181. Programmino di Michele rovinato

N/A: allooora, sarà un capitolo lungo, con pure un nuovo personaggio, ma ho qualche disegnino stupido da mostrarvi prima.
Anche perché sto iniziando un re-desing dei personaggi perché quando gli ho fatti avevo poche abilità (anche ora sono poche, ma più di prima sicuro).

Questi 2 disegni sono basati su un audio che gira su tiktok in inglese che io ho tradotto e che ho trovato perfetto:

Palesemente è successo (e, se non si vede, la carta scelta da Ale è il 2 di picche. Giusto perché Ale ama la sfiga almeno quanto la sfiga ama lui).

Ed ecco cosa ho cambiato/ci tengo a puntualizzare dei personaggi:

-Giorgio ora ha i capelli mossi e tenuti "giù", in un'acconciatura più simile a quella di Feli. E ha il fisico sottile di Feli, con un po' più di pancetta

-ad Aleksander ho cambiato di poco i capelli, ma ho cercato di renderli meno contrastanti le leggi di gravità. E gli ho dato la barbetta. Perché sì. E il suo fisico, dato che è uno gnomo armato di ascia, è un triangolo capovolto: spalle larghe e robuste, con gambe un po' meno allenate ma comunque "grosse" perché è di stazza robusta.

Invece quest'altro disegno è preso dal meme che gira sui social di ridisegnare Ken e Barbie quando sono arrestati con 2 personaggi a scelta. Io, quindi, ho fatto:

Vi lascio immaginare chi hanno (chi Angela ha) ammazzato.

Sono troppo fiera di come ho fatto le mani di Mario, nonostante facciano cagare, lol.

Spero vi siano piaciuti e io vi lascio al capitolo!






Michele lava la propria tazza, cercando di leccarsi via da attorno alla bocca i baffetti di caffellatte che gli sono rimasti.
Gli dà fastidio avere attorno alla bocca quel senso di appiccicaticcio tipico dopo aver fatto colazione o divorato qualche specifico dolce (tipo il gelato), ma è troppo soddisfatto del suo primo pasto della giornata per lamentarsi troppo con se stesso.

È giugno e l'estate a Bari è bella che arrivata. Per fortuna alle nove di mattina non c'è ancora un caldo opprimente e ogni tanto dalla finestra aperta in cucina entra una brezza fresca.
Ah, è proprio una bella giornata che vuole spendere nel dolce far niente, poltrendo prima sul divano, poi andando al bar per una seconda colazione, chiacchierando con qualche vecchietto che incontrerà.
Poi mangerà tanti di quei panzerotti da abbioccare fino alle cinque di pomeriggio, quando si sveglierà con un sonoro sbadiglio e andrà a camminare sulla spiaggia per digerire e creare un buchino nello stomaco per la successiva cena.

È proprio fiero del suo bel programmino!

<Ciao Michele~!> lo saluta qualcuna e al pugliese per poco non cade la tazza per terra dallo spavento e stupore insieme.
Appoggia la tazza sul lavabo, si gira di scatto verso la finestra aperta e domanda seccato: <Non sai cosa significa "proprietà privata"?>

<Se tu venissi a salutare qualche volta, capirei di più il concetto della tua proprietà privata... Forse.> sghignazza Aleksia.

<Non hai da lavorare, oggi?> indaga Michele, portando le braccia sul petto e incrociandole. Si appoggia al lavandino e la scruta con occhio critico.

La nazione ha ancora addosso quel suo tipico sorriso che promette guai. Ma, per quel "poco" che Michele ha imparato, avere attorno Albania promette sempre una giornata piena di guai (per la sua salute mentale, s'intende).

La donna fa leva sugli infissi della finestra e si siede nello spazio in cui è ricavata la finestra.
Dà la schiena alla stanza, ma gira il volto verso il padrone di casa, la lunga treccia che si muove con lei e, come al solito, le sfiora la zona lombare.

<Ogni tanto decido che il mio lavoro è riuscire a chiacchierare con uno di voi sottoposti di Lovino. Da quando si è fidanzato, è impossibile parlare con lui!> racconta Aleksia, storcendo il naso verso la fine.

<O forse non eri mai stata benvenuta.> borbotta Michele.
<Perché devi essere così crudele! Mi sei anche uno dei più simpatici tra voi Vargas; non rinunciare a tale privilegio! È altresì vero che per ora ho solo chiacchierato con te, Calabria, Sicilia e Lombardia. Oltre a Feliciano e ovviamente Lovino.> risponde Aleksia.

<Il fatto che ci siano tanti tuoi emigrati in Italia e che ci siano comunità arbërëshë da circa il XV secolo non ti dà ragione di pensare che si possa creare un gemellaggio. Poi da Giovanna so che fai proposte simili tutto il tempo anche a Grecia! A chi vuoi proporre un gemellaggio, a tutta l'Europa?> insinua Michele.

Non è che Aleksia sia odiosa di per sé, principalmente scherza (lo sa bene pure lui, è il primo a dire stronzate), ma c'è qualcosa in lei che lo infastidisce e quindi i suoi nervi diventano sempre tesi attorno a lei.

<Ma con Heracles sono anche più sfacciata che con qualsiasi italiano e sa benissimo che scherzo! Ci tengo ad ottenere quello che mi sono guadagnata, non tramite sotterfugi! Di sicuro con Sicilia- come è che l'hai chiamata? Giovanna?- beh, sono comunque sicura che ha ingigantito la cosa con Sicilia. Come fai sempre tu. Forse gli italiani che non conosco sono più simpatici di te.> si difende Aleksia.
Non dà più le spalle alla cucina di Michele, scendendo dalla finestra ed entrando totalmente nella casa del pugliese.

Quest'ultimo nota che è vestita come un'umana del XXI secolo, se non fosse per le scarpe basse dal chiaro gusto tradizionale.
Se c'è qualcuno in Europa che può fare a gara con Rita per orgoglio nell'indossare la propria cultura, quella è sicuramente Aleksia. Deve sempre avere almeno una cosuccia delle sue vesti tradizionali addosso.

<Ti assicuro che sono abituato a gente molesta nella casa con gli altri, ma non significa che mi piaccia.> risponde secco Michele.

<Molesta? Io?! Andiamo, al massimo sono espansiva nel mio affetto!> e teatralmente Aleksia incrocia le braccia <Sono sicura che se incontrassi altri italiani, sarebbero più gentili di me! Spero non siano peggio di Lombardia, quando sono riuscita a incontrarlo mi ha trattato male. Davvero dei gran maleducati, i territori di Feliciano-!>

<Carlo è simpatico come un dito in culo anche con me e i miei fratelli del sud Italia, ti assicuro che il trattamento che ti ha dato non è speciale, lo dà a chiunque.> la interrompe Michele, provando a metterci una pezza sopra.

Non vuole che per colpa di quel polentone coglione pensi che tutti i territori di Feliciano siano sgradevoli. Non lo sono. Anzi, è certo che svariati sarebbero capaci di gestire Aleksia meglio di lui, senza la sua irrazionale e viscerale sensazione di sgradevolezza.

Aleksia abbozza un sorriso, anche se pare crederci poco (orgogliosa quanto è, Michele dubita si ricrederà presto) e continua il discorso: <Ma sono sicura che qualcun altro del sud sia simpatico! Tipo Molise! La sua comunità di arbërëshë è anche un po' più grande della tua ed è ben più piccolo di te sulla mappa, ci ho guardato, eh!>

A tali parole, la protettività prende il sopravvento e il pugliese dichiara, brusco e deciso: <Tu con Franco non ci parli e basta.>
Aleksia per un attimo s'imbroncia, poi ghigna di nuovo e domanda: <Che c'è, geloso? Vuoi avere le mie attenzioni tutte per te~?>

<No!> replica all'istante il meridionale <Ma è un bambino, praticamente! Tu non sei il genere di persona da tenere attorno a delle regioni così giovani!>
Sta un po' (tanto) mentendo, lo sa, in casa Franco ne ha udite di tutti i colori e qualcosa l'ha pure visto.
Ma in ogni caso, data la sua diffidenza verso l'albanese, non si fida a lasciarla attorno a Franchino, nonostante si atteggi con lui come se fosse tutto cresciuto in una notte.

<Cos'è, tipo Ylli?> indaga lei.
<Chi?> chiede Michele, confuso.
<Kosovo. Il mio fratellino. Non di Vuk!> risponde Aleksia.
<Chi?!> domanda di nuovo il povero meridionale, confuso.

L'albanese ruota gli occhi, tira fuori il telefono e commenta: <Serbia. Ma dovresti decisamente imparare un po' i nomi anche dei miei vicini, eh! Non è che conta solo il pezzo di Europa in cui sei tu.>
E Michele non ha tempo di protestare, che Aleksia gli mostra una sua foto con tale Ylli. È davvero uno scricciolo, se possibile ancora più piccolo di Franco. Nella foto abbozza un sorriso nonostante stia protestando perché l'altra nazione gli sta scompigliando i capelli scuri. Il sorriso di Franco gli piace di più, anche se un po' gli assomiglia.

<Beh, non così piccolo, ma comunque più piccolo di me e te.> risponde Michele.
Aleksia rimette via il cellulare, muove il peso da un piede all'altro e domanda: <Allora, ora mi porti in giro per qua o ti devo pregare?>

<Perché non puoi tornare a casa tua?> chiede, un po' disperato, il pugliese.
La nazione, ridente, replica: <È più divertente svagarsi in un posto dove posso parlare a ruota e solo pochi mi capiscono, sai?>

<Ti prego, non insultare i miei cittadini in albanese ad ogni occasione.> supplica il pugliese.
Ormai ha capito che il suo programmino sia andato a puttane.

Aleksia sghignazza e replica: <Non prometto niente, in fondo sono sempre piena di cattive intenzioni secondo te, mh~?>

N/A: introduciamo un nuovo personaggio, Albania!
(Premetto che se c'è qualcosa secondo voi di offensivo nel suo personaggio, mea culpa non volevo che ci fosse e farò modo di rimediare successivamente)

Ci tenevo a introdurla perché c'è una grande comunità albanese, l'Albania era inciuciata con l'Italia nella 2° guerra mondiale e, sul web, mi pare di vedere un po' di fratellanza tra italiani e albanesi, quindi perché no?
L'aspetto è un po' basato su quello che ho letto nella fan wiki, il carattere solo in parte, mi sono presa la libertà di inventare totalmente di sana pianta.

Non so neanche io perché a Michele dia fastidio Aleksia, ma è altresì vero che tutti noi abbiamo delle antipatie con qualcuno solo perché "a pelle" ci risulta antipatico, no?
Idem qua. Mica tutti devono essere gentili con tutti.

Per fortuna di Michele, come detto anche da lei, ad Aleksia sta simpatico e quindi non se la prende.
In generale la vedo come una tipa orgogliosa (di sé e delle sue tradizioni e genti), lavoratrice, ma anche scherzosa e provocatoria per il gusto di farsi una risata.
Spero vi sia piaciuta, per quel poco che vi ho fatto vedere, e vi auguro una buona settimana <3!

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