83. Difensori in palestra

N/A: sono tornata dalle vacanze, non ho più paura dei giga bruciati, yeee!

Oggi, gentaglia, non solo c'è un disegnino fatto da me, ma anche uno fatto da una personcina che legge questa storia!
Prima il disegnino non mio, merita posto d'onore.

È una fan art su Bruno

È di LevLevissima (così si chiama su Insta, dove mi ha mandato l'immagine). Davvero grazie, mi ha reso la serata migliore! La scena è andata tipo:

Io: *aspetto di uscire per i mercatini serali*
*persona-a-caso mi scrive per prima volta*
Io: "giuro che se è uno spammer io uccido qualcuno-"

*legge messaggio di LevLevissima e vede fanart*
Io: *happy noises interni* *inizia a girare per la stanza tutta allegra e confusa*

Ma vorrei un attimo soffermarmi sui vari elementi della fan art. Sì, voglio fare la critica come dei quadri nei libri di storia dell'arte, ok?!

Bandiera MLM... ✨Noice✨. E giusto, la terrebbe a casa sua, non con gli altri.
Poi, la corona di Burger King... Non so se è l'interpretazione della corona fatta nel disegnino in cui c'era anche la bandiera, ma in ogni caso è un tocco di classe che apprezzo.

Le due bandierine dietro van benisssimo, così tutti gli italiani e gli aspiranti austriaci sono felici.
"Silenzio Bruno", porello lui. Ho visto la scena su Insta e mi immagino che, quando vedranno "Luca" tutti insieme, lo inizieranno a perculare.
E allora lui userà la magia per zittirli, da pravo pimpho seccato.

Poi il post-it di Marie...- cioé, sì. Tanto è stalker e dall'occhio lungo che sa bene che se Roberto non è a Torino c'è una buona probabilità che sia dal biondino crodino.

Infine Roberto salvato come "Crush ❤" sul cellulare... ANTISGAMO PROPRIO AHAHAHAHAHA-!
Però apprezzo, bellissimo dettaglio, l'ho notato dopo qualche volta che rivedevo l'immagine perché ero troppo commossa e la riguardavo perché avevo paura di essermela sognata.

E ora un mio disegnino molto più idiota ed elementare, potremmo metterlo nella categoria "breve storia triste"

Rippettino Domenico che voleva solo viaggiare di fantasia.

Ma ora basta, iniziamo sto capitolo, finalmente!

Le due regioni entrano nella palestra, una musica commerciale che si espande per le casse dell'edificio.

<Te che fai oggi?> domanda Bruno, dato che in auto avevano parlato del più e del meno.
<Gambe. Never skip leg day, come dice anche quel meme messo su un poster.> nota Domenico, indicando con la testa il suddetto poster vicino le macchine per allenarsi.

<Giusto, giusto, io invece mi allenerò sopra. E mi devo ricordare che la schiena esiste.> ironizza il biondo.
<Ecco, non diventare i sollevatori di pesi massimi chiusi come una noce.> ammonisce con calma l'abruzzese, mentre vanno agli spogliatoi.

<Quello fra i due che è più vicino ad essere un sollevatore pesi sei decisamente tu. Ma grazie dell'interesse.> fa il trentino, mettendo a posto la borsa per la palestra in un armadietto.

<È difficile decifrare quando sei sarcastico o meno, alcune volte.> commenta Domenico, ritenendo fosse giusta un po' di onestà.

<Lo so, non lo faccio apposta. Pensavo che con Angela ti fossi abituato alle ambiguità.> asserisce Bruno.
L'abruzzese non lo guarda mentre borbotta: <Lei è un caso a parte.>

L'ex austriaco annuisce e pensa mentre escono dagli spogliatoi: "Che non sia l'unico qua con un altarino riguardo un amore? O forse è solo grande affetto fraterno? Chissà."

Arrivati alle macchine, si dividono con un cenno e si mettono a fare i loro esercizi in santa pace.
Si fanno beatamente i cazzi loro, insomma.

Però gli occhi li hanno e sono regioni, quindi i loro sensi sono più acuiti di quelli umani e spesso, involontariamente, vengono catturati da qualcosa di insignificante.

In quel momento non sono troppo distanti l'uno dall'altro ed è impossibile per loro non girarsi al sentire un chiarissimo sospiro frustrato.

Vedono una ragazza, che stava facendo una serie di squat con carico sulle spalle, che fa i movimenti più rigidi e brevi mentre guarda in una direzione.

I due non umani seguono il suo sguardo e notano un uomo con il telefono fuori puntato chiaramente sulla giovane donna.

La ragazza non sa bene che fare, si percepisce che è timida, e prova a spostarsi ad un altro esercizio poco più in là, ma ancora quella fotocamera la insegue dalla distanza e, dalla posizione dei piedi, pare pronta a sprintare verso i camerini.

Domenico non riesce a stare fermo ed osservare quella triste scena perciò finisce l'esecuzione iniziata, si allontana dalla macchina e va verso l'uomo.
<Cosa sta facendo?> chiede con voce fredda e seria. Avendo un tono basso, incute decisamente timore se affila la voce come una lama, invece di tenerla della dolce sfumatura che solitamente usa.

L'umano lo guarda infastidito e domanda seccato: <Che vuoi? Fatti i cazzi tuoi!>
<Buffo che mi dica di farmi i fatti miei, quando lei stava riprendendo quella ragazza laggiù senza il suo consenso.> risponde pacato l'abruzzese, rimanendo cortese, anche se dietro quella gentilezza c'è un chiaro fastidio.

<Cosa stai dicendo?! Non è vero!> si difende l'uomo, dato che varie persone attorno a loro si sono girati a guardarli, attirati dal rumore.

<Si calmi, non c'è bisogno di urlare.> consiglia gentile la regione.
Bruno nota palesemente quanto sia edulcorata: si nota dalle spalle rigide, i muscoli non nascosti dalla canottiera contratti.

<Tu mi stai accusando!> si lamenta l'uomo.
<Hai sbagliato tu per prima!> ribatte la ragazza filmata, avanzando, ma rimanendo vicino alla regione forzuta.

<Andiamo, non puoi essere venuta vestita così e non chiedere attenzioni...> borbotta un ragazzo poco distante, ma si fa udire chiaramente.

Il trentino è a tanto così dal  letteralmente fulminarlo. Si costringe a rimanere calmo e ribatte: <Non sapevo che un paio di pantaloni e un reggiseno sportivo bastassero per diventare decerebrati. E io che pensavo fosse necessaria una bella botta in testa. Forse l'hai presa da piccolo, si spiegherebbe tutto.>

<E tu che c'entri?!> sbotta inviperito il ragazzo.
<Hai iniziato te a fare l'animale dagli impulsi incontrollabili. E comunque mi metto di mezzo pure io perché condivido l'intenzione di mio cugino.> asserisce il biondo, indicando l'altra regione.

<Cugini?> domanda esterrefatto il più giovane umano.
<Sua madre e mio padre sono fratellastri.> inventa Bruno, facendo spallucce.

<Che sta succedendo qui?> domanda uno dello staff, portato lì dagli schiamazzi, l'ammucchio di gente e uno degli spettatori che ha decretato fosse meglio chiamare qualcuno.

<Nulla, qua certa gente è solo matta!> sbuffa l'uomo che aveva ripreso la ragazza, seccato.
<Non c'è bisogno di definirsi matto, non lo è. È solo un s-t-r-o-n-z-o.> ribatte Domenico, facendo lo spelling velocemente dell'ultima parola.

Il messaggio passa forte e chiaro.
L'umano sta per fare una scenata che la ragazza interviene: <Mi stava riprendendo senza il mio consenso mentre facevo degli esercizi e anche se l'ho guardato per farlo smettere, non l'ha fatto.>

<Ah, è così?> domanda retorico l'impiegato della palestra.
<Allora mi faccia vedere che cancelli il video fatto e se la cosa ricapita, sarò costretto a cacciarla da qua.> decreta risoluto.

<Cosa?! Perché?!> si adira l'uomo.
<Perché abbiamo la chiara istruzione di cacciare chiunque faccia il viscido, per dirla fuori dai denti.> risponde l'impiegato.

Dopo ulteriori borbottii, minacce di denunce, cancellazioni di video e dispersione di curiosi, la ragazza si gira verso le due regioni e fa: <Grazie mille per avermi difesa. Non mi prendono mai sul serio.>

<Nessun problema. Non è giusto sia a disagio per colpa di gente infima.> risponde Domenico, il tono di nuovo basso, vibrante e dolce come suo solito.

<Grazie ancora, c'è poca gente come voi.> asserisce l'umana.
<Non è giusto vedere un'ingiustizia e non fare nulla. Buon proseguimento.> si congeda Bruno e torna alla macchina che stava usando prima.

<Ti va dopo di andare a prendere qualcosa al bar?> domanda la ragazza all'abruzzese, mentre ella si rigira una ciocca di capelli della coda.

Domenico sorride cordiale e risponde: <No, grazie, io e mio cugino siamo venuti insieme e dopo un intenso allenamento non credo neanche di essere presentabile per andare ad un bar a bere qualcosa.>

Fa un passo indietro, saluta con la mano e augura: <Buon esercizio.>
Infine si gira e se ne va ad una macchina dall'altra parte della palestra, lasciandola da sola.

Sola, con il primo approccio fallito su tutta la linea in meno di due minuti, ma sicura.

N/A: mi andava di far vedere Domenico alle prese ad essere il pezzo di pane quale è e attivamente fermare una molestia e intanto insultare lo stronzo.

In compagnia di un trentino che voleva solo scaricare lo stress e che si è ritrovato, divertendosi, ad insultare qualcuno per una giusta causa.

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