208. Fiori nei capelli

N/A: oggi un capitolo ambientato nella storia ma che non c'entra una bega con la sua epoca
Quindi, per ricordare:
Nicola= Michele
Vittoria= Carmela
Giordano= Vincenzo

Buona lettura e spero abbiate passato buone feste e, per chi non è travolto da esami o compiti, stia passando ancora dei bei giorni!


Giordano traccia assente cerchi e figure astratte, tutte curve con un inizio ed una fine che si perdono e intrecciano, con un bastoncino nel terreno del giardino.
Che qualcuno lo noti e lo rimproveri, non gli interessa. Deve staccare la testa.

Da cosa, è difficile da spiegare.
Da quando ha avuto il primo ricordo di quella sua vita passata, si è chiuso. Si è sentito tradito dalla "madre", che ora è anche la sua assassina. Ma fatica a conciliare la visione di quella ragazzina che parla di morte in modo spensierato e quella ragazza e giovane donna che ha cresciuto lui e i suoi fratelli nonostante il mondo colasse a picco, nonostante non abbia mai voluto essere una madre.

Sono la stessa persona? Sì, perché Isabella è contraddittoria e pecca come tutti loro. Ma può perdonare di averlo deliberatamente ucciso, senza apparente rimorso?
E davvero è stato ucciso? Quello che ricorda è una pallida ombra di sé, è il lascito di qualcuno che gli assomiglia ma a cui non è uguale. Anche Isabella lo dice. Anche perché, chi ormai si definisce italico nelle sue terre? Gli italici sono stati cancellati dalla storia tempo orsono, per come erano intesi da quel vecchio sé, da quell'essere a cui legato.

Non ci capisce niente.
Sa solo che, quando quei sogni/ricordi gli riempiono le notti, si risveglia con questo duplice dolore al petto. Il primo porta il suo cuore ad essere dilaniato dalla più dolce delle lame, mentre sembra ricordare con malinconico affetto quei momenti. E il secondo costringe il suo petto a comprimersi, a schiacciare quella sensazione, a piegare tutto ad un senso di disagio; si sente come un bimbo che è visto solo come il riflesso del padre e non come qualcuno a sé stante, per quanto il padre sia blasonato.

E poi, quel giorno...
Scuote la testa.
È solo uno sciocco, uno sciocco che ha pensieri illogici. Sbagliati. Peccaminosi, addirittura.

Una forza lo prende per le spalle. Mentre urla viene tirato indietro. Sbatte la testa contro una zona dura, mentre il gomito si conficca in una zona morbida.

Con occhi spalancati fissa Nicola che annulla la presa e si copre il punto ferito dal gomito, sullo stomaco.
<Ahia, non c'era bisogno di essere così violenti!> lagna il fratello.

<Hai voluto spaventarlo e ora paghi le conseguenze.> invece Vittoria lo reprime, scuotendo la testa in disapprovazione.
<Che cosa volete?> balbetta Giordano, mettendosi seduto e girandosi verso i due fratelli.

<Volevamo tenerti compagnia.> spiega Vittoria <Negli ultimi giorni ci sei parso... triste. E ci siamo preoccupati.>
<Non è niente di importante.> sospira il calabrese.

<No, qualcosa ti turba.> ribatte Nicola, che sembra aver già dimenticato la gomitata nel ventre.

<È... è un problema mio.> nota Giordano <Non capireste.>
<Prova.> lo sfida Vittoria, che corruga poi le sopracciglia. Riflette per lunghi secondi sotto lo sguardo confuso e incuriosito dei fratelli, per poi esclamare: <Riguarda quel vecchio te, vero?!>

Giordano non risponde.
Non trova una risposta efficace e quella è la sua condanna. La conferma per gli altri.

Si spostano e si siedono ciascuno per lato. Vittoria gli poggia una mano sulla sua mentre Nicola chiede: <A cosa pensi?>
<Sono stupidi ricordi... O sogni. Niente di rivoluzionario. Solo... non so. Mi sento combattuto. Voglio tornare a quel tempo, ma io non so di che tempo si sta parlando. Ho paura che la mia testa si spezzi in due.>

<Cosa ti "manca" di quel tempo?> chiede Nicola, provando a trovare un compromesso.
<È difficile... L'atmosfera. I vestiti. Le acconciature. Le armi. Lo stile di vita. Ma non ricordo praticamente niente. È tutto sfuocato. Eccetto...> e si tortura una ciocca di capelli che gli ricade sul volto.

Da quando ha iniziato ad avere quei sogni, ha deciso che voleva lasciarli crescere. Qualcosa dentro di lui si ribellava al pensiero di tagliarli corti come sempre.

<Sì?> lo incalza Vittoria, che lo osserva attentamente.
<È... una cosa sciocca. E sbagliata.>
<E tu dilla!> lo esorta la lucana <Non ti giudichiamo!>

Giordano riflette per lunghi secondi e poi ammette: <In questi... sogni, però, vedo nitidamente le capigliature di queste donne, di queste umane, che si sposano. Sono stupende. Trecce costellate di fiori e capelli raccolti e nascosti, creando una capigliatura quasi surreale. Anche gli uomini hanno decorazioni, anche se più... sottili. Foglie o piccoli fiori, vicino alle tempie. Simboleggiano qualcosa, non mi ricordo cosa, ma sono bellissimi... sia lei, sia lui.>

Vittoria gli gratta delicatamente la nuca e sussurra: <Se vuoi possiamo intrecciarti i capelli. Sai benissimo che io e Nicola siamo esperti. E anche se sono più lunghi del solito, sono abbastanza corti e in due non impiegheremo troppo tempo.>

Giordano annuisce, non riesce a smuovere il blocco che ha in gola. Fissa i fratelli con eterna gratitudine e i due gli rispondono con un sorriso raggiante.
<Allora io cerco i più bei fiori del giardino, non m'importa di quegli umani sempre arrabbiati. Tu vali molto di più di qualche cretino.> e Vittoria s'alza e va verso una zona precisa del giardino.

<Secondo me faremo più trecce. Non dureranno tanto, non abbiamo nastri con cui legarteli.> nota un po' spiaciuto Nicola, passando delle dita tra i capelli del fratello, per accertarsi che siano districati e, in caso contrario, sciogliere i nodi lui stesso.

<Sarà perfetto.> assicura Giordano <Forse mi toglierà questo tormento dalla testa. L'importante è quello.>
<In ogni caso, se mai ti passasse e poi tornasse o semplicemente ti piacerebbe di nuovo avere i capelli intrecciati, basta dirlo. È una bella sensazione.> e Nicola ridacchia <Una volta che ti abitui a qualcuno che ti intreccia i capelli, è difficile smettere di chiederlo.>

Poco dopo Vittoria torna con le mani cariche di fiori e si mettono all'opera, lasciando al cinguettio degli uccelli e gli altri suoni della natura a riempire il pacifico silenzio.
In fretta giungono al termine, ma Vittoria lascia a Nicola il compito di finire l'ultima treccia per andare a recuperare lo specchio e far ammirare a Giordano il bel lavoro.

In fretta Nicola finisce e gli dà una leggera pacca sulla schiena, commentando che hanno fatto un bel lavoro, e la lucana torna con lo specchio.

Il calabrese ha quasi paura del riflesso che incontrerà finché non lo vede e rimane estasiato. È anche più maestoso degli sposi in quei sogni/ricordi e forse anche più felice.
Appoggia con cura lo specchio per terra, un sorriso che gli va da un occhio all'altro, e si gira verso i fratelli.

A sorpresa li stringe a sé e i due ricambiano l'abbraccio, contenti di aver aiutato il fratello.
E si godono l'abbraccio nella quiete del giardino.

Giordano richiederà il simil desiderio poche volte nel corso dei secoli, ma Vittoria e Nicola lo esaudiranno sempre col sorriso sulle labbra.



N/A: un momento cute, spero vi sia piaciuto!

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