CAPITOLO 5 - Jan ci sa fare con le poesie!

"Pesca!"
"Tocca a te."
"No, tocca a me!"

Jan stava cercando di dormire, ma le grida, seppure sottovoce, che uscivano dalla tenda vicina non lo facevano chiudere occhio. Si voltò dall'altra parte.
"Tsk! Avevo detto di fare silenzio!" si innervosì Jan. Strisciò fuori dal sacco a pelo e prese in mano il telefono, aprendo la torcia. Indossò una felpa: di notte faceva freddo e il venticello che soffiava tra le roulette non aiutava affatto, anzi. Il ragazzo uscì di corsa dalla tenda ed entrò in quella vicina.

"La smettete di fare baccano?" sussurrò. "Qui c'è gente che cerca di dormire!"
"Scusaci!" rise piano Niko, pescando una delle carte di Axel. "Nooo, il joker!" si prese per la testa e si fece cadere all'indietro.

"Perché non te ne vai a dormire?" chiese scocciata Katja.
"Lo farei, se voi non faceste tanto baccano!" le rispose il cugino. "È già mezzanotte! Non ditemi che avete giocato a carte tre ore?"

"No, no! Abbiamo appena iniziato!" Jasmina indicò un cuscino. "Vuoi unirti?"

Jan corrugò la fronte. "Come no! Appena iniziato! Sarà la decima partita!"
"Guarda che siamo rimasti un'ora intera ad esaminare la scatola e il suo contenuto." disse Katja, pescando una carta dal mazzo di Niko.
"E cosa avete scoperto?" si incuriosì il cugino di Katja, sedendosi sul cuscino indicato prima da Jasmina.
"Cosa? Ti interessa?" lo stuzzicò lei con un sorrisetto furbo.
"Certo che no!" arrossì Jan.

"Anche se l'abbiamo esaminata un paio di volte a testa, non abbiamo scoperto granché sul contenuto della scatola." spiegò Axel, tirando fuori la scatola dallo zaino. "Deve essere qualcosa di vecchio. Vedi questo centauro? I centauri facevano parte della mitologia Greca. La loro particolarità era di possedere tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano portati a livelli elevatissimi: dall'estrema saggezza all'incredibile crudeltà. Forse la scatola è una scultura, ma ho qualche dubbio. Oltreché è fatta di marmo bello vecchio: è tutto opaco. Deve avere almeno cinquant'anni se non di più."
"Però ci sono delle cose che non ci sono chiare: le sirene e i licantropi appartenevano alla mitologia Greca, ma i druidi non appaiono nei miti Greci." continuò Niko.

"Riassunto: non si sa da dove proviene questo coso." concluse Jasmina. "E non siamo nemmeno riusciti a tradurre qualcosa dallo scritto. Alcuni segni ricordano quelli greci, alcuni quelli latini. In poche parole è un misto di varie culture."

"E poi c'è la pietra violacea: quella è un vero mistero." Niko mostrò la pietra a Jan. Questo se la rigirò sul palmo. "Anche se è abbastanza piccola da stare in una mano, è troppo leggera per le sue dimensioni. Sembra come se all'interno fosse vuota."

Jan prese in mano la pergamena. Guardò Axel con un'espressione interrogativa.
"Guarda qua." Axel indicò un segno, sporgendosi verso Jan. "Non ti ricorda la lettera pi greca? E questa sembra una omega."
Jan lo guardò più attentamente. "Vedo." sussurrò. "Io so leggere e parlare il greco, ma nessuna di queste parole ha senso, neanche se cerco di associare queste altre lettere al latino. Non hanno nessun significato."

Niko spiaccicò la faccia a quella di Jan. "Appunto."
"Ma questi cerchi cosa sono?" chiese dopo un po' Jan, mostrandoli a Niko. Vicino al bordo del foglio, sulla parte che stava sopra la torcia, c'erano dei strani cerchi. Jan li guardò più attentamente. Poi spostò il foglio sopra la torcia e ad un certo punto su tutto il foglio comparirono dei cerchi con delle incisioni ai bordi.
"Ehi, date un'occhiata!" disse stupito Jan, gesticolando con la mano per far avvicinare tutti.

Si ragrupparono tutti intorno a Jan. Katja guardò incredula:
"E questi cerchi... da dove sono spuntati? Prima non c'erano!"
"Che cosa saranno?" si chiese tra sé e sé Jasmina.

"Si sono mostrati quando hai illuminato il foglio dall'altra parte... Probabilmente hanno attaccato insieme due pergamene e quella sotto aveva sopra disegnati i cerchi." Axel li guardò attentamente, come se molti pensieri confusi si stessero facendo largo nella sua mente. A Jan sembrava di scorgere gli ingranaggi che si muovevano nella testa del piccolo genio. La situazione lo fece pensare a uno di quelle immagini su Instagram dove c'è un uomo che pensa circondato da triangoli e formule.

A Niko venne un flash. "Ma certo! Sembrano dei cerchi druidici!"
"Dei cerchi di chi?" lo guardò di traverso Jasmina.
"I druidi." spiegò il biondino. "Nei videogiochi invocano delle cose con questi cerchi. Nella mitologia..."
"Ah, giusto." lo interruppe Jan. "Tu sei quello fissato con le storielle inventate."
"Le leggende e i miti, prego." Niko alzò fieramente il mento. "E poi, non sono storielle inventate."
"Sono la stessa cosa. Ma, sapete, mi sono stufato delle vostre stupidaggini di maghi e uomini-cavallo o qualunque cosa siano." Jan si alzò di scatto, arrabbiato di essersi fatto trascinare in questi stupidi discorsi. "Sei abbastanza grande da sapere la differenza tra la realtà e la fantasia. La realtà è ciò che ci circonda, è ciò che noi sperimentiamo ogni giorno vivendo. La fantasia è solo l'utopia della nostra vita generata dai nostri desideri. I maghi non esistono. Le leggende sono storie inventate da un paio di idioti che non si sapevano spiegare il perché dei disastri naturali. Se pensi che questa "cosa" sia collegata alla magia, allora prendi in mano il foglio e mettiti a sputare frasi senza senso imitando qualche tuo amico mago." Jan, diradato, prese in mano il foglio e il sasso luccicante e continuò. "Si, dai, proviamo a evocare qualche magia! Facciamo i maghi! Con questa formula il potere evocherò e la magia druidica attiverò!"
Jan si fermò.
"Vedi?" continuò con voce calma dopo un lungo silenzio. "Non è successo niente. E questo perchè la magia NON ESISTE!" gridò infine, e probabilmente svegliò i loro vicini di tenda. Ma non gli importava.
Niko e gli altri lo guardarono in un silenzio tombale. Poi Niko sussurrò: "Però, sei bravo con le poesie."
"ARGH!" Jan fece di tutto per non strangolare Niko. Se ne andò dalla tenda lasciando tutti in silenzio.

"Ma guarda tu!" sussurrò ancora arrabbiato Jan, dirigendosi verso la sua tenda. "Guarda con che bambini sono capitato! Sono quasi peggio di Katja!" Rallentò un po', non vedendo a un palmo dal naso. Stranamente questa notte era priva di stelle.
Poi si fermò. "Fa... caldo? Prima faceva più freddo. Che strano." Volle continuare quando sbattè il piede contro qualcosa. "Ahio! Che... contro cosa ho sbattuto? Qui non ci sono sassi!" Iniziò a perlustrare il terreno con le mani. "Non si vede a un palmo dal naso! Che nervi!"
Poi trovò una radice. "Stupido albero!" bisbigliò e se ne tornò nella tenda, troppo stanco per realizzare di trovarsi in un campeggio.

E lì non c'erano alberi.

Questa storia partecipa al concorso di wttprose

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