•Capitolo 3: Sta per cominciare•

Devo pur ammettere che preferirei bruciare piuttosto che assistere ad un secondo round tra i miei genitori.

Sarebbe imbarazzante. Gettarmi tra le pile di bagagli ormai dimenticati tra i gradini sembra essere un opzione del tutto migliore che salutare mia madre o anche solo disfarli. Mi sento così in colpa.

Lei continua a ricordarmi uno di quei manichini bianco candido Louis Vuitton, non per gli abiti firmati o gli accessori di marca che di certo le mancano, ma piuttosto per quel sorriso abbozzato, di plastica.

Oltre che ad essere palesemente finto e a farmi male non fa altro che rendere la situazione ancora più imbarazzante.

Nel frattempo mio padre rimane come incollato allo sportello della nostra Lancia Ypsilon per poi, poco prima di arrendersi e lasciarci andare, lanciarci più sguardi del solito come se avesse sul serio paura che le inutili comodità di una casa del genere potessero sostituire la sua morbosità incondizionata.

Probabilmente avrebbe anche ragione, se non fosse per i grembiuli floreali a dir poco passati di moda che mia madre sfoggia tra una comodità e l'altra, mi fanno quasi venire voglia di ributtarmi tra quei bagagli.

«Ci vediamo tra una settimana, spero, salutatemi la mamma» ci raccomanda mio padre dal finestrino prima di scomparire in una di quelle viottole soffocate dalle querce.

Una volta andato via non mi resta che disfare le mie valigie o almeno provarci. Tutto sta per cominciare ed io sono già pronta ad accettarlo con un entusiasmo pari a quello di mio fratello di fronte ad un insetto ed un sorriso stampato in faccia tanto finto quanto quello di mia madre.

Penso proprio sia di famiglia, non credi ?

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