237. Connessioni che dan calori e dolori

N/A: capitolo lungo ma ho iniziato a scrivere e poi non smettevo più e ho detto "perché no?".
E quindi ecco qua questo capitolo lunghetto.
Buona lettura!


Giovanna fino a cinque minuti fa, ha pensato che sarebbe stato un normalissimo 17 marzo.
Lovino e Feliciano sono venuti in tarda mattinata, tutti hanno fatto loro gli "auguri" (soprattutto nel caso dei suoi fratelli, è stata un'occasione per tormentare a gratis Lovino), hanno allestito fuori un enorme tavolo, hanno mangiato a più non posso e quando ormai erano quasi le 6, si sono entrambi congedati e se ne sono andati via praticamente insieme, anche se entrambi hanno affermato di avere impegni per i fatti loro.

Già lì Giovanna avrebbe dovuto avere il primo sospetto, perché Lovino, soprattutto negli ultimi anni, tendeva ad andare via più tardi del fratello, commentando la dipartita del gemello con un borbottato: «Tutti baci e abbracci ma scappi perché vuoi scopare con quel crucco là.»
Questa volta nessun commento mentre Lovino le schioccava un bacio sulla guancia e lei ricambiava coccolandolo senza remore, mentre invece il meridionale si ribellava perché non voleva che l'affetto fosse così sbandierato.

Non si accorge neanche, prima di quel fatidico momento, di come Giorgio si sia puntualmente ritirato in camera propria dopo aver svuotato le riserve di alcool appositamente prese per la giornata.

È proprio una stupida, perché come avvertimento ha avuto pure un brivido o due, a pensarci a posteriori.
È altresì vero che aveva ignorato la cosa in quanto, negli ultimi mesi, non era la prima volta che qualcosa del genere succedeva.
E finché non aveva ripercussioni più gravi sulle sue genti o lei, lo avrebbe ignorato bellamente.

E quindi viene colta di sorpresa.
Sta giocando in coppia con Carmela e Vincenzo, insieme a molte delle altre regioni, al gioco da tavola più -tranquillo- che hanno trovato nei primi cinque minuti di ricerca, ossia Trivial Pursuit.

Il trio Giuseppe, Mario e Maurizio sta ascoltando la domanda inerente a "Intrattenimento" letta da Vincenzo quando lo sente.

Non è certo qualcosa di totalmente nuovo, in quanto è una donna e con una certa esperienza alle spalle.
Quello che la fa sobbalzare leggermente, attirando l'attenzione della lucana, è quanto velocemente accada.

Una sensazione di calore, un calore molto fisico e profondo, l'accarezza dal ventre e risale, montando con una velocità pazzesca.

È un formicolio unico, si sente vibrante, una corda tesa pronta a strapparsi.

Stringe le gambe mentre realizza che è più bagnata di quanto dovrebbe essere normale, bagnata come quando-.
Il cervello va in tilt e s'alza di scatto.

Non degna nessuno di uno sguardo mentre si fionda nel bagno più vicino, chiudendo la porta a chiave.
S'appoggia contro il freddo materiale dietro di sé mentre prende profonde boccate d'aria.

Ma il suo corpo continua a scaldarsi, mentre il caldo nel ventre diventa quasi infernale, mentre si sente -fradicia-.
Scivola a terra e si prende la testa tra le mani, disperata.

Cosa le sta succedendo?!
Perché s'è eccitata tutta d'un tratto?!
Non stava pensando a niente, a nessuno, era in semi-abbiocco e tutto d'un tratto-!

Si trattiene dal gemere, a metà tra la disperazione e altro, mentre sente il proprio corpo fremere mentre il calore nel ventre impenna sempre più vertiginosamente e ci si mettono pure certe parti del corpo, che si contraggono spasmodicamente attorno a niente.

Nonostante l'eccitazione che le prende tutto il resto del corpo, la mente continua a urlare mentre il suo respiro rimane errante.
Non vuole essere eccitata in questo momento, non vuole! Perché le sta succedendo?! Basta!

Non sa quanto tempo sta lì, fino a che non realizza che sta passando.
Il calore si sta affievolendo, ha smesso di avere movimenti spasmodici là sotto e forse sta anche smettendo di bagnarsi ulteriormente, anche se è fradicia.

Tutto quello che riesce a chiedersi è cosa le sia successo.

Qualcuno bussa alla porta e la voce di Carmela la raggiunge: <Ma', stai bene?>
<Sì, scusa, non so cosa mi sia preso. Cinque minuti e torno.> risponde Giovanna, anche se non è molto sicura della sua stessa voce.

Ma la lucana non ribatte, preferendo forse avventarsi su di lei in un secondo momento, e se ne va dopo un «Ok, ti aspetto.»

E mentre la sicula è ancora seduta per terra, scombussolata e con le ultime fiamme lussuriose che si spengono dentro di lei, chissà come, connette i puntini così tanto disparati e distanti tra loro che la situazione assurda fa il giro e diventa possibile.

E ha paura dell'immagine.
Spera di sbagliarsi.
L'unico modo per capire se ha ragione, è chiedere a Giorgio.
Ma se la sua teoria è giusta, sicuramente non gliel'ho può chiedere ora.

•~-~•

La mattina dopo, non senza aver ingoiato un po' di orgoglio, Giovanna s'avvicina al veneto e gli chiede: <Possiamo parlare un attimo in privato?>

Giorgio, che quella mattina a quanto pare s'era svegliato di malumore (e quello confermava solo la sua tesi!), la fissa stranito per un secondo. Poi spalanca gli occhi per tornare in fretta ad un'espressione "pacatamente incazzata", per così dire.

Indica nella direzione generale della porta sul retro, annuendo, e avviandosi in quella direzione.
Lo segue, mentre la sua idea bislacca-ma-neanche-così-tanto-bislacca sembra diventare sempre di più la verità.

•~-~•

<Quindi ieri sei stata iniziata?> domanda Giorgio.
Giovanna pensa che se fosse stato Giuseppe, le avrebbe detto "sverginata" invece di "iniziata", aggiungendo subito dopo "proprio come Lovi!". Per fortuna Giorgio non è come Giuseppe.
Le basta la sua testa.

<A cosa?> domanda facendo la finta tonta.
Non vuole ammetterlo fino a che non è 1000% sicura. Per ora è solo al 998% sicura.
Giorgio le lancia un'occhiata poco divertita, emette un grande sospiro e spiega: <Una cosa tipo: calore infernale improvviso, non voluto, totalmente orribile, non tuo, che ti prende le parti intime e stai lì a soffrire senza capire perché e per come.>

<Spiega abbastanza bene, già. Ma non è così tremendo, dopo la prima volta.>
Il veneto la fissa stupita.
<Il tuo ha scopato anche stamattina? Wow, neanche Feliciano ci è riuscito e quello là è peggio di un coniglio.>

Giovanna arrossisce un poco, e si sente meno sola nel vedere come comunque l'espressione di Giorgio sia estremamente sofferta. È imbarazzante parlarne.
Ma devono parlarne, no?
<Beh, sì. Diciamo che stamattina è stato improvviso, ma una volta che te lo aspetti... è solo imbarazzante. E traumatizzante. Perché non vuoi sapere così tanto nel dettaglio come e quanto quello che hai cresciuto come tuo figlio-fratellino stia facendo sesso.>

<Beh, per me è pure schifoso sempre e comunque. Tanto schifoso. Ed è così da oltre 20 anni, quindi dubito cambierà la mia sensazione di qui a poco.>
<Ma sei uomo.> nota intelligentemente Giovanna.

<E con ciò?> il settentrionale alza le sopracciglia in confusione.
Giovanna butta all'aria il minimo di discrezione e orgoglio (perché non è una persona sboccata che parla di cose private così liberamente, sua madre l'ha allevata bene! Non è riuscita a fare altrettanto, però...) e nota: <Non devi faticare per segarti. Fai un po' su e giù con la mano e via. Non ci metti trent'anni che allora fai prima ad aspettare che vada via da sé o facendo una doccia gelata.>

Giorgio la fissa disgustato, arretrando di un passo o due nell'orrore: <No?! Che schifo! Io non mi tocco!>
Ora tocca alla sicula stupirsi e gli chiede: <Come è possibile?>
<Beh, non mi tocco e basta! Possiamo parlare d'altro?!>
<Quindi vuoi tornare a parlare di come Feliciano o Lovino scopano con i loro fidanzati?>

<No, grazie. È solo per dire che mi fa schifo. Io non mi tocco. E ora basta parlarne! Volevo solo sapere se anche te sei costretta a questa tortura ora, ma a quanto pare non ti influenza...>
<Certo che mi influenza, ma non ho una reazione esagerata come te!>
<Io non ho una reazione esagerata, mi disgusta punto e basta quando il mio corpo diventa così caldo!>

E Giovanna si ricorda improvvisamente di un uomo di molti secoli prima e di quel suo discorso che l'aveva sempre incuriosita, perché era stato tremendamente sincero.

«Ti trovo bella, stupenda, e non sei la prima donna che trovo così regale. Ma per me sei bella come una statua e nessun uomo sano di mente vuole fare l'amore con una statua, cara. E sicuramente gli uomini non li trovo interessanti. Mi piace ammirare, mi piace accarezzare la tua morbida pelle e mi piace baciare quelle labbra rosee che ti ritrovi. Ma niente di più. Non ho mai capito l'amore carnale. E forse sono sbagliato, perché Dio ha dato un istinto all'uomo affinché si possa procreare. Ma sono intelligente e sono di giusta morale, lo so, quindi forse non sono così abominevole come qualcuno può sussurrare. Non volevo illuderti, dolce dea.»

Forse Giorgio è così, come quello strano uomo, ma molto meno delicato e molto meno interessato alle donne, al loro tocco e al tocco delle persone in generale.

La sicula allora si ritrova a sospirare e borbottare: <Scusa. Non è colpa tua se reagisci così. Mi spiace che oltre lo schifo che provo io, sei disgustato da come il tuo corpo reagisce. Purtroppo su quel versante non posso capirti.>

Il settentrionale inclina la testa di lato e, con una così limpida sorpresa che per un tremendo attimo le ricorda Feliciano, risponde: <Nessuno mi capisce. Tranquilla. E mi spiace dirlo, ma sono contento di non essere più solo.>
<Anche se ci sei dentro da oltre 20 anni?>
<Già. Almeno ora posso vedere se davvero Feliciano è quasi borderline dipendente dal sesso come penso per quante volte lo fa o se Lovino è pure peggio.>

<Non sarà così tragico come dici te, sei te che sei disgustato e basta e quindi ogni volta è una volta di troppo.>
Giorgio le riserva un sorriso tutto denti e niente dolcezza e commenta: <Vedremo.>

•~-~•

All'inizio, sembra aver ragione lei.
Lovino a quanto pare è puritano, in quanto al massimo ha altre scariche delicate nel corso dei mesi successivi (che Giorgio le spiega mal volentieri che, probabilmente, vuol dire che si fermano prima del grande atto).

Poi però tutto tracolla, come tracolla la vita sentimentale di Lovino, perché si lascia con il portoghese per via di alcune ingiurie nei suoi confronti (potesse sapere chi osa dire in giro che Lovino è una troia traditrice lo ucciderebbe dopo lunghi giorni di torture). Ciò accade perché, a detta di Lovino, il rappresentante del Portogallo è molto suscettibile a dubbi e tormenti che poi lo fanno agire erroneamente in preda al tentativo di smentirli e insieme affermarli, pur di trovare una qualche pace mentale.

Le si stringe il cuore mentre Lovino confessa tra le lacrime che è stata una scelta mutuale, seppur sofferta, perché entrambi sapevano che Henrique avrebbe finito per crederci, in una parte orribile del suo cervello, e nessuno dei due poteva sopportare l'idea.

Le è sembrata la più grande cazzata al mondo? Assolutamente sì.
Avrebbe voluto urlare a Lovino che avrebbe dovuto sbandierare a gran voce il suo amore e la sua fedeltà al suo fidanzato fino a che non avesse creduto solo a lui e non alle dicerie? Con ogni probabilità.

Ma mentre Lovino le piange contro la spalla ripensa a Iris, a come la sua stessa mente la tradisse e la facesse impazzire, a come Francesca ogni tanto pare essere soggetta ad un destino ancora più cruento e come Maurizio, inspiegabilmente, sia spesso palesemente incerto anche sulla propria ombra.
Ripensa a Giorgio e a quell'umano il cui nome ha dimenticato, a come sembrano apparentemente "contro natura", eppure non lo sono, ovviamente.

E allora realizza che, purtroppo, era davvero l'unica scelta in cui ancora potevano avere scelta.
E Lovino ha passato troppo tempo sotto il controllo degli altri per non voler prendere la situazione nelle sue mani, per quanto dolorosa, piuttosto che aspettare che il tempo e gli altri decidessero per lui, senza di lui.

•~-~•

Per un po' niente, ovviamente.
Poi riprende.
Quel calore della prima volta, altrettanto se non più potente. Ma è soffocato da qualcos'altro, un sentimento che le attanaglia le viscere in una presa dolorosa e che le fa pizzicare gli occhi.

Senza sapere perché, si ritrova a piangere lacrime silenti e salate mentre il suo corpo viene scosso da quel lussurioso calore infernale.

•~-~•

Chiede a Giorgio dopo due settimane dalla prima volta che succede; due settimane in cui quella sensazione di calore e dolore la avvolge quasi tutti i giorni, in alcuni casi pure più volte al giorno!
Sta impazzendo.

Ora non piange più, ma quel dolore la investe puntualmente come un treno ad alta velocità.

Giorgio aggrotta le sopracciglia, confuso.
<Strano. Di solito il loro dolore lo sentiamo perché stanno soffrendo o fisicamente o emotivamente. Ma tanto. Soprattutto contando la distanza, non è in Italia, no?>
<Non è né a Palermo né a Roma, poco ma sicuro.>

<Lovino è ancora peggio di Feliciano, allora, a livello emotivo. Mi stupisce e allo stesso tempo no.> e intanto si gratta la guancia pensieroso.
<Perché?> quasi sibila, un po' indispettita, senza una vera motivazione. Il continuo sali-scendi di emozioni la sta facendo ammattire, probabilmente.

<Perché tende a reprimere tutto, quindi uno può pensare "Beh, non ci sono tante emozioni, se è sempre incazzato". Ma allo stesso tempo pensi "Però può fare finta di non provare altro se rabbia e poi dentro è un casino unico". E ovviamente è la seconda. Almeno Feliciano per quello è più facile. Può nascondere e fare finta di essere il più grande cretino del mondo quando lo è solo in parte, ma riesci sempre a capire come sta, lo leggi facilmente. Lovino suppongo di no, è più a tentoni, mh?>

<Già...> sospira la sicula <Quindi non hai idea di che può essere?>
<Forse ce l'ho. Non ti sto ad annoiare con i dettagli, ma mi ricorda quella volta in cui avevo sentito un dolore come dici tu, anche se più leggero, insieme ad una scarica. Confuso, mi sono subito recato a Venezia, perché era lì, e ho visto da casa sua uscire un umano alto, muscoloso, biondiccio e dagli occhi verde-blu. Era lampante chi Feli ci vedeva al posto di quell'umano, o almeno ci aveva provato. Mi aveva detto che l'ha cacciato quasi subito perché non sarebbe riuscito a vivere con sé stesso dopo aver usato qualcuno in quel modo. Oltre che la somiglianza da un lato era un aiuto e dall'altro era una tortura. Perché gli ricordava quanto fosse vicino e lontano insieme chi voleva.>

<Quindi dici che Lovino sta provando a rimpiazzare il suo fidanzato?>
<Mica era ex? Giuseppe era tutto lagnante e quindi Aleksander era tutto lagnante per osmosi e io mi sono subito la lagna.>

<Sì, ma non spero per tanto. Perché stanno così bene insieme, sono state le circostanze un po' del cazzo...>
<Cosa è successo?>
<Storia lunga. E strana. E contorta. Per un istante avrei voluto mandarlo a 'fanculo. Ma poi ho capito, circa, perché si sono lasciati. Non l'ha reso più semplice da digerire. Però grazie per l'aiuto, proverò a indagare quando mai lo vedrò.>

Giorgio annuisce e con un mezzo ghigno, senza però reale cattiveria dietro, commenta: <Non l'avrei mai detto che avremmo finito per fare il mini circolo, noi due, su questa connessione stronza tra noi e quei due là per poi parlare in generale della loro vita sentimentale. Ma eccoci qua.>

Si volta per rientrare in casa, ma a metà strada si gira un attimo per dirle: <Fammi sapere poi che scopri, eh!>

•~-~•

In tutta verità, ci vogliono mesi prima che incontri Lovino.
Ed è un po' una coincidenza, perché era a Palermo quella giornata per fare prendere aria alla sua casa e perché a Roma c'era una tensione palpabile tra lei e Carlo. Per il bene di tutti, ha preferito andarsene affinché tutti si sbollentassero, anche se poi sa che il lombardo glielo avrebbe rinfacciato.

Ne è valsa la pena, però, perché appunto ha rivisto Lovino, che ha schivato vari suoi tentativi di incontrarsi con lei.
Appena si accorge sia lui ad aprire la porta d'ingresso, si fionda sul fratello/figlio/capo e lo stritola senza remore, tempestandolo di baci su tutto il volto mentre intanto gli dà i pizzicotti dove capitano le mani e lanciandogli nomi in messinese stretto.
È comunque felicissima.

Ci mette un attimo a realizzare che non è solo e che Lovino ha addosso un odore non solo suo, ma lo ignora fino a che Lovino non la fa staccare e la introduce formalmente a Spagna, che realizza essere l'intruso di cui Lovino porta l'odore.

Gli sorride e gli stringe la mano e nota come la sua intera postura si sia rilassata a carpire che è un territorio di Lovino e si presenta come il fidanzato del meridionale, anche se quest'ultimo gli dà un colpetto sul braccio e borbotta che non è proprio così.

Ridacchia all'atteggiamento di Lovino per mantenere una facciata, ma in cuor suo, per una volta, concorda con il suo atteggiamento spinoso di auto-difesa. Perché dice la verità.
Non è il suo fidanzato o, per lo meno, non chi vorrebbe che fosse.

Perché Lovino le ha fatto vedere alcune foto di Portogallo e le ha accennato che lui e lo spagnolo sono fratelli ma si odiano.

Come capitato a Giorgio, è lampante il tentativo dell'italiano. Invece di essere lui colui che provano a rimpiazzare perché non possono avere il gemello "migliore", è lui che cerca nell'altro il fratello che non ha più per una serie di circostanze del cazzo.

Per Antonio, Spagna, la cosa non è così, però. È fiero di avere Lovino vicino, di poterlo chiamare fidanzato, lo osserva con una certa possessività che potrebbe essere scambiata per passione e fedeltà, se Giovanna non fosse brava a riconoscere la cupidigia su un volto maschile.

C'è qualcosa sotto.

Il suo stomaco le dice che quello sguardo spiega molte cose.

Perché Spagna conosce Lovino. E lo spagnolo odia ma insieme deve conoscere bene il fratello, no?
E se Henrique e Lovino stavano insieme e Antonio guarda Lovino con quello sguardo... che cosa era mai il temporaneo dolore di Lovino, con qualche diceria contro di lui, se sapeva che fossero la spinta giusta per far rompere i due, subito o di lì a qualche mese?

La realizzazione la colpisce mentre li sta già salutando ed è pronta a tornare a Roma.
Guarda dietro di sé la porta d'ingresso della casa da cui è appena uscita. La rimane a fissare per lunghi minuti, indecisa se impietosita dalle scelte di Lovino e ritornare dentro per scuoterlo e dirgli di andare contro a ciò che è "giusto" perché merita di avere gli occhi sempre vispi, non quasi spenti come poco prima.
O se entrare solo perché sa che tipo di essere è quell'Antonio e non può sopportare che Lovino, nel tentativo di riempire il buco nel suo cuore, si stia lacerando, e nel mentre beneficiando solo colui che, con ogni probabilità, lo ha reso così triste.

Si ferma dall'entrare quando realizza che probabilmente Antonio lo sa.
E ad Antonio va bene. Perché tanto sono semi-eterni e c'è tempo per convincere Lovino a dimenticare e a volere solo lui.
E sicuramente Lovino è sulla buona strada per essere manipolato. Ma nello stato in cui si trova, neanche lei potrebbe smuoverlo, perché ricercherebbe solo chi può riempigli a metà quel buco e non è lei.

Digrigna i denti mentre sente una prima scossa attraversarla.
Sarà per la poca distanza, ma la scarica debole è travolta da un dolore così profondo che non si stupirebbe se Lovino piangesse mentre fanno e mentisse, assicurando siano lacrime di piacere.

Guarda verso il cielo e prega.
Prega Dio, onnipotente e sempre pronto a perdonare, e la Santa Vergine, così pura; e prega che possano rischiarare la mente di Lovino.
Prega Zeus, il più potente degli dei, Era, protettrice del matrimonio e della famiglia, e Afrodite, dea dell'amore; e prega che possano far riavvicinare Lovino ed Henrique, perché quell'amore è degno di essere vissuto, anche se sofferto.

Ha purtroppo paura che l'orgoglio e la paura delle due nazioni possa essere più forte delle sue preghiere e del potere di chi ha invocato.

•~-~•

Per fortuna si è sbagliata.
Dio e gli dei l'hanno ascoltata.
Crede che sia stata una baraonda di cui Lovino le ha risparmiato i dettagli, e onestamente la cosa che le importa è che Lovino è di nuovo con chi ama davvero.

Sono entrambi pronti a provarci, anche se hanno paura e sono ancora orgogliosi. Ma quello che provano mutualmente è più forte e ne vale la pena.
È contenta.

Ormai basta solo un cenno con la testa verso Giorgio per uscire insieme e chiacchierare.
Gli altri sanno che è meglio non immischiarsi dato che, dopo una sfuriata involontaria del veneto, hanno scoperto che parlano dato che sentono quando quei due lì "fornicano" (parola usata dal veneto che la fa ridere al ripensarci perché tra tutti i modi per dirlo ha scelto quello).
Anche se alcuni sono morbidamente curiosi, nessuno osa intromettersi. Se sanno qualcosa, è quello che loro due dicono in presenza di altri a voce alta.

Tipo la gara a vedere chi soffre di più per mano dell'italiano a cui sono connessi.

Giorgio sogghigna nella sua direzione e incalza, gioviale: <Embé?>
<È tornato fidanzato.>
<Quello ovvio, Giuseppe ha rotto le palle a Franco affinché facesse un video a riguardo come lo voleva lui affinché lo potesse mandare a Lovino.>
<L'ha mandato a 'fanculo, per tua informazione.>
<Nessuna sorpresa.>

Un attimo di silenzio.
<Come stai?> chiede lui.
<Bene. Nei limiti del possibile. C'è sempre un botto di caldo in questi giorni, sai? Però non sento più dolore, quindi sono felice.>

<Chissà quanto tempo ci metterai per smettere di essere felice per loro e solo sperare che non facciano un voto di castità.>
<Scommetto neanche un'altra settimana. È comunque poco piacevole essere colta così all'improvviso da certe sensazioni, eh!>

<Bentornata nel club per intero!> la percula Giorgio.
<Che onore!> ricambia con lo stesso tono lei.
Ma va bene.
Lovino è felice.
Può sopportare, anche se forse male, il calore che ne segue.

E comunque ha Giorgio con cui lamentarsi quindi, ehi, non deve impazzire!


N/A: mi è piaciuto e ci tenevo a scrivere questo capitolo perché:

- è un argomento a cui ho già accennato alcune volte ma non avevo mai esplorato e mi andava quindi perché no?
#giustiziaperGiorgiochesoffredadecenni

- perché mi permette di parlare della PortMano e di darvi alcune info sulla loro relazione perché giustamente l'unico essere che li shippa sono io in Italia e non c'è una "lore" di sotto più o meno chiara, come invece capita con la Gerita.
E giuro che piano piano scrivo il terzo capitolo della PortMano, ma sono lenta e va a tratti e non so come rendere lo sviluppo del loro amore senza sembrare troppo affrettata qwq.
(Anche perché originalmente questa ship nasce da una roleplay e tra roleplay e storia c'è abbastanza differenza di tempistiche/modalità, ecc..)

Ah, comunque domani parto per la Sardegna per due settimane e indovinate chi non ha neache mezzo capitolo pronto?
Iooooo!

Cercherò comunque di pubblicare e trovare dei ritagli di tempo e soprattutto voglia creativa per scrivere i capitoli.

E dopo questo enorme sproloquio, giuro che la smetto!
Ciao ciao!


P.S.: inoltre ho iniziato a scribacchiare anche quella storia a tema Harry Potter, per ora ho scritto un capitolo anche se ho una idea di come può essere la trama totale, ma ovviamente la mia voglia poi di scrivere effettivamente è furbetta.
Ma do priorità alla PortMano.
Forse.
Se il mio cervello collabora.

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