255. Dirlo o non dirlo?
<Pago io!> trilla Feliciano e tira fuori una banconota da 10€.
Il cameriere gli dà prontamente il resto usando il piccolo marsupio che fa da cassa ambulante che cinge la vita di vari camerieri di quel locale.
Feliciano ringrazia con uno dei suoi sorrisi smaglianti il ragazzo, il quale augura loro un buon aperitivo per sfrecciare via.
Non sono a Venezia perché nessuno dei due voleva spendere una cifra esorbitante per un po' di alcool solo per comodità.
E dato che in Veneto non c'è solo Venezia, hanno deciso di andare in un bar abbastanza frequentato di Rovigo.
<Beh, tranquillo che non dovevi fare a gara.> nota Giorgio, prendendo il mano il proprio spritz <Mica sono scemo, al massimo avrei pagato per me.>
Feliciano ruota gli occhi e prende una manciata di patatine che mangia, piuttosto che ribattere che, sicuramente, la volta successiva in cui si vedranno, Giorgio troverà un modo sottile ma efficace per offrire a Feliciano una cena intera senza che lui abbia modo di ribattere.
Giorgio beve un lungo sorso dal suo spritz e apprezza che Feliciano non lo sputtani.
Ed è quest'ultimo che rompe il semi-pacifico silenzio con: <Tutto bene con Aleksander?>
Giorgio s'interrompe dal suo lungo sorso. Poggia il bicchiere, prende un pezzetto di pizza e risponde sbrigativo: <Certo che va bene, perché non dovremmo?>
E si chiude la bocca con la pizza mentre la nazione indaga: <Niente di interessante da dire?>
Giorgio lo guarda storto e confuso insieme.
<Non so, in casa; tutto bene? Spero non ci sia qualche dramma... E te e Aleksander?> incalza Feliciano e l'occhiataccia di Giorgio è più limpida del ghiaccio.
<È una domanda lecita!>
<Onestamente? Sembra di essere in mezzo ad almeno due guerre fredde, ma senza il rischio di avere bombe atomiche lanciate in casa.>
Feliciano non apprezza la scelta di parole ma domanda: <Come mai?>
<C'è gente tesa a destra e a manca, a quanto pare.> illustra Giorgio, prendendo delle patatine <Carmela e Giovanna non si parlano e non si capisce il perché e per di più Carmela pare sull'orlo di una crisi isterica, a tratti. E a detta di Rita, la sta fissando molto e con una certa fissità.>
Feliciano arriccia il naso, ma annuisce: <Forse è meglio dirlo a Lovino... Perché nessuno gli ha detto niente? Loro sono sempre così uniti.>
Con ancora in bocca le patatine, il veneto illustra: <Beh, c'è pure Michele che è impegnato ad evitare Franco da quando questi si è fatto spuntare le palle per mandarlo propriamente a 'fanculo.>
Feliciano appare ancora meno contento della cosa.
<E c'è Giuseppe che o fa un baccano della Madonna con Mario o è stranamente muto.> ricorda Giorgio <Ah, sì! E a detta di Aleksander, anche Maurizio si comporta in modo strano.>
<Insomma, un po' tante tensioni.> sorride mesto Feliciano <Me la sono chiamata, ve?>
<Beh, sì.>
Bevono un po' di spritz in silenzio.
<E te e Ale?>
<Cazzo è, un interrogatorio?!>
<Ho fatto una sola domanda! E te l'avevo già fatta. Te sai come va tra me e Ludwig->
<Non per mia scelta!>
<Ma se stai sempre attento quando te ne parlo->
Giorgio scuote la testa: <Niente, ignora quello che ho detto. Come va con il crucco?>
<Va tutto bene ma non è questo il punto. Parlami di te e Aleksander! Se è anche solo la metà di quello che sento con il legame->
<Mi senti?!>
<Beh, ogni tanto sento questa felicità decisamente non mia e allora capisco che sei con Aleksander!>
Giorgio fissa il proprio bicchiere quasi vuoto mentre sente la gola farsi secca, ma ingoiare la saliva risulta difficoltoso.
Spera solo di non star cambiando colore in volto.
E pensa che grazie a quel porco di un Dio non gli interessa fare quelle cose con Aleksander, perché immaginare Feli che sente e sa cosa sta facendo lui con Aleksander come lui sente l'italiano con il tedesco... si seppellirebbe prima di doverlo elaborare del tutto.
O si metterebbe davvero sotto a mettere un freno alla loro connessione che fa altamente come cazzo gli pare.
<Non pensavo ti avrebbe imbarazzato così tanto...> si scusa Feliciano.
Giorgio prontamente alza la testa e spera di cancellare quell'espressione dispiaciuta con la sua replica: <A parte che ho i cazzi miei per la testa, mi dà fastidio che uno sappia i fattacci miei senza che io glielo abbia detto. Ma se sei tu... non è un problema, di per sé. Di te mi fido.>
"Non voglio che tu cambi idea su di me" sono le parole che mancano e che la regione pensa.
E non sa se è perché hanno quello strano legame o perché Feliciano ha qualche potere "psichico" o se è perché lo conosce così bene da potergli metaforicamente leggere nella mente... In ogni caso, la nazione lo osserva ancora più dispiaciuto e domanda: <È per questo che non avete ancora detto niente a nessuno?>
<Perché dovrebbero sapere per forza i fattacci miei?> sbuffa Giorgio. Eppure alle sue stesse orecchie sembra che un "sì" lotti per farsi strada, anche se muto, tra le sue parole.
<Perché so che odi doverti nascondere almeno quanto odi che gli altri si facciano i fatti tuoi.> puntualizza Feliciano.
Giorgio mangia un mini tramezzino con prosciutto e maionese per non rispondere per qualche altro secondo.
Manda giù l'ultimo boccone con il resto dello spritz nel bicchiere, guarda oltre Feliciano e nota: <Beh, a Aleksander certamente non piace che sia ancora tutto un segreto, vorrebbe... beh, abbracciarmi e tutto anche davanti agli altri. E già rinuncia a tanto, almeno questo->
<Quando avete capito chi sei, ha deciso di rimanere con te perché sapeva cosa voleva dire.> assicura la nazione, interrompendolo, il tono secco ma non crudele <Ha scelto e continua a sceglierti. Forse non è come sognava la relazione, ma ti ama e sa benissimo che se vuole stare con te, quello è il come. Ma non sei in debito con lui, su quello.>
Giorgio lo guarda male.
<Gigi, non sei in debito. Non lo sei mai stato. Non su quello. Non è che se tieni a qualcuno e non hanno tutto quello che vogliono, allora è colpa tua, è un difetto tuo.>
E questa volta tocca a Feliciano non pronunciare parole, che però aleggiano tra di loro e nessuno dei due le può ignorare.
<Ma questo posso darglielo... Glielo devo dare.> replica il veneto.
<Non se non lo vuoi. Non... non volevo costringerti a dover dire qualcosa agli altri.> spiega l'italiano <Volevo solo sapere il perché non volevi, perché... secondo me c'è più danno che guadagno a non dirlo, ma la scelta sta a te.>
<Non voglio si facciano i fatti miei, mi sembra chiaro. Ma Aleksander lo vuole dire. E questo glielo devo, lo dovremo dire, non possiamo rimanere segreti per sempre-! Ma...>
Giorgio fissa le proprie mani e lamenta mentalmente come altro spritz l'avrebbe confortato nel parlare di cose contorte come i propri sentimenti.
Digrigna quindi i denti mentre prende un altro pezzo di pizza e continua: <Ma stiamo insieme da quasi un anno e ancora mi sembra troppo presto. Non voglio dirlo. Farebbero domande. Commenti. Provocazioni. Odio quell'attenzione.>
Il silenzio si espande tra di loro e Giorgio prova invano a cacciarlo via masticando altre patatine. Anche se il rumore croccante rende il silenzio meno assordante, non lo scaccia.
Feliciano beve quasi tutto d'un fiato lo spritz che gli rimaneva, poggia il bicchiere con più foga del necessario e osserva Giorgio con una certa determinazione.
<Ti sembrerà strano, ma... quando io e Ludwig ci siamo messi assieme e volevamo annunciarlo pubblicamente, era Ludwig quello che l'ha proposto e quello più entusiasta nel poterlo dire agli altri.> ammette Feliciano.
Il veneto alza le sopracciglia mentre scruta con poca convinzione il "figlio"/fratello/capo/come-lo-si-vuol-chiamare.
Feliciano continua il racconto con un piccolo sorriso in volto: <Anche se è decisamente più introverso lui di me, non vedeva l'ora che tutti ci vedessero insieme e vedere le loro reazioni ei chi gli interessava. Quindi Gilbert e Kiku, principalmente. Però voleva farlo sapere al mondo, perché... Beh, lui aveva fatto tutto un lungo discorso, ma il sunto è che solo perché siamo semi-eterni non significa che dobbiamo solo guardare al futuro e ignorare il presente. E voleva godersi liberamente il nostro amore perché siamo qui e ora, adesso. Abbiamo tutto il tempo del mondo, forse, ma bisogna iniziare da qualche parte questo "tutto il tempo del mondo", no?>
Giorgio rimane in silenzio per lunghi secondi, poi sbuffa divertito e replica: <Capisco perché ti ha convinto.>
Feliciano scrolla le spalle e gli sorride: <Però alla fine è stata una scelta di entrambi ed è questo scegliere come una coppia: scegliere insieme, entrambi acconsentono perché ci credono. C'è una parte di compromesso, ma non c'è solo lei.>
Giorgio annuisce lentamente.
Per fortuna Feliciano richiama l'attenzione di un cameriere, ordina altri due spritz e inizia a raccontare il suo ultimo progetto a tempere d'olio su una tela grande un metro per settanta centimetri.
Il veneto ascolta e di tanto in tanto interviene, grato della distrazione.
Digerirà completamente le parole quando sarà da solo, ma non può che ringraziare tra sé e sé Feliciano per sapere sempre (o quasi) cosa dire.
N/A: spero vi sia piaciuto questo capitolo!
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