità» bofonchiò Ewan roteando gli occhi.

«Quando la vista mi si appanna,» continuò lui, fingendo di non aver sentito, «e le immagini diventano scie confuse e indistinte, ecco che la mia vista sul mondo esteriore si sfuma con esse e invece quella su quello interiore si affuoca, e finalmente riesco a vedere per la prima volta tutto ciò che prima era velato dall'illusione della vista. Solo quando si perde la percezione di ciò che ci circonda si comincia a percepirlo per davvero.»

Aggrottai le sopracciglia, confusa.

«Quindi appannatevi la vista miei cari! La mia sauna sarà piccola, ma è aperta a chiunque voglia favorire! Mi sembra che Yril ci abbia fatto un pensierino, non è vero?»

Yoann sollevò le sopracciglia sorpreso da quel cenno improvviso, poi, sorridendo gentilmente disse: «Magari un'altra volta.»

R.R.R., con un sorriso ambiguo a illuminargli lo sguardo, si sporse in avanti verso di lui, che prese di nuovo ad arrossire, anche se in modo più controllato di prima. «Ti prendo alla lettera.»

«Quindi la spia? Sai o no chi è?!» strepitò ancora Liss.

«Come dicevo,» proseguì lui, ignorandola, «siete talmente concentrati su ciò che vedete che smettete di vederlo per davvero! Io non so chi sia la spia tra voi e sinceramente non mi interessa saperlo, mi è del tutto ininfluente la cosa. Però voi Umanenti siete talmente concentrati nel cercare i nemici nei vostri nemici, da non rendervi conto che voi siete i vostri stessi nemici! Oh, che bel gioco di parole che è venuto fuori! Dovrei scrivermela questa!»

«Cosa intendi dire?» chiese Padma, la prima frase che diceva da quando eravamo entrati.

«Che sono un vero genio dei giochi di parole! E che la maggior parte di voi ha talmente perso di vista il proprio obiettivo da non riconoscere più le sfumature tra male e bene, al punto che siete diventati esattamente come le persone che ritenete di combattere.»

«Vorresti dire che siamo uguali agli Arkonanti? Questo non è-»

«Non è vero? Ne sei proprio sicuro caro il mio Em? Visto che le vostre menti sono troppo ottuse per capire le metafore poetiche, proverò a schiarirvi le idee con un esempio pratico. I Gomis e i Velasco, per dirne un paio, erano talmente concentrati sui loro sciocchi obiettivi da non accorgersi che erano proprio questi a offuscargli la mente! Così quando quel simpaticone di un Arkonante che si fingeva Umanente ha ucciso il mio paparino, andando contro tutto quello che professa la vostra idilliaca cultura, nemmeno hanno battuto ciglio, dimostrando pertanto di essere diventati esattamente come lui e tutti gli Arkonanti, senza più riuscire a distinguere la linea che in teoria avrebbe dovuto dividerli. Facendo in tal modo perdere completamente di significato ciò per cui lottate.»

R.R.R. concluse con un altro morso rumoroso.

«Quindi Miguel Velasco era un Arkonante e nessuno l'ha mai saputo?» chiese stupito Yoann dopo un attimo di silenzioso sbigottimento generale. Proprio quella mattina, prima che uscissimo, lui era andato ad aiutare Juanito Velasco per prepararlo a ciò che lo aspettava ai test degli Ophliri di quel giorno. Se Miguel era un Arkonante, allora quanti altri lo erano? Si trattava di una tradizione di famiglia o Miguel era stato un caso a parte?

«Sì, così sembra. Altrimenti come vi spiegate il motivo per cui, oltre agli Umanenti, pure gli Arkonanti cercassero assiduamente me e la mia mammina? Ma adesso non è questo il punto, quello che cerco di far comprendere alle vostre piccole menti sottosviluppate - sto parlando di stupidità, non Cerebrum, ci tengo a precisare - è che al momento i frammenti sono più che al sicuro, ma lo saranno altrettanto quando saranno nelle vostre mani? Sì, lo so bene che non vi fermerete mai a questo primo frammento, sapete che io li proteggo tutti e ovviamente ne volete approfittare per appropriarvene. Quindi, la domanda è sempre la stessa: perché desiderate così tanto i frammenti?»

"Non abbiamo altra scelta. L'hai detto tu stesso, Hel mi ha minacciata perché in qualche modo sono l'unica che ha la possibilità di trovare il frammento. Quindi perché girarci tanto intorno?"

"Spiacente ma non la trovo una motivazione sufficiente. Pensi davvero che in questo modo salverai i tuoi amici?"

Non riuscii a rispondere. Quel dilemma mi perseguitava da giorni, mi aveva portata a dubitare persino delle cose più certe. E R.R.R. stava sfruttando quella mia debolezza contro di me.

«Sì, ma a te che importa? Questo non fa parte del nostro patto! Tu hai promesso che se ti avessimo aiutato, avresti a tua volta aiutato noi! Ci hai ingannati!» ribatté Liss puntandogli un dito contro.

Gli occhi di R.R.R. si incrociarono per guardarlo mentre con due delle sue lunghe dita lo abbassava a sua volta.

«Ne sei davvero sicura? Che dici, Trich, devo davvero ricordargli le mie parole?» R.R.R. si era rivolto verso un tunnel triangolare con una tasca nella parte sottostante, il cui vertice era appeso al soffitto. Da lì emerse la testolina del pappagallo, che ci guardò con sguardo assonnato da cui dedussi che si fosse appena svegliato.

«Ecco qua, miei diffidenti amici!»

R.R.R. non aveva neanche finito di parlare che le nostre menti furono avvolte dal ricordo che ci stava trasmettendo. Ora ci trovavamo di nuovo nel Parc de la Ciutadella, solo che questa volta dal punto di vista del Mecenate dei Perduti. Vidi dai suoi occhi le nostre sei facce confuse, mentre diceva:

«... Finché vivo, tutti i frammenti sparsi per il mondo che custodisco saranno al sicuro dagli Arkonanti, per giunta sarò disposto a offrire a voi il frammento di Barcellona se è davvero questo che volete.»

Se è davvero questo che volete. La sua voce echeggiò su quella frase fino a quando il ricordo non fu scomparso, riportandoci nel loft sopra il Mirador del Rei Martì, di fronte alla faccia soddisfatta di R.R.R.

«Tu! Brutto-»

«Lo so, lo so, sono stato un vero mascalzone» R.R.R. interruppe Liss prima che potesse esprimere il suo risentimento con una lunga sfilza di insulti.

«O semplicemente io minuziosamente preciso e voi un poco disattenti, resi ciechi dal vostro stesso obiettivo. Ma ormai, quel che è fatto è fatto. Vi do una settimana di tempo, dopodiché se ancora non vi sarete appannati e poi schiariti le idee... niente frammento e ognuno se ne va per la propria strada!»

«Perché dovremmo avere le idee più chiare in una sola settimana?» ribatté Pad, squadrandolo dubbiosa.

«Oh, non sai quante cose possono succedere in un solo giorno! Immagina un'intera settimana!»

Quando scoppiò in una fragorosa risata, pensai che Liss sarebbe definitivamente esplosa saltandogli addosso per prenderlo a pugni fino a quando non avrebbe rivelato la posizione del frammento, invece non ebbe possibilità di fare nulla perché lui si era già alzato, con un movimento rapido e sinuoso, ruotando su se stesso.

«Adesso devo proprio andare a cambiarmi, inizio a sentire degli spifferi!» lamentò con la sua voce sontuosa, prima di sparire dietro un separé dietro cui ero sicura si nascondesse l'armadio più grande, o come minimo più pieno e variegato, del mondo.

Restammo per circa cinque minuti a fissare il separé ornato di bassorilievi variopinti, ad ascoltare R.R.R. canticchiare una canzoncina indefinita, confusi su come muoverci.

Poi la porta del separé si discostò leggermente, quel tanto che bastava per far trasparire la testa riccioluta che si nascondeva dietro. «Ah, siete ancora qui?» ovviamente la sua espressione non era per niente stupita e si trattava solo di una messinscena, tuttavia mi sentii ugualmente in imbarazzo.

«Bene, allora potrete assistere alla mia sfilata di moda mentre scelgo come vestirmi! Sono sempre molto indeciso perché sto tremendamente bene con ogni straccio che indosso, quindi non mi dispiacerebbero dei pareri esterni...»

«In verità stavamo giusto per andarcene!» volle intervenire subito Liss alzandosi di scatto verso la porta. «Ma ci rivedremo!» aggiunse, le palpebre abbassate ad assottigliarle lo sguardo.

«Non aspetto altro» rispose lui, guardando intensamente Yoann prima di chiudere lo sportello. Il francese strabuzzò gli occhi, sorpreso, ma tornò subito in sé per seguirci verso la porta.

Dopodiché ci lasciammo alle spalle R.R.R. e la sua casa, senza sapere cosa diamine aspettarci dalla settimana a venire.

100!!! Ci credete? Io ancora no, ma è così 😵
Ringrazio di cuore chiunque abbia avuto la pazienza di arrivare fino a qui, davvero per me conta molto ❤️

Per festeggiare ho appena pubblicato una piccola raccolta di Meme, che trovate sempre negli Extra, passate se vi va di farvi due risate ahahah

Comunque... c'è un piccolo Easter Egg in questo capitolo, che quasi sicuramente GiulSma Smalllady5 e Fraxinusexcelsior avranno notato 🤣😅😅

A DISCOLPA DI PADMA, PERÒ, POSSO DIRE CHE LE TESSERE ERANO DELLO STESSO COLORE, È PIÙ CHE POSSIBILE CONFONDERSI.

Detto questo... sì, ora potete shippare ufficialmente Yoann e R.R.R., complimenti a Fraxinusexcelsior che sei la prima a esserci arrivata, forse già alla prima apparizione di R.R.R. 🤣🤣🤣
(La ship ha già un nome, ideato sempre da Frax, ma questo vi verrà rivelato una volta che saprete il nome del nostro caro Mecenate.🥰)

Eh niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto, ora ci saranno un paio di capitoli tranquilli e dopo... ehmm... diciamo che ci avviciniamo alla parte più "cupa" di questa allegra vacanzina...😈

꧁ꟻAᴎTAꙅilɘᴎA꧂

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