CAPITOLO 42 - L'uomo di quasi quarant'anni che non riesce a leggere
Naazul stava steso sul suo grande letto, una mano sotto la nuca e le gambe incrociate. Gli scarponi neri sporcavano le lenzuola marroni e grigie, ma di questo gliene importava poco.
La sua mano destra teneva tra le dita incastrato un libro dalla copertina ruvida e consumata. Le pagine di papiro, spesse e color marrone chiaro, erano coperte di scritte, cerchi e formule magiche. Rivolta con le pagine in giù, sembrava come se all'uomo dasse compagnia solamente con la propria presenza.
Naazul guardava assente il soffitto. Negli archi di pietra che lo componevano c'erano scolpite piccole e grottesche figure di uomini e bestie. Ma guarda tu se riesco a dormire con questo orrore sopra la testa, pensò contrariato. Inspirò profondamente e chiuse i suoi magnifici occhi verdi e dorati. Sentì una goccia di sudore tracciargli la clavicola, accarezzandolo e lasciando dietro una scia di bagnato. Anche se la singola finestra della camera non era tanto grande, il raggio di sole che penetrava tra la nebbia e finiva nella stanza bastava a scaldarla. Per non parlare dell'afa che circondava il castello - era quasi insopportabile, soprattutto per qualcuno come lui, dalla carne calda e dai polmoni infuocati.
Restò disteso in silenzio per una decina di minuti ad ascoltare i battiti del proprio cuore, quando poi aprì gli occhi deciso, alzò la mano col libro e si portò quest'ultimo sul naso.
Magie per principianti - guida alla lettura delle magie di livello primo. Era questo il titolo del libro - o almeno così disse Serpio. E a Naazul venne da ridere. Principiante e lui. Queste due parole sembravano non avere un significato in comune quando si parlava di lui. Ma invece, ora gli erano più vicino di quel che l'uomo sperasse.
Quando aprì il libro e riprovò a leggere, tutte le lettere si mescolarono, alcune scomparirono, altre ancora si capovolsero.
"Se non volevi farmi leggere le formule, potevi almeno lasciarmi capire la Lingua vecchia, stronzo di un succubo." pensò a voce alta. "Come ti aspetti che passi il tempo tra queste maledette mura se non posso leggere un semplice libro per bambini?" Frustrato, lanciò il libro sul comodino e ruggì a nessuno e a tutti contemporaneamente: alla sua sfortuna, al fatto di aver perso il dono della lettura, agli dei, all'onnipotente fato, alla sua stupidità e ingenuità. Si portò le mani sulla testa, prese i suoi capelli quasi neri tra le dita e strinse forte, quasi a volersi strappare lo scalpo. Perché a me?
"Naazul..."
L'uomo alzò la testa e guardò verso la porta. Serpio stava là, lo guardava incerto, e agitava irrequieto la lunga e snella coda. Anche se avevano convissuto più di un anno, il ragazzo ancora temeva l'ira dell'uomo, anche se sapeva che non era indirizzata a lui.
"Hei, ragazzo," gli rispose Naazul, "che ci fai qui?"
Serpio si guardò le mani. "Ho visto che provavi a leggere. Pensavo... pensavo volessi una mano."
Naazul sospirò. Poi scosse la testa. "Non c'è verso. Ci ho provato in tutti i modi ma non riesco a leggere nemmeno una semplicissima parola. Ma grazie, anche se in questo momento non ho bisogno di aiuto. Tutto quello che c'è scritto in questo libricino lo so già." Sorrise, si alzò dal letto e raggiunse l'Ibrido sulla porta. "Quando riacquisterò la capacità di leggere ti insegnerò a capire il runico, va bene? Non è così facile da imparare, quindi non posso insegnartelo senza vedere cosa sto facendo. Così potrai leggere anche le formule degli antichi studiosi e ricercatori e capire le scritture sacre."
Il ragazzò annuì vigorosamente e sorrise, affamato di conoscenza. In un mondo come quello, un essere infimo doveva sapere più cose possibili per sopravvivere e cercare di costruirsi un futuro migliore.
"Adesso vai," disse Naazul e gli passò una mano artigliata tra i folti capelli, "e ricorda che più uno sa, più vale. E se..."
Poi si bloccò. Alzò il mento e fece guizzare lo sguardo verso la stretta finestra, come se i suoi occhi cercassero invano l'orizzonte nascosto dalla grigia nebbia. Lo sguardo vagava perso a destra e a sinistra, quando poi si fermò, confermando la direzione dalla quale si propagò per un mero secondo il debole potere.
"Un'altro frammento..." sussurrò l'uomo. Tolse la mano dai capelli di Serpio e si affacciò alla piccola finestra.
L'ibrido gli si avvicinò. Posò i palmi delle mani sulla fredda pietra della finestrella. "Pensi... pensi che toccherà a noi andarci?"
"Non lo so... In ogni caso, se fosse così, sarò io ad andare. Da solo."
In quel momento bussarono alla porta principale. Naazul si voltò di scatto e, a passo lungo, raggiunse la porta di legno prima di Garr. Spalancandola, si trovò davanti una squadra di Cavalieri ombra.
"Signor Naazul," disse il capitano calando la testa, "il Lord la sta aspettando nella grande sala."
Salve a tutti, ragazzi! Sono tornata con un nuovo capitolo! :))
Ma vorrei parlare di un'altra cosa.
Ci tengo tantissimo alla vostra opinione, quindi vorrei chiedervi una cosa: cosa ve ne pare della storia? Sta procedendo bene e secondo le vostre aspettative? La qualità è calata o aumentata (contando che devo ancora revisionare dal capitolo sei in poi)?
Per favore, fatemi sapere questo e altro, commentate così so come migliorare la storia e, soprattutto, me stessa!
Grazie per aver letto fino a qui e spero che continuerete a seguire la storia di Niko, Axel, Jan, Katja, Jasmina e Jarelyne!
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