CAPITOLO VENTIQUATTRO

"Ti prego fa che dica innocente! Ti prego! Ti prego!"

Sono in tribunale. Ho le ginocchia al petto abbracciandole con le braccia in speranza del verdetto finale della mia sentenza. Sono seduta nell'angolo della difesa affianco all'avvocato di Ronaldo. Tutta la famiglia invece è seduta dietro. In ansia, come me. Coloro che hanno preso le difese di quei due hanno esposto molti dati, dati che sono modificati e questo so che il giudice se ne è accorto...
Dondolo sulla mia sedia come se fossi una matta, ma non posso farne a meno... Sono troppo nervosa.

<< Calmati, Alessia.. Vedrai che il verdetto sarà giusto per la tua causa e poi io non ne ho mai persa una...>> cerca di tranquillizzarmi l'avvocato assunto da papà affianco a me

"Dimmelo tu! Come faccio a tranquillizzarmi se fra poco si deciderà la sorte del mio destino? Come?!"

<<il verdetto finale è colpevole>>
Alle parole del giudice, in aula si alza un gran brusio..
<<silenzio!>> sbatte il suo martelletto tre volte

"Colpevole,Colpevole,Colpevole,Colpevole,Colpevole,Colpevole,Colpevole,Colpevole" la parola "Colpevole" continua a rieccheggiarmi nella testa. Sono immobile,con le ginocchia al petto e le braccia attorno ad esse.

"Io non sono colpevole! Dovete credermi! Ma se pure lei signor giudice ha notato che le prove dall'angolo della difesa sono totalmente modificate, come può dire che io sono colpevole... Come?"

<<La corte ha deliberato... La sentenza è>>
Prima che il giudice disse "la sentenza é chiusa" qualcuno lo interrompe urlando ..
<< Fermi tutti!>> una voce familiare proviene dal fondo della aula

"Ringrazio quell'essere umano che ha fermato il giudice a compiere quei tre colpi di martelletto che mi segnerebbero la mia vita"

<<Chi è che ha interrotta la sentenza?>> chiede alquanto severo
<<Io signor giudice>> dice quella voce..

Mi volto e vedo solo una mano alzata che cammina verso il giudice..
Di chi è quella mano?

Ritorno con lo sguardo verso il giudice che mi guarda male..
"Perché mi guarda male? Pensi che centro io?" Abbasso lo sguardo verso le mie dita che per l'impazienza e l'ansia non riescono a stare ferme

<<Ma poliziotto Mark! Cosa ci fa qua?>> chiede molto sorpreso

"Poliziotto Mark?? Luca!" I miei occhi rizzano direttamente nei suoi, che mi guarda..

<<cosa diavolo combini?>> si sente bisbigliare il detective Mark
<<Ho delle prove>> dice Luca con un tono" io l'ho capito e voi no"
<<insomma quali prove? Di cosa sta parlando? Perché viene qui e interrompe la sentenza? Sa che questa é grave condotta?>> dice il giudice tra l'arrabbiato e l'esasperato
<<ma infatti, io sono un testimone.. Un testimone dell'angolo della difesa>>

Si ricrea quel brusio in aula..

<<silenzio in aula>> borbotta il giudice sbattendo il martelletto tre volte<<allora?>>
<<ho una serie di prove che spiega che l'imputata, definita colpevole in realtà é innocente>> dice mettendogli dei foglio davanti

"Cosa gli starà mostrando?" Ora ho più ansia di prima..
Il giudice annuisce continuamente grattandosi il mento girando i fogli che Luca gli ha dato..

<<Sono interessanti queste prove, ma non capisco a cosa servono a questo caso.. e non capisco perché ti interessa tanto giovane ragazzo..>>dice il giudice

<<Be' signor giudice, lei mi conosce e sa come sono fatto.. non mi piace quando un' imputato viene punito anche se esso non è colpevole.. non è giusto secondo me>> non finisce la frase che il giudice alza la testa, si raddrizza la veste nera che indossa

<<Questi non sono affari suoi ragazzino>> dice come uno pavone che pavoneggia le sue piume e nel suo caso pavoneggia il suo potere da giudice

Luca alza un dito. Ma il giudice lo ammonisce immediatamente.

Il Detective Mark lo afferra per un braccio, lo trascina accanto a lui e gli sussurra qualcosa nell'orecchio.

Per qualche istante i nostri sguardi si incontrano e li.. li il mio mondo finisce.. mi sciolgo nell'infinità dei suoi occhi.. avevo notato che erano grigio ma non avevo colto che erano così bellissimi..

Il mio sguardo, dopo averlo distolto da quello di Luca, guarda l'avvocato che impreca.

<<Non ne avevo persa nemmeno una di sentenza!>> fa un lungo respiro<< ma come è possibile?>> stringe le mani in due pugni e si agita sulla sedia <<Non dovevo accettare, lo sapevo!>> si morde il pugno destro

"Ecco ora metto pure il tuo nome nella mia lista VITE ROVINATE"

Mi rinchiudo a chiocciola, rannicchiata sulla sedia, testa in mezzo alle ginocchia abbracciate dalle braccia.

"Alessia, calmati! Ormai il tuo destino è stato deciso, nulla si può cambiare più"

Respiro, devo tenere a bada in miei sentimenti che ormai sono andati a farsi fottere..

Non ci vedo più. Ho gli occhi pieni di lacrime bramose di uscire. Non ce la faccio più. Le lacrime iniziano a scorrere copiose sul mio viso mentre cerco i nascondere il rumore e la mia faccia tra le mani e le ginocchia..

<<oh ma che cosa è questa?>> dice il giudice sorpreso mentre prende in mano un foglio. Lo alza per leggerlo bene, penso.

"QUEL FOGLIO! È la lettera che ho deposto sulla tomba di Marika"

Guardo il giudice in ansia che dica qualcosa!

Lui mette la lettera dentro la busta e scosta altri documenti.

"è sommerso dai documenti!"

<<DICHIARO CHE LA SENTENZA RIMANE APERTA>> urla sbattendo quattro volte il martelletto

A quelle parole i miei occhi e quelli dell'avvocato si fiondano sul giudice e in aula si crea un silenzio tombale..

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