CAPITOLO TREDICI

12 maggio 2014
Caro diario,
Sono le 5.50 del mattino e sono già sveglia. Mi scuso per non averti raccontato cosa è successo con il detective Mark ma sono stata sopraffatta, da tutto.
Il detective è venuto per farmi delle semplici domande, all'inizio pensavo formali, ma poi si sono trasformate in uno specie di interrogatorio criminale, contro di ME! Si, caro diario. Mi hanno accusato di aver ucciso Marika o per precisare di aver ingaggiato Marco e Christian(quei viscidi bastardi) per conoscerla e poi ucciderla lentamente. Sono esterrefatta da tutto, non riesco a pensare se no scoppio a piangere, e a mio mail grado ho finito le lacrime ha disposizione nel mio corpo.
Dopo il "colloquio" con il detective sono rimasta scioccata, cosa che sono pure ora, e quando Federico mi ha chiesto se stavo bene, ho detto tre parole e sono scoppiata a piangere. Da li non ricordo nulla, tranne il fatto che stamattina mi sono svegliata nel suo letto. Non so se sia il fatto che mi piaccia ancora tanto o il fatto che ci tengo a lui... Sono ancora confusa su questo, ma ora come ora non ho tempo diario mio e tu lo sai.
Oggi devo andare a scuola ma non sono pronta psicologicamente. Non sono pronta per affrontare tutto le persone che non vedo da giorni. Ho paura. Cosa diranno? Anzi sono terrorizzata dal fatto che devo tornare a scuola. Sono le 6.16 e sono distesa sul letto a Scrivere te e guardare il soffitto. E tempo a tempo non ho più voglia di scrivere, perché più scrivo più ricordo cose che non voglio ricordare...
Alessia"

Sono le 7.30. È ora di andare. Prendo lo zaino e scendo.
Fuori dalla porta principale ci sono Federico e Emily che stanno parlando.
Scendo lentamente le scale mentre loro due si abbracciano.
" voglio sapere cosa si stanno dicendo"
<<Ale....>>  urla di gioia Emily ...Dal suo tono sembra felice
<<Emily>>e dal mio tono non c'è nemmeno uno spiraglio di felicità
<< come stai? Ho sentito cosa è accaduto a Marika.>>
"Come mai stai facendo questo lecchi aggio esperto?e poi a me.."
<< sto bene>>
<< a me non sembra>> afferma Emily
"Ma che cazz?"
<<ho detto che sto bene>> dico fredda mentre salgo in macchina
Okay. Sono davanti al cancello, fuori dagli occhi di tutti. Sono pronta? No, certo che non sono pronta. Ma devo esserlo.
Varco la soglia del calcio e mi si avvinghiano contro di me tutte le persone immaginabili chiedendomi " Ale, stai bene? Sai cosa è successo a Marika? Diccelo, dobbiamo sapere. Anche noi eravamo i suoi amici."non ho sentito solo domande " brutta cicciona obesa, è solo colpa tua se Marika è morta. Sei un mostro. Un problema. Vai a piangere in bagno ora, brutta merda. Sei solo una merda. È colpa tua. Ora capisco perché i tuoi genitori sono morti, non volevano più vederti!"
Cerco di correre subito in classe.
"Hanno ragione è colpa mia, ma io non l'ho fatta uccidere... È colpa mia perché
Di mi ha chiesto aiuto e io non gliel'ho dato subito"
Sono in classe, ormai fuori dagli sputi, dalle spinte e lontana dagli insulti.
"Tada" è il suono dell'auto parlante che avvisa che ci sarà un annuncio..
<<Salve a tutti, mi chiamo Luca e mi conoscete tutti e io conosco tutti voi. In particolare conoscevo una mia amica cara che ora è morta. Si chiamava Marika, è stata uccisa e questo non poteva accadere se lei non fosse stata troppo buona con una certa Alessia Menenghi, che ora si chiama Greco. Si dice in giro che lei non meritava di diventare tanto popolare solo perché frequentava certe persone, e coloro che affermano ciò hanno ragione. Lei non meritava e non merita di essere al secondo stadio della popolarità. Lei è una nerd,brutta, antipatica e altri aggettivi che mi verrebbero in mente ma che non posso dire all'interfono. Quindi Cara Alessia, se mi stai ascoltando sappi che tu sei solo un lurido maiale ciccione che non può essere mandato al macello perché è troppo grasso.>>
<<cosa star facendo qui? Non siete autorizzati a utilizzare l'interfono.>> un altra voce, penso quella della preside
La trasmissione si interrompe.
Ho le lacrime negli occhi... vogliono uscire. Abbasso la testa sul banco,completamente, nascondendomi la stessa con le mani, mentre scoppio in un piccolo singhiozzo silenzioso cercando di calmarmi.
Prendo il telefono. " devo mandare un messaggio a Cristina. Non c'è la faccio!"
IO:" Cristina, mi puoi venire a prendere? Non c'è la faccio!" Premo invio.
Qualcuno mi sta accarezzando la testa. È Federico. Riconosco la sua mano da lontano.
<<vieni, usciamo da qui!>> dice Federico
Mi fa alzare e mi abbraccia come se fosse il mio angelo protettore. E mi porta fuori dalla scuola, dove c'era un macchina nera.
"La macchina di Cristina!"
Mi apre la portiera e mi fa accomodare gentilmente, poi si siede anche lui vicino a me è mi abbraccia. E da lì scoppio a piangere sul suo petto.
"Hanno ragione sono un mostro, un mostro che non merita di vivere!"
Sono in camera mia, sono le 19.45 e non ho ancora finito le lacrime che ormai hanno ricoperto la mia faccia da ore.
Devo andare in bagno.
Entro nel bagno. Faccio quello che devo fare e poi il mio sguardo rimane fisso sullo specchio dove si vede il mio riflesso brutto che mi fissa.
"Sono un mostro."
"Sono una brutta persona, BRUTTA Letteralmente!"
È colpa del mio corpo se non mi accettano, è colpa delle mie cosce fuori dalla misura, della mia pancia più grande di quanto debba essere. Sono sempre il PIU in fatto estetico e il MENO in fatto sociale.
Non sono mai abbastanza per nessuno!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top