CAPITOLO 2 - Delle vacanze eccitanti in Grecia! ~ parte 2°
Axel scrutava dalla finestra dell'aereo: tra le nuvole, soffici come zucchero filato, si vedeva un'enorme distesa blu, disseminata con tantissimi isolotti. Il mare era bello calmo e rifletteva la luce del sole, facendolo sembrare cosparso con tantissimi cristalli lucenti.
"La Grecia è veramente bellissima!" A Niko scintillavano gli occhi. "Non c'ero mai stato prima!"
"Io sì!" rispose fieramente Katja alzando il mento. "Vado a visitare il nonno quasi ogni estate!" Sorrise al vecchio.
"Io vorrei andare a vedere il Partenone, ad Atene." Axel sfogliò un depliant sgraffignato chissà dove. Le foto mostravano i posti più popolari in Grecia dove i turisti dovrebbero ficcare il naso. "Qui scrive che il Partenone è un tempio greco che sorge sull'acropoli di Atene. È dedicato alla dea greca Atena. È tra le migliori realizzazioni dell'architettura greca classica e le sue decorazioni sono considerate alcuni dei più grandi elementi dell'arte greca. Il Partenone è un simbolo duraturo dell'antica Grecia e della democrazia di Atene ed è universalmente considerato uno dei più grandi monumenti culturali del mondo." lesse.
"Ma tu studi anche in vacanza?" rise Jasmina. "Rilassati, guarda che il cervello andrà in pappa se non riposa!"
"Il cervello deve essere sempre allenato, ricordatelo." ribatté Axel.
Poi si sentirono dei rombi e l'aereo iniziò a scendere. La terra iniziava ad avvicinarsi sempre di più, quasi a una velocità vertiginosa, finché l'aereo posò le ruote sulla terraferma e si spensero i motori. L'aeroporto di Sitia, città sull'isola di Creta, era un viavai di persone. Dagli oblò dell'aereo si intravedevano turisti da tutte le parti del mondo: sembrava una riunione di persone da ogni paese del mondo.
Una voce meccanica riecheggiò per il velivolo: "Vi diamo il benvenuto in Grecia. Astra Airlines vi augura buone vacanze. E volate ancora con noi." Poi ripeté lo stesso messaggio in molte altre lingue.
Scesero dall'aereo e presero le valigie, quindi il nonno chiamò un taxi.
"Taxi, parakaló!" disse in greco. Un'auto bianca, parcheggiata una decina di metri più su, mise in moto e il conducente chiese: "Ópou to limáni, kyrie?" Dove la porto, signore? Axel non aveva mai sentito parlare il greco: ascoltando il signor Nestor e l'autista del taxi parlare, gli sembrò una lingua veramente antica e potente, una lingua che si portava dietro centinaia, migliaia di anni di cultura e storia.
Il nonno disse l'indirizzo di casa e la via al tassista ed entrò in macchina.
A bordo del taxi sfrecciarono tra il traffico sitiano. La città era grande. Le case bianche luccicavano sotto la forte luce dei raggi del sole e le strade traboccavano di turisti. Ogni tanto si udiva qualche "Ah!" o "Wow!" di Niko.
"Quindi," disse Jasmina per rompere il silenzio, "dove vive, signor Nestor?"
"Ohohoh, dammi pure del tu, bambina!" rise il nonno di Katja passandosi la mano sulla barba bianca. "Qui vicino, cara. Arriveremo subito. Ah, Katja cara, penso di non avertelo detto, ma c'è un'altra persona che passerà le vacanze con voi."
"Cosa? E chi? Qualche tuo amico?" chiese stupita Katja.
"Ohohoh, lo vedrai!" il vecchietto fece un sorriso divertito.
I ragazzi si guardarono con sospetto. Qualcun altro?
Passò non molto tempo, quando i ragazzi scesero dal taxi.
Davanti a loro stava una bella casa bianca con un giardinetto cosparso di fiori. L'erba era ben curata. Il portone nero continuava in una stradina fatta di mattonelle rossastre, a destra e sinistra del vialetto stavano dei vasi in stile greco pieni di fiori. Vicino alla porta, tra l'entrata e la finestra, c'era una palma che arrivava fino al secondo piano.
"Sembra una di quelle case che si vedono nei film!" disse stupefatta Jasmina. "È veramente bellissima!"
Nestor prese le chiavi dalla tasca e aprì la porta. "Eímaste to spíti!" Siamo a casa! chiamò. Axel si guardò intorno, ancora colpito dalla semplice bellezza della casetta.
Dalla cucina spuntò il viso di una vecchietta. "Caro, sei tornato! E- oh!" esclamò, vedendo Katja. "Katja, anipsiá mou, da quanto tempo! Diventi sempre più grande!"
Katja abbracciò la nonna. "E loro chi sono? I tuoi amici?" disse, con forte accento greco, guardando i tre amici. "Io sono Agnes, cari ragazzi. Vi ho preparato le camere. Ho messo i maschi in una camera e le femmine in un'altra. E divertitevi, qui da noi!" Detto questo, sparì in cucina.
"Simpatici, i tuoi nonni." sussurrò Niko a Katja, tirando la borsa su per le scale. Axel non poté che dargli ragione. Nestor e Agnes erano una vecchia ma felice coppia che viveva nella pace più totale cullata dal rumore delle onde, unico suono che si faceva largo nei muri della casa - escludendo il suono delle pentole in cucina.
"Grazie. La vostra camera è di là." Katja indicò una camera in fondo al corridoio. "La nostra sta di fronte."
Niko e Axel posarono le borse davanti alla porta. Axel stava per prendere la maniglia, quando quest'ultima si abbassò e la porta si aprì di scatto. Davanti ai due amici comparve un ragazzo.
"E voi chi siete?" disse stupito.
N. A.
Per scrivere le frasi in greco ho usato Google traduttore, quindi le traduzioni non saranno un granché. ( ̄~ ̄;)
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