CAPITOLO 44 - Kaya che acconsente? Miracolo!
I ragazzi alzarono lo sguardo verso il tetto dell'alta villa Fleure, la casa di Kaya e il posto dove Jarelyne studiava. Salirono le corte scale verso la porta e, esitando, bussarono con il grande battiporta d'acciaio.
Per i primi due minuti non rispose nessuno, finché non si sentì una voce chiedere: "Chi è?"
Niko prese l'iniziativa e rispose: "Ciao, Kaya! Sono io, Niko!"
Seguì il silenzio, poi lo scorrere della chiave nella serratura e, infine, lo scricchiolio della porta mentre si apriva. Dall'interno della casa li stava guardando Kaya con un sopracciglio alzato, chiedendo in silenzio cosa volessero.
"Desidereremmo parlare con la principessa." chiese Axel.
Kaya lo scrutò da capo a piedi. "E cosa vi fa pensare che ve la lasci incontrare?"
Niko fece un enorme sorriso forzato. "Perché siamo i suoi simpatici amici umani?"
Kaya lo fulminò con lo sguardo e sbatté loro la porta in faccia.
"Kaya," implorò Katja, "abbiamo bisogno di aiuto! Ti prego, facci incontrare Jarelyne!" Sbatté il pugno sulla porta tre volte e provò ad abbassare la maniglia.
"Primo," si sentì dall'altra parte della porta, "è principessa Jarelyne. E secondo, noi non vi dobbiamo niente! La principessa ha cose più importanti da fare che giocare con voi a caccia al tesoro!"
"Kaya, per favore!" pregò Niko. "Non fare l'antipatica!"
"Chiamami lady Kaya," rispose stizzita l'elfa, "e adesso andatevene, non disturbate più la principessa durante gli studi!"
Axel si avvicinò alla porta e bussò due volte. Poi continuò in tono calmo e pacato: "Lady Kaya, ascolti, ci serve il vostro aiuto. È apparso un altro frammento, ma da soli non ce la faremo a prenderlo: abbiamo bisogno di una guida."
"Ho detto no."
"Promettiamo che una volta finita questa storia dei frammenti non verremo più a disturbare la principessa, ce ne torneremo a casa senza causare ulteriori disagi. Solo, per favore, aiutateci a trovare i restanti pezzi della Pietra Portale. Non vede che siamo disperati?"
Seguì un lungo silenzio. Dall'altra parte della porta, Kaya stava soppesando le parole di Axel. Mandare la principessa insieme a dei deboli umani è pericoloso quanto buttarla in una gabbia piena di goblin affamati. Sarebbe andata lei, ma non può lasciare la villa incustodita: ci sono troppe formule, troppi incantesimi pericolosi che se finissero in mani sbagliate causerebbero guai enormi.
E poi, la principessa sembra così felice negli ultimi giorni.... Non l'avevo mai vista così energica nei suoi corti tredici anni di vita.
L'elfa aprì lentamente la porta. "Una volta trovati tutti i frammenti ve ne andrete senza causare disagi né sconforti."
"Affare fatto!" gioì Niko.
Kaya sospirò. "Entrate," disse e scomparì nell'enorme soggiorno.
Davanti ai ragazzi si aprì un'enorme sala piena di libri con uno globo di dimensioni inumane in mezzo ad essa.
Kaya li mise a sedere su dei divani di pelle in un angolo della camera e versò a tutti e cinque il tè in tazzine bianche di ceramica. "È fatto di erbe della Foresta degli Alberi Neri, un tè pregiato nonché raro perché è difficile ottenere gli ingredienti per prepararlo." spiegò velocemente come per abitudine. "Vado a chiamare la principessa Jarelyne."
Quando l'elfa se ne andò, Jan disse: "Ha completamente cambiato atteggiamento. Cavolo, ci ha pure offerto il tè!"
"È una brava ragazza," rispose Axel, "si preoccupa davvero tanto per Jarelyne. È davvero una buona amica."
Jasmina e Katja annuirono, continuando a sorseggiare il caldo tè dalle piccole tazzine bianche, rosa e dorate.
"Amici?" Una voce leggera con leggere tracce di euforia riecheggiò tra le mura della villa, distraendo i cinque ragazzi dall'ottimo tè.
"Jara!" Niko saltò in piedi e corse ad abbracciare l'amica. Questa, quando le braccia del ragazzo la stritolarono, si irrigidì e arrossì, non aspettandosi un gesto così... toccante come saluto.
"Giù le mani, donnaiolo." brontolò Kaya lanciando un'occhiataccia al biondino. Questo lasciò andare la principessa quasi subito.
"Ditemi, amici, qual buon vento vi porta a Birdem?" chiese Jarelyne, sorseggiando una tazza di tè col mignolo alzato. Sedeva sul divano ritta come un albero con le gambe piegate leggermente a destra.
"Cos'altro se non un segnale del frammento? E il fatto di voler vedere la nostra amica che è scomparsa per tre giorni." rise Jasmina, seguita dalla principessa, e tirò fuori dallo zaino la mappa magica. Quando la srotolò, Kaya ci posò sopra i palmi delle mani e subito tutte le montagne si alzarono in cielo, le città presero vita e i corsi d'acqua iniziarono a correre. Quasi si poteva sentire il cinguiettare degli uccellini e lo scroscio dell'acqua.
"Il frammento si trova qui," disse Axel posando una mano sull'isola dorata, "a Deerter."
"A Deerter?" proferì sorpresa Kaya. "Non lascerò andare la principessa sull'Isola dell'Oro!"
"Tranquilla," disse Niko, "il frammento si trova in mezzo ad una..."
"In mezzo al deserto." finì Jarelyne.
Jan la scrutò. "No, ti sbagli, si trova in una città."
"I miei occhi non sbagliano, Jan. Il segnale proviene dal deserto." rispose Jarelyne leggermente offesa.
Jan e i ragazzi guardarono confusi la mappa. Al contrario della sera prima, il frammento non si trovava in mezzo alla città Rachman, bensì in mezzo alle gialle dune del deserto.
"Che strano," mormorò Axel, "avrei giurato che..."
"Se il frammento si trova in mezzo al nulla, non vedo perché non debba andarci, principessa." disse Kaya, facendo in modo che tutti gli sguardi cadessero su di lei.
Niko la guardò sorpreso. "Non pensavo acconsentissi così facilmente."
"Finché mi promettete che una volta raccolto il pezzo della Rotra Hol tornerete subito indietro, non vedo perché debba dirvi di no."
"Okay," disse Niko, "questo comportamento è sempre più strano. Sei sicura di non avere la febbre?"
"Di cosa si meraviglia, Niko?" Kaya lo guardò di traverso. "Ormai ho capito che anche se dicessi di no la principessa troverebbe in ogni caso il modo di convincermi. E se non lo farebbe lei ci penserebbe un gruppetto di fastidiosi umani a farmi perdere la pazienza. Quindi, finché mi promettete che tornerete indietro il prima possibile, acconsento."
A Jarelyne sembrava come se stesse per caderle la mascella a terra. Piegò elegantemente il busto in avanti e rischiò quasi di macchiarsi la lunga e setosa gonna con il tè. "Mi lascia andare?"
Kaya sospirò. "Devo ripeterglielo? Ma solo se mi promette che si impegnerà due volte di più negli studi per recuperare le lezioni perdute."
La principessa annuì vigorosamente.
"Bene. Adesso resta il problema di come andremo fin laggiù. Ci vorrà come minimo mezza giornata. E poi non abbiamo una barca per attraversare lo stretto." pensò Axel. "Qualche idea?"
"Sapete cavalcare?" chiese Jarelyne.
Jan voltò lo sguardo. "Intendi... un cavallo?"
"Certamente, chi altri. Seguitemi." Jarelyne, seguita dai ragazzi e dall'elfa, si incamminò verso un'entrata laterale che portava ad un enorme giardino limitato da un muretto di pietre. In fondo al prato ben curato, stava una grande stalla di pietra con il portone di legno. Dentro vivevano dieci cavalli, tre di loro bianchi e sette color caffé.
"Ecco qui," disse l'elfa, "questi sono tra i migliori cavalli a Birdem. Forti, veloci e ubbidienti."
"Bello!" gridò Niko, ricevendo in risposta i nitriti di quattro stalloni spaventati dall'inaspettato strillo.
"Abbassa la voce, umano!" sibilò Kaya. "Le orecchie degli animali e di noi elfi sono molto sensibili!" La ragazza slegò quattro cavalli dai pilastri e li attaccò ad una trave di legno. Poi, con uno schiocco delle dita, i ragazzi guardarono esterefatti come i finimenti iniziarano a volare dall'angolo dove erano ben riposti fino ai dorsi e ai musi dei cavalli.
Jarelyne si avvicinò a una giumenta bianca e le accarezzò il muso. "Lei è Neve," la presentò, "la mia cavalla." Katja e Jasmina si avvicinarono e, lentamente, le accarezzarono il muso.
"Scegliete un cavallo, lo cavalcherete in due." comandò Kaya.
Jan alzò la mano per attirare l'attenzione su sé stesso. "E se non avessimo mai cavalcato prima d'ora?"
Kaya lo guardò con un sorriso furbo in viso. "C'è sempre la prima volta. Adesso montate su."
Inutile dire che avevano tutti non pochi problemi per sedersi sul cavallo: non solo per il fatto che non avevano mai posato il fondoschiena sul dorso di questo animale, ma anche perché la sella era molto diversa di quelle che conoscevano i ragazzi. Niko, una volta su, era quasi scivolato giù dall'altra parte. Katja si era stesa ad angolo retto sul dorso del cavallo, non riuscendo poi a tirare su le gambe. Jan aveva provato con una rincorsa, ma il cavallo si era spavetato ed era corso dall'altra parte della stalla.
"Insomma, un disastro." sospirò Kaya massaggiandosi le tempie. "Quali mezzi di trasporto usate dalle vostre parti? Fate come la principessa. Prima posate una gamba sulla staffa, poi vi tirate su."
Incredibilmente, la principessa sapeva cavalcare. Quando le chiesero come mai, disse che cavalcare è una delle poche libertà che hanno le donne a Kamoria. Molte volte non si può usare una carrozza per gli spostamenti.
Quando la principessa si sedette sul cavallo con le gambe su un solo lato, Jan le chiese se non fosse più comodo sedersi a gambe aperte, ricevendo come risposta unisona un bel: "Cafone!" da Kaya e Jarelyne.
Dopo una decina di minuti erano tutti seduti sui rispettivi cavalli: Niko e Axel, Katja e Jasmina, Jan da solo ed infine Jarelyne.
"E ricordate," spiegò Kaya, "dovete muovervi a ritmo col cavallo, seguire i suoi movimenti con il busto. Sennò questa sera non riuscirete nemmeno a sedervi."
"Sì, sì," brontolò Jan, "ce l'hai già detto e spiegato."
"Se vuole le faccio anche un disegnino." rispose l'Elfa.
"Quindi possiamo andare?" domandò Jasmina.
Jarelyne annuì e, dopo aver riascoltato un'ultima volta le regole impartite da Kaya, schioccò la lingua e la giumenta bianca iniziò a dirigersi verso l'uscita.
"Prendi le corde, Axel!" disse Niko abbracciando l'amico attorno al petto.
"Le redini, Niko. E sto cercando di capire come funzionano." sbuffò Axel aggiustandosi gli occhiali neri.
Kaya li raggiunse e fece scorrere una mano sul collo del cavallo. "Non stringete violentemente i fianchi del cavallo: è ben addestrato e se glieli si stringe troppo inizierà a trottare. Per fermarlo, tirate leggermente le redini e portate il peso del corpo all'indietro mentre per farlo girare basta fare pressione sul lato del fianco verso il quale si desidera procedere."
Katja prese in mano le redini e strinse leggermente le caviglie al fianco del cavallo. Questo iniziò a muoversi a passo lento verso l'uscita, dove Jarelyne li stava aspettando. "Funziona!" gioirono le due ragazze nel mentre cercavano di oscillare insieme al cavallo. "È bellissimo!"
"Questo coso è rotto." brontolò Jan. "Parti, dannazione!"
"Si calmi, Jan." Kaya lo raggiunse e cercò di aiutarlo, nel mentre Niko e Axel giravano intorno a due pilastri sperimentando l'arte del cavalcare. "Un cavallo è un essere vivente come tutti noi e perciò bisogna rispettarlo. Se non avanza è perché sta sbagliando lei."
"Io non sto sbagliando."
"Il cavallo è stato addestrato sin da puledro a ubbidire perfettamente a ogni ordine e sa eseguirli alla lettera. Qui non è il cavallo l'incompetente, ma lei." Con questa affermazione lo zittì. Poi gli spiegò lentamente cosa deve fare e, dopo un po', il cavallo partì facendo sussultare Jan.
Kaya guardava dal portone dietro casa i cavalli allontanarsi e inoltrarsi nella boscaglia seguendo una stradina segreta e malferma.
"Stia attenta, principessa..." mormorò, continuando a guardare la via ormai vuota per ben cinque minuti prima di rientrare nella villa.
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