Capitolo 36: Francia [R]
Francesca
Diario di viaggio
Fine novembre 2018
Caro Diario,
Questa è la tua prima pagina e dovrei raccontarti tutto quello che è successo in questo mese, ma sarebbe troppo lungo, perciò quando ti scriverò ti racconterò le ultime avventure.
L'aeroporto di Copenaghen è veramente enorme, praticamente quanto quello di Londra, e per passare dal gate di arrivo all'uscita abbiamo impiegato più di dieci minuti. Stento ancora a credere di aver visitato la Danimarca. Teresa è dentro l'ufficio postale, perciò ne approfitto per iniziare a scrivere un diario di viaggio prima del volo per la prossima meta.
Aeron non mi ha ancora contattato, perciò mi è venuto in mente di comprare questo quaderno e di consegnarglielo al mio ritorno.
All'arrivo abbiamo subito cambiato i soldi allo sportello, perché Teresa dice che è difficile trovarli in giro per la città e che difficilmente si trovano negozi o ristoranti che accettano carte di credito.
Questo paese è magnifico, partendo dai bagni: non ne ho mai visti di così puliti in vita mia.
La prima città è stata Copenaghen, dove ci siamo spostate sempre in metro per non consumare i chilometri della macchina. In metro le persone aspettano in silenzio e tranquillità, parlando anche a bassa voce, e tutti fanno scendere i passeggeri prima di salire. Per non parlare della puntualità e dell'efficienza dei treni. In alcuni momenti ci siamo spostate a piedi, perché, come dice Teresa, <<Copenaghen è veramente piccola, quindi non avremo problemi a spostarci a piedi>>, anche se ogni sera crollavo.
Alloggiavamo in una casa nel quartiere di Amegerbrod. La famiglia era formata da quattro persone, tutte molto simpatiche e che parlavano bene l'inglese, ma anche molto riservate, peggio degli irlandesi.
Il cielo è sempre stato grigio e piatto, ma non ha rovinato i nostri progetti.
Il quartiere di Amegerbrod è fuori dal comune: ogni persona può vivere come preferisce, senza regole o leggi. In questo luogo sconosciuto esiste una sola regola: non fare foto, a meno che non ci sia un cartello che lo permetta. Per il resto è tutto legale!
Eravamo eccitate all'idea di visitare questo posto e quindi, tutte felici e contente, con bellissima cartina in mano, siamo partite a piedi alla volta di Christiania. La prima cosa che ho imparato di Copenaghen è che il tempo è volubile: in soli due minuti può passare dal sole radioso e una temperatura di ventisei gradi a una pioggia fortissima e una temperatura di sedici gradi. Un giorno eravamo nel bel mezzo di un ponte, senza alcun riparo, quando a un certo punto le nuvole hanno iniziato a invadere il cielo e ha cominciato a piovere a catinelle. Siamo corse a rifugiarci in un piccolo pub all'angolo, tipico di Copenaghen, frequentato solo da gente del posto, come dimostrato dal fatto che, quando ci siamo presentate bagnate fradice e abbiamo chiesto ospitalità, loro ce l'hanno subito offerta.
In questa occasione ho conosciuto una ragazza di nome Debbie. È incinta di otto mesi a soli diciassette anni. Nonostante la riservatezza di questo popolo, si è aperta con me dicendomi di essere stata stuprata da suo padre e alcuni suoi amici ubriachi e di essere rimasta incinta di uno di loro. Era una ragazza molto alta, con capelli lunghi biondi e occhi del colore del mare.
Ahimè, vedo Teresa arrivare, perciò devo interrompermi. Ci sentiamo alla prossima tappa o la prossima volta che aspetto Teresa!
Francesca
Dicembre 2019
Caro Diario,
L'Alsazia e il suo clima natalizio contagioso: ecco tutto.
Teresa è nuovamente dentro a uno ufficio postale. A ogni tappa sta comprando oggetti e vestiti.
Ci troviamo alla stazione di Strasburgo e abbiamo dormito in ostello.
Questa piccola regione francese è situata a est della pianura del Reno ed è uno splendido crocevia in cui l'anima tedesca si fonde alla perfezione con il savoir vivre francese, in un magico connubio di cui le tipiche case a graticcio sono l'esempio più famoso.
La bellezza delle "maison à colombages" ha ispirato le fiabe Disney, che hanno scelto i borghi alsaziani per il mio cartone animato preferito: "La bella e la bestia". Ho adorato ogni momento.
Teresa ha definito questa città la "capitale europea del Natale", perché i suoi mercatini sono tra i più antichi al mondo e, in effetti, le bancarelle sono davvero stupende: ci sono gadget, oggetti d'artigianato e cibo tipico.
Mi sono immersa subito nella magia del luogo, assaporando i profumi e i sapori del luogo con il vin brulé.
<<Ma Strasburgo non è certamente famosa solo per i mercatini. In città c'è davvero tanto da vedere!>>. Così mi ha convinto Teresa, portandomi ovunque.
Le nostre tappe sono state la Place de la Cathédrale, che mi ha lasciata a bocca aperta per la splendida imponenza di Nôtre Dame de Strasbourg. È un vero e proprio capolavoro dell'arte gotica, con la sua caratteristica e unica guglia. Siamo salite e lassù si gode un panorama della città davvero bellissimo. Siamo riuscite a vedere persino la Foresta Nera!
Sempre in Place de la Cathédrale abbiamo visitato la Maison Kammerzell, che oggi è un ristorante, dove abbiamo mangiato.
La cosa che mi ha stupito di più è stato il grande albero di Natale in Place Kebler: palline colorate, ghirlande e lucine di tutti i colori.
Abbiamo continuato la visita con Petite France, lo storico quartiere situato sulla Grande Île: ho amato ogni piccolo dettaglio e, a mio parere, con le case a graticcio rappresenta una vera e propria cartolina dell'Alsazia.
Poi abbiamo visitato il Museo delle Belle Arti, che al suo interno ospita, tra i tanti capolavori, anche alcuni pregevoli esempi italiani come "La Crocifissione di Strasburgo" di Giotto, "La Madonna con il bambino e gli angeli" di Botticelli e la "Veduta della Chiesa di Santa Maria della Salute a Venezia" di Canaletto.
Siamo rimaste tre giorni ed è già ora di partire. Sono curiosa di conoscere la prossima città.
Francesca
Gennaio 2019
Caro Diario,
Abbiamo passato il Capodanno a Parigi ed è ora di ripartire. Mi sento triste. Parigi! Sono così felice: è una città magica.
Questa volta Teresa ha prenotato, tramite un sito web, un soggiorno all'Hotel Aberôtel Montparnasse per cinque notti. La pulizia della camera era impeccabile, cambiavano la biancheria ogni giorno, anche se non era così grande come mi aspettavo. L'hotel si trova nel quindicesimo Arrondissement. La prima cosa che abbiamo fatto, dopo il check in, è stata una passeggiata: abbiamo visto la Tour Eiffel, Les Invalides, la Tour Montparnasse e il quartiere di Saint-Germain-des-Près. La Tour Eiffel è magnifica: si trova dentro a un parco e sono riuscita a fare tante bellissime fotografie.
Il giorno seguente abbiamo pranzato in un ristorante con un nome molto singolare: Hippopotamus. Non appena Teresa mi ha lasciata in fila, mi sono messa a ridere per il nome. Non lo dimenticherò mai: la gente che passava e che si trovava in coda mi guardava molto male. Dopo il pranzo abbiamo proseguito la visita con l'Église Saint-Germain-des-Près, continuando con la visita del quartiere. La grande cartina di Teresa ci ha portate a Saint-Sulpice, all'École des Beaux Arts (Accademia delle Belle Arti), all'Hotel des Monnaies (Palazzo della Zecca) e all'Institut de France. Ultima tappa della giornata è stata l'Église Saint-Sulpice . Teresa mi ha spiegato che qui Alexandre Dumas collocò le abitazioni de "I Tre Moschettieri". Quando me l'ha detto mi è venuta voglia di rileggerlo.
Abbandonati i misteri e il fascino di Saint-Germain-des-Près, abbiamo attraversato la Senna per raggiungere la rive droite e per fare il nostro ingresso nella Cour Carrée del Louvre.
Raggiunta la Grande Pyramide, abbiamo fatto una coda chilometrica per entrare nel museo. Penso sia inutile commentare la magnificenza e la bellezza dei grandi e piccoli quadri al suo interno. Abbiamo proseguito la visita attraversando i Jardin des Tuileries sino alla ruota panoramica di Place de la Concorde. Ricordo che quel giorno ho finito la memory card della macchina fotografica, perché l'ho riempita con tutte le foto dei fiori, e quando l'ho detto a Teresa si è arrabbiata. Se ci fosse stato Aeron l'avrebbe presa in giro e questo mi ha fatto ridere.
Dopo quella visita abbiamo percorso parte dell'elegante Rue St-Honoré per raggiungere Place Vendôme, dove sorgono l'Hotel Ritz (peccato fosse tutto esaurito per Capodanno! Teresa mi ha detto che voleva soggiornare là!) e la colonna in bronzo che Napoleone fece erigere sul modello della Colonna Traiana di Roma.
Nonostante le grandi scalate e scarpinate che mi ha fatto fare Teresa in questi mesi nei paesi del nord, non mi ci sono ancora abituata: tornavo in hotel con i piedi distrutti e non appena mi buttavo sul letto, mi addormentavo all'istante.
Il 31 dicembre Teresa, dopo esserci date una sistemata in albergo, mi ha trascinata fuori per vedere il vero capodanno parigino. Siamo andate sotto la Tour Eiffel, tutta illuminata da piccole lucine gialle, e alla mezzanotte sono stati sparati dei fuochi d'artificio di ogni forma e colore. Il conto alla rovescia è stato proiettato sulla grande torre e tutti, intorno a noi, urlavano in francese.
È il primo dell'anno e stamattina Teresa mi ha detto: <<Passiamo a vedere solo un'ultima attrazione e poi partiamo>>.
Sono diventata subito triste: mi mancherà Parigi.
L'ultima attrazione è stata la famosa cattedrale di Nôtre Dame de Paris. È inutile dire che ho provato a chiamare Quasimodo, ricevendo solo occhiatacce.
Siamo alla Gare de Lyon, in partenza per una destinazione sconosciuta.
Ti ho pensato, Aeron. Tu mi hai pensato?
Mi manchi.
Francesca.
Settembre 2019
Caro Diario,
Non ti scrivo dal 1° gennaio, ma sembra essere passato così poco tempo. Non sono riuscita a scrivere tutto come volevo, ma intendo farlo ora. Siamo stati in così tanti paesi, tutti magnifici e a volte singolari. I paesi e le principali città che abbiamo visitato sono, a partire da Londra, Edimburgo, Cardiff, Dublino, Belfast, la Norvegia con Oslo e i suoi magnifici paesaggi, la Svezia con Stoccolma, Copenaghen, l'Islanda, l'Alsazia con il suo clima natalizio, Parigi con il suo clima di capodanno, Bruxelles, Anversa, Bruges, Amsterdam, Lussemburgo, la Germania, la Svizzera, la Croazia, San Pietroburgo, Riga, Cracovia, Varsavia, Budapest, Sofia, Praga, i castelli della Transilvania, la Bosnia, il Montenegro, Salonicco, Creta, Zante, Kos, Santorini, Mykonos, Atene e la Spagna con Maiorca, Valencia, Lanzarote, Fuerteventura e Siviglia. In ogni località siamo rimaste dai tre ai cinque giorni.
Sono riuscita a scrivere solo ora che sono in aereo in direzione Roma, quindi suppongo che sia l'ultima tappa.
L'avventura mi ha sedotta, mi rapisce la mente ogni giorno. È un amore che non riesco a contenere, come se nel mio cuore dirompesse la cassa toracica per imbrattarsi con le bellezze del mondo. Voglio una vita piena: viaggi in macchina, falò sotto le stelle, sacco a pelo nello zaino e sorriso sulle labbra. Cerco persone con cui condividere il bello e non la triste monotonia dell'esistenza umana. So che tutto questo posso trovarlo con Aeron.
Il nostro amore è come un viaggio senza una meta prestabilita. Non importa l'arrivo, ma il tragitto.
Quando dico che voglio viaggiare, però, non intendo restare in un hotel e girare con una guida turistica. Non voglio essere una turista. Quando dico che voglio viaggiare intendo esplorare un altro paese e diventare parte di esso. Voglio conoscere persone che non sono come me, voglio scattare delle foto di oggetti, di luoghi, di persone che ho incontrato, voglio vedere le cose con altri occhi. Voglio tornare a casa e realizzare di non esserci realmente tornata, perché una parte di me l'ho lasciata in qualsiasi luogo sulla terra in cui non sono mai stata. Ecco cosa intendo quando dico che voglio viaggiare.
Il mondo è un libro e chi non viaggia ne conosce solo la copertina.
Questa è la tua fine, sono all'ultima pagina, perciò, caro Diario, vorrei ringraziarti per avermi accompagnato in questo lungo viaggio.
Francesca
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