189. Aut-aut? No, et-et.

N/A: prima di iniziare vi rovino la giornata con un mio disegno bruttarello.

Contesto: è basato sul boss finale di un gioco ancora in fase di sviluppo (Billie Bust Up), un gioco musicale, circa.

Quindi gli antagonisti hanno una propria canzone e io, ascoltando la canzone di tale personaggio ("Fantoccio" che però si legge "Fantochio" e mi dà un urto enorme ma pazienza), mi sono detta "Cazzo, mi sembra tantissimo Giorgio".

Allora ho disegnato Giorgio, reinventando la copertina della canzone del personaggio.
Questo è il risultato

(In teoria i vestiti di Giorgio si rifanno a quelli di Foscolo mentre ha il suo "sogno bagnato" piú predominante dell'ottocento: controllare lui Roderich.)

Ora vi lascio al capitolo, buona lettura, oggi ci sono grandi rivelazioni!






Angela tortura il ciondolo della sua collana, spostando il peso del corpo da un piede all'altro. È il ritratto dell'ansia, ma che ci può fare, anche se odia ciò?

Detesta ancora di più parlare dei suoi sentimenti, ma se vuole mettere pace nel suo cuore deve confidare ciò che prova con qualcuno e ricevere un consiglio. Il problema è che deve farlo con qualcuno con cui non ha una grossa intimità.

Avrebbe preferito fosse Mario, ma l'ha subito scartato perché, ad essere onesti, il laziale è un po' sfortunato in amore.
Allora, non potendo chiedere alla fonte dei suoi problemi, si rivolge a Franco, anche se sa che sono pochissime le speranze di andarsene con una risposta chiara.

Il molisano infatti ammette che non sa bene che dirle, però le dà un consiglio: chiedere a Francesca; ha avuto tanti amori e sicuramente saprà aiutarla o indirizzarla meglio di lui.

Allora Angela lo ringrazia frettolosamente e va in ricerca della toscana, che trova intenta a dipingere in camera sua.
Il disegno è ancora troppo uno schizzo confuso sulla tela per capirci qualcosa, per l'umbra, ma Francesca in tutta furia copre il dipinto appena iniziato con un telo e sibila che dovrebbe bussare.

Alché Angela fa notare che ci ha provato e che lei non l'ha sentita per via della musica nelle cuffiette, quindi non ha totalmente colpa lei.
La toscana, contrariata, ammette a denti stretti che è vero e, risiedendosi sullo sgabello su cui stava chinata davanti alla tela, le chiede con tono confuso cosa voglia.

L'umbra ci mette un minuto buono prima di spiccicare di nuovo parola, innervosendo nel mentre l'altra regione, ma Angela non sa proprio che farci. Ha fatto fatica a chiederlo a Franco, e con lui ha condiviso alcuni momenti davvero toccanti in cui entrambi avevano confidato una parte del loro dolore, figurarsi parlarne con una che sa solo vagamente come è, ergo, con cui non ha nessun legame profondo a cui aggrapparsi!

Quando timidamente e a fatica riesce a spiccicare la fatidica domanda, Francesca sorprendentemente si calma e, con tono serio ma quasi gentile, le suggerisce di andare da Vincenzo. Parole sue «Sa sicuro come aiutarti, la tua situazione è la sua specialità.».

Non so ancora bene cosa intende con quelle parole dato che non è ancora riuscita ad avere il coraggio anche solo per bussare alla porta del calabrese.
E non sa neanche come Francesca abbia capito tutto con una semplice domanda come «Credo di avere un problema per quanto riguarda l'amore; non so se è amore o affetto. Come faccio a saperlo?»

Che fosse così palese riguardo il suo dilemma? Che se ne fosse accorti gli interessati?

Si risveglia dai suoi pensieri quando la porta davanti a lei si apre e Vincenzo la osserva turbato.
<Sei qua fuori da quasi dieci minuti, come mai?> domanda.

<Come fai a saperlo?> svia lei dal vero problema.
<Lo so perché ho sentito la tua presenza: la tua aura magica è abbastanza unica, come quella di tutti gli altri in casa, in fondo.> risponde il meridionale. Poi la trafigge negli occhi, con l'aria di uno che sa fin troppo e che aspetta impaziente solo che anche il suo interlocutore arrivi alla verità.

<Però questo non è importante, ora. Quindi mi ripeterò: perché sei qui?> indaga il calabrese.
<Ho bisogno di un aiuto. E Franco mi ha mandato da Francesca e Francesca mi ha mandato da me. Non serve aggiungere "che al mercato mio padre comprò".> rispose onestamente Angela, con un pizzico d'ironia.

(Mario la sta influenzando più di quanto pensasse. Come ci si può disintossicare?! Non è questo il momento per pensarci, Angela!)

<Oh, ok. Che genere di aiuto?> domanda Vincenzo.
Angela abbassa la testa e borbotta: <Possiamo entrare in camera tua? Preferisco.>

<Certo.> e la lascia entrare e le offre la sedia della scrivania, mentre si siede sul letto e aspetta.
<Riguarda... una questione amorosa.> ammette l'umbra.

A ciò l'interesse del calabrese, già alto, schizza a mille. Oh, finalmente ha capito?

<Ho un dubbio.> continua lei <Come si fa a capire se ami qualcuno?>
Alché Vincenzo sorride, intenerito dall'ingenuità altrui, e spiega: <È difficile dare una definizione chiara. La risposta cliché ed inutile è "lo senti e basta". Una risposta un po' più utile è che provi qualcosa di diverso. Il tuo interesse per quella persona è diverso dagli altri. È un desiderio quasi primitivo di voler proteggere questa persona, di starle sempre accanto, essere la causa della sua gioia... Non la puoi confondere con l'amicizia, è troppo più forte.>

[N/A: questo lo dici tu! *ride in aroace confusa per anni* ... *piange in aroace confusa per anni che ha avuto due "relazioni" penose solo perché era confusa*]

Angela corruga la fronte e tiene la testa tra le mani, come disperata.
<Sei confusa che sia amore o amicizia?> domanda Vincenzo. Non si stupirebbe, molti di loro non hanno avuto una bella gioventù in cui poter creare relazioni sane e quindi amore e amicizia potrebbero finire per sovrapporsi nella confusione, no?

<Ma si prova per una sola persona, no? E allora perché io provo tutto quello che dici per due?!> si dispera lei, la voce un po' rotta.
È quello il punto. Sa che non è amicizia ciò che prova. Ma può chiamarlo amore? L'amore non è esclusivo per una sola persona?

È una persona orribile, vero? È un mostro. Davvero sa neanche amare correttamente, in modo completo, dato quanto è stata distrutta?

A tale confessione Vincenzo si sforza di nascondere il suo stupore, che non è poco. Ok, non se lo aspettava (cioè, in un angolino ci aveva pensato e l'aveva trovato estremamente ironico), ma non era sgradito.
Per lo meno, era andata dalla persona più esperta per darle una risposta.

Si alza e vorrebbe accarezzarle i capelli (gli dispiace vederla così triste e sconsolata), ma non sa se gradirebbe.
Allora illustra, lentamente e gentilmente: <L'amore non è esclusivo, non per tutti. C'è gente che sì, ama una persona alla volta, ma c'è gente che ha così tanto amore da dare che lo riesce a dare a più persone senza togliere amore a qualcuno. Perché l'amore è un sentimento di una grandezza infinita e, nonostante per quanti numeri tu possa dividerlo, otterrai sempre degli infiniti.>

Angela alza lo sguardo e lo fissa come un credente ammirebbe una apparizione della Madonna.
<Davvero?> balbetta lei.
<Certo.>assicura lui <Lo so perché mi è capitato, anche se non questa vita. E, nonostante ricordi siano un po' sfocati, sono sicuro di aver amato tutti con tutto il mio cuore e di essermi sentito amato con tutto il loro cuore.>

<Non sono rotta? Né un mostro? > lo interpella, incredula. Davvero è possibile amare più persone insieme? Se sì, perché nessuno gliel'ha mai detto?

<Assolutamente no!> esclama il calabrese <Sei normale, hai semplicemente il tuo modo di amare. C'è chi ama uno e c'è chi ama tanti e c'è anche chi ama nessuno, ma nessuno dei tre casi è un mostro. Tu sei normale e devi essere fiera di amare più persone, non spaventata.>

Angela ingoia a vuoto e, con gli occhi lucidi, pigola un grazie prima di scappare via da quella stanza. Si è già esposta troppo: ha tutto il diritto di nascondersi se vuole piangere.

Vincenzo non protesta, né prova a fermarla. Si chiede come andrà a finire, ora che sa che l'amore di Angela non è "aut-aut" ma "et-et


N/A: *musichetta scema* ANGELA HA CAPITO QUALCOSA.
Lo so che lo stavate aspettando!
(Almeno un pochettino, spero)

Comunque le sono serviti "solo" quasi 190 capitoli.
La miglior resa 'vivente' di "Meglio tardi che mai", insomma!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top