97. Una calda notte

N/A: allora, nel capitolo ci saranno cose smut.
Scritte di merda, ma comunque smut, quindi decretate voi se leggere o meno.

Prima di iniziare, ecco a voi qualcosa di stupido fatto da me:

E niente, buona lettura


Pedro si stiracchia, sbadigliando rumorosamente.
Sono stati in giro tutto il giorno e ora il letto è tutto ciò che desidera. O quasi.

<Amore, hai finito in bagno?> chiede a voce alta.
<Arrivo!> risponde Rita da oltre la porta del bagno, da cui esce un attimo dopo.

Al catalano cade la mascella dallo stupore all'ammirare la fidanzata.
Ha addosso della delicata lingerie nera che copre solo idealmente la pelle olivastra e risalta il suo seno.

[N/A: l'immagine da cui ho preso ispirazione è questa. Tralasciamo la modella, totalmente diversa da Rita.

E niente, continuate pure il capitolo]

Le gambe, strette nella calza a rete dalle maglie larghe, gli fa desiderare di stringerla e lasciarle segni rossi e profondi addosso.

<Ti piace~?> canticchia la sarda, i capelli sciolti portati davanti. Come una ondulata tendina castana, coprono la parte alta del seno e solleticano il suo sguardo lì in mezzo.

L'iberico rimane muto, gli occhi che si muovono frenetici e nel mentre la mangiano e la desiderano.

L'isolana sorride divertita nell'esasperazione di avere un fidanzato così rigido, a volte.

Si avvicina, intanto passa un dito sotto il chocker che porta al collo, tirandolo leggermente, e sussurra: <Non mi vuoi prendere~? Mi potrei offendere e andarmi a cambiare.>

<N-no!> balbetta Pedro, finalmente risvegliandosi dal suo torpore corporeo.
La prende per le spalle e si avvicina a lei, premendosi contro il suo corpo e la bacia con foga.

Rita ricambia con la medesima voglia. Gli circonda il collo con un braccio, mentre l'altra mano va ai fianchi e gli tira i pantaloni.

<Levateli, sono solo di mezzo.> impone, staccandosi solo qualche istante dal bacio.
L'iberico ubbidisce in fretta e dal suo corpo sposta le mani ai propri pantaloni del pigiama, che cala e scalcia via in fretta.

La sarda, soddisfatta, interrompe il bacio e gli leva anche la maglietta, poggiando le mani ai lati del petto, i pollici che massaggiano i capezzoli.
Gli bacia il collo, succhiando e mordendo la pelle.

Il catalano rabbrividisce e ansima sotto il suo tocco. La stringe e va lesto in cerca dei bottoni o della zip per slacciare e levarle quella tentatrice lingerie.

Ma ella lo ferma, staccandosi, bloccandogli le mani nelle proprie.
Impone con un tono allusivo: <Per ora questo resta su.>

Sposta le mani del fidanzato e gliele poggia sui suoi boxer.
Aggiunge: <Togliti anche questi.> e gli libera le mani.

Ci mette poco ad obbedire e si sfila i boxer, mettendo in bella vista l'erezione che ha.
Rita si riavvicina, gliela circonda alla base e muove lentamente la mano per la lunghezza.

Lo bacia sul collo, godendosi i suoi gemiti, e commenta: <Sei già così duro e senza averti toccato.>

Pedro, fra i vocalizzi di piacere, ribatte: <Sei troppo bella e sei così eccitante.>
Si aggrappa alla fidanzata, con una mano le tira piano i capelli, con l'altra le stringe un gluteo e prova a intrufolare le dita sotto il tessuto.

<Buono con quelle mani, caro~> avvisa l'isolana, smettendo di masturbarlo. Gli prende i capelli con la mano e lo spinge verso il basso.

Il catalano, intuendo, si mette subito in ginocchio e alza lo sguardo verso di lei.
Così bella, così eccitante e così potente.
Lo tiene in pugno come se niente fosse e lui non potrebbe desiderare niente di diverso.

<Usa piuttosto quella bella bocca.> suggerisce ella.
<Devo toglierti i vestiti.> nota l'iberico in un sussurro, con tono incantato e desideroso.

<Tesoro!> lo richiama Rita, finta offesa <Vuoi dirmi che non sei capace con di mezzo una cosa così leggera? Ti ho sopravvalutato? Rimarrei delusa.>

<Assolutamente no!> ribatte allora Pedro, tenendosi saldo alle sue cosce, divaricandole meglio le gambe e incastrandosi di più lì sotto.

<Bravo ragazzo~.> lo complimenta lei, tirandogli leggermente i capelli per spronarlo.

Il catalano lecca lentamente la zona da sopra il tessuto, poi poggia le labbra e succhia, continuando ad usare la lingua.

La sarda chiude gli occhi, va incontro alle sue labbra e gli spinge poco di più la testa contro di sé, sibilando: <Di più, a malapena sento qualcosa-!>

L'iberico affonda di più le dita nella morbida pelle scura, iniziando a lasciare segni rossi. Si sforza, spinge con la lingua il tessuto verso l'alto e lo muove, disperatamente tentando di farla godere.

L'isolana finalmente rabbrividisce dal piacere e geme, muovendo piano i fianchi quasi in sincrono con i movimenti della lingua altrui.
<Così si fa~. Bravo, bravo ragazzo~!> ansima, percependo la zona accaldata e pulsante.

Dopo un po' di tempo così, passati fra gemiti e sospiri lei, gli impone con lussuria: <Non smettere!>
Toglie la mano dai capelli altrui e si slaccia in fretta la lingerie che è solamente di troppo. Brama sentirlo totalmente contro di sé, desidera essere portata oltre il limite.

Con un attimo di impacciataggine, slaccia l'intimo e inizia a levarlo, costringendo il fidanzato a interrompere il suo lavoro.

Pedro si lecca le labbra, ammirandola totalmente nuda dalla sua posizione privilegiata.
Rita torna con la mano fra i suoi capelli ed esige: <Usa quel che hai e fa del tuo meglio. Fammi venire gemendo il tuo nome.>

<Non aspettavo altro~.> asserisce il fidanzato, scostando una mano dalla coscia e portandola alle piccole labbra, limitandosi a massaggiare la zona.
Nel mentre, lecca attorno il clitoride e succhia tutta la zona.

<M-Mi vuoi far disperare~> balbetta nel piacere la sarda, volgendo la testa all'indietro, il caldo nel basso ventre che aumenta.

Il catalano, orgoglioso del suo lavoro, sposta le dita dalle piccole labbra e le fa scivolare all'interno senza alcuna difficoltà, il corpo di lei che lo accoglie e si stringe attorno le sue dita.

<Non stavi aspettando altro~, mh?> commenta lui, sforbiciando le dita e nel mentre muovendole dentro e fuori, senza mai uscire dal tutto, con una lentezza espasperante.

Nonostante sa benissimo sia la sua stupenda fidanzata la capa della situazione, non riesce a non sentirsi un minimo in controllo in quel frangente.

L'isolana muove i fianchi incontro ai suoi movimenti, ansimando, e risponde: <No-~! Ti voglio dentro, questo è solo un assaggio! E voglio la tua bocca addosso a me, voglio venire e sai benissimo cosa devi fare~!>

<Obbedisco~.> decreta lui, muovendo le dita con un ritmo più sostenuto. In aggiunta, torna a concentrarsi sul clitoride, che lecca e succhia, stimolato ad andare avanti dai gemiti rumorosi della fidanzata.

Alla sarda tremano leggermente le gambe quando finalmente orgasma e viene, il calore nel basso ventre che si abbassa di svariati gradi.

Pedro allontana la testa e le dita dalla vulva, l'indice e il medio di una mano sporchi dei liquidi della fidanzata.
Rita, nonostante il fiatone e il piacere che ancora la percorre, ghigna e dall'alto della sua posizione e ruolo impartisce: <Succhia.>

Il catalano se lo aspettava e ubbidiente mette le due dita in bocca, leccando e succhiando vistosamente via ciò che vi è sopra.

L'isolana si lecca lentamente le labbra, apprezzando la vista. Quando pensa sia abbastanza, si sporge in avanti con il busto, il prosperoso seno che si muove con lei e cattura lo sguardo altrui.

Allora incrocia le braccia appena sotto e stringe, risaltando le tette, una delle tante armi dalla sua parte.
Asserisce: <Sei così ubbidiente, ti meriti un premio: vai sul letto, tesoro~.>

L'iberico ci mette poco ad alzarsi in piedi e sedersi sul letto, celere come un fedele cagnolino, aspettando altre sue direttive.

La sarda scioglie le braccia e le alza sopra la testa, stiracchiandosi, lasciando in bella vista tutto il suo corpo, in parte teso per i muscoli allungati.

Successivamente si avvicina e sale sul letto. Poggia le mani sulle sue ginocchia, gliele apre e commenta: <Sembra un'erezione dolorosa, amore~.>

Sposta una mano e lo masturba con un ritmo esasperatamente lento, gingillandosi con il pollice sulla punta, girando per tutto il glande.
<Lascia fare a me.> asserisce e si china, prendendo la punta in bocca.

Il fidanzato emette un gemito strozzato e subito si stende, ma una mano si aggrappa ai lunghi capelli di lei.
Inarca la schiena e spinge i fianchi verso la sua bocca quando alla mano che va su e giù si sostituiscono le labbra e la sua lingua, che lo toccano in tutti i quei punti così giusti.

Sa che non durerà molto, eccitato quanto é, ma si gode il momento al meglio.
Lancia un mezzo gridolino di piacere quando Rita prende a massaggiare lo scroto, velocizzando lievemente il movimento con la testa.

Non riesce a formare frasi coerenti, può solo gemere e ansimare e lasciare al suo corpo il controllo, il nodo alla base dello stomaco che si stringe sempre di più.

Arriccia le dita dei piedi, desiderando durare di più, perché quel piacere è spettacolare.

Ma poi la sarda lo prende totalmente in bocca senza troppi ripensamenti, deglutendo e stimolandolo alla base con la lingua, le dita che lo torturano sul perineo.

Pedro vocalizza un gemito più forte degli altri e viene, la testa leggera e vorticante e un velo di stanchezza che lo copre con delicatezza.

<Già stanco, amore mio~?> domanda dopo poco la voce della sua amata.
Il catalano si costringe ad aprire gli occhi e l'osserva seduta sulle ginocchia, ripulendosi le labbra e il mento dalle poche gocce di sperma che le sono sfuggite.

<Un pochino.> balbetta lui, la sua stamina bassa che non lo aiuta a parlare in modo decente.

L'isolana mette su un vistoso broncio e lamenta: <Ma io volevo sentirti dentro di me~!>
Cambia posizione e gli si siede addosso, le loro intimità in contatto. Si struscia addosso a lui e prosegue con quella voce bisognosa: <Volevo -tanto tanto- averti dentro di me e cavalcarti fino a che non mi supplichi di smettere~.>

Non sa bene se è un singolo aspetto o l'intera situazione, ma l'iberico ritrova magicamente in fretta le energie e il sangue torna a pompare con vigore nel basso ventre.

Rita, percependo l'effetto sortito, non interrompe lo sfregamento, muovendosi lentamente ma vistosamente. Continua con lo stesso tono: <Sei così grosso e mi piace -così tanto- stringermi attorno a te mentre urlo il tuo nome e adoro cavalcarti e sentirti fino in fondo con forza~.>

Si sporge con il busto, premendosi contro di lui ma reggendosi sulle proprie braccia per non schiacciarlo.
I movimenti sono lenti e lascivi e ora le sue tette sfregano piacevolmente contro il petto altrui.

<Ti voglio, ti supplico~> ansima la sarda all'orecchio del fidanzato. Gli morde delicatamente il lobo e lì contro geme il suo nome.
Pedro non ha bisogno di altro. Le mani stringono la presa attorno i fianchi di lei e la spinge contro la propria bisognosa erezione.
Ansima: <Ti voglio anch'io!>

L'isolana sorride soddisfatta contro il suo orecchio e si rimette seduta sopra l'altro. Solleva i fianchi, prende l'erezione altrui con una mano e si impala lentamente, finché i loro bacini non si ritoccano.

Il catalano si trattiene dal muovere i fianchi, ben sapendo che se ci prova la sua adorata gliela farà pagare negandogli l'orgasmo più e più volte.
E nonostante ciò alcune volte lo alletti, quello non è il momento.

Rita inizia a muoversi con ritmo lento e sospira soddisfatta; ha subito beccato l'angolazione perfetta.
In poco tempo velocizza il ritmo con piacere di entrambi.

Pedro rafforza la presa sui fianchi altrui e di riflesso le va incontro con le spinte, andando a fondo, desiderando farla impazzire.
I loro gemiti riempiono la stanza e il catalano si avvicina al proprio limite.

Ed esattamente quando è sul bilico, quando basta così poco per venire, lei rallenta i movimenti e lui spalanca gli occhi e geme scontento in protesta.

La sarda si sporge verso il fidanzato, continuando con quel ritmo lento in modo estenuante, e chiede fra gli ansimi: <Vuoi lasciarmi indietro~?>

L'iberico, che ormai ha perso il dono della parola coerente, scuote la testa furiosamente, gemendo a bassa voce.
L'isolana si lecca le labbra e ordina: <Allora fammi venire~.>

Pedro alza un po' il busto e la bacia e morde sul collo, creandole in fretta segni vistosi.
Una mano va ad un capezzolo che stimola con cura, l'altra va al ricciolo già mezzo a cuore e ci gioca come più gli pare e piace.

Rita geme vistosamente, il piacere che l'attraversa con potenti scariche e in un crescendo l'avvicina sempre di più all'orgasmo.
Riprene un ritmo veloce, un po' disperato, lasciandosi scappare più e più volte fra i gemiti il nome del fidanzato.

Il catalano ritorna vicino al culmine e, con un'ultima tirata di ricciolo, viene dentro di lei.
L'isolana continua a cavalcarlo nel suo orgasmo e successivamente viene anche lei, muovendosi sempre più piano fino a fermarsi.

Riprende un attimo fiato e poi si alza, sfilando da dentro di sé il pene ormai flaccido dell'iberico, che sta cercando di riprendere fiato.
La sarda lo bacia sulla guancia, sussurra: <Torno subito> e va un attimo in bagno.

Quando ritorna, pulita e rilassata, sorride al trovare colui che ama addormentato praticamente nella stessa posizione in cui l'ha lasciato.

Alza le coperte e lo infila sotto, mettendosi anche lei.
Lo abbraccia e lo bacia sulla guancia.

Pedro mugugna e la stringe, baciandola alla mezza cieca sulle labbra. Dopo il breve bacio commenta a bassa voce: <Se non fosse che ero eccitato, credo avrei riso a quei commenti sul fatto che sono grosso e che mi volevi.>

<Ammetto, sei nella media.> ridacchia Rita, baciandolo sulla guancia <Ma ti amo e io ti voglio davvero, sia in quel senso, sia accanto a me perennemente.>

Il catalano arrossisce fin sulle orecchie e farfuglia: <Sei troppo fantastica!>
La sarda sorride, contenta del complimento, e lo bacia sulle labbra.

E la notte prosegue con baci.

N/A: spero sia piaciuto

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