8. Singhiozzo

A casa Vargas, anche la più piccola cosa può far distrarre le regioni dal loro lavoro di rappresentazione di un territorio specifico.
Ed eccezione non fanno Carmela e Vincenzo.

I due sono casualmente in cucina nello stesso momento a bere qualcosa, prima di ritornare a farsi i fatti loro, separatamente.

Carmela beve un po' troppo in fretta e si ritrova all'istante ad emettere un singhiozzo particolare.
Allo strano suono Vincenzo si gira verso la ragazza, le sopracciglia inarcate mentre se la ghigna non così tanto sotto i baffi.

<Cos'era?> domanda, fintamente innocente, sorridendo ancora più vistosamente.
La lucana incrocia le braccia e, sbuffando, fa: <Cosa?> per poi venir tradita dal proprio corpo, che la fa singhiozzare un'altra volta.

Vincenzo inizia a ridacchiare senza limiti, mentre lei lo guarda torva. Irritata, lei allarga le braccia ed esclama: <Che c'é?!> emettendo subito dopo un altro singhiozzo.

Il calabrese continua a ridere, commentando fra i risolini: <Tutta cattiva ed acida… e poi-!> e continua a ridere, non terminando la frase.
<Vieni qui -hic-, bastardo!> lo minaccia Carmela.
Invano, perché il singhiozzo in mezzo protrae le risate dell'altro.

<Uhhh! Ma che carina! E poi come starnutisci? "Eccì", come i gattini?!> domanda provocatorio Vincenzo.
La ragazza lo guarda truce e basta. Questo comunque non le impedisce di singhiozzare ancora, facendo ridere per l'ennesima volta il calabrese.

<Ti odio!> ringhia, al pari di un animale, la lucana.
<Io invece ti amo~> risponde, giocoso, Vincenzo.
<Quanto ti vorrei -hic- strangolare!> altra minaccia vanificata dal singhiozzo e altra risata del calabrese.
E, ovviamente, maggior rabbia nella più bassa.

<E che cazzo -hic-!> sbotta poi lei, sentendo i propri nervi saltare alla velocità della luce. Perché proprio davanti a colui che si diverte di più ad infastidirla?!

Si gira sul posto e, provando ad uscire dalla stanza prima di strangolarlo, borbotta sempre fra i singhiozzi: <Odio tutto -hic-, odio tutti -hic, specialmente Vince-hic-nzo, e odio 'sto -hic- cazzo di singhioz-hic-zo.>

<O mio dio! Questo io me lo salvo!> ride da poco dietro di lei l'altro. Quelle parole la portano a girarsi di scatto con gli occhi dardeggianti di rabbia, ritrovandosi a fissare Calabria con in mano il cellulare, che sta riprendendo la cosa.

<Saluta la telecamera, Carmela~> la sbeffeggia Vincenzo.
<Tu... sei morto!> riesce ad urlare la ragazza senza singhiozzare, miracolosamente.

Il ragazzo termina e salva il video, arretra fluidamente di un passo, sventola in aria in cellulare e fa: <Se vuoi il video, vienilo a prendere~>
La ragazza ringhia a mezza voce, riuscendo a sopprimere un singhiozzo, e si getta alla carica dell'altro, neanche un toro col matadore.

E Vincenzo, come i migliori toreri, inizia a sfuggire dal pericolo potenzialmente mortale muovendosi fluidamente per la stanza, aggirando il tavolo per tenere le distanze con l'altra.
E sempre sventolando in aria il cellulare, sghignazzando, mettendosi a ridere più forte quando la ragazza, nelle imprecazioni dialettali, singhiozza.

<Sei -hic- odioso e rompicazzo -hic-!> afferma la ragazza, la rabbia a farle aumentare la frequenza dei singhiozzi.
<Io mi definerei più come un grande provocatore che si diverte nel suo ruolo!> contesta lui.

<Hai dimenticato -hic- "stronzo"!>
<Al massimo "affascinante"!> e afferra anche la bottiglia d'acqua presente sul tavolo.
La apre con una mano sola e beve un po' a canna, mentre ancora sfugge alla ragazza, che ha sperato di coglierlo impreparato.

E allora il misfatto accade.

Appena Vincenzo riappoggia la bottiglia chiusa sul tavolo, un singhiozzo gli fuoriesce dalle labbra.
Un singhiozzo strozzato, diverso da quello simile all'acuto "carino" di Carmela, ma altrettanto divertente.

Infatti la lucana si ferma, pietrificata come il ragazzo, ma per motivi diversi, per poi mettersi a ridere fra i propri singhiozzi.

<Dici tanto di -hic- me, ma anche tu… -hic-! Ahahahaha-hic-ahahah!> si sforza di dire lei fra i singhiozzi.
<Fatto sta che -hic- io ho un video -hic- e tu no~!> cantilena il calabrese, cerca di reprimere i singhiozzi senza troppo successo.

La ragazza riprende la loro caccia al gatto e al topo, in cui lei insegue, dato che comunque é l'altro ad avere il coltello dalla parte del manico.
<Adesso non fai -hic- così tanto il gradasso -hic-, mh?> lo canzona Carmela, un ghigno un po' malefico sulle sue labbra.

Tira fuori il proprio telefono in modo lesto e abbastanza furtivo, aiutata dal tavolo a coprire i propri movimenti, e apre l'app per le registrazioni vocali, premendo su play.

<Invece -hic- lo faccio! Tu -hic- non hai nulla -hic- contro di me!> ribatte il ragazzo. Carmela ferma la registrazione, allora, e si mette a ridere della grossa, interrotta ogni tanto dai propri singhiozzi.

Vincenzo aggrotta le sopracciglia, abbassando un minimo la guardia e la prontezza ai riflessi, in favore di capire cosa passi per la testa della sorella.

<Sarai furbo -hic- e tutto quello che -hic- vuoi… ma dimentichi -hic- che neppure io scherzo~ -hic-!> e solleva il telefono dal punto cieco in cui lo ha tenuto.
Ancora aperta sull'app di registrazione vocale, appare in cima la registrazione appena fatta.

Vincenzo la guarda sorpreso ed emettendo un semplice: <Tu… -hic-!>
<Sì, io -hic-!> se la ride Carmela.

Piena di boria, continua mettendo a posto il cellulare: <Ora siamo pari -hic-, perciò troviamo un modo -hic- per essere sicuri che entrambi -hic- eliminiamo le registrazioni e->
<Io non rinuncerò -hic- a quel video!> urla Vincenzo, mentre si muove troppo in fretta e in modo troppo fuori dagli schemi affinché Carmela reagisca in tempo.

Mette in tasca il telefono, poggia un piede su una sedia, si da una spinta, arriva sul tavolo e con l'altra gamba si da la spinta necessaria per atterrare vicino Carmela e sottrarle il cellulare.
Ma nel secondo "salto" inciampa in una sedia e perciò finisce addosso a Carmela.

Quest'ultima riesce a mettere le mani addosso al petto di Vincenzo per frenare un po' la caduta, ma si sbilancia e cade all'indietro insieme al calabrese, in un misto di urla e imprecazioni.

Vincenzo prova a tenere un minimo le distanze e infatti pianta le mani ai lati della testa di lei, per evitare di darle anche una testata.

Ma si ritrovano vicini, pericolosamente vicini.
I loro volti sono separati da pochi centimetri, mentre i loro corpi sono praticamente appiccicati.
Si fissano, muti, senza sapere che dire o fare.
Quasi siano andati in mezzo cortocircuito come un computer e perciò stiano ancora elaborando la cosa.

Dei passi affrettati si avvicinano e Michele spalanca la porta, mentre dice velocissimo: <Cazzo é successo?! Fino a che urlavate e ridevate andava bene, ma questo rumoraccio?! Cosa é suc->

Quando si rende conto della scena che gli si para davanti, si interrompe, emettendo un semplice: <Oh…> che viene prontamente accompagnato da un ghigno che la vuole dire lunga.

<Potevate prendervi una stanza! Avevate così tanta voglia che non ce la facevate a raggiungere una delle vostre camere?> chiede con un sorriso biricchino il pugliese.

Vincenzo allora si stacca da Carmela, entrambi rossi in volto dall'imbarazzo.
<Oh! Ancora qualche secondo! Volevo farvi una foto!> li prende in giro Michele.
<Vieni qua brutto stronzo!> urla la ragazza.

Il pugliese risponde: <No, ci tengo alla mia vita!> e scappa via.
Carmela rimane ferma sul posto, snocciolando una lunga serie di insulti, cercando di ritrovare la calma, se ne possiede almeno un minimo.

Vincenzo resta muto qualche secondo, per poi esclamare: <Carmela!>
<Che c'é?!> sbraita l'altra, girandosi.
<Non abbiamo più il singhiozzo!> fa notare lui.

Lei spalanca gli occhi, accorgendosi della veridicità delle sue parole.
<Allora puoi eliminare quel video?> domanda "cortese" lei.

<Mh… Nah.> risponde lui, sghignazzando e sfuggendo in fretta dalla cucina.
<BASTARDO!> strilla lei, per poi tossicchiare un po'.

"Andato via uno, arriva un altro: adesso ho il mal di gola. Semplicemente per-fet-to!" commenta ironica nella propria testa la lucana.

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