CAPITOLO SEI
'Io ci sono de hai bisogno' quelle parole, risuonano ripetutamente nella mia testa, tutto il giorno... ma.. ma come è possibile, lei era cosi perfetta e io in fondo in fondo la invidiavo perché era bella e io no, ma come è possibile che le sia accaduto ciò che sta succedendo a me? Mi sistemai il banco , senza guardarla, ma vedo con la punta dell'occhio che lei mi continua a guardarmi, ma perché forse si é veramente pentita di come mi trattava, no non è possibile, una persona come lei non possono cambiare...
<< perché?>>Sbotto fissandola
Senza distogliermi lo sguardo da dosso, anche se la prof la guarda torva perché non ascolta la lezione << perché ti capisco e Emily ha raccontato tutto cio che è successo tra Federico, lei e te e capisco come ci si sente a sentirsi da soli e diavolo, capisco come ci si sente fottutamante da soli>>
fece una pausa di esitazione arricciandosi i capelli, di sicuro è un tic nervoso<<ed è strano detto da ma ma, ma so come ci si sente e ci si sente proprio di merda ed è per questo che sono hentile con te, perché non voglio far sentire una persona come mi sono sentita io>> fece un altra pausa, prese una gomma da masticare e inizio a masticarla molto veloce dal nervoso <<Alessia a me è capitata una cosa simile solo diversa ma simile>> sospira come se quello che stava per dire non l'aveva detto a nessuno,come se prova dolore da quello che stava per dire<< Alessia, quando avevo la tua etá (lei ne ha 16) il mio unico ragazzo mori in un incidente in motorino ed ero brutta, ma brutta sul serio lui era l'unico che mi faceva sentire bella nemmeno i miei genitori veri erano come lui,solo lui, poi è rimasto coinvolto in questo incidente e io ne ero devasta, non avevo nessuno che mi consolava, nemmeno un amico, nemmeno i miei genitori fecero niente per il mio dolore e a quel punto iniziai a tagliarmi, iniziai dalle gambe e poi in tutto il corpo, diventai anoressica e mi continuai a tagliare fino a quando i miei mi scoprirono emi misero in adozione e come addio mi dissero " tu non sei mia figlia, tu sei un mostro" i assistenti sociali mi fecero andare a un corso di recupero per due anni finche non mi adotto la mia famiglia attuale e quel giorno, dio non lo dimentichero, quello è stato il giorno piu bello della mia vita ed è per questo che lo sto facendo>> disse con le lacrime che scendevano copiose dal suo viso
Per qualche strano motivo, d'istinto prendo la sua mano e gli faccio un sorriso timido e lei contraccambiò.
<<Ti aiuterò, te lo prometto>> cerca di dire tra le lacrime
<< grazie>>sussurro ma non mi si riesce a sentire perché sono soffocata dalle lacrime che vorebbero uscire
DRIN DRIN
Con il discorso della vipera cioè marika, la giornata è passata veloce... metto tutto nel mio zaino e mi volto verso di lei, che mi fissa con un aria persa...
<< mi daresti la possibilità di aiutarti ?>> mi chiede
Annuisco, stranamente provo pena per lei, ne ha passate tante ma mi chiedo... se vuole aiutare coloro che soffrono come lei perché si comporta cosi? Perché tratta così male le persone?
<<signorina si sente bene?>>Disse John l'autista aprendomi la portiera
<<SI john, grazie>> rispondo con un sorrisone, finto
A cena.
<< Allora come è andata a scuola?>> chiede Cristina
<< Bene>> bobotta Federico
<< E tu Alessia?>> chiede ronaldo
<< bene>> rispondo
Finita la cena, sali in camera, non sono ancora abbituata ad abitare in una casa cosi grande... in una camera così grande.. prendo il telefono
MARIKA: HEY
CIAO: IO
MARIKA: DISTURBO?
NO NO: IO
MARIKA: COME STAI?
COME PENSI?: IO
MARIKA: TI VOLEVO
CHIEDERE IO E I MIEI PER QUESTO PONTE ANDIAMO AL LAGO E MI CHIEDEVO SOLO SE VOLEVI VENIRE?
ASP CHE CHE CHIEDO:IO
<<Cristina?>> Scesi le scale e la trovai sul divano a leggere un libro, non ho letto quale di preciso
<<dimmi tesoro>> dice gentilemente
<<ahm, ti volevo chiedere se in questi giorni potevo andare al lago con la famiglia di marika, mi ha invitato e io ci volevo andare>>
<<se ci vuoi andare non ce problema, a che ora parti?>> domanda
<<domani mattina penso >> dico
Lei mi fa un cenno, mentre io salgo le scale e corro in camera mia e acchiappo il telefono per mandare un messaggio a Clarissa.
OK A POSTO POSSO: IO
"Non sapevo che eri diventata cosi amica di Marika" mi volto ed Emily era li sulla soglia di camera mia che mi fissa gelida.
E' lei! Ma perché deve venire a rompermi, e per lo più a spiarmi! Ma perché?! Ore che faccio? Se le parlo penserà che sono una cagasotto che non sa difendersi. Scelgo la soluzione più facile: rispondere all'attacco con un altro attacco.
Mi alzo guardandola con uno sguardo gelido, mi dirigo verso la porta, sorrido e chiudo la porta. Non posso credere di averlo fatto. Io? Alessia Menenghi ho appena chiuso in faccia la porta a un vassallo minore! Non posso credere a me stessa di aver fatto una cosa del genere! Basta pensare a Emily! Devo preparare la valigia. Domani vado al lago con Marika. Cosa mi porto?
Metto in valigia le prime cose che mi sono capiate all'occhio: un maglione bianco, dei leggins neri, una t-shirt nera, tre mutandine, due paia di calze, una felpa nera, una sciarpa bianca e dei guanti neri.
Okay, penso di aver finito! Sono sfinita. Ma non ho ancora sonno, perciò mi metto a leggere "The Hunger Games". Sono arrivata al punto in cui Katniss e Peeta sono nella caverna. La mia vocina interiore fa i salti di gioia dall'esaltazione che mi da la lettura. Prima che i miei genitori morissero non avevo mai voglia di leggere ma da quando il fatto è accaduto ogni singola sera mi metto a leggere un libro diverso (su internet perché non ho abbastanza soldi per comprarmi tutti i libri che ho letto finora). Ho già letto tutti i libri della saga di Twilght, di Harry Potter e ora mi sono messa a leggere Hunger Games. Io adoro Katniss, è il mio personaggio preferito, vorrei essere come lei: forte, coraggiosa, bella. Ma io non sarò mai come lei. Io sono il doppio della sua forma fisica perfetta.
Mi sveglio di sopra assalto, mi fa male la testa. Accidenti! Mi sono addormentata mentre leggevo. Prendo il cellulare dal comodino. Sono le 5.58. e io quanto ho dormito? Quando mi sono addormentata? Scendo giù in cucina per prendere qualcosa per questo maledetto mal di testa. C'è qualcuno in cucina, noto in corridoio. Entro in cucina e ci sono Federico e Emily che si baciano calorosamente. Tossisco. Loro si voltano verso di me, Emily come una iena arrabbiata e Federico con la sua faccia dolce e i capelli scompigliati come al solito.
<<ti abbiamo svegliato?>> chiede Federico dolcemente
<<Mh. No. Sono venuta a prendere un bicchiere d'acqua e un aspirina.>
<< perché? La troppa adrenalina ti fa stare male?>> dice Emily con malignità
Federico gli da una gomitata e la guarda torva. Si gira verso di me e mi sorride.
Prendo una aspirina, un bicchiere d'acqua e poi salgo di nuovo in camere. Si sono fatte le 6.15 e io devo prepararmi. Devo andare via alle 7.30. Accidenti! Non mi sono preparata i vestiti per andare via.
Toc. Toc. Toc.
Mi volto. Cristina è alla porta.
<< posso entrare?>>
Annuisco. Sorride.
<<ti volevo dare questo, come segno di benvenuto nella nostra famiglia. Spero che ti piacerà.>>Mi lascia un pacchetto sul letto. Mi lascia senza che io potessi ringraziarla.
Sono le 7.00. Sono pronta. Penso di aver del tempo per scartare il pacco di Cristina. Lo apro. C'è un libro "Colpa delle stelle", un maglioncino carinissimo bianco e nero, dei leggins carinissimi neri, un cappellino nero bellissimo, un piccolo pacchettino con un bigliettino piccolo infine una busta da lettere con scritto sopra "Per Alessia da Cristina". Metto in valigia il libro e i vestiti. Apro il piccolo pacchettino. C'è una collana con il simbolo della ghiandaia imitatrice di Hunger Games. Il bigliettino dice " vedo che ogni sera leggi quel libro e ho pensato a te quando ho visto questa collana. Federico". Sorrido mentre leggevo il bigliettino.
Apro la busta.
"Cara Alessia,
sono felice che tu ora sei nella nostra famiglia e sono molto più felice vedere te con il sorriso sulle labbra. Federico mi ha detto tutto quello che è successo tra voi e m dispiace moltissimo. Appena ho saputo il motivo di federico perché voleva che noi ti adottassimo io ho accettato subito. Mi dispiace per tutto quello che hai passato nei tuoi 13 anni di vita e spero di esserti utile nei tuoi anni futuri. Sappi che se tu avessi bisogno, io ci sono. Io e Ronaldo volevamo sapere se tu volessi prendere il cognome di famiglia?
Ti voglio bene.
Cristina "
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