Boom.

Capitolo deprimente, e forse è solo perchè anche la sottoscritta è sul depresso andante.
Buona lettura.

Il cervello è una macchina complicata, è bravo chi lo capisce, quell'oggettino situato nella nostra testa, è bravo davvero.

Io, ad esempio, mica lo capisco.
E forse neanche Gerard lo capisce il suo cervello, perchè la differenza tra quello che fa e quello che dice è abissale.
E mi chiedo, come posso tentare di capire qualcuno, se non mi capisco neanche da solo?

Lui è così misterioso, riservato, vago.
Ti dice le cose ma te le dice a metà, omette quel piccolo particolare che ti serve per capire quel che vuole realmente comunicarti.

Te le dice con quell'ironia e acidità nella voce solite di quel tipo di persona che si aspetta solo che il mondo gli caschi addosso, uccidendolo.

E non lo so se quando parla fa sul serio o scherza, e non lo so se quando mi fissa per troppo tempo mi sta chiedendo di rimanere o di andarmene, e non so neanche se riuscirò mai a capirlo, questo Gerard.

Ma mi attira, il suo essere così misterioso, il suo rimanere al buio costantemente fregandosene di tutto quello che lo circonda e di tutto quello che lo circonderà in futuro.

E non posso non ammettere che abbia problemi, perchè ne ha, e ci vorrebbe uno di quelli bravi in queste cose, e non un 25enne che sostanzialmente non sa neanche com'è fatto il mondo reale.

E oggi mi ha detto che sono bellissimo, che il mio sorriso lo fa sciogliere, e ha tentato di baciarmi.
E no, non era ubriaco, era lucidissimo.

Era in grado d'intendere e di volere, e se non mi fossi spostato forse sarei ancora con le labbra attaccate alle sue, o forse un passo più avanti.

Perchè Gerard è una di quelle persone che se vogliono qualcosa, se la prendono senza troppi problemi.
E ora so cosa vuole; me.

E non vorrei essere un altro motivo di delusione per lui, non vorrei essere quella persona che lo porta al limite del sopportabile.

Perchè si vede, che sta male.
Si vede, che è quasi arrivato al capolinea.
E dopo? Cosa succede dopo? Boom.
Si esplode, in tanti, minuscoli pezzettini, talmente piccoli che non possono essere recuperati, non possono essere rimessi al loro posto.

Perchè a volte succede che una persona si tenga tutti i sentimenti e le emozioni dentro, che non se ne lasci scappare neanche una, solo che prima o poi non ci sarà più spazio per nulla.

E temo che Gerard sia un tipo un po' cosí, e forse di emozioni ne sta trattenendo troppe, e forse di delusioni anche di più.

E oggi ha provato a baciarmi e so che per lui il mio rifiuto è stato solo un altro motivo di sconforto da aggiungere alla sua collezione.

E oggi lo vedevo davanti a me e mentre mi diceva tutte quelle cose avrei voluto svitargli il cranio e frugare fra i suoi pensieri, in cerca di quello che vuole veramente, in cerca di una risposta a quella domanda che mi batte sempre nella testa, incessantemente.

Da cosa sta cercando di scappare?

E ne sono sicuro, che lo sta facendo.
Ha l'animo del codardo, ma allo stesso tempo logorato dalla sua stessa vigliaccheria.

Busso alla sua porta, e ormai lui lo sa come faccio per bussare; quattro colpi veloci, un secondo di pausa e un ultimo colpo.

La porta si apre e per la prima volta da quando abita qui, ho visto Gerard sorridere veramente.

Avete presente quelle stronzate sugli occhi che brillano eccetera eccetera? Ora so che non sono più stronzate.
Perchè i suoi occhi stanno brillando come fari, e sono cosí belli che decido che farò di tutto per far si che quella luce dietro ad essi non si spenga mai.

-Pensavo che tu non venissi più-

Mi fa entrare, e per la prima volta ci sediamo sul divano insieme, illuminati debolmente dalla luce di quella lampada che si ostina a tenere sul tavolino davanti a noi.

Siamo terrificantemente vicini, ed è una vicinanza che farà male lo so, ci faremo male entrambi.

-Frank?-

-Hm?-

-La tua giornata, voglio sentire com'è andata la tua giornata-

E pensavo che non ci facesse caso, a quel che dicevo.
Che si limitasse a mangiare la mia cheesecake al limone e stendersi sul divano, eppure.
E alla fine di tutto quanto, la sua domanda è una:

-Quindi hai intenzione di sposarla, Jamia?-

E non lo so, Gerard, perchè tutto quello su cui mi basavo ora sta barcollando senza controllo, le fondamenta che io stesso mi sono costruito si stanno distruggendo sotto ai miei stessi piedi, e questo in fondo è colpa tua.

E tu, lo sai.

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