«Scusami, non ti avevo vista...» balbetto gesticolando e tenendo lo sguardo basso, cercando di liberarmi con uno strattone dalla sua presa.

«Non devi scusarti, é colpa mia...» inizia lei guardandomi dritto negli occhi. «...non faccio altro che sbattere contro chiunque...» aggiunge dopo aver scostato una ciocca di capelli dal mio viso e forzato un sorriso.

Cerco di ricambiarlo, nonostante quanto accaduto negli ultimi istanti, evitando per quanto possibile il contatto con i suoi occhi. Sembrano poter risplendere di luce propria, ed in un primo momento a dire il vero, sembrano riuscire a contagiarmi e a farmi risplendere in un sorriso, e non in uno dei tanti recitati.

Un po' come la luna, che può illuminarsi soltanto per via del riflesso dei caldi raggi del sole.

Sono piuttosto certa che senza di lui, Andrea, non risplenderò per un bel po', per farlo dovrei soltanto aspettare che qualcuno prenda il suo posto, o scegliere di tirarmi su le maniche e di risplendere, ma da sola. Finisco per farmi distrarre dai suoi capelli nero corvino, così lisci e perfetti da costringermi quasi a chiederle quale balsamo usi, se solo le mie labbra non fossero serrate a tal punto da iniziare a farmi male.

«Stai sanguinando...» mormora subito dopo aver notato il piccolo taglio nascosto dietro al mio ciuffo, a cui non avevo neppure fatto caso. «...vuoi che ti aiuti ?» chiede, per poi tenermi per le spalle corrugando la fronte. Vengo travolta da una nube avvolgente di Calvin Klein One non appena si avvicina per prendermi per una mano.

Faccio cenno di no con la testa, per poi scusarmi e affrettarmi verso il cancello che sta ad indicare l'uscita del bosco. Quanto meno ci provo, dal momento che mi sento come inchiodata qui.

Continua a fissarmi.
E io continuo a fare lo stesso.

Nonostante le decine di metri che ormai ci dividono, il bruciore della ferita, e la strana sensazione che il ricordo di Andrea mi ha lasciato, preferirei rimanere qui.

Sotto la pioggia,
colpita dal vento e
con un vuoto nel petto.

Ma non da sola.