117. Victoria's Secret Pink non è Mario friendly
N/A: capitolo molto stupido ma con una frecciatona finale ad Angela che ovviamente lei non capisce.
Francesca, Angela e Mario stanno vagando alla Galleria commerciale Porta Roma.
Mario doveva andare al Game Stop, ma non voleva andarci da solo, così ha pregato la pacata Angela. Ormai ella è una santa per sapere gestire la sua troppa energia e una martire per sopportarlo.
E Francesca?
Francesca è stata trascinata da Angela perché non aveva voglia di guidare, è sempre scomoda e i poliziotti la fermano sempre perché non credono alla sua carta d'identità.
Ok che ha lineamenti dolci ed è bassa, ma questo non vuole dire che non possa avere i 24 anni che la sua carta d'identità attesta.
Francesca invece a prim'occhiata appare una adulta e nessuno mette in dubbio possa avere 28 anni, anzi, i poliziotti fanno i complimenti per quanto pare più giovane.
E quindi i tre sono al centro commerciale.
Mario è felicemente al Game Stop, mentre Francesca ha portato con "dolcezza" Angela con sé, sotto il disappunto del laziale.
E loro due sono andate al Victoria's Secret Pink.
<Perché mi tocca stare qui?> si lamenta Angela, in vago disagio.
Purtroppo è una cosa che non è mai riuscita a scollarsi eccessivamente dell'indottrinamento cristiano: l'avversione per tutto ciò impudico.
E in questo ci rientra stranamente un negozio di biancheria intima.
<Perché puoi trattarti bene e prenderti qualcosa di nuovo e che ti faccia sentire bella.> nota Francesca, cercando la sua taglia di reggiseno.
<Perché dovrei prendermi qualcosa di nuovo, se non ne ho bisogno? E per chi mi dovrei fare bella? Mica mi faccio vedere in intimo!> ribatte l'umbra, stringendosi quasi con protettività sia la camicetta morbida, sia la gonna lunga fino a metà gamba che indossa.
<Non ho mica detto che devi fare uno spogliarello.> si difende la toscana, tenendo da parte un pensiero che le vola per la mente.
<E allora?> indaga Angela.
<Per sentirti bella tu. Tu quando ti vesti, ti acconci i capelli e occasionalmente ti trucchi... Per chi lo fai?> inquisisce la ramata.
<Per me, che domande. Mi piace tenere i capelli ordinati e questi vestiti larghi e lunghi.> risponde la più bassa con sincerità.
<E allora perché non farlo anche per l'intimo?>
<Perché mutande e reggiseni devono essere comodi e pratici.>
<E perché anche non carini?> propone Francesca, prendendo un completo che, secondo lei, ad occhio, potrebbe andare alla sorella.
Niente di eccessivo, conoscendola.
Un reggiseno nero con una coppetta un po' rigida, senza ferretto. Il tocco di colore sta nelle spalline che, dietro, si tramutano in un filo tricolore. Ogni spallina ha una triade che, insieme, formano i colori dell'arcobaleno (meno uno) pastello.
La mutanda nera è bordata da un fine pizzo del medesimo colore, ma il tessuto è disseminato di pois colorati.
<Tipo questo?> e praticamente glielo sventola davanti.
Angela lo prende tentativamente in mano e lo esamina con un'espressione buffa per la sorella, neanche avesse in mano una bestia pronta a morderla.
<È della mia taglia...> borbotta, guardando l'etichetta.
<Ah-ah~, io ho un fantastico occhio~.> si vanta la più alta.
<Va bene, lo provo.> si arrende Angela <Ma provi qualcosa anche te.>
<Certo!> ridacchia Francesca <Se vuoi, ma solo se vuoi, usciamo insieme e vediamo come stiamo, ok?>
L'umbra annuisce, anche se fissa di lato, contrariata.
<Che c'è? Se non vuoi, davvero->
<Non è quello il punto. Sei una donna e, anche se so le tue preferenze a letto, so altrettanto che io sono salva.>
<Mica assalto gente alla cazzo, ehi-!>
<Lo so, lo so, ma di un uomo non mi fiderei... A meno che non sia Mario o uno 1000% gay e che so che ci tiene a me.>
<Ok, ok... Ma non capisco dove vuoi arrivare.> commenta Francesca, grattandosi il capo.
<È che... sono conscia del mio corpo... E mi sentirei ancora più una tavola di quel che sono. Non che mi dispiaccia, anzi, adoro non avere granché peso davanti ed essere piatta, ma... mi sento inadeguata. Specialmente in un posto del genere.>
<Nessuna è perfetta, manco io, il che è sorprendente!> scherza la toscana <Ma tu sei tu e vai bene così. Non devi farti paranoie, specialmente se stai bene per come sei fisicamente. Non esiste un solo tipo di essere "donna" o femminile. Diamine, c'è gente che non è donna, non vuole essere identificata come donna, ma è interessata a vestirsi in modo femminile perché la fa sentire bene.>
<E con ciò...?> e l'umbra inclina la testa di lato.
<Con ciò, in breve, voglio dire che non devi essere la modella dei cartelloni o il canone della società... devi essere tu. E che puoi essere carina e femminile anche a modo tuo, se vuoi esserlo.>
Angela tiene lo sguardo basso, ma le spalle sono rilassate e c'è una traccia di sorriso sul suo volto.
<Grazie.>
<Di nulla, in questo mondo stronzo bisogna darsi una mano!> Francesca liquida la cosa <Ora andiamo a provarci questi bei completi!>
Vanno verso i camerini e ne prendono due vicini.
Angela ci mette poco e si fissa allo specchio, indecisa. Le piace, sì... ma ne ha bisogno?
Il telefono le vibra sui vestiti e lo prende.
Lo prende e vede il messaggio di Mario che le chiede dove siano. Angela glielo ricorda e il laziale le promette di sfrecciare subito lì.
<Pronta?> chiede Francesca, da dentro il suo camerino.
<Al mio 3.> asserisce Angela, appoggiando il telefono.
<A me va bene.> acconsentisce la toscana.
L'umbra arriva a tre ed escono. Francesca sta per fare un commento, che si interrompe all'udire una voce nell'altra parte del negozio. È una voce maschile ma squillante che esclama: <France'! Angi! Dove siete?>
Anche senza dire i loro soprannomi, le due non avrebbero mai potuto scambiarla con quella di qualcun altro.
<Abbassi la voce-! E che ci fa qua? È un negozio per donne!> interviene una commessa, le sue scarpe col tacchetto che ticchettano sul pavimento in parquet.
<E con ciò? Se avessi una fidanzata o delle amiche o delle sorelle che vogliono venire qua non le posso accompagnare?> si indigna Mario.
<Se fosse il fidanzato, di solito la sua ragazza le farebbe una sorpresa e non credo che delle donne si portino dietro un amico o un fratello in un posto del genere!> si lamenta la donna.
<Ma io ho il diritto di entrare, è un negozio-!> ribatte il laziale.
<Ma non è una donna!> si esaspera l'umana.
Le due regioni in intimo notano come tutti stiano osservando con interesse il battibecco dalla loro posizione nascosta.
<E allora? Non posso essere uno particolare che vuole un po' di pizzo?! O una drag queen?! O una donna trans?! O un gay effeminato?!> esclama Mario, elencando intanto sulle dita le varie opzioni.
<Sei qualcosa del genere?!> inquisisce la donna.
<Beh, non sono gay perché mi piacciono le donne, ma ti assicuro che capisco perché alle signorine piacciano gli uomini!> ribatte il laziale.
Angela si fa un facepalm, mentre nel locale tutte lo fissano, alcune con qualcosa vicino l'orrore e altre vicino lo stupore (del semplice fatto di scoprire qualcosa di nuovo).
<Inoltre!> aggiunge il discendente di Romulus <Per via delle mie sorelle che sono di là, ho indossato un vestito da Winx. Mi hanno fatto pure le foto e quando mi sono visto ero una figa da paura... Quindi posso dire di aver fatto qualcosa di simile alla drag queen!>
<Ora mi lascia passare?> e senza aspettare risposta, la supera e va verso i camerini, mentre c'è gente che riprende con i telefoni la scena.
Arriva nei camerini, dove tutte tornano dentro eccetto le due Vargas che lo fissano con uno sguardo arreso.
<Eccovi! France', sei bellissima come sempre! Soprattutto il reggiseno ti sta da Dio, ti fa le tette più grosse!> commenta Mario, fissandola con quel suo sorriso furbetto.
La toscana gli riserva il dito medio e torna dentro, a cambiarsi.
Invece poi il laziale, innocentemente, osserva la sorella. Le regala un bel sorrisone e aggiunge: <Angi, stai bene! Faresti conquiste con solo quello addosso~!>
<Mario-!> lo rimprovera Angela, schizzando dentro, le guance rosse.
A cosa si riferiva?!
<Deficiente, non metterla in crisi!> lo rimprovera Francesca, mentre si cambia.
<Che c'è? Non posso dirlo? Ma mi sembrava ovvio che con addosso solo quello farebbe venire un coccolone in senso positivo a-> sproloquia il laziale, ma viene interrotto dall'ordine di Francesca di ammutolirsi.
Mario ubbidisce mentre Angela, dentro il camerino, si cambia senza capire a che si riferiscano.
N/A: Mario supportivo con Angela e pervertito con Francesca è assolutamente normale.
E povero Mario che prova a far intendere quello che pure Lovi e Feli probabilmente sanno (e ci scommettono secondo me) ma Francesca stranamente copre i due simp.
E Angela ovviamente non capisce.
Eheheh.
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