Extra n. 1: La cavigliera
Questo racconto è stato scritto a quattro mani con secretmephoenix per la challenge di coppia di HorrorThings ed è presente anche nel libro dedicato al profilo: In crescendo.
La narrazione prende il via dalla fine del secondo capitolo e mantiene la sua anima da fiaba dark-fantasy introducendo anche elementi steampunk.
1. Avevo pensato di introdurre questo tipo di narrazione anche nel racconto, mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni in merito.
2. Se dovessi scrivere altri extra vi piacerebbe leggerli?
Il principe ha condotto, nel vortice della tarantella, Ceresina sul balcone del salone da ballo di Palazzo Donn'Anna.
Il terrazzo affaccia direttamente sul mare e la notte è illuminata dalla luna piena, l'aria calda di fine Luglio è rinfrescata da una leggera brezza marina.
Alza una mano per carezzare il volto della fanciulla, il respiro sembra quasi sospeso con languore, quando un corvo arriva planando su loro due, le ali aperte a respingerli indietro verso il salone.
Il ragazzo scosta per un attimo il braccio che cinge la vita della ragazza, terrorizzata, per aprire la porta finestra, ma uno spostamento d'aria molto potente lo sbalza dal lato opposto, verso la balaustra.
Il corvo sembra cercare di pararsi a protezione di Ceresina, ponendosi proprio davanti a lei, e gracchia con tutte le forze. Ceresina si sente quasi mancare: un essere alato con il busto di donna si dirige verso di lei: una sirena.
La sirena afferra Ceresina con gli artigli e s'alza in volo verso il mare alto mentre lei urla e scalcia disperata. Vortici, mulinelli e improvvise onde gigantesche sembrano accompagnarle verso il mare più profondo, bramando la loro preda.
Nell'aria turbolenta, si sente un rumore meccanico. Ali ampie e scheletriche, simile a un mostro alato, è il principe che si avvicina con una macchina volante progettata e realizzata dal principe San Severo.
Sentendosi sotto attacco, la sirena, fuggendo, lascia andare la sua preda, che piomba nel vuoto con un grido di terrore.
Ceresina è inghiottita dall'acqua, riemerge, annaspa, cerca di tenersi a galla, il ricco vestito con le sue pesanti gonne la porta inesorabilmente verso il fondo. I polmoni bruciano e il movimento del torace diviene convulso. Disperata, allenta le stringhe del suo corsetto e, agitandosi come un pesce preso all'amo, si sfila l'abito, battendo poi i piedi freneticamente. Quasi allo stremo intravede il chiarore della superficie e la mano protesa del ragazzo, ma qualcosa le afferra una caviglia e un muto singhiozzo si propaga in bolle d'aria.
L'acqua le invade i polmoni e sostituisce l'aria, gli occhi le si chiudono e gli arti si rilassano, tentacoli l'avvolgono.
Il mare ormai è immerso nel buio, la luce l non riesce a penetrare nei suoi 7000 metri di profondità, quando una strana luminescenza illumina l'acqua di rosso. Un essere con sembianze umane, ma con corpo di ferro, ha tranciato il tentacolo del mostro preistorico e, mentre porta via la ragazza, le infila la testa in uno strano casco con un tubo attaccato a una bombola.
Ceresina vede un vortice d'acqua, una luce accecante e, infine, buio.
Quando si risveglia, è distesa su un letto a baldacchino, il capo su un soffice cuscino di piume e una coperta di broccato a coprire il corpo nudo. Scorge quel che resta dei suoi abiti: la sottile sottoveste con cui era rimasta, dopo aver sfilato il pesante abito da sera, poggiata su una sedia, pulita e asciutta.
Crederebbe di trovarsi in un fastoso palazzo, se non fosse per il pesante rumore metallico e la splendida vista sull'oceano dall'oblò di cui è corredata la stanza.
Nel buio illuminato da una luce soffusa priva di candele, il mare svela, di quando in quando, mostruosi pesci simili a un incubo.
La fanciulla sbanda mentre tremante riesce ad alzarsi e vestirsi.
Appoggia una mano sull'oblò, ma un mostro vi si scaglia contro, sbattendo contro il vetro stratificato. Terrorizzata, balza indietro e fugge verso la porta.
Si ritrova in un labirinto di corridoi di ferro, con tubi che sbuffano fumo e rumori che rimbombano.
- È l'inferno - pensa mentre inizia a correre inseguita da orride ombre e versi demoniaci.
Inciampa e finisce tra le braccia di un uomo - No! Non è un uomo! - ha la testa deforme, estremamente alta e la pelle scura quasi gialla: è sicuramente un abitante dell'inferno.
Le braccia forti della figura la afferrano e lei torna nel buio e nel silenzio.
Si risveglia lentamente, l'ambiente intorno è silenzioso. Un leggero tintinnio di vetri la fa sobbalzare e spalanca gli occhi. Si trova distesa su una lussuosa chaise long e qualcuno ha drappeggiato una coperta sulle gambe.
Poco distante, volto di spalle, un uomo sta versando un liquido ambrato in due bicchieri di cristallo.
«Lieto di vederla sveglia, mylady. Spero si senta meglio.»
La voce parla un italiano dall'accento inconsueto. Le spalle larghe, le lunghe gambe muscolose, tutto fa pensare a un uomo d'azione.
Una morbida chioma scura sfiora il colletto di una divisa, quella che le sembrava una testa deforme è un alto turbante.
La ragazza ansiosa chiede: «Mylord, è lei che mi ha tratta in salvo? Le sono debitrice. Potrei chiederle dove sono e quando potrò fare ritorno alla mia dimora?»
L'uomo la guarda intensamente e le porge il calice: «Beva, ne avrà bisogno. Spiacente, ma lei non farà mai ritorno alla sua precedente vita, chi sale sul Nautilus, muore sul Nautilus.»
Ceresina inghiotte a vuoto, svuota il calice e tossisce.
Il capitano parla della sua sete di vendetta, della crudeltà dei potenti, del piano per rovesciare l'ordine costituito. Mentre parla si trasfigura, i lineamenti divengono crudeli, la bocca si assottiglia, i denti diventano sporgenti, le dita che si contorcono sono simili ad artigli.
Poi qualcosa attira l'attenzione della fanciulla, una proposta, l'invito a visitare il sommergibile.
Gli occhi sbarrati su quella prigione di lusso, la fanciulla accetta l'invito. Il capitano la guida e le parla, le illustra l'origine del gigantesco guscio meccanico che permette loro di solcare i mari.
Ceresina si anima durante la visita e cerca di non fare caso all'equipaggio che si muove in modo meccanico, agli occhi vacui e sporgenti, alle spalle piegate in avanti e alle braccia ciondoloni, anche se il terrore le striscia sotto pelle e si mostra interessata.
È così che intravede una via d'uscita, quando dà uno sguardo fuggevole alla macchina che le ha salvato la vita: uno strano recipiente colmo d'aria e al tubo che inserito in bocca la immette nei polmoni.
Il capitano vorrebbe cenare con lei, ma l'agitazione e la stanchezza le permettono di ritirarsi.
Una figura anonima le porta un vassoio di cibo, che lei accetta con un sorriso, ma non tocca nulla, tranne un bicchiere d'acqua, ha il terrore che il cibo o il vino possano essere stati alterati, sì è accorta che dopo aver bevuto il calice offertole dal capitano tutto le appariva sotto una luce quasi dorata.
Ora seduta in un canto, non fa altro che guardarsi intorno: ora dopo ora il Nautilus sembra invecchiare, le stoffe si riempiono di buchi e sfilacci, il legno si scheggia e geme. La ruggine scalfisce l'oblò e, quando Ceresina osa affacciarsi nel corridoio, vede il vero volto dell'equipaggio: morti.
Morti, ciondolanti e putrefatti, caracollano nella nave per soddisfare lo scheletro del capitano che tuona il suo volere.
È notte, se così si può dire vista la profondità a cui si trovano, una figura silenziosa si aggira per i corridoi.
Ceresina è diretta alla camera di espulsione, indossa solo mutandoni e camiciola corta per essere più agile. La paura la divora, ma ancora di più è forte il desiderio di libertà.
Ha compreso che deve guardare la morte in faccia, se vuol vivere.
Si introduce nei magazzini e preleva l'attrezzatura per respirare sott'acqua.
Eludendo l'equipaggio, corre alla camera di espulsione indossando prima bombole d'ossigeno e boccaglio.
Grida furenti la raggiungono quando sta già lottando contro le correnti.
Quello che una volta era un uomo la insegue, le afferra la caviglia mentre una manina esce alla luce lunare.
Un ragazzo alato che ancora non si è arreso le prende la mano.
Afferra il pugnale che aveva nascosto nei mutandoni e recide la mano che l'ha catturata dandosi una spinta verso l'alto scalciando via il Capitano.
Ceresina viene portata in volo verso casa, in ricordo una mano scheletrica come cavigliera.
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