260. Gelosie insensate e dubbi assurdi

<C'è qualcosa che ti turba?>

Bruno si gira di scatto e guarda attentamente per lunghi secondi prima di decidere che, sí, è proprio Carlo che gli sta facendo quella domanda.

<Ehm...>
<Va bene, ho capito.> e Carlo inclina la testa prima di rimetterla dritta <Non sono voluto.>
<Non è che non sei voluto!> si difende Bruno.

Carlo lo osserva poco convinto e Bruno gli fa cenno di sedersi a tavola mentre finisce di pulire le stoviglie.
Non può perdersi in chiacchiere senza fare niente; non ha voglia di ritrovarsi addosso una Francesca affamata pronta ad ammazzarlo.

Il lombardo si siede e il più basso sospira e dopo lunghi secondi ammette: <Beh, c'è qualcosa che mi turba...>
<Spara.>
<È... è sciocco, probabilmente.>
<Se ti turba non è sciocco.>

Purtroppo se il problema non è sciocco, essere totalmente sincero rivelerebbe esattamente quanto poco sia "da amico" la sua preoccupazione e in cima alla sua lista di cose da fare non c'è "Fare coming out dopo cena, con Carlo".

<Roberto ti è sembrato strano negli ultimi tempi?> domanda il trentino.
Carlo pare riflettere lunghi secondi, poi ammette: <Non mi pare, ma non per questo vuol dire che non può essere vero.>

Bruno sbuffa divertito: <Beh, non aiuta la mia paranoia; ma grazie per avermi almeno ascoltato.>
<Non vuoi che chieda? So andare molto per il sottile.> propone Carlo.
<Ah, di quello sono sicuro; sei molto discreto. Ma sei sicuro che ti parlerebbe? Non oso chiederglielo io perché ho paura di aver frainteso o che non mi dica niente perché è molto chiuso, di solito.>

<Beh, sí, quello te lo concedo. Ma conosco Roberto da più di te, forse si confiderebbe. Anche perché se riguarda il suo rapporto con te, parlarne con uno esterno potrebbe essergli più semplice.>

E a Bruno per poco non casca il bicchiere che sta sciacquando dal sapone.
Sa che è una cosa stupida, e pensava di averla superata da un pezzo, ma quella brutta bestia gli graffia la trachea, comprime i suoi polmoni e gli intreccia le budella dopo tanto tempo.

Maledetta gelosia.

<Ah sí?> mente spudoratamente Bruno <Non pensavo foste così tanto in confidenza. So che lo siete, certo, comunque avete un rapporto molto civile, ma non pensavo su un simile livello. Pensavo che tale onore fosse riservato a Rita e basta, o quasi.>

E purtroppo la sua mente gli ricorda quel dannato 2 giugno del 1946, una delle volte in cui la gelosia l'aveva colpito con una forza da fargli così male che, a posteriori, si era chiesto come non avesse capito che fosse innamorato di Roberto.

Non può dimenticare la strana intimità che sembrava avvolgere Roberto e Carlo, due persone diametralmente opposte a livello umano e che però sembravano coesistere in una maniera che gli faceva ribollire il sangue nelle vene-

Basta

Deve darsi un contegno, non ha più cent'anni! E non è più un gay represso e ignaro di essere omosessuale!
È solo represso.

Carlo s'offende, a giudicare da come si arriccia il suo volto, e ribatte: <Non pretendo di conoscerlo come Rita, perché comunque lei è stata sposata con Roberto, volenti o nolenti che fossero. E hanno entrambi vissuto con quei Savoia per troppo tempo per non avere una qualche intimità legata alle esperienze vissute. Ma simil cosa vale anche per Marie e Rosa.>

Bruno annuisce e cerca di tornare sui suoi passi: <Non volevo offenderti, è solo che te e Roberto siete abbastanza diversi; anche se avete un bel rapporto, o per lo meno decente, dato che non avete mai sparso sangue dell'altro in salotto o in giardino.>

<Roberto per fortuna non è un idiota.> conviene Carlo <E, beh, potrei definirlo mio amico, per quanto trovo strano usare quella parola.>
<Ah sì?>
E Bruno si odia per quanto la voce rischia di incrinarsi nella gelosia.

<Beh, sì. Anche se tende ad essere un po' troppo compiacente è una brava persona. Ho stima per Roberto. E per gli amici si prova stima, no?> indaga Carlo.
Il trentino ha ormai finito di pulire i piatti e si gira a guardare l'altra regione mentre si asciuga le mani con uno strofinaccio.

<Beh, sì.> concede Bruno <Non solo stima, vuol dire anche voler bene loro e accettare i loro errori.>
Carlo ora pare più confuso che altro: <Voler bene e accettare gli errori di qualcuno non è quello che riservi ad una persona che ami?>
<Anche.> è costretto ad ammettere il trentino e si sente un po' più teso.
Era anche per quello che aveva impiegato un tempo imbarazzante a capire cosa provasse per il piemontese.

<E cosa cambia?> inquisisce il lombardo, che ci sta capendo meno di prima.
Anche perché purtroppo, maledetta mente traditrice!, gli sta facendo venire dubbi su che cosa prova per Giovanna, anche se è certo al 99% non sia amore, per favore!
Lui non ama.
Non ha mai amato.
Né prima, né dopo-

Ok, preferisce non pensarci.
Ma non ha mai amato.
Indipendentemente dal distanziamento dalle emozioni provocato da una risurrezione fatta troppo di fretta.

<Beh, cambia l'intensità. E di solito con un amico, beh... Non vuoi... Ehm... È imbarazzante dirlo ad alta voce.> e Bruno si copre il volto sempre più rosso con una mano.
<Intendi rapporti sessuali?>
<Sì, sì!> pigola la regione più giovane <Sicuramente quello non lo provi per un amico!>
<Mh, okay.>

Però niente è davvero "okay", perché lui con Giovanna vuole avere rapporti sessuali. Cioè. Non è un impellente bisogno, ma non gli dispiace andare a letto con lei.
Ok, con un amico di principio non vai a letto, ma lui e Giovanna non sono neanche amici-

<Per amare qualcuno quindi devi essergli prima amico?>

Bruno si mette più dritto con la schiena, ma evita lo sguardo altrui prima di bofonchiare: <Non è detto. Di sicuro essere amici prima di mettersi insieme con qualcuno aiuta, perché lo ami anche ad un livello diverso e sai già i suoi difetti e come si comporta... Ma non è detto. C'è chi si innamora a primo sguardo, perché qualcuno è così bello e pare subito così simpatico che ti prendi una bella sbandata. Anche se tecnicamente non è ancora amore, lo può diventare facilmente. Però, no, non direi che è un prerequisito, ma è consigliato.>

Carlo annuisce, anche se dentro è sempre più atterrito.
Quindi potrebbe amare Giovanna?!
Oddio, non può essere!

<Ma non ho ancora capito cosa distingue l'amore dall'amicizia? Sono simili, a parte il lato estetico. Quindi la differenza è che con l'amico non avresti mai rapporti e con chi ami sì?> indaga il lombardo, l'agitazione che sta iniziando a montare nel petto.

<No, non solo. Una persona che ami non riesci a togliertela dalla testa, e probabilmente neanche vuoi levarla da lì. Perché ci tieni così tanto, che non pensarci ti farebbe più male che altro. Un amico gli vuoi un bene dell'anima, ma ogni tanto può andare in secondo piano. Chi ami... non puoi. Per un amico potresti essere disposto a fare di tutto, perché un vero amico è lì sempre ed è pronto a darti una mano... ma per la persona che ami non ci devi neanche pensare. Faresti di tutto, senza esitazioni. Perché non ha senso vivere senza di loro, in nessun modo.>

Carlo annuisce lentamente, mentre la tranquillità scioglie il nodo tra le costole e il mondo torna lucido come al solito.

<Grazie per avermelo spiegato, credo ora di aver capito la differenza.> ringrazia Carlo, contento delle proprie conclusioni.
Non ama Giovanna.
Non la pensa perennemente, non come dice Bruno. È una spina nel suo fianco e ogni tanto le viene in mente perché quasi sempre condividono lo stesso tetto, ed è bello fare sesso con lei, ma nulla di più.
Bene così.
Anche perché così si evitano quelle storie che tanto piacciono a Marie e Carmela, in cui c'è un amore non corrisposto che strugge la persona innamorata.

Perché è un atteggiamento estremamente patetico; distruggersi per qualcuno che ti ignora e verso cui non hai nessun dovere.

<Da dove ti è spuntata questa domanda un po' filosofica?> chiede Bruno, ma la sua voce è un po' tirata.
Forse è stanco; anche perché lavare i piatti non gli piace per niente, quello lo sa.

<Mi è venuto un dubbio. Roberto è mio amico, poco ma sicuro, ma mi sono chiesto cosa distingue una persona che stimo come lui, o come Sofia o pure te, da una ipotetica persona di cui sono innamorato.>
Bruno inarca le sopracciglia: <Ipotetica?>
<Estremamente ipotetica.> asserisce Carlo, quasi offeso <Ti sembro il tipo che può diventare un povero idiota per amore? Uno che si innamora, così, a caso?>

Bruno ridacchia e con le sue risate le sue spalle si rilassano mentre ammette tra i risolini: <Hai ragione pure tu; saresti capace di rendere l'amore una transazione economica!>
<Sicuramente sarebbe più chiaro, più veloce e più efficiente di quelle commedie che ogni tanto passano in TV con protagonisti dei completi idioti!> si difende il lombardo.

Il trentino, ancora ilare, commenta: <Oh, per fortuna che il mondo è vario, perché fossimo tutti dei poveri idioti innamorati o tutti distaccati dall'amore come te, sai che noia!>

E va verso l'uscita della cucina e Carlo lo segue, pronto a godersi la -sua- poltrona (tecnicamente non è sua, ma è un dettaglio), ignaro di aver fatto prendere uno spauracchio inutile a Bruno.

Il quale si sente pure un po' idiota per aver pensato di nuovo, dopo ancora più tempo che lo conosce, che Carlo possa essere innamorato di qualcuno, figurarsi poi di Roberto nello specifico!




N/A: intanto Giovanna, sperduta in qualche angolino che ancora non parla con Carmela, si è presa un coccolone e non sa manco il perché.

E niente.
Commossa da me stessa che ho scritto qualcosa. Non qualcosa di decente. Ma qualcosa.
Spero vi sia un minimo minimo piaciuto.
Ciao ciao!

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