75. Insulti in negozio

N/A: prima di iniziare con il capitolo, ecco qua un disegno della gang del Regno di Sardegna.
a.k.a. "gruppo abusato su vari livelli dai reali"

Ma passiamo al disegno, orsù!

Qua qualcuno *coff coff* ROSA *coff coff* ha fatto un bel guaio e vagando per il castello insieme lo scoprono.
Chissà cosa stanno osservando...

(No, davvero, chissà cosa, perché manco io sono certa di quello che stanno osservando)

Oltre che Rosa è fighissimo in quei vestiti, gli abiti sono ispirati a questi:

Rita e Rosa con i primi abiti, perché i Savoia ce la mettevano tutta a far piccoli dispetti, fra i quali dar loro solo vestiti di vecchia moda.

Anche se nel caso di Rosa ha fatto tutto da sé perché col cavolo che gli davano i vestiti maschili, anche se in quel momento Rosa era un ragazzo-

Marie e Roberto hanno i secondi abiti, giusto perché i Savoia volevano tenerli nelle loro grazie.
Lo so, non sembrano mai nella vita quelli.
Ma tralasciamo le mie pessime abilità e andiamo al capitolo!

Ciao ciao!

<Iniziamo il nostro giro da qua!> decreta Marie, indicando un negozio.
<Ha gli sconti fino all'80%... posso farci un pensiero.> commenta Rosa, la quale sta tenendo la più giovane per il colletto del vestito.

È già capitato che sfrecciasse per chissà dove e poi fosse stato un parto ritrovarla. Meglio evitare di replicare la storia.

<Giuro che se oltre metà delle scritte sulle magliette sono in francese brucio il negozio. Come non so, ma il metodo lo trovo.> asserisce Francesca.
<Non devi per forza comprarle.> puntualizza Rita, vestita con abiti moderni.

<Se mi piacciono per il resto ma hanno quella scritta di merda e inutile ho il diritto di incazzarmi.> ribatte la toscana, andando verso una sezione con molte magliette.

<Posso immaginare che se la scritta non la vuoi, non la vuoi. Personalmente non posso permettermi di fare la schizzinosa.> decreta l'isolana.

<E perché? Puoi schifare qualcosa se non ti piace.> chiede la valdostana, impegnata a passare alcuni capi d'abbigliamento.

<Le taglie non sono a mio favore.> rispose la sarda.
<Qualcosa c'è, tranquilla.> la prova a rassicurare la toscana.

<Abbiamo taglie diverse, inutile negarlo.> sospira Rita.
<Perciò ti aiuteremo a cercare la tua taglia, ok?> propone Marie.

<Non ce ne è bisogno, pensate pure a voi stesse.> le sprona l'isolana, ponderando da che sezione del negozio iniziare l'ardua ricerca.

<A me va bene darti una mano, tanto non vedo nulla di interessante, per ora.> commenta Rosa, andandole più vicino.

<Non vi scollerete, vero?> domanda Rita.
<Corretto~.> canticchia Marie.
Francesca intanto prende per il polso, senza essere violenta, la sarda e la conduce verso un reparto, notando allegra: <Siamo 3 a 1, accetta la sconfitta.>

<Sì, sì, ma non stupitevi quando voi perderete la battaglia contro l'industria della moda.> constata la più anziana con calma.

Dopo varie ricerche, trovano alcuni vestiti di vario tipo della taglia probabilmente adatta a Rita.
Con un braccio pieno di abiti, la sarda si fa condurre ai camerini (anche se sa benissimo dove sono!) e lì le fanno provare i vari capi.

Ovviamente, la obbligano a farsi vedere ogni volta che indossa una cosa e le fanno sinceramente dei complimenti, a modo loro.

Quando l'isolana esce con l'ultimo outfit, Francesca ironicamente fischia in approvazione, mentre Rosa la osserva attentamente.

Ha addosso una corta maglietta nera a collo alto, ma con uno scollo a cuore che lascia scoperto una parte del petto e del seno, e una gonna pieghettata a quadri, sui toni del bianco, grigio e nero.

<Aspetta, voglio vedere anch'io!> si lamenta Marie, che nel mentre si stava provando dei vestiti per i fatti suoi, ma comunque supportiva e partecipe nella "sfilata" della più grande.

<Wow, ti sta davvero bene! Tu hai le tette per mettere le cose scollate o che le risaltano.> commenta la valdostana appena si sporge con la testa dal camerino.

<Lei ha il fisico per mettersi tutto quello che vuole. E sì, ti sta davvero bene. Conoscendo la mentalità maschile, se ti presenti così davanti il tuo fidanzato, lo lasci stecchito da quanto sei figa.> decreta Rosa.

<Su, non esagerare! Mi piace ma ho paura sia troppo.> ribatte Rita.
<Troppo perché?> indaga Francesca.
La sarda vorrebbe parlare, ma una coppietta di turisti (a giudicare da come parlavano), che era poco più in là nei camerini, fa sentire la sua non voluta voce.

<Certa gente non dovrebbe neanche essere fatta entrare nei negozi normali! Oh, sta sicuramente allargando quel povero top così carino! E come osa far vedere tutta quella ciccia... bleah.> asserisce in inglese la ragazza della coppia, fuori dal camerino con addosso un vestitino rosa.
Il fidanzato annuisce, guardando con disgusto l'isolana.

Nonostante la diversa lingua, tutte e quattro le regioni intendono perfettamente le loro parole.
Rita non guarda più le "sorelle", ma il proprio camerino, già pronta ad entrare, pensando ad una stupida scusa per rinchiudersi là dentro per almeno cinque minuti.

Peccato che le altre tre non abbiano la stessa reazione.
La prima a scattare è Rosa, che ribatte a voce chiara, in inglese: <Già, nei negozi non dovrebbero fare entrare le teste di cazzo come voi due!>

<Come ti permetti?!> chiede esterrefatto il ragazzo anglofono.
<Oh, si permette eccome! E io aggiungo: se vi disturba così tanto vedere qualcuno che mostra un po' di pelle e non magro come voi, il problema non è suo. Ma il vostro perché avete due teste vuote.> si intromette Francesca, alzandosi e avanzando lentamente verso i due.

Non sarà uno stupido umano probabilmente americano di oltre 1.80m a farle anche solo lontanamente paura.

<Se non la smetti, chiamo immediatamente la sicurezza per violenza!> la minaccia il turista.
<E noi diciamo che voi avete insultato la nostra amica per primi! E non vi abbiamo sfiorato.> difende Marie.

<Abbiamo solo detto la verità! È grassa. Non fate le buoniste e ammettetelo!> lamenta l'umana.

Rosa non ci vede più dalla rabbia e solo perché la toscana l'afferra per il colletto che non salta addosso all'americana mentre quasi sbraita: <E allora? È un cesso? No! È meno degna di te di vivere? Ancora no! Anzi, tu meriteresti di andare a 'fanculo. Lei è fantastica e tu puoi solo sperare di valere almeno quanto la sua merda!>

La ragazza si offende sul serio, guardando la piccola ragazza che sembra pronta a sbranarla (se ne avesse la possibilità, lo farebbe).

<Siete dei selvaggi, voi italiani!> afferma la ragazza, andando nel camerino a rimettersi velocemente i propri vestiti.

<Saremo selvaggi, ma almeno non andiamo in giro ad insultare all'estero la gente che non pesa 30kg, quando il vostro Paese ha uno dei più alti tassi di obesità.> ribatte Francesca.

<Non ritorneremo mai più in Italia!> asserisce la ragazza, uscendo dal camerino e andandosene.
<Mai dire mai, con la geografia che insegnano negli USA. Andiamo, se vi dicessi che Berlino è italiana, mi credereste!> commenta Marie, per ricevere un dito medio dal ragazzo.

La valdostana fa spallucce e ignora la cosa.
<Ragazze...> sussurra Rita, stupita.

<Son stati stronzi! Non avevano il diritto di dire quelle cose.> asserisce la toscana.

<Ho già sentito troppi cretini dirti simili cose per sopportare ancora queste stronzate.> spiega la ligure.
<Già.> le fa eco la più giovane.

<Grazie... grazie mille.> sussurra la sarda, per rifugiarsi nel camerino.
Francesca, aggrottando le sopracciglia, va verso la tenda e la scosta leggermente, osservando l'isolana trattenere le lacrime malamente.

<Ehi...-> la toscana richiama l'altra.
La sarda si gira verso di lei e, sfregando le lacrime, farfuglia: <Sono lacrime di gratitudine, io->
<Abbracciami. Su, ne hai bisogno.> la esorta Francesca.

<Sicura? Non sei troppo propensa agli abbracci.> nota Rita.
<Non significa non possa darli. Su, vieni qua.> la incita la regione centrale.

L'isolana prende un profondo respiro, ma poi va dalla sorella e l'abbraccia forte.
L'altra le accarezza con cura i capelli, non allentando la presa.

In fretta Marie si aggiunge all'abbraccio; le dispiace vedere gli altri tristi.
Rosa, riluttante, l'abbraccia brevemente, per poi confortarla con carezze sulla schiena.

Rita sorride nell'abbraccio, finalmente riuscendo a calmarsi.
Non deve essere diversa per essere amata, forse.

N/A: sì, Rita è plus size ed è una dea in ogni caso. Ha sempre avuto quella costituzione e non ha mai avuto problemi a riguardo, fino a quando non ha conosciuto i Savoia e poi quando essere uno stecco è diventato lo standard di bellezza.

Anche le persone più forti, sotto vessazioni continue, alla fine crollano e si fanno prendere dalle insicurezze.

Per sua fortuna, le altre non la laaciano passare liscia a chi la insulta.

[E neanche Pedro, se nei paraggi nel momento del misfatto.]

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