179. Incontri che si avrebbe preferito rimandare

N/A: ci sarà accenno/discussione di contenuti sessuali ma anche taaaanti trash.
Spero vi possa piacere!

P.S.: se non darò risposte intelligenti ai commenti (cioè, peggio del solito), date la colpa alle 2 ore di esame di matematica che ho fatto.

Chissà come è andato, lol.
#17elode.
E davvero vi auguro una buona lettura!


Anna non è una persona paranoica, lascia quel lavoro ad altre regioni italiane, tipo sua sorella Sofi o Maurizio o Roberto.
Non è che non si preoccupa mai, ha decisamente più neuroni di quanti Mario o Giuseppe o Aleksander mostrano di avere abitualmente, ma le sue precauzioni arrivano fin lì. Sono il minimo indispensabile per non essere definita "incurante".

Per una volta, però, rimpiange di non essere più come la gemella o altre regioni.
Lo rimpiange a tal punto che vorrebbe sotterrarsi dalla vergogna e pregare dei in cui non crede che la situazione non precipiti in uno scatafascio, in cui la sua vita (e non solo) viene attentata in un modo o nell'altro.

Ma facciamo un passo indietro.

•~-~•

Anna ridacchia mentre avvolge le mani attorno al collo di Maxime e domanda, fintamente dispiaciuta: <Niente giro in barca~?>
<Non finché hai addosso quello.> e Maxime calca l'ultima parola, stringendo con possessività le natiche della fidanzata, per niente coperte dalla striminzita mutanda del costume che indossa.

<Non ti piace?> la romagnola continua a fare la finta tonta, grattandolə sulla sua nuca con fare lento, percependo con gioia i brividi che percorrono lə partner.

<Mi piace fin troppo, mi schianterei su qualche altra barca se ti vedessi a prua a prendere il sole vestita così.> ribatte Maxime, con voce roca.
Una mano si sposta dalla natica e risale il fianco e il petto, fino a che non si infila sotto il pezzo sopra del costume, sorreggendo un seno.

Sfrega il pollice contro il capezzolo, rendendolo turgido sotto il proprio polpastrello, e prosegue a bassa voce: <E dopo aver causato incidenti, sfreccerei via sulla barca fino a che non saremmo in mare aperto. Lì ti toglierei questo filo qua che chiami costume e ti prenderei, facendoti venire ancora e ancora fino a che non saresti capace di camminare per giorni.>

<Vuoi saltare la parte in cui fai incidenti e andare al sodo, mh?> domanda retorica Anna, spingendosi contro la mano di Maxime, schiacciandosi contro il corpo altrui, strusciandosi, cercando di strapparlə una reazione.

Ma lə corsə riesce a rimanere impassibile come la pietra, anche se continua ad osservare con sguardo famelico la pazienza di Anna farsi sempre più fievole.

<Può darsi.> commenta Maxime con nonchalance. Sposta la mano ancora sulla natica, accarezza il ventre dell'italiana per poi infilare le dita dentro il piccolo costume altrui e sfiorare con l'indice e il medio le grandi labbra.

Anna trema sul posto, non resistendo all'impulso di stringere le gambe, cercando invano di bloccare la mano di Maxime lì, "obbligandolə" a darle piacere quando e come lo vuole lei.

Lo sa benissimo che è Maxime a condurre i giochi e sotto sotto non le dispiace. Non solo perché è bello, ogni tanto, poter scollegare il cervello e semplicemente sentire.
Anche e soprattutto perché la maggior parte delle volte che fanno sesso, lə francese tende a venerarla come una dea e se c'è una cosa che Anna adora, sotto le coperte, è essere trattata come una principessa.

Maxime toglie lestə la mano da dentro le mutande altrui, con un sorriso furbetto, e la ammonisce giocosamente: <Non decidi tu~.>

Subito dopo, senza darle il tempo di pensare una risposta arguta, Maxime toglie le mani da dentro il costume e torna a stringerle il sedere. Ma questa volta la solleva e la stringe a sé, mentre torna con passo svelto in camera sua, tra le risatine divertite di Anna.

Lascia che l'altra la butti sul letto di malagrazia, ma si prende il tempo per farsi ammirare mentre si stiracchia, voluttuosa.
Adora lo sguardo famelico di Maxime addosso, la fa sentire voluta per come è, per chi è.

Lə corsə non commenta mai il suo corpo se non con lodi e, anche se la cosa è reciproca, le sembra ancora assurdo che Maxime non cambierebbe mai una virgola di lei.
Si piace e sa di avere un valore, ma si sente sempre un po' in difetto accanto a ləi, così altə e forte e mozzafiato.

Il momento di rimirare finisce e Maxime passa all'attacco. Infila una mano sotto la schiena altrui e slaccia il reggiseno, ma per ora lo lascia lì. Si diverte a baciarla e mordicchiarla sullo sterno, appena sotto la fine del pezzo sopra, per poi scendere tra baci e leggeri morsi fino al basso ventre, dove quasi strappa via le mutande.

Stringe le cosce di Anna, quasi massaggiandole, si lecca le labbra, sussurra: <Sei bellissima come sempre.> e si avventa sulla sua vulva, neanche fosse un ricco banchetto.

La romagnola chiude gli occhi e, tra scariche di piacere, geme e afferra qualsiasi cosa le capiti sotto mano: con una le lenzuola, con l'altra i capelli di Maxime.

Nessuna delle due sente un distante e delicato scattare di una serratura, né dei passi avvicinarsi.
Realizzano esserci un intruso quando la porta si spalanca mentre una voce maschile blatera: <Maxime~! Voudriez-vous m'emmener faire un tour sur votre bateau- oh mon dieu!*>

Anna spalanca gli occhi nel terrore, per subito richiuderli mentre strilla e si rannicchia, cercando di coprirsi meglio che può.

Maxime scatta a sedere, lanciando insulti in corso, e prontamente nasconde Anna sotto una coperta, girandosi a fissare l'intruso.
Nella lingua delle nazioni inquisisce: <Suonare il campanello è così difficile?>

E Anna, con la testa ancora sotto la coperta, rimpiange di non aver avuto la paranoia di chiudere a chiave la camera, mentre sa con certezza chi c'è alla porta, anche se ha visto solo una matassa di capelli biondi perché il suo olfatto non la tradisce mai.

È una leggera fragranza che Marie si porta appresso, mentre in Maxime tale nota è ben più forte e per tutte le volte che la sente sui turisti in riviera romagnola durante l'estate, è impossibile non riconoscerla.

Sulla porta c'è Francia o Francis che dir si voglia.
Quanto vuole sotterrarsi!

•~-~•

E quindi eccoci qua, con Anna estremamente imbarazzata, Maxime pronta ad uccidere e Francis a metà tra il confuso e il divertito.

<Non sapevo avessi una compagna. È umana o è come te?> domanda Francis con nonchalance, come se non le avesse appena beccate a letto <Sai, non l'ho vista proprio bene.>

Maxime resta in silenzio per lunghi minuti, poi sospira e commenta: <Anna, è inutile nascondersi, ormai. Fatti vedere almeno in faccia, per favore.>

E la romagnola obbedisce, anche perché non ha il dono magico che ha la sorella e comunque usare il suo teletrasporto in quel momento non le sembra il massimo dell'idea.

Quindi abbassa la coperta, ma la tiene stretta appena sotto il mento e rimane rannicchiata, così la coperta non può lasciare niente scoperto.

Francis la osserva per lunghi secondi e da incuriosita la sua espressione diventa divertita.
<Vedo un ricciolo noto: una Vargas?> domanda retorico.
<Sì.> pigola Anna. Spalanca gli occhi e aggiunge spaventata: <Non lo dire a Feliciano e Lovino!>

<Perché?> indaga il francese, un po' offeso. Voleva tanto gongolarsi con Feliciano e soprattutto Lovino, vaneggiando il fatto che ora erano più parenti che mai, conoscendo come per il meridionale il concetto di famiglia si estendesse a chiunque avesse a che fare con i propri consanguinei.
Quindi anche lui! Capo della fidanzata di una regione italiana! Oh, quanto si sarebbe divertito a stuzzicarli!

<Perché non lo sanno. E non voglio che lo sappiano così. Per un incidente.> risponde Anna, torturando il lenzuolo.

Maxime lancia uno sguardo assassino a Francis e promette: <Se lo dici in giro, io lo verrò a sapere e ti farò fare un giro in barca, ma per sempre, legato alla prua come una cazzo di polena.>

La romagnola alza lo sguardo e, davanti alle minacce di Maxime (che la rincuorano perché è così protettivə e considerevole nei suoi confronti), rincara la dose: <E ti assicuro che anche tra i miei fratelli qualcuno sarebbe ben contento di ferirti se tu ferisci me. Ti dice qualcosa il nome Roberto? Beh, ti assicuro che se parla di te è solo per descrivere come ti torturerebbe. Non credo tu voglia scoprire i metodi.>

Francis, che quel giorno non ha voglia di istigare guerre o di avere ulteriori minacce di morte sulle sue spalle (ma ben più tangibili delle solite), alza le mani in segno di resa e giura: <Prometto che non dirò né stuzzicheró né Lovino né Feliciano fino a che non glielo dirai.>

<Sarà meglio.> minaccia Maxime <E ora vattene!>
E Francis esce con tutta calma dalla stanza e dalla casa, anche se ormai ha rovinato l'atmosfera, buttando Anna in uno stato d'ansia.

•~-~•

<Ehi.> Lovino richiama l'attenzione di Henrique, dandogli anche per sicurezza un "calcio" (è più sfiorare la gamba altrui con la propria scarpa).
<Sì, querido?> domanda Henrique, mandando giù un boccone del pranzo.

<Sono diventato cretino o Francis, ogni volta che mi fissava, sembrava star trattenendo una risata? E mi sembrava che pure con Feli lo facesse! Dimmi che non sono pazzo-!> il meridionale butta fuori il dubbio che gli rosica l'attenzione da tutta la mattina.

Sono a Bruxelles e sono su una panchina in un parco poco lontano dall'edificio del meeting con l'UE a mangiare il loro pranzo fatto in casa.

<Per Feliciano non posso giurare, ma anche a me è sembrato così con te. Volevo infatti chiederti qualcosa finito oggi se continuava. Ho provato a vedere se anche quel cretino di mio fratello e Gilbert lo facessero ma, anzi, sembravano confusi dal suo modo di fare->

<Parla del diavolo e spuntano le corna, ci sono i crucchi e Feli lì.> commenta Lovino, per poi richiamare il fratello poco finemente con un "Ohi!".

Feli si avvicina entusiasta, mano nella mano con il fidanzato e il terzo incomodo albino al seguito.
Prima che il settentrionale possa partire col dire qualche stronzata, Lovino inquisisce: <Anche a te è sembrato che oggi Francis ridesse sotto i baffi ogni volta che ci guardasse? Chiedo anche a te, crucco numero 2.>

Feli è il primo a rispondere, annuendo forse troppo seriamente: <Sì! Pensavo di avere una macchia di sugo addosso o di avere un po' di barbetta non fatta ma poi guardava anche te e non c'era niente che non andava in te oggi, non che di solito ci sia, e->

<C'è qualcosa ma non ci ha detto niente.> lo interrompe Gilbert, dandogli affettuosamente delle delicate pacche sulla testa <Ha detto che ha promesso di non dire niente fino a che non sarebbe saltato fuori e ha assicurato che ci saremmo fatti una grassa risata. O, per lo meno, sicuramente lui.>

<Avrà solo bevuto un po' troppo vino scadente prima di venire qua, oggi. È il solito coglione.> decreta allora Lovino, mangiando un altro boccone della sua pasta fritta, ignorando la verità.

N/A: Voudriez-vous m'emmener faire un tour sur votre bateau- oh mon dieu !*= Ti piacerebbe portarmi a fare un giro sulla tua barca- oh cielo!

Zan zan zaaaaaaan!
Aleksander sarà un impiccione sfigato, ma anche la povera Annina non ha avuto molta fortuna con Francis-impiccione-n°1.

Chissà per quanto riuscirà a tenere la bocca chiusa~.

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