45. Una settimana (sorprendente) a Barcellona

<Eccoci qua, finalmente. Ti faccio vedere la tua stanza e il bagno, così puoi darti una rinfrescata.> propone Pedro, lasciando entrare prima in casa l'ospite.

Rita, tirandosi dietro il suo trolley, supera il piccolo ingresso e arriva in soggiorno, sorridente, anche se un po' stanca.

<Tranquillo, non sono messa così male, dai! Mi dispiace, piuttosto, di averti fatto fare il viaggio fino all'aeroporto, andata e ritorno, con il traffico che c'é!> si scusa la sarda.

<Non ci devi neanche pensare. Ti ho invitato io a Barcellona, mi son proposto io di ospitarti e di prenderti dall'aeroporto.> afferma il catalano.

<E sono entusiasta che tu abbia accettato…> commenta subito dopo la comunità autonoma, provando a sorridere leggermente.

Rita ricambia con un sorriso radioso e risponde: <Come non potevo? E, onestamente, era da più o meno un mese che fremevo a casa affinché arrivasse questa settimana! Non puoi capire che difficoltà nascondere agli altri tale emozione!>

<Pensano che tu sia a casa tua, nelle tue terre?> domanda Pedro, che non ha avuto prima la curiosità di chiederglielo.

<Sì, esatto. Ma non voglio darmi fastidio da sola pensando al fatto che devo nascondere la nostra conoscenza ai miei fratelli! Voglio godermi al 100% questa settimana qua, da turista!> asserisce la sarda con sicurezza.

Pedro ammira il suo spirito raggiante e, prima di imbambolarsi, si volta e va verso la stanza preparata appositamente per la sua ospite speciale.

<Ecco qua, questa é la tua stanza. La porta qua vicino da al bagno. La mia stanza é la porta più in fondo, quindi se hai bisogno di me e non sono in cucina o soggiorno, sai dove trovarmi.> spiega Pedro con il suo tipico volto "serio".

Si sposta dall'uscio per far entrare la ragazza (leggermente più alta di lui) che va a poggiare il trolley accanto al letto, sul quale si siede sorridente.

<É davvero una bella stanza, mi stupisco che non sia la tua!> commenta Rita, volgendo lo sguardo al catalano.

<Ci tengo a far sentire gli ospiti come se fossero a casa loro, specialmente un'ospite cara come te.> spiega Pedro, la voce sicura, anche se dentro di sé il cuore batte talmente forte che teme possa uscire dal petto.

La sarda arrossisce leggermente al commento e, ridacchiando, ribatte con ironia: <Sono una VIP per qualche motivo? Non lo sapevo!>

<Beh, per me sì.> afferma il catalano, il cuore che rimbomba con vigore nelle orecchie.
<Onorata, suppongo. Se vuoi… mi do questa rinfrescata, mi cambio e poi possiamo iniziare subito il tour! Ovviamente, se era così nei tuoi programmi-> propone Rita, muovendo le mani con più enfasi del normale.

<Il programma é flessibile a quel che vuoi fare tu, Rita. Se vuoi, volentieri. Possiamo fare un giro per le Ramblas, una lunga via piena di negozi di tutti i brand, ma anche di intrattenimenti e bancarelle a basso costo. É un luogo assolutamente da vedere, qua a Barcellona.> illustra il catalano.

<Non sono la tipa da fare shopping, ma volentieri! Sará sicuramente divertente!> risponde allegra Rita.

Pedro sorride leggermente, soddisfatto di vederla di buon umore.
<Comunque… é strano vederti così, con vestiti più moderni. Anche se questa non é la prima volta.> commenta il catalano a mezza voce.

<Sai… quando posso, preferisco indossare i miei vestiti tradizionali. Sarà forse un pensiero idiota, ma ho paura di perdere le mie radici. Non voglio. Desidererei anche che i miei cittadini ricordassero sempre cosa significa essere sardi e ne andassero orgogliosi. Ma questo non vuol dire che odi i vestiti moderni o la modernità in generale, anzi, vedi pure in che modo questionabilmente moderno mi vesto!> spiega Rita.

<Non é "questionabile", non ci vedo niente di male. É il tuo stile. E se qualcuno ti dice qualcosa é solo uno stupido.> afferma Pedro con (probabilmente) troppa serietà.

Ma Rita non si stupisce del tono freddo del ragazzo e ridacchia piano, commentando ironica: <Chi sei, il mio body guard, il mio life coach o il mio amico?>

<Il terzo non esclude i primi due.> risponde Pedro con un leggero sorriso (anche se gli fa un po' male essere solo un amico, ma sa di non poter pretender nulla, in fondo…).

<Chiaro, chiaro!> risponde Rita, stiracchiandosi, alzando le braccia sopra la testa.
La corta maglia (praticamente un crop top) si solleva, lasciando intravedere un po' del reggiseno della sarda.

La comunità autonoma, sentendosi colpevole di un enorme crimine a fissarla, distoglie subito lo sguardo, si gira e fa: <Ti lascio un po' di privacy, così puoi fare tutto con calma. A dopo!>

•~-~•

Ormai la settimana é alla fine, quella é l'ultima sera prima della partenza di Rita del giorno dopo.

Per Pedro, é stata la settimana più bella… di sempre, praticamente.
Non si é mai sentito così vivo, felice e se stesso prima di allora con qualcun altro.

La sarda l'ha proprio stregato senza volere, rendendolo bisognoso della sua felicità e del suo affetto.

Ma gli va ben così.
Sa di avere poche chance con la sarda, che é così dolce ed espansiva con il mondo.
É semplicemente la sua natura, buona, anche se é fiera e testarda (l'ha ben visto).

Ed é semplicemente così diversa da lui: freddo, altezzoso, calcolatore, avido, megalomane…
Una natura maligna dietro la sua maschera di pietra.

E teme di poter danneggiare Rita, anche se é certo della veridicità dei propri sentimenti.
Quindi, in fondo, gli piace la sarda e non ci può far nulla (e non ci vuol far nulla).

Quella scintilla creatasi secoli addietro, mai morta, é scattata e ora brucia con enfasi nel suo petto ogni volta che ammira Rita con troppa attenzione.

Stanno tornando a casa del catalano e Rita sta dicendo la sua riguardo la band ingaggiata dal bar in cui sono andati.
Ormai la mezzanotte é passata, e da poco pure l'una di notte.

<Erano bravi, peccato che hanno fatto brani più nazionali che internazionali, io ne conoscevo due in croce! Anche se, ammetto, all'inizio sono andati sull'internazionale e mi sono divertita a canticchiare! Peccato non si potesse ballare, altrimenti l'avrei fatto!> espone Rita con enfasi.

Ha bevuto qualcosa di alcolico ma ha ancora la testa ben salda alle spalle. Pedro é in una simile situazione, forse leggermente piú brillo di lei, ma ancora in saldo controllo delle sue azioni.

<Mi sarebbe piaciuto vederti ballare, é palese che hai il ritmo nel sangue.> commenta Pedro.
<Davvero?> chiede Rita, stupita e onorata.

Ormai sono davanti la casa del catalano, che egli apre con le chiavi appena estratte dalla tasca.

<Si possono dire tante cose su di te, solo guardandoti.> ammette Pedro con voce neutrale (si é sforzato per fare ciò, ma non lo da a vedere), appoggiandosi allo stipite, dopo aver fatto entrare la sarda.

<Tipo?> domanda ella, improvvisamente preoccupata. Teme i giudizi negativi, é stanca di essere ferita per difetti inesistenti o minuscoli.

«Sei troppo abbronzata, sembri una lurida contadina qualsiasi presa dai campi!»

«Petto in fuori, ma mostra con modestia il tuo corpo! Non puoi esporre al mondo in quel modo il tuo seno! E no, non é semplicemente "sono così", é questione d'atteggiamento!»

«Non puoi essere più normale e parlare come si aspettano persone d'alto rango come noi

«Più dritta la schiena! O preferisci essere associata a quei fenomeni da baraccone che tanto divertono il rozzo popolo?»

«Non é il corsetto troppo stretto, sei tu troppo lamentosa, quel corsetto é perfetto, non inventarti stupidi storie come "é fatto per gente bene più piccola di me", suvvia, non fare la ridicola!»

«E quello sarebbe camminare? Hai un incedere peggiore di uno zoppo! Bisogna insegnarti tutto dalle basi, sporca contadina?»

«Perché dovremmo aiutare la tua gente? Sono ignoranti e rozzi, chiaramente una razza inferiore rispetto a noi. Servono solo per le tasse e per far numero nell'esercito!»

«Devi ringraziarci per la nostra generosità di tenerti a corte! Si può vedere quanto tu sia inferiore a noi solo guardandoti in volto. I sardi sono chiaramente un'altra razza di rango più basso, quindi anche te lo sei.»

Quelle voci e quelle parole, seppellite nella mente ma mai dimenticate, tornano velocemente ad affollare la testa di Rita.

I suoi occhi si fanno lucidi senza il suo consenso e (senza potersi frenare, dannazione!) inizia a singhiozzare all'entrata del soggiorno del catalano.

Pedro, in quei secondi di silenzio, ha cercato di raccogliere i propri pensieri per esprimere al meglio come vedeva la sarda… per ritornare coi piedi per terra sentendola piangere.

Il cuore gli si stringe in una morsa dolorosa e non ci pensa si prima di chiudere la porta, avvicinarsi a Rita e nel quasi totale buio abbracciarla.

La sarda trema leggermente, scossa dai singhiozzi, stringendo le mani a pugno contro la maglietta del catalano, vergognandosi della propria debolezza.

<Rita, cosa succede? Ho detto qualcosa di sbagliato? Per favore, Rita, rispondimi!> chiede con tono palesemente preoccupato Pedro, il volto che pare molto più giovane, ora che é privo della sua maschera di ghiaccio.

É concentrato sull'inspiegabile malessere della cara sarda e non gli importa, in quel momento, di sembrare intoccabile.
Gli interessa poter abbracciare Rita e liberarla dal suo dolore (e mai più lasciarla andare).

Rita borbotta qualcosa in italiano, che Pedro non capisce e la prega di ripetere.

<Lo so che guardandomi… si capisce come sono… solo una sporca contadina… lo so da tempo… e mi dispiace di… non essere abbastanza… per chi mi sta attorno… Scusami…> singhiozza Rita, a fatica, a mezza voce.

<Come?> domanda Pedro esterrefatto.
<Io non intendo nulla del genere, anzi!> aggiunse subito il catalano.

Rita lo guarda di nuovo negli occhi e afferma, la voce ancora rotta: <Non devi… essere dolce per forza… lo so… di essere inadatta… e che sarò strana e non voluta… fuori dalle mie terre e dalla mia gente…>

<No.> ribatte Pedro, una particolare grinta ad animarlo.
<Non é assolutamente vero, Rita. Non crederlo per un istante di più.> aggiunge il catalano.

<Ma… i Savoia… tutti loro… io…> singhiozza Rita, metà in italiano e metà nella lingua delle nazioni.

<Non so se questi "i Savoia" sono chi di preciso te l'ha detto, ma se lo sono, se sono i "tutti loro" che ti hanno ferito… "i Savoia" possono andare a farsi fottere allegramente prima di adesso. Chiunque ti ha fatto credere di valere anche solo una briciola di meno della fantastica persona che sei merita di bruciare all'Inferno.> decreta con serietà ma passione Pedro, fissando dritto nelle iridi la sarda, che ha gli occhi rossi e lucidi.

<Non c'è ragione per cui tu devi pensare di essere inadatta o non voluta… Io ti ritengo adatta a tutte le situazioni e ti voglio assolutamente nella mia vita!> aggiunge il catalano con enfasi.

<Però… quel che vedi… deve essere quello… che vedevano loro: una… contadina di razza inferiore… senza valore…> sussurra Rita, quelle voci maligne dei suoi ricordi che le continuano a sussurrare nelle orecchie e la fanno dubitare di sé come allora, se non peggio.

<No, loro non vedevano un cazzo, erano sicuramente ciechi. Perché, quel che capisco di te appena ti vedo, son solo pregi. Si nota appena si posano gli occhi su di te, Rita… che sei semplicemente diversa da tanta gente, umana e non. Si vede che hai un animo buono, caritatevole, incline al perdono e all'amicizia.> inizia a spiegare Pedro, il cuore che batte con troppa forza nel petto.

Si sta praticamente dichiarando a Rita, in questo momento così fragile per via di un passato dove degli stronzi (non possono essere altro) l'han solo ferita e fatta dubitare del suo valore.

Ha programmato di dichiararsi in quel momento, sì, ma con la sarda imbarazzata (con le guance deliziosamente tinte di rosso), non mentre piange e gli mostra le sue debolezze (atto il quale, comunque, si sente onorato di poter vedere. Sta osservando per davvero il lato fragile, nascosto, della bella regione che l'ha ammaliato).

(E non la vuole comunque lasciare andare, anzi, vuole solo tenerla a sé con più volontà.)

<Si capisce subito, vedendoti, che sei una persona curiosa e che, nonostante tenga alle sue tradizioni, non vuole essere chiusa di mente e si sforza per andare contro il bigottismo che un po' tutti, purtroppo, possediamo all'inizio…> spiega ulteriormente il catalano, spostando una mano dal busto di Rita e accarezzandole delicatamente una guancia.

La sarda sente le guance bruciare, sia per il gesto, sia per le parole buone (fin troppo buone, secondo lei) nei suoi confronti.

La comunità autonoma ritiene di essere fortunato di poter comunque assistere a quel delizioso rossore che colora le guance della regione fra le sue braccia.

Pedro manda giù un groppo formatosi in gola e prosegue: <E, appena ti si vede… dubito si possa fare a meno di pensare a quanto tu sia bella. Tutto in te é lodevole e stupendo. Dai capelli, compreso quello strano ricciolo, al tuo volto, ai tuoi occhi, al tuo fisico… alle tue labbra…>

Rita rimane in trance, ma rendendosi consciamente conto di quel che sta accadendo e leggendo ciò già ben visibile fra le righe.
E non perde tempo.

Sposta le mani e le poggia sulle guance di Pedro. Chiude gli occhi e si sporge verso il suo volto.

Lo fa.

Lo bacia.

É un bacio casto, veloce, forse un minimo impacciato, ma che dice così tanto ad entrambi.
Ma meglio rimarcarlo con le parole.

Rita sorride, radiosa, nonostante le lacrime e il rossore, e sussurra entusiasta: <Anche te mi piaci, Pedro. E tanto.>

Successivamente, la sarda bacia di nuovo il catalano e, un po' inesperta, prova ad approfondire il bacio, dischiudendo le labbra e usando la lingua.
L'altro, altrettanto impacciato, ricambia come può il bacio.

Quando si staccano per mancanza di fiato, Rita ridacchia e commenta con leggerezza: <Dio, sono una frana a baciare!>

<Non che io sia molto meglio, credo… non ho mai avuto nulla di serio prima di te, ora.> borbotta Pedro, distogliendo lo sguardo, imbarazzato.

Rita é una italiana e lui é iberico (oltre che, ovviamente, catalano), dannazione! Gli standard sono alti, dovrebbe essere un amante da 10/10 e baciarla con una maestria assurda, e invece-!

<Sono, più o meno, nella tua stessa barca, Pedro! Neanche io ho tutta questa grande esperienza nelle relazioni> risponde Rita con tranquillità.

Poi, a bassa voce, sussurra: <Ma credo che con un po' di pratica entrambi possiamo imparare e bravissimi diventare~>
Pedro arrossisce leggermente al commento (e per la sarda non esiste cosa più bella in quel momento).

Senza lasciargli tempo di rispondere, Rita lo bacia per una terza volta.
Ma non é che l'inizio di una lunga serie di baci, prima sull'ingresso e poi in camera di lei, dove successivamente si addormentano, quando il sonno li vince.

Ma si addormentano abbracciati l'un all'altro, le labbra gonfie dai mille baci dati, e incurvate in dei sorrisi genuini.



N/A: e finalmente la ship si realizza~!
Rita e Pedro finalmente si sono dichiarati!

Secondo voi, quale sarebbe un bel nome per la ship?

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