100. Avventura in piscina
N/A: il centesimo capitolo ufficiale (poi la storia ha 102 parti ma shhh), wow!
E io non ho niente di speciale :'D.
Anzi, questo capitolo fa anche un po' pena.
Per riscattarmi, ecco qua alcuni disegni.
Prima tre regioncine con espressioni normalissime
P
oi un comic ispirato ad un video di casa_vargas su tiktok.
E infine una bellissima immagine di Carlo spogliarellista.
Perché?
Per colpa di Here_is_Ale ora Carlo è uno spogliarellista in qualche universo parallelo.
Beh, credo sia chiaro come mai, nonostante sia uno stronzo, abbia sempre trovato donne da portarsi a letto.
E perché Hans sia un simp per lui.
Votate e commentate e ora iniziamo :3
<Sono dei cazzo di ladri.> sbuffa Carmela una volta passato il bancone dove hanno pagato per l'ingresso in piscina.
<Non è così eccessivo Mimi, su.> decreta Giovanna, cercando con lo sguardo un posto dove accamparsi sull'erba.
<Beh, pensa che comunque non abbiamo pagato l'ingresso maggiorato della domenica perché è sabato!> nota Anna allegra, vogliosa di farsi un tuffo in piscina.
Se non può nuotare nel suo mare, per quanto sia conscia non sia al livello del mare di altri suoi fratelli, lo farà in una piscina.
È l'unica ragione per cui è venuta lì.
E forse per farsi fare con una scusa innocente delle foto dalle sorelle e mandarle a Maxime per divertimento personale.
Adora quando la regione francese le dimostra via messaggio o chiamata la sua gelosia, la rassicura in un modo un po' contorto. Sa che Maxime vuole qualcosa di serio, che lei on è solo un suo gioco.
<Mh, va bene, non rovineró il vostro buon umore.> decreta la lucana, avanzando decisa verso un pezzetto di erba lasciato libero e pure al sole!
<Grazie, eh.> ridacchia la siciliana, seguendola. Subito poggia lo zaino a terra ed estrae il proprio telo mare, distendendolo.
Soddisfatta, si toglie le infradito e si mette sopra di esso, levandosi il copri costume bianco in san gallo che indossa.
<Sempre figa, Nina.> asserisce l'altra meridionale guardando la più anziana.
Giovanna ridacchia e commenta: <Guarda, non so se voler bene o male al mio fascino oggi. Non so proprio che voglio fare.>
<Io so che voglio farmi qualche foto, con il vostro aiuto se possibile, e nuotare un po'.> decreta Anna.
<D'accordo, purtroppo lo sfondo sarà quello che sarà, eh.> fa notare Carmela.
<Non c'è nessun problema, voglio in primis avere delle foto per me e poi vedrò se pubblicarle.> spiega la romagnola.
<Stai benissimo così, io le pubblicherei.> afferma Giovanna.
<Oh, grazie!> e Anna sorride <Purtroppo c'è sempre gente che fa commenti non voluti.>
<I coglioni esistono da sempre e sempre esisteranno, purtroppo.> commenta la isolana, stiracchiandosi.
<Nina, mi aiuti con l'olio?> domanda Carmela, cambiando argomento, agitando piano la bottiglietta di olio abbronzante.
<Tu vuoi diventare un pezzo di carbone.> sospira la siciliana. In ogni caso, prende l'olio abbronzante, se lo versa su una mano e lo spalma sulla schiena della sorella.
<Mi piace prendere il sole, mi rilassa.> fa spallucce la lucana.
<Io non so come tu faccia! Io dopo un po' mi stufo anche.> ribatte la romagnola.
<E neanche io capisco la tua voglia di abbronzarti. Fossi pallida tipo Sofi, che si sente un po' a disagio vicino a me che sono più abbronzata di lei... Ma te sei scurissima!> aggiunge.
<Mi piace vedere fin dove arrivo con l'abbronzatura, è un vanto. Mi hanno rotto il cazzo in passato per la mia pelle e ora la vogliono. E no, stronzetti. Invidiatemi, leghisti del cazzo.> risponde Carmela sicurissima.
<Per fortuna che siamo a Roma e non da altre parti, altrimenti saremmo già state linciate.> borbotta Giovanna, finendo di spalmare l'olio sulla schiena della sorella.
<Ah, lo urlerei anche in piazza a Milano.> decreta la lucana.
<Non ne dubito.> ridacchia Anna. Prende il telefono e si fa qualche foto.
<Ehi, se mi dai un minuto ti faccio le foto.> promette la siciliana.
<Prima mi faccio un tuffo, poi mi fai le foto, ok?> propone la settentrionale e l'altra annuisce.
E la romagnola va fino alla piscina, costringendosi a passare velocemente sotto la doccia gelata, e si tuffa in acqua.
Nuota contenta per la vasca, attenta a non scontrarsi con gli umani che sono dentro l'acqua.
Dopo i primi momenti di frenesia, dati anche dall'acqua fresca, si rilassa e nuota placidamente.
Circumnaviga un gruppo di umani, tutti poco sopra ai 20 anni, che stanno giocando con la palla nella parte bassa della piscina.
Ha quasi portato a termine la sua impresa che, per -sbaglio-, un umano lancia la palla troppo in là e schizza proprio davanti la romagnola.
Anna si spaventa un secondo, presa di sprovvista, poi si rilassa e lancia indietro la palla.
Uno dei ragazzi le chiede: <Ti va di fare qualche scambio con noi?>
<Giuro che non mordiamo.> scherza una ragazza dai capelli rossi, la pelle molto chiara e dalle curve generose.
<Ma si!> accetta la romagnola dopo qualche secondo di ponderazione. Il gruppo di ragazzi le fa spazio e riprendono a passarsi la palla fra schizzi e imprecazioni per le posizioni in cui la rilanciano.
Intanto Carmela si mette stesa a pancia in giù. Trovata la posizione comoda, chiede alla sorella: <Ehi, mi slacci il sopra del bikini? Non voglio la linea.>
<Qua ci abbronziamo in modo agonistico, mh?> ironizza Giovanna, slacciandole il reggiseno del costume.
<Le cose si fanno bene.> sorride la lucana.
<Hai ragione pure tu.> le concede la siciliana, che si stiracchia e sorride furbetta.
<Vedo se riesco a rimediare qualcosa gratis al bar mostrandomi facile.> commenta poco dopo, alzandosi.
<Alle 4 del pomeriggio lo trovo difficile, ma tenta.> critica Carmela.
<Tesoro, quelli con voglia di figa ci sono a tutte le ore.> asserisce l'isolana. Si alza e se ne va verso il bar, cercando di intuire attraverso i vetri smerigliati del bar se qualcuno ha la faccia da disperato.
È una speranza vana, ma comunque le piace provare. Entra nel bar e si prende il suo tempo per arrivare al bancone. Si sporge leggermente, richiamando l'attenzione del barista e gli chiede una coca-cola ghiaccio e limone.
Paga, sorridendo, e rimane appoggiata lì a godersi la sua bevanda zuccherina. Bastano una manciata di secondi e sente dei passi che si avvicinano verso di lei.
Non si gira, sperando di aver fatto bingo.
Una mano le si appoggia sulla spalla, richiamando la sua attenzione.
Sorride trionfante fra sé e sé, si gira e chiede con aria innocente: <Sì?>
Un uomo di bell'aspetto, alto, dai capelli scuri e lisci, le sorride affabile.
<Una bella donna come lei non dovrebbe stare qua da sola.> asserisce lui.
Giovanna si deve trattenere dallo strabuzzare gli occhi e prendere per precauzione un passo indietro.
Ha un chiaro accento milanese, non può sbagliarsi! Lo conosce troppo bene, con Carlo che spesso fa ricorso a quell'accento stridente.
Si ricompone, cercando di non sovrapporre al volto di quell'uomo quello del lombardo e, continuando la recita, chiede ridacchiando: <E che dovrei fare?>
<Potrebbe passare un po' di tempo con me ad un tavolo e potrei offrirle qualcos'altro da bere.> suggerisce l'umano.
<Va bene.> accetta la siciliana, sapendo già che quell'accento le darà sui nervi <Ma dammi del tu, per favore. Piacere, Giovanna.> e allunga la mano.
Il suo interlocutore gliela stringe, non aspettandosi quel gesto, e risponde: <Capisco, scusami. Io mi chiamo Carlo.>
"Afrodite, è colpa tua, vero? Che ti ho fatto di male?!" si lamenta mentalmente la regione, seguendo l'umano ad un tavolo.
Perché, perché non é rimasta con la sorella o non è andata con Anna?
Intanto Carmela si gode il caldo sole e si abbronza, peccato che gli umani non siano d'accordo con il suo relax.
Un gruppo di ragazzini, solo alcuni dei quali maggiorenni, la scambiano per una loro coetanea.
Sono compilici la bassa ed esile statura, i lunghi capelli e la pelle morbida.
E dato che sono un manipolo di adolescenti ormonati può avere certe idee, vogliono avvicinarsi di soppiatto e sfilarle il reggiseno slacciato e lasciato steso sul salviettone e sull'erba.
Dopo un paio di spintoni e di <tu!> e <no, tu!> uno spavaldo e idiota giovane si avvicina di soppiatto.
Carmela non lo sente, totalmente persa nel suo magico mondo, dove la sua regione è la più grande potenza economica fra le regioni d'Italia, la mafia non c'è più e sta prendendo a calci in culo chiunque le abbia fatto un torto troppo grande per essere perdonato.
Il ragazzo di dubbia furbizia si china accanto a lei, prende in mano una stringa del bikini e tira veloce, allontanandosi subito trionfante.
Ovviamente ciò disincanta la regione che scatta con la testa su e si mette seduta, confusa e incazzata, per osservare davanti a sé un manipolo di adolescenti idioti e ormonati che ridono e le fischiano.
E uno di loro ha in mano la parte sopra del suo costume.
Incurante di essere topless (vive da troppo a lungo per avere pudore del proprio corpo, specialmente attorno gente come i suoi fratelli), scatta in piedi e strilla: <Ridatemelo!>
<Pensavo avessi più zinne, peccato!> commenta uno dei ragazzi.
<Ho detto ridatemelo, coglioni!> ammonisce la lucana, avvicinandosi.
Le madri la guardano scioccata, come se fosse colpa sua che le hanno sottratto il bikini, e coprono gli occhi dei pargoletti, mentre le altre comitive di ragazzi la guardano interessati.
<Nah. Tanto per quanto sei piatta puoi anche stare senza.> la canzona quello con il reggiseno in mano, sollevandolo, fuori dalla portata della bassa regione.
Quello la fa ancora più imbestialire e ribatte: <Brutto stronzo, ridammelo o giuro che ti castro.>
<Uhh, che pauuura, un tappo senza tette.> sghignazza l'umano.
Per sua sfortuna, ha scelto la regione sbagliata da fare incazzare. Senza tante cerimonie Carmela gli va vicino e gli sferra un calcio nelle parti basse.
Questo geme dal dolore e si accovaccia, lasciando andare il suo reggiseno, che lei afferra al volo.
Gli altri della comitiva protestano e vede che stanno arrivando i bagnini.
Il suo istinto le parla chiaro: "scappa".
Obbedisce e, reggiseno alla mano, sfreccia verso le piscine, evitando i bagnini.
Sente dietro di sé le urla dei bagnini richiamarla, ma le ignora e schizza nella piscina profonda, tuffandosi e andando verso il fondo.
Essendo non umana, sott'acqua ha una resistenza notevolmente maggiore alla norma e la pressione dell'acqua inizia a darle fastidio molto più in profondità.
Combattendo contro la spinta di Archimede che la porta verso l'alto, rimane sotto e si allaccia il reggiseno alla bell'e meglio.
Prende l'elastico attaccato alla mutanda del costume, così da non crearle il segno sul braccio, e si lega rudimentalmente i capelli sull'acqua.
Una volta finito, nuota verso l'acqua bassa, dove suppone sia la settentrionale. O almeno spera di confondersi fra gli altri umani.
Intanto la romagnola osserva il punto in cui la figura che giusto un pochino le ricorda Carmela si è tuffata, mentre i bagnini la cercano con lo sguardo e si stupiscono di non vederla risalire.
"Cosa ha combinato?!" si chiede stupita.
Va sott'acqua e, individuandola, le va incontro.
Riemergono quando sono vicine.
<Cosa hai fatto?!> domanda esterrefatta la settentrionale.
<Storia lunga, aiutami ad uscire da qui. Appena mi vedono mi linciano.> mezza la prega la lucana.
<Come? Non so fare le magie e neppure Giovanna.> nota la romagnola.
Carmela starebbe per rispondere ma i bagnini gridano: <Fermati!>
Le due regioni si girano e vedono una bagnina che si sta tuffando per raggiungerla e fermarla.
<Cazzo cazzo cazzo!> impreca la lucana, schizzando verso il bordo opposto, seguita da Anna, che ora sa benissimo di essere altrettanto nei guai.
Vanno verso i loro oggetti, afferrandoli al volo grazie anche un pizzico di magia, nascosta agli umani da un momento di confusione generale in quegli istanti.
Con anche gli effetti personali di Giovanna fra le braccia e le infradito (scivolose per via dei loro piedi bagnati), sfrecciano verso il bar.
Mentre corrono e sfuggono ai baristi che hanno provato a fare da scudo all'uscita, spintonandoli malamente, Carmela strilla nella lingua delle nazioni: <Mamma scappa!>
Giovanna subito scatta in piedi, finalmente sottraendosi alle mani furbette di quel milanese che ovviamente doveva chiamarsi Carlo.
Farfuglia una scusa ed esce da un'altra porta.
Usa il viaggio fra le nazioni per spuntare nella viuzza accanto alla piscina, dove parcheggiano le bici.
Per fortuna non c'è nessun umano.
Nota dopo un istante che ci sono Carmela ed Anna rifugiate in un angolino, onde evitare i bagnini.
La siciliana si avvicina e, sconvolta, domanda: <Cosa cazzo avete combinato?!>
<Non lo so!> piagnucola Anna.
<Maledetto bastardo d'un umano pervertito.> bofonchia Carmela.
<Ti spiegherai meglio appena usciamo da qua.> impone l'isolana. Le prende per i polsi e, con un pizzico di magia, le porta con sé in una via leggermente lontana da lì.
<Parla.> impartisce Giovanna.
Carmela, ancora gocciolante, si stringe nel proprio salviettone e racconta la breve ma rocambolesca avventura.
N/A: eeee niente, proprio una cosa così.
Spero comunque possa avervi fatto sorridere e grazie mille per tutto il supporto.
100 capitoli, wow.
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