Telefono a conchiglia

La fiamma è dirompente nel camino. Scalda subito la stanza.
Non lo accendevo da quasi due anni: venne quella forte nevicata di cui tutti parlano ancora oggi e mi trovai bloccato in casa con Chloe.
Credo che lui non sappia chi sia lei. Nel mentre dormiva.
O forse è sempre stato li, e comandava le mie azioni senza il mio controllo.
Lei è... Speciale.
Si distingue facilmente dalle altre ragazze della sua età e tutti le vogliono bene. Sorride a tutti quanti e non si pone troppi problemi ad aiutare il prossimo
... Sempre che sia ancora viva.

Quel giorno ero andato a rifornirmi di "provviste": Vivere da soli significa essere autonomi, badare a una casa...
Vivere da soli, specialmente in una simil-baita sperduta nel bosco comporta anche a essere sempre da soli.
Se non avessi conosciuto Chloe avrei avuto solo lui.

Non che la cosa ti dispiaccia Carl.

Mi precedi sempre.

Non uscivo spesso, forse meno di adesso.
Compravo le quantità necessarie di cibo, acqua e prodotti per badare alla casa, in modo che di inverno potessi starmene al sicuro, a badare a tutti i membri della famiglia: io e lui.
Quella giornata però fu strana...
Volevo tornare a casa il prima possibile.
Presi quello che mi serviva e salì in fretta sulla mia Ford Fiesta grigia del 2007, lasciatami quando ereditai la casa.
Le mani mi sudavano, ero diventato pallido.
Tremavo. Le pupille si erano dilatate su quel grigio marmoreo.
Non stavo guardando qualcuno che amavo, poiché non è mai successo. Mi hanno sempre evitato tutti quanti.

Avevo dimenticato di prendere le pillole.

Me lo chiedo spesso. Se non le avessi prese, lui sarebbe uscito prima? Avrei tentato il suicidio un'altra volta?
Le domande svoltavano rapidamente nella mia testa.
Per una volta, forse l'unica, ho seguito quello che il mio IO interiore mi stava suggerendo, e non lui.
Volevo arrivare a casa il prima possibile, per potermi racchiudere in quello che chiunque avrebbe definito un bugigattolo polveroso, ma per me era una villa.
Con tutta la forza che avevo in corpo, pigiai l'acceleratore.
La lancetta saliva.
Saliva.
Saliva.
Prima 70
Poi 80
Adesso 105
Un solo vigile mi avrebbe sequestrato la macchina e la tanta sudata patente. La strada era quasi del tutto ghiacciata
E poi, lei.

Una ragazza stava sul ciglio della strada a muovere freneticamente la mano, più del mio corpo tutto tremolante. Il suo corpo era sepolto da un vasto piumino nero, di quelli termici.
Ti restano tre cose da fare in situazioni semplici come queste: passi avanti, ti fermi, investi e occulti il co

NONAVREIMAIFATTOUNATTOSIMILESENONFOSSESTATOPERTENONAVREIMAIFATTOUNATTOSIMILESENONFOSSESTATOPERTENONAVREIMAI

Sembra proprio Carl che tu non riesca a combattere i fantasmi del passato.
Fantasmi è la parola chiave.

Qualcosa, una forza, mi imponeva di andare avanti e di correre a casa per assumere le tanto bramate pillole.
Ma io mi fermai, ne sentivo il bisogno.
Le pulsazioni aumentavano, lo sguardo era fisso verso di lei.
Lentamente, i muscoli della gamba si distendono e io riesco a far rallentare il veicolo
Prima 105
Poi 80
E 70
Infine 0

Corse subito verso il finestrino sinistro e diede qualche colpetto, per invitarmi ad abbassarlo, cosa che feci nell'immediato
Sembrava abbastanza agitata, peggio di me.
Aveva appena passato un pessimo pomeriggio, o mattina. Ma che ore erano? La bufera di neve aveva coperto tutto. 

-Sei il quarto che si ferma.. lo volete capire che non mi sto prestando per atti sessuali?- disse lei con voce accesa.
E allora che cosa voleva?

-OH NO SCUSAMI! Tu non sei uno di quelli... Sono proprio una stupida. E-ecco vedi, il mio telefono è caduto nel torrente vicino mentre stavo scattando una foto e ho perso il GPS. Non capisco come tornare a casa, con questo tempo ho perso il mio senso dell'orientamento!
Il suo tono era cambiato bruscamente. Forse vedere un volto tranquillo l'aveva fatta tornare in se...
Tranquillo, parliamone. 

-se vuoi puoi venire un attimo a casa mia e chiami i tuoi genitori, o qualcuno che passi a prenderti- dissi io, con tono deciso. Ma che mi stava succedendo...

-... sarà una cosa veloce! Non voglio trattenermi a casa di uno sconosciuto, senza offesa per te.-
-non offendi, sali-

Aprì la portiera e si mise nel posto accanto al mio.
Avevo una sconosciuta nella mia macchina ed ero ormai sicuro che il pollo allo spiedo nelle buste della spesa si fosse congelato.
-come posso chiamarti?- le chiesi.
-Chloe per tutti, Chlö per gli amici. Mantieni pure Chloe. E tu saresti...?-
Non c'era alcun pericolo che le dessi il mio nome. Non sono così coglione.
Così mi inventai un nome falso.

-Daniel! Mi chiamo Daniel-
-va bene Daniel... Ma perché stai tremando?-
E trovai un'altra scusa.
-Oh non è niente! È-è il caldo! E poi a casa ho lasciato la gatta da sola, non sia mai che stia male!

Ma non hai mai avuto animali. Sei allergico

Prenditi una pausa dai miei ricordi.

-allora ti conviene sbrigarti!-
E così feci: in pochi minuti eravamo arrivati a casa.
Chloe scese dalla macchina e scrutò ogni angolo del giardino, partendo dall'ascia tutta invecchiata attaccata a un ceppo di legno.
Sembrava quasi un agente immobiliare.
Le aprì la porta e portai le buste in casa.
Nel mentre la neve all'esterno stava aumentando e non aveva intenzione di rallentare.

-non perdiamo tempo: passami per favore un cellulare, o un telefono fisso, e chiamerò qualcuno che mi venga a prendere. Se la neve aumenta resterò bloccata qua.
- ma certo, Ecco qua- e le passai il mio telefono a conchiglia, usato solo per le chiamate.
Mentre digitava il numero, chiese un dettaglio che mi era sfuggito:

-a proposito, non dai da mangiare alla tua gatta?- istintivamente, risposi:
-gatta? Io sono allergico ai gatti- CRETINOCRETINOCRETINO.

-Daniel, tu hai detto in macchina di dover correre a casa per la gatta. -
Dovetti trovare un'altra scusa.
-oh si! La gatta del vicino! Qualche volta passa di qua e devo darle da mangiare! Che sciocco, non ho specificato fosse la mia, ha ha-
Iniziai di nuovo a sudare e la vista si annebbió leggermente. Non sentivo più le mie mani... E lei se n'era accorta.
Presa forse da un po' di panico, digitò sempre più rapidamente un numero di telefono. 
... Ma non era di un famigliare.
Stava digitando il numero della stazione di polizia vicina.
Perché...
Aveva paura che fossi un pazzo omicida? Voleva chiamarla in modo da farsi scortare a casa?
Se la polizia avesse controllato la mia casa, avrebbe trovato delle spiacevoli sorprese...

Sai no, tipo la gatta del vicino chiusa nell'armadio, grondante nero e denso sangue: Dallo sguardo vitreo emanava un tanfo simile al cimitero.
E il vicino.

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