CAPITOLO 7 - La ragazza dai capelli verdi che parla italiano in Grecia
Davanti a Niko, sull'altra sponda del fiume, sedeva una ragazza. I loro occhi si incontrarono.
Poi lei si alzò di scatto. Aveva un'espressione preoccupata, come se avesse paura di lui. Niko la studiò più attentamente. Sembrava avere la sua età, forse un anno più giovane. Indossava un lungo vestito che le arrivava fino ai piedi, un bel vestito di colore bordò tendente al marrone. Era ornato con moltissime perle e pietre luccicanti. Il motivo del vestito ricordava i rami delle rose, tutti attorcigliati intorno a sé, ed erano dorati. La ragazza portava un lungo mantello verde muschio con i lembi dorati che le copriva quasi tutto il vestito, il cappuccio cadeva libero sulle sue eleganti spalle. Sembrava una normale ragazza, ma l'unica cosa che attirò l'attenzione di Niko - oltre allo strano vestito - furono i capelli raccolti in un'elegante treccia: erano marroni, ma sulle punte avevano una sfumatura di verde acceso, come l'erba appena cresciuta.
"Finalmente una persona!" esultò Niko. La ragazza fece un passetto indietro, facendo subito pentire Niko dell'eccessivo entusiasmo nel salutarla. "Ehi, tu!" Iniziò a muovere le braccia sopra la testa e continuò: "Ehi, mi sapresti dire che posto è questo?"
La ragazza lo guardò con un'espressione interrogativa, corrugando la fronte.
Niko si fermò. Oh, giusto, pensò, qui parlano greco! Perchè non c'è Jan quando serve?
Mise insieme le idee e cercò di pensare a un modo per comunicare con la ragazza. "Allora, qui non mi capiscono. Come interagisco?" iniziò a pensare a voce alta, infatti aveva questa strana abitudine di dire tutto quello che gli passava per la mente. "Giusto! L'inglese! Chi non lo conosce?"
Poi spostò di nuovo l'attenzione sulla ragazza. "Hello! Can you... tall... toll... argh, where we are? Do you... ehm, com'era?... understand?"
La ragazza corrugò ancora di più la fronte. Adesso era davvero confusa.
Niko iniziò a gesticolare. "Do you understand? We... where are we?" La ragazza non sembrava capirlo. "Ho detto giusto?" si chiese. "Maledizione, perché non prestavo attenzione alle ore di inglese?"
Poi si fermò. Devo trovare un altro modo... Mi guarda come se avesse visto uno spettro... Cosa posso inventarmi?
All'improvviso la ragazza si mise a ridere.
Niko la guardò, adesso era lui confuso. Eh?
"Per tutti gli Dei! Cosa sta dicendo?" rise la ragazza.
"Tu... tu parli la mia lingua?" disse stupito il ragazzo.
"Certo! Come vuole che parli?"
Forse greco? pensò Nik. Bah, ma non importa! Saltò attraverso il ruscello e atterrò vicino a lei, quasi rischiando di scivolare e cadere in acqua. Non sarebbe stato molto elegante ed eroico... soprattutto davanti ad una ragazza. "È bello trovare qualcuno che parli come te!"
"Lei è sempre così bizzarro?" Lei sorrise timidamente coprendosi la bocca con la mano e guardando giù. Poi portò lo sguardo di nuovo sul ragazzo.
Wow, è carina! arrossì Niko. "No, no, è che qui siamo a Creta ed è difficile trovare qualcuno che sappia l'italiano..."
"Creta?" La ragazza lo guardò di traverso. "Mi perdoni, non so che posto sia."
Niko la squadrò. Poi si mise a ridere lui. "Sai, anche tu non sei poi del tutto normale! Ma vorrei chiederti un favore."
"Un favore? Se mi è possibile aiutarvi, lo faccio volentieri!"
"Grazie! È successo che io e dei miei amici ci siamo... persi in questo bosco. E siccome non siamo per niente della zona vorrei che ci indicassi la città più vicina."
"La città più vicina? Io ci sto andando, perciò se volete potrei accompagnarvi."
"Veramente? Ci fai un gran favore così! Grazie!"
"Ma si figuri!"
La ragazza raccolse il cestino da terra e si spazzò la gonna. Poi iniziò a camminare. Per un po' proseguirono in silenzio. Gli occhi di Niko cadevano ripetutamente sui capelli della ragazza, che oscillavano elegantemente sulla sua schiena. Erano lucenti, ben tenuti e curati, e sotto la luce del sole sembravano acquisire sfumature verdi non solo sulle punte. Gli occhi della fanciulla erano anch'essi verdi e luccicanti, come se fossero fatti di smeraldo, ma stranamente sembravano spenti, come se la ragazza stesse cercando di nascondere o negare qualcosa a sé stessa. Come se qualcosa la rendesse sola. Il viso, anche se coperto da un bel sorriso, sembrava triste. Una tristezza appena percepibile, ma che Niko notò quasi subito.
E poi il biondino si stava chiedendo una cosa: perché la ragazza gli stava dando del lei? Sembravano avere la stessa età. Non aveva senso!
"Ehm..." Niko cercò di aprire una conversazione. "Quindi... cosa ci facevi lì, in mezzo al bosco? Da sola?"
"Stavo cercando delle erbe." La ragazza gli mostrò il cestino. "Sto facendo degli apprendistati riguardo le erbe curative e il loro utilizzo."
Niko rimase in silenzio. Mise la bocca a papera e rispose: "Non penso di aver capito... Ma okay!"
"Siete veramente divertente, lo sapete? Parlate in un modo veramente stravagante."
"Emmm... Lo posso prendere come un complimento?" sorrise un po' incerto il ragazzo.
Lei si guardò le punte delle scarpe. "Lo può prendere come vuole."
Il ragazzo rise. "In ogni caso, il mio nome è Niko! Tu come ti chiami?"
"Oh cielo! Mi sono dimenticata di presentarmi, che maniere! Il mio nome invece..." I suoi occhi, per un solo momento, luccicarono di incertezza, poi proseguì: "è Jarelyne Centauri Host... onorata di fare la vostra conoscienza." La ragazza prese i bordi della gonna e fece un inchino profondo. Poi lo guardò, come se aspettasse una qualche strana reazione dal ragazzo.
Niko non se ne accorse. "Piacere mio! Hai un bel nome, lo sai? Posso chiamarti Jara? Sai, un nome così lungo non me lo ricorderei mai bene!"
Jarelyne si fermò e lo scrutò.
"Ehm... Tutto ok?" chiese lentamente il ragazzo. "È il soprannome? Ehm, posso cambiarlo..."
"Eh? Ah, no, no! Va bene come soprannome... è che non ci sono abituata..."
"Bene! Mi stavo già preoccupando! Allora possiamo continuare? Siamo quasi arrivati!" Si voltò e iniziò a saltellare, felice di essersi fatto una nuova amica.
Jarelyne rimase ferma per un pò. "Davvero! Siete proprio un giovane bizzarro!" esordì. Poi lo seguì.
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