70. Matrimoni e cerimonie non voluti
N/A: tanto perché mi andava ho fatto alcuni alignment chart idioti le cui basi sono state prese da Pinterest e poche da Instagram.
Eccone alcune, spero vivamente vi possano fare ridere (e ovviamente le commenterò perché faccio ironia sulla mia stessa ironia perché sì).
Io personalmente sono un miscuglio di Roberto, Maurizio, Rosa, Aleksander e Angela.
Si vede con quale tipo di personaggi mi rispecchio di più, mh?
Allora, iniziamo con il dire che in parte combatterò contro chiunque mi nega questi allineamenti.
Anche se dall'altro lato sono comunque curiosa di sentire altre idee a riguardo.
Troppo.
Soprattutto per quelle della colonna a destra.
Anche se andrò in modalità "change my mind" per il posto di Bruno, é letteralmente stato fatto per lui.
Piccolo avvertimento: mai chiedere ad Anna o Vincenzo di ricordarsi di fare qualcosa di lì a un tot di minuti.
Lo scorderanno.
Tipo dare da mangiare al pesce.
Totalmente causa loro che sia crepato.
E qualcuno doni un po' di empatia ai 5 nella prima riga.
Se vi sono piaciute e ne volete altre, fatemelo sapere. Ora vi lascio al capitolo, buona lettura!
<Oramai alloggi nella nostra dimora da oltre un mese, dovresti esserti ambientata, nevvero Sardegna?> domandò retorica la regnante.
<Certamente, mia regina.> rispose Rita ("Non più Assunta" pensava tristemente), fingendo totalmente la propria gioia contenuta.
Jacques François accanto a lei la osservò con uno sguardo dispiaciuto.
[N/A: per chi non lo ricordasse, é il vecchio nome di Roberto, quando ancora teneva a Francis]
Nella solitudine, aveva finito per confidarsi con il sabaudo e con sua grande gioia, dietro una facciata seria, aveva trovato un cuore d'oro. Fu facile trovarsi a suo agio attorno a lui e, con un po' più di fatica e chiusura, anche viceversa.
<Bene, perché ora é giunto il momento di ufficializzare anche fra voi due l'unione dei vostri territori nel Regno di Sardegna, per rendere il legame assoluto e indissolubile.> decretò il re, seduto sul trono accanto la moglie.
Rita sentì il cuore battere più forte nel petto, ben conscia di dove sarebbero andati a parare, ma spaventata da come avrebbero fatto "a modo loro".
<Quindi dovrete sposarvi a breve e poi consumare il vostro primo rapporto matrimoniale alla presenza della corte, come é tradizione si faccia.> concluse la regina.
[N/A: era una cosa che davvero si faceva alla corte di Versailles e in altri posti e boh, facciamo finta si facesse anche nella casata dei Savoia, anche se non ho certezze a riguardo.]
La sarda spalancò gli occhi dallo stupore e si trattenne a malapena dall'urlare a pieni polmoni «COSA?!».
Ci pensò Marie, presente nella stanza del trono e delle visite con loro, che chiese esterrefatta: <Come, miei re e regina?!>
<Hai sentito bene e non capisco come possa avere effetti su di te. Sono loro due coloro che dovranno essere i protagonisti della cerimonia.> rispose la regnante.
<Ma non capisco perché debbano sposarsi. Io sono parte dei territori del vostro regno da molto più tempo di lei, eppure non sono mai stata sposata con Jacques.> ribatté la valdostana.
Era una delle prime persone che aveva conosciuto e che era stata la sua costante per tutto quel tempo!
La unica, vera costante.
Tutto le poteva crollare addosso, come i suoi sogni e le sue fantasie d'amore, ma lui sarebbe rimasto al suo fianco.
Quando veniva malamente rifiutata e derisa da chi da cui voleva solo ricevere affetto, Jacques la accoglieva a braccia aperte e la confortava.
La faceva sentire amata e voluta, era l'unico dentro quella villa che la considerava degna di rispetto e fiducia.
Per la servitù era solo una privilegiata, viziata e troppo cieca per vedere la loro realtà (quando invece la vedeva benissimo e voleva solo tener loro compagnia, perché era tutto quello che poteva materialmente fare).
Per i nobili che andavano e venivano per il palazzo reale era una bambina troppo sciocca e frivola anche per essere una donna (quando era sua natura essere così presa da una passione ed era il suo unico modo per essere notata poiché altrimenti era nulla).
Per tutti i sovrani sarebbe sempre stata una piccola e innocua rappresentante di poche terre montagnose e abbastanza secondarie, utile da tenere attorno solo perché tutto faceva brodo (quando voleva solo essere apprezzata perché lei faceva tutto quello che volevano e mai le veniva riconosciuto).
Jacques invece era genuino e buono.
Era tutto l'opposto del resto in cui era immerso fin sopra i capelli.
Spesso Marie si chiedeva come un essere così buono con lei potesse rimanere fedele alla sua natura in mezzo a quella gente crudele e canaglia.
Era come un diamante in mezzo al fango.
E lei voleva per sé quel diamante, perché era tutto ciò che c'era di bello in quella fossa di sudiciume in cui anche lei viveva.
E quel desiderio era per lei un amore, perché esso giungeva in varie forme (Francia glielo aveva insegnato). Lei voleva il sabaudo con sé e lontano da chiunque potesse rovinarlo e dimostrargli tutto quell'affetto che lui le dava.
Se non era quello amore!
Ma quell'altra regione era arrivata e glielo aveva rubato! Passavano così tanto tempo insieme e la valdostana si sentiva esclusa.
E ora si sarebbero pure dovuti sposare?! Ancora più tempo insieme! Non poteva accettarlo!
<Tu sei sempre stato un territorio sotto il controllo del Ducato di Savoia. Invece, con la sua annessione, ora siamo un regno. Il Regno di Sardegna. É come un matrimonio perché vi é una unione più importante. Oltre alle terre é arrivato anche un titolo.> spiegò la regina, quasi seccata dal dover stare a spiegare.
Marie la guardò stupita ma abbassò la testa, stringendo i pugni senza farsi vedere.
Quella baldracca...!
Quindi non era alcunché, eh?! Era solo un gingillo, per la millesima volta glielo veniva ricordato!
E quell'altra regione, che pareva più una contadina-... realizzò essere in una posizione peggio della sua.
Non era importante, no. Era anche lei solo una pedina, un pezzetto di terra, ma con un minimo di valore perché dava un titolo nuovo.
Ma lo aveva visto come la trattavano.
Era vittima innocente tanto quanto lei di quei regnanti...
Ma questo non toglieva che le aveva rubato il suo Jacques!
<Mia signora, e mio signore, non é necessario che ci sposiamo, né specialmente che voi assistiate alla nostra prima notte di nozze. Possiamo evitare utilizzo di soldi per una cerimonia che non ha un vero vantaggio.> Jacques François tentò di far ragionare i sovrani.
<É già stato deciso, la cerimonia si seguirà come secondo la tradizione.> asserì il re.
<Maestà, non potremmo sposarci. Il matrimonio serve per unire un uomo e una donna in questo sacro vincolo per creare una famiglia, no? Ebbene, noi non possiamo dare origine a dei figli. Nessuno come noi può.> spiegò Rita, sincera.
<E come mai Jacques François non ce ne ha mai parlato?> domandò indispettita la regina.
<Non si sarà mai palesato il momento adatto e non é una conoscenza innata, si acquisisce con l'esperienza. Forse Jacques François non ha la conoscenza adatta, ma non voglio insinuare nulla.> rispose con calma la sarda.
<Ha ragione lei, non ho esperienza a riguardo.> ammise il piemontese, arrossendo sulle guance.
Stava praticamente ammettendo di essere vergine, nonostante i suoi 2700 anni circa d'età.
Ma il sesso non era mai stata una sua priorità, dato che credeva che la sua prima volta, almeno quella, sarebbe dovuta essere con colei che gli avrebbe catturato il cuore.
E in quei lunghi secoli, qualcuna aveva catturato il suo occhio, ma mai il suo cuore. E dato che non voleva lasciarsi ad una passione passeggera, preferì aspettare.
E così siamo a quella situazione.
<Vorresti insinuare... che il tuo fiore, contadina, é già stato colto?!> chiese esterrefatta la regina, alzandosi in piedi e puntando il dito alla sarda.
<Non é linguaggio degno di lei, moglie.> notò il marito con calma, ma fissando gelido la regione più anziana.
Questa li guardò alzando le sopracciglia, confusa. Aveva 3700 anni, decennio più decennio meno, e pensavano che mai mai mai aveva avuto un rapporto con degli umani o altri territori?
Davvero?
Quanto potevano essere ridicoli?
Poteva scoprirlo solo vivendo, non che ne avesse molta voglia.
E poi, non lo sapeva solo per esperienza diretta, ma anche vedendo attorno a sé questo fatto (principalmente con Romulus, che mai aveva ingravidato una donna).
Dubitò le avrebbero creduto, però, su questa parte.
<Però é corretta, mia regina. Ho già avuto degli incontri, quindi la prima notte sarebbe anche deludente, non crede? Nessuna purezza perduta, almeno da parte mia.> notò Rita, esternamente calma, mentre dentro se la stava ghignando.
Le facce dei regnanti erano troppo divertenti.
<Inoltre, mio re e mia regina, io... non credo potrei sopportare una cerimonia simile, in quella posizione. Non sono molto propenso ad osservarla neppure, tale cerimonia. Voi lo sapete.> commentò Jacques François, sperando di convincerli.
Sarebbe potuto morire di vergogna lì sul letto e si sarebbe rifiutato di farlo. Non amava Rita in quel modo. Era dolce e simpatica e le voleva bene, ma come una sorella. E sarebbe stato a dir poco imbarazzante, ora che sapeva che lei era esperta e lui era quello totalmente ignaro dei due.
Come se avesse avuto bisogno anche dell'ansia da prestazione in quell'occasione, se fosse dovuta davvero accadere!
<Ancora non ci credo che tu non abbia più il tuo fiore! É inaccettabile, non possiamo farvi sposare così!> decretò la regina, alzandosi di nuovo in piedi, volto e tono esterrefatta.
<Potremmo solo fare la cerimonia di unione per santificarla e quindi glorificare a Dio questo Regno.> notò il re, alzandosi per poggiare una mano sulla spalla della consorte.
<E che sia così! Ma sarà una cerimonia intimissima, con il minimo indispensabile, così potremo evitare che tale scandalo e imbarazzo diventino troppo noti! Una donna che ha unioni pre-matrimoniali...!> asserì e commentò infine la regina.
<Ora uscite, la riunione è dismessa.> decretò il re.
Le tre regioni si inchinarono come di regola e poi uscirono dalla stanza.
<Meno male li abbiamo convinti!> si rallegrò Rita, prendendo le mani del sabaudo fra le proprie.
<Già, mi sarei potuto defenestrare dalla vergogna.> notò Jacques François, abbassando lo sguardo.
<Ma seriamente tu non sei più vergine, Rita?> domandò impertinente Marie.
<Marie, non sono domande da fare!> la sgridò più in imbarazzo che in rimprovero il sabaudo.
La sarda ridacchiò, annui e rispose: <Sì, ero onesta. E non vedo il problema, ho i miei millenni. E sinceramente uno deve farlo quando si sente. E se non se la sente mai, va bene, nessuno é obbligato a farlo.>
Volse lo sguardo di nuovo verso il sabaudo e gli raccomandò: <Quindi non ti devi vergognare se non hai ancora avuto rapporti. Non determina chi sei.>
<Davvero?> chiese la valdostana, stupita.
<Certo, dovessimo ridurre il nostro intero valore a qualcosa di così carnale! Siamo ben altro. E tu, Jacques, sei una persona fantastica. E tu, Marie, so che sei una ragazza sveglia e che saprai fare le tue scelte giuste. Sei ancora giovane, ma non avere fretta di crescere.> concluse Rita.
<Sei saggia.> commentò la più piccola.
<A forza di avere i piedi in questo mondo, qualcosa ho capito pure io.> ridacchiò la più anziana, sorridendo leggermente.
N/A: sì, prendetelo per quello che é. Un po' ignorante e un po' serio, come é severo ma giusto che sia.
E piccolo Roberto verginello di, oggigiorno, circa 3000 anni.
Che poi io lo piglio per il culo ma probabilmente abbiamo entrambi fatto il medesimo voto di castità involontario-
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