CAPITOLO 30 - La Terra, a quanto pare, è una matrioska in formato gigante!
"Cosa gli hai fatto?" domandò Axel, alludendo ai poveri abitanti del villaggio distesi sul fango e sullo sporco della strada.
"Li ho solo messi a dormire un po'." ripeté Naazul. "Si sveglieranno tra un paio d'ore."
"Come? Non ti eri mosso!" proferì Niko, allibito. Non riusciva a decidersi se guardare i tre strani uomini o i poveri abitanti del villaggio coricati a terra.
"Invece l'ha fatto. Ma è stato così veloce da non farsi notare." rispose Jarelyne mantenendo lo sguardo sui tre sconosciuti, come aspettando un'altra azione. Cercò di non fare tremare la voce, ma non le sembrava funzionasse. L'ultima parola le si era leggermente incrinata in gola, mostrando la sua indisposizione e l'insicurezza che provava davanti ai tre misteriosi uomini. "Prima ha colpito l'uomo col coltello, poi quello con la zappa. Poi... non ho visto altro. Ho ragione, gentiluomini?"
Naazul rispose colpito: "Esattamente." Piegò leggermente la testa a destra e spalancò gli occhi in modo sorpreso.
"Ma come? Io non ho visto niente!" esordì Jasmina.
"È questo il trucco. Ha usato lo scatto veloce per muoversi così in fretta da fare svenire gli abitanti colpendoli senza che se ne accorgessero. Nessun Humano è capace di farlo così velocemente, anche sapendo usare bene l'aura."
Naazul rise. "E nessun Humano è capace di vederlo così facilmente. Brava, l'hai notato."
"Aspetta," li interruppe Niko, "tu non sei umana?"
L'uomo col giubbotto rispose per lei: "No, non lo è. O almeno, non si nota. Lei è un Centauro, giusto, signorinella?"
Il bestione grigio guardò stupito la principessa e batté i ragazzi sul tempo per chiedere: "Aspetta, come? Un Centauro? Ma i Centauri non sono quegli adorabili Humani metà cavalli?"
Serpio sospirò. "Già, sono loro. I Centauri sono creature dalle sembianze di cavallo nella parte inferiore del corpo e dalle sembianze umane nella parte superiore, dalla vita in sù. Sono il simbolo degli istinti animaleschi e violenti di cui l'uomo - di ogni varia Razza, si suppone - non riesce mai a liberarsi del tutto. Possono essere estremamente saggi o crudelmente spietati - o almeno così vengono descritti nel libro di Hanesel, l'antico mago studioso. In ogni caso, loro vengono descritti con il termine "sembianze umane" e non di "uomini", perché non si hanno notizie certe di cosiddetti "centauri donna". Anche se, nella storia, qualche volta era capitato che nascesse una donna centauro, ovvero una Centaurida, negli ultimi quattrocento anni non ce n'era ancora nessuna traccia."
Il bestione lo osservò per un po', poi chiese: "Ehm, ovvero?"
Il ragazzo si massaggiò le tempie. "I Centauri sono solo di sesso maschile."
"Impressionante." disse colpita Jarelyne cercando di rimanere calma: dopo, a casa, avrebbe avuto tutto il tempo di sfogare la paura. "Non succede frequentemente di incontrare un Ibrido che sappia parlare, che sia poi così intelligente è davvero raro, se non unico."
Naazul rise. "Sei una ragazzina interessante. Nessuno complimenterebbe un Ibrido."
"Penso che tutte le creature debbano essere trattate allo stesso modo e non si deve basare tutto sui pregiudizi, non lo considera giusto pure lei?"
"Anche tu sei intelligente, signorina. Sai mettere in buon uso il cervello. E sì, lui è molto dotato. Ha imparato a parlare e a leggere fluentemente in un solo mese, un vero talento. Adesso," interruppe la lunga conversazione Naazul, "possiamo finalmente parlare. E spero di non venire interrotto di nuovo, per la terza volta."
Jarelyne ingoiò un boccone. "Certamente. Ma prima, dove sono le maniere? Mi sono completamente dimenticata di presentarmi. Il mio nome è Jara." mentì e si inchinò nel più elegante dei modi. Fece un passo indietro, incitando i ragazzi a fare lo stesso: allontanarsi lentamente mentre parlavano, per poi scappare. "Loro sono i miei amici." Li presentò tutti, approfittandone per fare altri due passi indietro.
"Già," disse Naazul, "dove sono le maniere? Io sono Naazul, loro invece sono Serpio l'Ibrido e Garr il Gargoyle."
Jarelyne sorrise. "Interessante, accompagnato da un Ibrido e un Gargoyle. Non se ne vedono molti in giro."
"Indubbiamente anche vedere una nobile camminare in mezzo a un sudicio villaggio è raro."
I ragazzi spalancarono gli occhi e Jarelyne si sentì mancare dei battiti. Le si seccò la gola. "E-e da quale fenomeno lo deducerebbe?"
Serpio si intromise: "Beh, si capisce dal modo in cui parli. Anche un idiota lo capirebbe."
Garr aprì la bocca, ma subito dopo la richiuse, decidendo che fosse meglio non parlare.
Jarelyne si rimproverò mentalmente. "E lei, Naazul," pronunciò quel nome come fosse una bomba pronta ad esplodere, "suppongo nemmeno lei sia un'Umano. A quale Razza appartiene il vostro sangue?"
"Questo non posso dirlo. Come lei non mi dirà di chi è figlia o qual è il suo rango nella società. Sarebbe scomodo sapere troppo, non crede?"
"Indubbiamente." confermò Jarelyne.
I ragazzi fecero ancora tre passi indietro.
"Quindi," annunciò poi Axel, "vorrei sapere cosa ci fate voi qui. Se, ovviamente, anche questo non sia segreto."
"Oh, no." Naazul scosse la testa, indicando il palmo sudicio chiuso in un pugno di Jan. "Vorrei solo un paio di informazioni sulla Rotra Hol."
"Rotra Hol?" I ragazzi sentirono i brividi su tutta la schiena. Come faceva a sapere della Pietra Portale?
"Dalla vostra espressione ho come l'impressione che siate colpiti sul fatto che noi sappiamo della pietra." notò Naazul. "La risposta è che è abbastanza facile da percepire un'energia simile. È molto chiara e potente."
Jarelyne si fece scappare una domanda che confermò al terzetto che loro ce l'avevano davvero: "Come faceva lei a sapere che è proprio una Rotra Hol e non un altro Artefatto Magico? Dovrebbe essere in contatto con una di loro per conoscere l'energia che emana! Furono quasi tutte distrutte più di quattrocento anni fa e oggi è quasi impossibile procurarsene una!"
L'uomo rise: "Oh, se solo sapessi, bambina. In ogni caso, non voglio divulgarmi, l'unica cosa che volevo sapere è se questa pietra fosse vera. Ma vedo che non è intera. L'avete rotta?"
Katja scoccò un'occhiataccia al cugino.
"Suppongo di sì." si rispose da solo l'uomo portandosi la mano sinistra al mento. "Dove l'avete trovata?"
I ragazzi restarono zitti. Avevano capito che sarebbe stato più saggio non dire niente, perciò sigillarono tutti la bocca.
Serpio sospirò. Garr sussurrò a Naazul: "Non ce lo diranno, capo. Che facciamo?"
Lui ci pensò un po' su. Poi gli venne un'idea. Avrebbe contrattato la risposta. "Ragazzini, ditemi un po': voi sapete dove vi trovate?"
La domanda spiazzò la compagnia, e Naazul capì di aver centrato il bersaglio e catturato la loro attenzione. "Facciamo così, contrattiamo le risposte. Io dico dove siamo e da dove venite, voi mi dite dove avete trovato la Rotra Hol."
"Aspetta!" lo fermò Jan. "Tu sai da dove veniamo?"
"Certo," disse Garr e scodinzolò felice con la coda, "Naazul sa molte cose."
"Quindi? Ci state?"
I ragazzi lo guardarono sospetti. Naazul sospirò, ma non li biasimò. Chi non sospetterebbe della lealtà di un uomo che ha messo a nanna metà uomini di un innocente villaggio? "Ya juro ned yao iast. (Lo giuro sul mio onore)" disse mettendosi la mano destra sul petto sinistro, proprio sopra il cuore, e calò leggermente la testa." Così va meglio? O dobbiamo marcarlo col sangue?"
"Che cavolo ha detto?" sussurrò Jan alla cugina.
Jarelyne annuì. "Ti juro ned tio iast. (Lo giuri sul tuo onore)." ripeté. "Se ha onore, rispetterà il patto."
Naazul sorrise. "Bene. Adesso... accettate o negate il patto?"
Axel pensò attentamente ai vantaggi, poi rispose: "Sì, ci stiamo. Noi la pietra l'abbiamo trovata sotterrata in un campeggio circa tre giorni fa: si trovava in una scatola cubica di marmo bianco."
"Vedo che sei uno che sa cosa sta facendo. E sai cogliere le opportunità. Bene, mi piaci." Naazul fece segno di sì con la testa, poi continuò, rispettando il patto: "Lei, nobile, sa cosa significa Undoset? Conosce il significato del nome del nostro mondo?"
Jarelyne scosse la testa. "No, molte parole della Lingua Antica hanno perso il loro vero significato con gli anni. La lingua non viene parlata più così frequentemente, soprattutto dalla nobiltà, anche se è la lingua in cui sono stati scritti quasi tutti i libri più antichi e, proprio per questo, alcuni membri dell'alta società la conoscono. Però, anche se viene ancora usata dal popolo, molte parole sono state dimenticate nel tempo. Si sa il significato di alcuni nomi di località perché sono scritti nei libri, ma niente di più."
"Bene, allora te lo dico io cosa significa." Naazul si mise le mani nelle tasche, piantando i suoi occhi verdi e dorati in quelli di Jarelyne. "Il nome Undoset è composto dalla parola undo, che significa sotto, e set, che significa suolo. Il vero nome del nostro mondo, se tradotto letteralmente, è Sottosuolo. E la parola dice tutto: l'Undoset è situato sotto la superficie, ovvero in mezzo, all'Uperset - il Soprasuolo, se vogliamo tradurre."
"Aspetta aspetta aspetta!" lo fermò Niko, confuso. "Quindi vuoi dire che in mezzo alla Terra... c'è un altra Terra?"
Jan continuò: "Questo è completamente impossibile! La lava, o la magma - o quel che è - scioglierebbe tutto! E poi, dove si troverebbe il nucleo della Terra? E quella palla gigante in cielo non è forse il Sole?"
"Non so esattamente cosa intendi tu con la definizione 'nucleo', ma posso spiegare perché la lava non brucia tutto. Questo mondo è sostenuto in piedi da antiche magie, per questo non collassa. Ci sono degli enormi e potenti sigilli posti dagli Angeli, i portatori di luce, millenni fa. Per questo l'Undoset - Sottosuolo, se preferite - non si sgretola o distrugge. Lo stesso vale per il nostro sole, il Soum: è una "palla" di energia con proprietà simili al Sole che scalda l'Uperset. È facile da capire se si conosce la magia che l'ha creata. Le antiche entità avevano catturato un raggio del vero Sole e poi l'avevano trasformato in una inesauribile scorta di luce. Lo stesso vale per la Luna, il Iuum."
Jarelyne lo guardava con occhi sgranati e dubbiosi. "Non ci credo... Sta mentendo. È impossibile! Una cosa del genere non può essere reale."
Naazul si mise a ridere. "Esilarante, vero? Vivere senza sapere nulla, senza sapere che oltre le nuvole c'è un altro mondo. Probabilmente è la stessa cosa che avete detto voi quando siete apparsi qui, nevvero ragazzini?"
Axel lo scrutò dubbioso. "Anche se fosse vero, come mai tu lo sapevi e Jarel-... voglio dire, Jara, no? La nobiltà riceve un'educazione sopraffina, perciò sarebbe quasi impossibile per lei non saperlo, o almeno averne sentito parlare in giro."
"È un'osservazione interessante, ragazzo. Sai cosa succede quando una civiltà scopre un popolo debole e senza buone armi? Guerra, ecco cosa succede. Vendetta, sete di potere, voglia di comandare, questo e altro provocano la guerra. E questo successe. Il Soprasuolo era sempre stato il mondo degli Humani, la Razza più debole ma la più numerosa, mentre il Sottosuolo apparteneva alle altre. Quando le Razze scoprirono che gli Humani del Soprasuolo erano deboli e senza una potente protezione, alcune attaccarono. C'erano guerre contro i Giganti e i Titani quando gli Umani solcavano i mari con i triremi, i marinai venivano attaccati e mangiati dalle Sirene quando andavano a cercare i tesori in mare, intere città venivano rase al suolo dai Draghi. Certo, gli Umani non si sono risparmiati, si sono sporcati anche loro le mani col sangue, come quando bruciarono sui roghi migliaia di Streghe. Ma questo è un caso estremo. Uno dei più grandi disastri fu la distruzione di un'enorme città Umana chiamata Atlantide. La Razza Umana rischiava di estinguersi, perciò venne deciso che bisognava dare un taglio - se si può dire così - a queste stragi. I Real si riunirono e presero una decisione: l'Undoset avrebbe tagliato tutti i collegamenti con l'Uperset. Con gli anni si iniziò a pensare che forse un mondo sopra questo fosse solo una leggenda e ritraesse il mondo degli Angeli. Col tempo l'Uperset venne dimenticato e, a quanto vedo, la razza Humana non si è ancora annientata. Da sola, intendo."
"Wow, questo è proprio... wow." esclamò Niko.
"Impossibile..." sussurrò Jarelyne.
"A me non importa niente dell'Undoset, Uperset o chi sei tu," brontolò Jan, "voi sapete come farci tornare a casa?"
Serpio lo squadrò. "Fortunatamente, sì. Sfortunatamente, la risposta giace nel tuo piede."
"Nel... mio piede?"
"Mano, volevo dire mano. Scusa, qualche volta mi confondo." L'Ibrido scacciò con la mano un pensiero invisibile, poi continuò: "In ogni caso, se la Rotra Hol fosse ancora intera, noi sapremmo come mandarvi a casa. Ma è rotta, quindi non funziona. Siete destinati a rimanere qui, forse per sempre."
"Oh, che delicatezza..." mormorò Katja.
"Quindi adesso cosa volete fare? E a cosa vi serve la Pietra Portale?" domandò cauta Jasmina.
Garr sorrise raggiante e rispose, facendo spallucce: "E chi lo sa."
I ragazzi lo guardarono di traverso.
"Quello che Garr vuole dire," spiegò lentamente Serpio, "è che l'ordine è segreto. Non ne sappiamo più di tanto."
Naazul continuò: "Siamo stati mandati qui solo per confermare l'esistenza della pietra, niente di più, niente di meno. Adesso possiamo anche andarcene, Garr, Serpio." I due esseri annuirono e si voltarono per andarsene, lasciando i ragazzi confusi. Nella mente di Axel si crearono pensieri confusi; rispondevano a ogni domanda, perché adesso no? Che lo stiano tenendo segreto? O che forse davvero non lo sappiano?
"Ceh, ve ne andate così?" chiese Jan. "Davvero?"
"Sì," rispose Garr, "abbiamo fatto quello che lui ci aveva ordinato."
I ragazzi si guardarono ancora più confusi di prima. "Lui? Da chi prendete ordini?" La situazione iniziava ad intricarsi sempre di più; chi era questo lui? Cosa centrava con la Pietra portale? Come faceva a sapere di essa? Queste e altre domande ronzavano per la testa di Axel, ma non disse niente.
Naazul poi si voltò e con un'espressione seria pronunciò in tono prudente le parole seguenti, ignorando la domanda: "Ancora una cosa, ragazzini. Non posso dirvi più di questo, ma noi siamo stati mandati qui soltanto per scoprire qualcosa sulla Rotra Hol. Noi, oggi, non vi faremo niente. Ma la prossima volta che qualcuno che emana un'aura simile a quella di Garr o di Serpio vi ferma per strada, scappate. Andate in un posto abitato. O fate quello che dicono, se non volete finire male." Piantò gli occhi in quelli di Axel, il quale aveva la testa piena di domande e pensieri confusi. Gli occhi di Naazul sembravano pieni di rammarico. "È un consiglio che farete meglio a seguire. È un avvertimento. Lui non scherza." Poi, in un secondo, scomparvero tutti.
Ciao a tutti, finalmente ho finito il capitolo! È il più lungo tra tutti (più di 2300 parole, per le brache di Poseidone!), ma almeno adesso ho spiegato un po' la questione del Sottosuolo. Questo è soltanto l'inizio, perciò ci sono andata lentamente. Il prossimo incontro con gli uomini del Lord non sarà così calmo, ci sarà anche un po' di azione.
Vorrei approfittare anche per ringraziarvi di aver letto fino a qui, siete fantastici!! E alla prossima!
( ・ω・)ノ
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