CAPITOLO 38 - Quale sarà il piano malvagio?


Laval stava marciando su per la scalinata diretto verso il barbacane, la spada riposta nel fodero sbatteva rumorosamente contro il cosciale dell'armatura. La sua armatura produceva un rumore metallico e sembrava fosse l'unico suono in un raggio di chilometri.

Alle sue calcagna, la sua squadra camminava spedita per raggiungerlo.

Laval aprì la mano avvolta dal guanto d'arme e ammirò il frammento posato sul palmo. Si specchiò in esso e rallentò il passo. I suoi vuoti occhi guardavano come ipnotizzati il proprio riflesso, ma sembrava come non si riconoscessero.

Chiuse il palmo e si voltò, incontrando con gli occhi quelli del suo sottoposto Friz*.

"Sbrigatevi." ordinò e ripartì a passo svelto verso il barbacane.

Quando si avvicinò all'enorme portone, questo si aprì da solo e accolse il generale e la squadra con un rumoroso scricchiolio. Si avviarono verso il palazzo centrale, quando una squadra di Cavalieri Ombra venne loro incontro.

"Signore." disse il capitano della squadra con la voce ovattata dall'elmo. Sembrava come ci fossero due bocche che parlavano all'unisono: una era profonda e virile, mentre l'altra produceva ringhi, gorgolii e versi strozzati. "Ben ritornato. Com'è andata la missione?"

"È stata conclusa senza interruzioni o complicazioni." rispose velocemente Laval. Due Cavalieri Ombra andarono dal generale e gli levarono il pesante mantello nero. Ordinò a metà squadra di seguirlo, all'altra metà invece ordinò di accompagnare i suoi tre sottoposti - Friz, Fulminious e Arsenya - nelle rispettive camere a riposare. Loro calarono il capo e alzarono la mano orizzontalmente sul petto nel mentre il generale si voltò e si allontanò, seguito dal capitano e dalla sua squadra.

I loro passi riecheggiavano per tutte le stanze della residenza fortificata. Lungo il corridoio le Guardie Ombra, che avevano il compito di monitorare i corridoi, procedevano imperterrite con passo militare e supervisionavano il castello e le creature che vivevano in esso.

Laval, a capo della squadra, procedeva a passo lungo verso la sala del trono, dove il Lord lo aspettava trepidante. Nel pugno, avvolto dal guanto d'arme, stringeva la misteriosa Rotra hol, la pietra che il suo padrone tanto bramava. Con quella, gli aveva detto giorni fa, il mio obbiettivo è cambiato. Mi basterà riunire i frammenti e poi potrò finalmente diventare l'imperatore indiscusso delle terre che mi circondano!

Si fermò davanti alla grande porta che celava la sala del trono. Quando la sfiorò, questa si aprì da sola, svelando il suo interno. La grande sala coperta dalla semioscurità si allargava possente davanti a lui, quasi per ricordargli il potere immenso della magia che l'ha costruito. Dal soffitto attraversato da archi di pietra pendevano grandi lampadari coperti di gemme e candele. Il lungo tappeto rosso copriva il pavimento di marmo: in mezzo alla sala si divideva in due e faceva un giro intorno a un'enorme sfera di cristallo che mostrava a intervalli regolari le grandi città del Sottosuolo: Kamoria, Rach, Berze e altre. Poi il tappeto si riuniva, continuava fino a raggiungere una scalinata, la saliva e finiva ai piedi del trono di marmo nerastro. Finiva sotto gli scarponi del Lord.

I piedi del generale, come quelli dei suoi sottoposti, sbattevano contro il duro pavimento coperto dal tappeto rosso sangue. Le spade, riposte nei rispettivi foderi, dondolavano avanti e indietro in un ritmo monotono e quasi ipnotico.

Si fermarono in fila, dieci metri dal trono, dove stava seduto il padrone. Laval fece un passo avanti, si posò il pugno sul cuore e si inginocchiò quasi fino a toccare terra con la visiera dell'armatura, seguito poi dalla squadra.

"Havlien, yao Lord." (Salute, mio Lord.)

"Alzati." disse il Lord guardandolo altero. "Quali buone notizie mi porti, mio fidato generale Laval?"

"Siamo appena tornati dalla missione affidataci." disse alzandosi lentamente, quasi schiacciato dal peso dell'armatura. Si tolse il pesante elmo con il pennacchio rosso e nero e se lo tenne sotto il braccio destro. Scosse la testa e i suoi capelli rossastri gli caddero sparpagliati sulla fronte e sulla nuca. Aprì il palmo della mano, mostrando il frammento al Lord. Questo catturò la debole luce del lampadario e si illuminò, specchiandosi negli occhi rossi del Lord. Quelli però, brillavano già di un'altra luce: quella della brama.

Il Lord piegò i lati delle labbra nel suo sorriso quasi sbilenco. "Fantastico." Si alzò dal suo trono fatto di marmo nero e grigio, mentre piccoli e serpenteschi raggi violacei uscirono dalle sue mani. Da qualunque cosa lui toccasse si estendevano questi piccoli fulmini, queste correnti di magia; ogni movimento che facesse, ogni cosa che toccasse, dovunque posasse i suoi scarponi. Sul marmo creava fantastici disegni magici che scomparivano dopo un paio di attimi. (Immaginatevi un'Elsa maschio malvagia nella scena dove canta Let it go e bum! Il Lord!) Ma in quei pochi secondi restavi accecato, quasi ipnotizzato, dalla bellezza e dalla leggiadria della sua potente e temibile magia. (Rimaaa)

Se era arrabbiato la magia creava fulmini viola intossicati di nero. Se era di buon umore, i disegni erano leggiadri come se li disegnasse la mano di un artista esperto.

Scese le scale, seguito da piccoli fuochi d'artificio che scomparivano dopo pochi secondi, e si fermò davanti a Laval, sotto la grande sfera galleggiante che mostrava a scatti le grandi città dell'Undoset.

"È lei..." mormorò il padrone e scese le scale, trasformando ad ogni passo il pavimento in un bellissimo misto di mandala violacei. Prese in mano il frammento e lo ruotò soddisfatto nel palmo avvolto dal guanto di pelle nera e rossa. Poi lo prese tra l'indice e il pollice e ci guardò attraverso. "Anche se è solo un misero pezzo, è bellissimo. Dopo tutti questi anni ho finalmente messo le mani su una Rotra hol... È proprio come me la ricordavo. Bella ed elegante, ma al contempo pericolosa e letale. Avete fatto un ottimo lavoro, generale Laval.""

Laval lo guardava felice, fiero del proprio lavoro. E felice di vedere il suo padrone così euforico. Piegò la testa inchinandosi profondamente. "I suoi desideri sono i miei ordini, e la sua volontà sono il mio dovere, Lord."

"Bene. Hai altre notizie da darmi? Qualche informazione dei ragazzini?" chiese poi il Lord, ritornando serio e chiedendo con tono quasi disinteressato, ma senza togliere gli occhi dalla fantastica e meravigliosa pietricciola ormai in suo possesso.

"Giovani uomini e donne (nel medioevo se avevi 14 anni ti mandavano già in guerra), umani, una specie infima e impotente... indubbiamente ottusi." rispose dopo averci pensato un po' su. "E sono ancora tutti vivi, non abbiamo torto loro neanche un capello, come ordinato. Fulminious però si è fatto un po' prendere la mano: ha dato un calcio ad uno di loro e ne ha scaraventato un'altro contro un albero, facendolo rimanere immobile. E se non l'avessi fermato forse avrebbe spezzato la schiena a un terzo."

Il Lord restò zitto per un paio di secondi. "Sii sicuro di punire Fulminious per la negligenza nello seguire i miei ordini. Ho detto di non ferirli minimamente, solo se strettamente necessario. E non mi sembra che dei ragazzini, soprattutto se umani, siano capaci di provocare complicazioni o fastidi, e soprattutto non a te, vero, Laval?"

"Ha ragione, mio Lord. Punirò Fulminious a dovere."

Il padrone annuii. Poi chiese: "Aurali**?"

"No. Non hanno usato l'aura per difendersi, quindi probabilmente non lo sono."

Il Lord annuì. "Avete fatto un ottimo lavoro. Ma, ripeto, non uccidete i ragazzini - non vorrei succedesse qualcosa di spiacevole, soprattutto non al nobile. Li elimineremo quando avremo finito." Poi si voltò e salì la scalinata che portava al trono e vi si sedette. "Adesso vai. Ti chiamerò in seguito."

Laval fece un altro profondo inchino. "Come desidera, mio Lord. Mi ritiro nelle stanze."

Laval si avviò verso la porta e, quando stava per varcarla, il Lord parlò: "Ancora una cosa. Ho bisogno di parlare con il mio Primo Cavaliere. Cinque ore fa avevo mandato una squadra a chiamarlo, ma non si è ancora fatto vedere. Va a chiamarlo tu."

"Signore, intende..."

"Sì. Chiamami Il Lupo."

Il generale si inchinò di nuovo e, dicendo: "Havlien, yao Lord.", uscì dalla spaziosa sala del trono, lasciando il padrone da solo a contemplare il frammento della pietra con la quale adempirà il suo piano.

VOCABOLARIO

*Friz = Ricordo che Friz non si legge "Fritz" bensì "Freeze", la "z" in questione è leggera e si legge "s".

**Aurali - la parola verrà spiegata in seguito (muahahahah non vedo l'ora)

Ciaooo popolo Wattpadiano.

Allora ho una piccola cosa da dire - che poi probabilmente non interesserà a nessuno ma va bene comunque, nOn PeNsAtE aL mIo CuOrE sPeZzAtO. :(

No, ok, bando agli scherzi, avevo intenzione di scrivere (quando sarebbe arrivato il tempo) delle storie (ovvero flashback) in un altro libro. Ovvero storie del passato di alcuni personaggi più accurate.

Ditemi se volete che lo scriva contemporaneamente a questo libro (cioé si parla del passato di ***? Tacchete, un capitolo a parte per lui - ovviamente a tempo debito perché sennò ci sarebbero grandi spoiler) oppure che lo scriva alla fine di questo libro.

So che non risponderà nessuno perché la mia vita è asociale dappertutto, anche sui social ( ;) ), ma io lo scrivo comunque perché ho letto in un libro tutorial su come scrivere bene un libro che bisogna interagire con i lettori (Pensino ora i miei 25 lettori se questa sia una buona idea o meno.).

Ed è quello che cerco di fare.

Penso di essermi divulgata troppo.

Quindi auguro a tutti una buona giornata e ci vediamo al prossimo capitolo. :)

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