•Capitolo 7: Come nei film•

Non é passato un secolo da quando ho scambiato un ultimo sguardo con mio padre, eppure non faccio altro che girare e rigirare per tutta la casa da allora. É così strano;

Il marmo della cucina, il caminetto in pietra, la luce che filtra dalle tende. Sembra tutto così caldo ed accogliente, diverso. Nulla sembra più così facile, neppure mettere in stand-by il resto del mondo se non me stessa e mia madre.

Mi sento a disagio,
fuori posto.
inutile.

Vorrei soltanto poter guardare uno di quei film dai personaggi stereotipati e dalla trama già sentita per poi criticarlo con mio padre coperti fino al collo da un plaid sul divano in cucina. Temevo sarebbe finita così ma tuttavia avrei dovuto saperlo; non è come nei film.

Trasferirsi nella grande mela, avere un modello della Calvin Klein come vicino, diventare improvvisamente belli, ricchi e felici. Perché continuare a preferire le illusioni alla realtà, ricoprendoci di false speranze fino alla testa per poi annegarci dentro ?

Perché continuare a dormire, senza mai svegliarci dal nostro sonno profondo e senza mai renderci conto che nulla è così semplice, pur sperandolo.

«Tu e il pessimismo siete due rette perfettamente sovrapposte...» ribadisce Nali da un pomeriggio intero al cellulare, e non ha torto. Questo è il motivo per cui siamo diventate così amiche; la sua impulsività, la sua determinazione e ogni suo singolo valore opposto al mio stile di vita non fanno altro che aumentare ancora di più la mia voglia di starle accanto.

Non ti consiglierei di immaginarci intente a raccoglierci i capelli in una treccia condivisa, come nelle altre storie probabilmente surreali.

Immaginaci piuttosto di fronte alla tazza del bagno di un pub qualsiasi, concentrate nel reggerci il capo l'un l'altra mentre cerchiamo di smaltire la sbornia. Lei perché ha bevuto fin troppo. Io per via dei miei bassi limiti.

Comunque sia, inizio a pensare di non essere più abbastanza per lei e comincio a farmene una colpa. Avrei bisogno di almeno una certezza nella mia vita soprattutto adesso che mi sembra di scomparire nella precarietà più totale. L'unica cosa di cui sono certa è che non voglio essere dimenticata anche da lei.

Non voglio perderla.

«Cos'é successo con...lui ?» sento bisbigliarla a bassa voce dall'altra parte del telefono, come se fosse qualcosa di estremamente segreto.

«Nulla, è complicato, sistemerò tutto io come ho sempre fatto» rispondo indifferentemente senza neppure rendermi conto delle assurdità che mi escono fuori dalla bocca.

Se solo fosse così semplice, lui sarebbe già qui intento a legarmi i capelli in una di quelle code del tutto scombinate, e non penso proprio si nascondi tra le querce, pur sperandolo.

«Cambiando discorso, non ti va di venire qui ? Magari guardiamo qualcosa insieme» propongo attorcigliando una ciocca di capelli al dito per poi lanciare uno sguardo fuori dalla finestra della mia stanza. Preferirei rotolare da una di quelle colline così lontane piuttosto che affrontare mia madre, gli insetti o la siepe da sola.

La risposta tanto attesa di Nali viene bruscamente interrotta dalla porta della mia camera, che una volta spalancata, finisce per sbattere contro il muro. La delicatezza non è acqua.

«Mi aiuti con i compiti ? Non capisco questa parte» mormora Ale facendo sbucare soltanto la sua testa paffuta dall'uscio dell'ingresso ed indicando un paragrafo del suo libro.

«Aspetta un attimo, scendo fra un po'» rispondo cercando di decifrare ciò che Nali ripete ad alta voce al telefono.

«Cosa sta succedendo ? Cosa è stato quel rumore ?» inizia a chiedere lei insistentemente alzando sempre di più il tono di voce e sillabando ogni singola parola.

«Dammi un secondo» sussurro al telefono portandomi le mani alla testa ormai consumata dalla confusione mentre mio fratello non fa altro che urlare di seguirlo al piano di sotto.

Il momento successivo diventa un insieme di caos, panico e numeri di pagine a caso del libro di scienze di mio fratello. Momento terminato soltanto da lui che cercando di alzare il dito medio finisce per fallire ed alzare l'indice.

Inizio a pensare che siano di famiglia,
i fallimenti.

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