Capitolo 26

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La luce calda del sole filtra attraverso le sottili tende azzurre del Surf Club, inondando l'intero spazio di un'atmosfera dorata.

Accanto a me, Maila sta ancora dormendo, a pancia in giù e con i lunghi capelli sparsi sul cuscino, la mano sotto la guancia.

Mi guardo attorno: i vestiti dei ragazzi sono appallottolati in un angolo a terra, le tavole da surf sono appoggiate alla parete dietro al divano letto, il tavolo di legno trabocca degli anelli di Stormie, collane di conchiglie e clip per capelli a forma di frangipane. Il pavimento sembra un sentiero di cuscini azzurri con ricamate le onde del mare.

Sembra un caos totale, ma c'è qualcosa di rassicurante in tutto questo disordine. Qualcosa che mi fa venire voglia di ritornare sotto le coperte e sognare l'immensa distesa dell'oceano.

Comunque, qualcosa di strano c'è: il silenzio. A parte il soffio caldo del vento e l'infrangersi del mare in lontananza, non c'è nessun rumore e la stanza è vuota. Solo in un secondo momento noto, fuori dalla finestra, la figura di Stormie: é sulla spiaggia a fare stretching, le cuffie nelle orecchie e i capelli legati.

Mi stropiccio gli occhi e vado in bagno a lavarmi la faccia. Il getto di acqua fredda mi sveglia immediatamente e quando torno nella stanza con l'intenzione di mettere un po' in ordine, l'occhio mi cade su un bigliettino abbandonato sul tavolino ai piedi del divano.

'Siamo andati a prendere la colazione.
B. e N.'

Sorrido, ripensando alla conversazione di ieri sera con Noah. Al fatto che mi considera parte di questa famiglia. Ora so per certo cosa intendesse mia sorella quando mi raccontava dell'Australia, quando mi diceva che amava tornarci perché adorava l'atmosfera di Conny Bay perché qui si sentiva sempre a casa.

Solo che non era Conny Bay. Ma Noah, Buck, Stormie e Maila  a farla sentire parte di qualcosa di più grande.

Persa nei miei pensieri, sussulto quando la porta si apre violentemente e Stormie ne varca la soglia urlando. Ha i capelli incollati al collo e la pelle lucida, arrossata dall'allenamento.

Per un attimo ho paura che si sia fatta male da qualche parte, ma ha un sorriso troppo grande sul viso per provare dolore.

«Non ci crederete mai!» esordisce, la voce più alta e squillante.

Maila si rigira nelle coperte, coprendosi le orecchie con il cuscino. «Ma che ore sono?» biascica, ancora addormentata.

La bionda ignora la sua domanda, si siede accanto a lei nel letto e, con un gesto secco e veloce, le toglie di mano sia il cuscino sia le coperte. Trattengo una risata.

«Non ci crederete mai!» ripete Stormie ancora più entusiasta.

Maila si mette a sedere. I capelli le ricadono disordinati sul viso, nascondendo la sua espressione. «Mi arrendo» alza le mani. «Cos'è successo?»

A questo punto anche la mia curiosità ha toccato un punto di non ritorno e mi avvicino abbastanza da comunicare a Stormie la mia impazienza.

«Vi ricordate di Mike Jacobs, il fotografo che lavora per la Surfer Young Talent? Lo abbiamo incontrato alla festa» inizia lei, il sorriso più luminoso del sole stesso. Maila non fa neanche in tempo a rispondere, che Stormie riprende subito a parlare. «Mi ha appena chiamata chiedendomi se sono disponibile per uno shooting sulla spiaggia venerdì!» la sua voce diventa più acuta ad ogni parola.

Uno strillo corale si diffonde nella stanza. Maila scatta in piedi e, nello stesso momento, abbracciamo Stormie.

«Ma é fantastico» le dico.

So quanto questo significhi per lei: è un piccolo traguardo che ha raggiunto e sono davvero felicissima per lei.

«Congratulazioni, Storm».

«Grazie, ma non è finita qui» la bionda ci guarda assottigliando gli occhi, come se sapesse qualcosa che ignoriamo totalmente. «La Surfer Young Talent vuole tutte e tre!»

«Oh mio Dio!» urla Maila.

Nell'euforia generale, nessuna di noi si accorge di Buck e Noah fermi sulla soglia, quest'ultimo con una confezione di ciambelle e caffè bollente tra le mani.

«Ci sono gli sconti sul sito di Gisou?» domanda Buck, totalmente fuori dal contesto. Si becca un'occhiata interrogativa da parte di Noah. «Ho una sorella» si giustifica lui raddrizzandosi il cappello.

Stormie lo guarda per un momento, stupita del fatto che sappia dell'esistenza di un marchio di prodotti per labbra e capelli. Ma il secondo dopo stiamo già tutti ridendo.

Noah appoggia sul tavolino il bottino per la colazione. Il caffè emana un delicato sentore di vaniglia e caramello. Ci sono ciambelle classiche, quelle al cioccolato e quelle con la glassa specchiata ai lamponi e mi basta guardarle per avere l'acquolina.

Stormie racconta ai ragazzi la novità, mentre ci abbuffiamo come se non mangiassimo da giorni. Più li guardo e più mi sento felice e grata per aver trovato amici come loro.

A Boston restavo sempre a casa, chiusa nella mia camera a leggere di storie incredibili costruite su amicizie indissolubili. Per la prima volta, sono felice di aver messo da parte i libri e star vivendo una di quelle storie.

' ~ ~ '

La settimana é volata in un batter d'occhio tra lezioni, allenamenti, notti passate a studiare le onde e le migliori manovre con cui affrontarle e ancora allenamenti.

Per la prima volta, ho sperimentato cosa significa dedicare anima e corpo ad uno sport. La fatica, il sudore, gli insuccessi.

Ma c'é sempre un'altra faccia della medaglia: il sole che mi colpisce la pelle, la bellezza indomita di un oceano che cambia sempre, le risate degli amici che aspettavo da una vita.

Non mi sono mai resa conto di quanto mi mancasse tutto questo, perché non l'ho mai avuto. Ci penso sempre tutte le volte che la mia mente è abbastanza libera dai soliti pensieri che la inondando nell'ultimo periodo che, per l'appunto, sono facilmente classificabili: le regionali e Noah, non necessariamente in questo ordine.

«Sto morendo di caldo» commenta Stormie, facendosi inutilmente vento con le mani. C'è qualcosa di impaziente nella sua voce, un'ansia che la consuma da dentro. E non è difficile immaginare quali pensieri inondano la sua, di mente.

É venerdì. E questo significa che oggi ci sarà lo shooting organizzato dalla Surfer Young Talent. Stormie é impazzita quando Mike Jacobs le ha confermato, questa mattina, la location: una mega villa sul versante della Silicon Bay, con uno sbocco diretto sull'oceano e una porzione non indifferente di spiaggia privata.

'Paradiso lussuoso', l'ha chiamato lei.

Ammetto che l'idea di andare fino alla Silicon Bay mi terrorizza un po', soprattutto perché mi sento in colpa: dalla sera della festa non ho più visto né chiamato Jessie e la sola possibilità di incrociarlo mi mette in agitazione.

Anche se Noah mi ha raccontato la storia che sta dietro il loro odio reciproco, non posso certo ignorare Jessie solo perché Noah non gli sta simpatico. Mi sembra un atteggiamento superficiale da parte mia, e poco diplomatico.

«Tra quanto finisci?» la voce di Stormie mi riporta alla realtà. Si sta rivolgendo a Maila, che intanto sta facendo la sua settimanale lezione di surf ai bambini della zona.

«Tra non molto» risponde lei con la sua solita calma. Tuttavia, la sua voce vellutata non riesce a tranquillizzare Stormie, che sembra quasi in iperventilazione.

Vorrei dirle qualcosa per rassicurarla, ma lei si alza con un balzo dal muretto dove siamo sedute e si dirige verso il Surf Stuff.

Cammina a passo spedito fino al bancone, fino ad un mini frigo di cui non mi ero mai accorta le volte precedenti che sono stata qui. Il negozio é vuoto, tranne per una ragazzina che guarda ammaliata gigantografie di onde e dell'oceano al tramonto.

«Mango o cocco?» domanda Stormie, tirando fuori due lattine di succo di frutta, una arancione e l'altra bianca.

«Mango» rispondo senza pensarci troppo. Lei me la passa e si scola la sua quasi tutta in un sorso. Il gusto dolce e leggermente frizzante della bevanda mi rinfrescano istantaneamente.

La porta del negozio si apre, la cascata di conchiglie tintinna quando entra Maila. «Ho preparato l'auto, possiamo andare».

Nello stesso istante, suo padre compare da dietro la porta dell'ufficio. «Ah, ecco chi ruba tutte le mie lattine» dice puntando il dito contro Stormie, simulando un tono accusatorio che, però, suscita soltanto una risata generale. «State attente, okay?» aggiunge guardandoci una per una, serio.

«Certo, come sempre» Maila gli si avvicina, dandogli un bacio sulla guancia.

«Ti voglio bene, Kaikamahine».

«Arrivederci, signor Nui» lo saluto mentre le mie amiche si precipitano fuori. Il pick-up verde oliva di Maila è parcheggiato proprio qui di fronte. Quando gira la chiave, il motore ruggisce, pronto a condurci in capo al mondo.

La musica parte alta e Stormie si precipita ad abbassare tutti i finestrini. Le nostre voci stonate si fondono nel vento mentre sfrecciamo lungo la strada deserta; da un lato le alte palme fanno ombra con le loro foglie mentre, dall'altro, il profumo dell'oceano riempie l'abitacolo.

Imposto il navigatore e, in appena venti minuti, raggiungiamo la nostra destinazione. La descrizione che mi ha fatto Stormie della location non regge il confronto con la realtà: una villa a due piani composta di sole vetrate, con una piscina enorme sul retro e un campo da tennis e, ovviamente, uno sbocco interno e privato direttamente sulla spiaggia, bianca e vellutata.

Ed è proprio lì che é stato preparato il set per lo shooting. É tutto incredibile: apprendisti e collaboratori girano con tablet e auricolari, ovunque si legge lo stemma della Surfer Young Talent ed è stata persino allestita un'area per il trucco.

«Svegliatemi se é un sogno» commenta Stormie, estasiata.

Ma, per quanto incredibile, non è la spiaggia a togliermi il fiato. Riconosco subito Mike Jacobs, il fotografo, e, accanto a lui, Courtney e Jessie.

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