Romanzo rosa.
-Da cosa vuoi scappare, Gerard?-
Me lo domanda sempre, da una settimana a questa parte.
Frank viene sempre a trovarmi, appena stacca da lavoro, tutte le sere, alle 9 precise bussa cinque volte alla porta; quattro battiti veloci, un secondo di pausa e un ultimo battito.
E anche se io sostanzialmente sono sempre sul divano a guardare il soffito - piccolo upgrade per gli interessati, ho smesso di piangere come una lagna e mi sono sbarazzato degli occhiali da sole - , comunque a lui non importa, si mette seduto per terra con la schiena appoggiata al divano e mi parla.
Mi dice cosa fa, cosa pensa, mi racconta tutto in ogni minimo particolare, e anche se all'apparenza non gli presto attenzione, lo ascolto finchè non ha finito, tutte le volte.
Lui lo sa, ed è per questo che viene ancora.
Oggi, ad esempio, mi ha detto che è andato a casa del padre di Jamia per chiedergli di sposare sua figlia, ma che all'ultimo è tornato indietro perchè aveva paura di sbagliare tutto.
Codardo.
( Da che pulpito vien la predica. )
-Gerard, cosa fai tutto il giorno chiuso in casa?-
Beh in teoria dovrei andare a lavorare, ma non ne ho intenzione, non ne ho bisogno.
La casa dove abito attualmente è di mia nonna Helena, e di conseguenza posso stare qui finchè mi va.
-Non ho voglia di fare nulla-
Che poi, per esempio, se mi staccassero la luce mica sarebbe un problema, non ho bisogno di vedere, visto che passo la mia vita a vegetare su un divano consapevole che un ammasso di lardo prenderà il posto di quei già pochi muscoli che ho, considerato quante schifezze sto mangiando in questo periodo.
Ma tanto anche se avessi il fisico di un fotomodello, chi sceglierebbe una persona come me al suo fianco? Un idiota, un inetto, oppure Frank.
-Non puoi stare sempre chiuso in casa, devi andare almeno a lavorare o-
-O?- lo incito
-O ti butteranno in mezzo alla strada, come i barboni-
Bene, sarò un barbone allora.
Vivrò per strada, dormirò in un sacco a pelo, mangerò zuppa di fagioli rubata al supermercato più vicino e la gente mi starà finalmente lontana.
-Perchè fai tutto questo? Chi te lo ha chiesto?-
Frank si alza e mi guarda, sento il suo sguardo cercare il mio, che però è nascosto sotto un ammasso di capelli marroni e disordinati.
-Non so cosa ti sia successo, ma devi reagire-
Dai ma vaffanculo, non mi faccio dire da un 25enne quello che devo e non devo fare.
Ed è per questo che mi alzo con l'intenzione di dargli un cazzotto sul naso e per la prima volta da una settimana, guardo Frank.
È bello, davvero.
E mi fermo a fissarlo, con ancora la mano stretta a pugno e la rabbia che man mano se ne va, lentamente.
-Wow-
Me lo lascio scappare, e spero che non mi abbia sentito davvero, spero che sia appena diventato sordo o cose così, ma ovviamente no.
Lo vedo sorridere e arrossire leggermente, e credetemi se vi dico che la combo sorriso+imbarazzo su Frank lo fa sembrare ancora più bello.
Che poi, sfiderei tutti voi a trovarvi di fronte ad uno come Frank e non dire assolutamente nulla.
Che sono sicuro che in pochi non gli salterebbero addosso, e anche io in questo momento mi sto trattenendo perchè
a) È fidanzato e
b) È etero
Che vita di merda, la mia.
Okay, siamo in piedi l'uno davanti all'altro da diversi minuti, le braccia conserte e gli occhi puntati alle scarpe.
Che poi, cosa ci sarà di tanto bello nelle nostre paia di Converse vecchie e sfasciate, dico io.
Alla fine, Frank mi ha fatto promettere di andare a lavorare tutti i giorni e c'è voluto un po' per convincermi; in sostanza, se io mi presenterò a lavoro ogni giorno, lui una volta a settimana farà qualcosa per me, qualsiasi essa sia.
E sì, mi sento meschino a fare una cosa del genere, ma scommetto il culo che voi non avreste mai rifiutato una proposta simile, soprattutto da uno come lui.
Penso che sia la persona migliore che mi sia mai capitato d'incontrare, insomma, mica gliel'ha chiesto qualcuno di venire a fare da badante a me, un 29enne depresso e moccoloso.
E mi sento un bastardo perchè lui, da quando abito qui, mi ha sempre dedicato una fetta del suo tempo, mi ha fatto compagnia senza chiedere nulla in cambio, e io l'ho sempre trattato con indifferenza.
Quindi, presumo che sia rimasto stupito dall'abbraccio che gli sto dando, sia chiaro, non penso che basti a ripagarlo di tutto, è solo una sorta ringraziamento.
Ma lo sento, mentre sorride, mentre si lascia abbracciare stretto, so che è contento.
E ritorno a pensare che non dovrei affezionarmi troppo a questo ragazzo, visto che in fin dei conti, la Francia non mi piace e vorrei tornarmene a casa mia.
La Francia non mi piace però mi piace Frank, che fino a prova contraria si trova proprio in Francia.
Forse potrei addormentarlo con il cloroformio, chiuderlo in una valigia, che tanto è piccolo e ci sta, e portarmelo con me in America.
-A cosa pensi Gerard?-
Lo dice talmente piano che faccio persino fatica a capire, e quindi decido che posso evitare di rispondere, perchè se gli dicessi che voglio rapirlo e portarlo in America forse non verrebbe più a trovarmi, e sarebbe un problema.
Non ci siamo ancora staccati, comunque.
È che la spalla di Frank è davvero un bel posto su cui stare appoggiati.
E mi sembra di stare in uno di quei romanzi rosa dove la povera protagonista a cui viene spezzato il cuore si sente completa e protetta solo dopo che ha incontrato il protagonista che arriva a rimetterle insieme i pezzi.
S'innamorano.
Scopano.
Fine.
E no, non sto dicendo che se continua così potrei anche innamorarmi di Frank, però la sensazione è la stessa.
In sostanza, Frank è il principe azzurro che è arrivato a cavallo di una lattina di fagioli per ricucirmi il cuore e spronarmi a buttare fuori il culo di casa.
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