205. Speciale! - Il multiverso alla Ary, disagiato brutto [P.2]

... E una rappresentazione a grandezza naturale di Alexander fissa i Vargas!
La figura disegnata si muove sui due lati della base, come se stesse provando a saltare in un modo goffo. Inoltre l'espressione della figura da neutrale passa ad avere un sorriso disegnato sulla faccia e una nuvoletta di testo, come nei fumetti, spunta accanto: <Wow, ho fatto tipo come Pinocchio ma meglio!>

<Perché sono un cartonato?!> strillò Aleksander, avvicinandosi agitato.
<Beh, ogni tanto la vita va così e ti devi attaccare al cazzo.> ribatte acido un doppione di Maurizio.
Ma anche lui ha qualcosa di strano, anche se non ai livelli di Aleksander.
Sembra... quasi un fantasma. Incorporeo. Semi-trasparente.

<Beh, a te è andata meglio, facile parlare.> nota l'altra-Sofia, grattandosi il capo.
<Chiudi la bocca, Emilia, sprechi solo ossigeno.> s'intromette l'altro-Domenico, che fulmina la regione interpellata.
E anche lui è una figura semi-trasparente!

<Come è possibile che loro due siano così... così?> domanda confusa Angela, che cerca con lo sguardo un'altra sé, ma non la vede (e questo la spaventa non poco).

<Chi cerchi? Posso aiutare, eh!> s'intromette l'altro-Franco, che tra un po' salta due metri pure di apparire nel campo visivo dell'umbra.
<L'altra me. Umbria.>

<Oh, un altro che cambia del tutto!> s'emoziona il molisano e indica un tappetto dai capelli lunghi che spalanca gli occhi all'essere indicato.
<Oh.> dicono all'unisono le due Umbria.

<Cooooomunque.> e l'altro-Domenico attira l'attenzione di nuovo su di sé <Siamo in questo triste stato per colpa della sua testa bacata!> e indica l'autrice.

La ragazza si porta una mano al petto e spalanca la bocca in uno shock volutamente esagerato. Aggiunge subito dopo, incrociando le braccia: <Ho scritto quando avevo 14 anni e non so niente di geografia tutt'ora! In più, avevo poche idee per gli stereotipi. Alcuni li ho dovuti chiedere a dei miei compagni di classe di allora...>

<Che saranno affidabili come te, se non di più.> insinua acido Carlo, incurante delle possibili conseguenze.
Ma l'autrice lo ignora mentre ripensa al suo passato. Fa finta di asciugarsi una lacrimuccia per poi commentare: <Ah, che bei ricordi, nonostante i traumi di quegli anni!>

<Senza offesa, ma come fanno i traumi a far pensare a bei ricordi?> domanda una regione "originale" e a svariati Vargas casca la mascella dallo shock.

<Quello sarei io?!> strilla Carlo, additando con disgusto la sua copia sputata.
Masticata e sputata e nel senso più dispregiativo del termine.
La fisionomia è la stessa del "dolcissimo" lombardo, ma pare un'altra persona, per come si porta. Chiuso nelle proprie spalle, quasi ricurvo, mentre alza timidamente una mano per attirare l'attenzione.

È quasi grottesco fissare la faccia del lombardo accartocciarsi nello spavento mentre balbetta: <Che è successo? Che ho fatto?>
<Esisti.> fa la battuta una ragazza che gli dà una pacca sul braccio e poi si mette a ridere, piegandosi a metà.

Un'altra ragazza vicino a lei fissa Lombardia con un pizzico di pietà, poi poggia una mano sulla schiena della regione ridente e l'ammonisce: <Campania, suvvia, la cattiveria non ti porterà mai del bene nella vita, infatti->
<Oh, sta zitto Lazio!> la ammonisce Basilicata, per poi scuotere la testa sconsolata.

<Sono una strafiga!> si emoziona Giuseppe. Campania lo squadra, arriccia il naso e ribatte: <E tu sei basso.>
Il povero cuore del campano si spezza.

Mentre Carlo continua a non capacitarsi della sua controparte e si avvicina per esaminare le vesti che trova "stracci".
Intanto Mario domanda: <Perché sembro una maestra di yoga?>
<Maestra di yoga?! Io sono una buddista! Una buddista che sa quello che dice! Capisco essere offuscati, ma questo... è davvero grosso come insulto.> sospira Lazio.

Campania nota con un ghigno in volto: <È uno sciocco anche lui, su, non ci pensare.>
<Ma perché ti sto antipatico?!> lamenta Giuseppe.

<Ohi, mio fratello non lo insulti, sua versione riuscita male!> s'intromette Carmela, mani sui fianchi e sguardo truce rivolto verso Campania.
La regione additata, sempre sogghignante, si scosta i capelli e commenta: <Perché è divertente stuzzicarti.>

<Beh, non è un comportamento decoroso.> nota una ragazza vestita come se dovesse andare a fare una serata di gala, poggiandosi una mano delicatamente sul petto.
<Ora non ci serve una lezione di etichetta, su, Calabria!> la interrompe un altro Roberto che però sembra essersi messo la magia al rovescio (e in realtà ha anche i pantaloni dentro-fuori).

<Sono... una ragazza? E così... eccentrica?> si stupisce Vincenzo.
<Sofisticata.> lo corregge il suo alter ego, con un delicato movimento di mano, che poi torna vicino al busto.

<Roby, sono contenta di avere te, sai?> invece nota Marie, additando con una smorfia l'altro-Roberto.
<Che cos'ho che non va?> si lamenta Piemonte.

<Punto primo, hai la maglietta messa male. Punto secondo, hai pure i pantaloni messi dentro-fuori. Punto terzo, hai una ciabatta e un infradito ai piedi-> ma la lista pungente di Abruzzo viene interrotta da Piemonte che sbuffa e ribatte: <Capito, capito.>

<Tu non capisci mai niente. Anzi, non ascolti mai niente, pure peggio! Fai tutto sempre come ti è più comodo. Fai sembrare Emilia un genio, in confronto, -por Dios-!> s'aggiunse Toscana.
<Grazie.> gioisce l'ignara Emilia.

<Perché ci stai lasciando fare queste introduzioni... sconclusionate?> domanda invece un'altra-Giovanna, interrompendo un discorso.

<Perché è divertente e perché sono pigra? Che ti importa? Non ci hai fatto una figuraccia!> risponde l'autrice.
<Perché di sicuro la farò e non posso fare una brutta figura! Quegli altri lì possono badare a se stessi e fare le loro figuracce, ma io-!> e con un gesto Sicilia indica le altre regioni del Sud che subito protestano.

<E poi dite che io faccio tutto alla bella e buona. Lei parla senza pensare!> si lamenta Piemonte.
<Giusto ogni tanto. E di solito è gentile, suvvia.> nota un'altra-Marie, i cui capelli piastrati e look da anni '50 lasciano un po' di stucco.

<Devo provare un look del genere!> s'entusiasma Marie.
Invece Valle d'Aosta arriccia il naso e ribatte: <Come mai hai quella erre?!>

<Ce l'ho e basta? Che ha di male?> chiede la valdostana.
<È una erre alla francese, è inaccettabile!>
<Perché?>
<Perché è francese!>

<Condivido.> s'aggiunge Giorgio, mentre invece Marie incrocia le braccia al petto e fulmina la sua controparte.
<Non mi vergogneró mai di avere radici francesi, a differenza tua!> asserisce.

<Dovresti, invece.> insiste Valle d'Aosta.
A Marie prudono le mani per evocare la sua balestra.
<Perché sei una regione italiana, non francese, e solo questo deve interessarti.> continua la regione.

Prima che Marie possa evocare la balestra, si stupisce all'udire Bruno inquisire: <Che mentalità è? Tipo i fascisti che volevano cancellare qualsiasi cosa che non fosse italiana?!>

<No!> ribatte un altro-Bruno, che ha i capelli biondi tinti malamente di castano.
Aggiunge: <Semplicemente, perché ossessionarsi con qualcosa che non sei?>

<Beh, io sono in parte francese, come tu> e Marie indica l'altra sé <e tu> e indica l'altro-Bruno <non siete 100% italiani. E non c'è niente di male! Cosa vuol dire essere italiano, quando dovunque vai trovi un italiano diverso in base alla regione, se non in base alla città o alla valle o addirittura zona di una città?!>

<Esiste l'essere italiani! Questi qua non ne sono un grande esempio, ma esiste!> ribatte Valle d'Aosta.
<Questa retorica filo-fascista mi sta nauseando quasi quanto l'altro me.> si lamenta Carlo, mentre Lombardia fissa tutto dispiaciuto il suo alter ego.
Prova a mormorare cosa può fare per cambiare la situazione, che Rosa interviene con: <E se fa schifo a te, allora!>

Carlo la fulmina con uno sguardo. Poi s'illumina, si rivolge all'autrice e chiede: <Lei dov'è? Cioè, come è in questo altro mondo.>

L'autrice fa la faccia di una beccata a mangiare biscotti al cioccolato mentre sarebbe a dieta. Evoca dei fogli, anche se sa benissimo cosa c'è scritto su, alza la testa, torna sui fogli, ripete questo teatrino qualche altra volta prima di decretare: <Non c'è.>

<Come non c'è?! Aleksander è un cazzo di cartonato ma c'è e io no?!> s'inalbera Rosa.
<Non sono mai stata una persona attenta, ok? E l'ho fatto durante le ore di lezione! E ho già detto che faccio schifo in geografia, ok?! Pensa almeno che non hai nessuna tua versione distorta! Ti ho risparmiato! Ti ho pensata ex-novo!> si difende l'autrice, che sa di aver fatto la cazzata in prima superiore, in una pigra giornata di scuola.

La ligure si trattiene dal mandarla direttamente a 'fanculo che sbraita: <Ma non è possibile, io sono importantissima! E poi tu mica sei dei territori di Sofia? Ci confini con me! Fossi stata Marie o Franco o Carmela! Ma io?! E che cazzo!>

Prima che le regioni chiamate in causa vocalizzassero il loro disappunto, spunta in mezzo l'altro-Giorgio che, Bibbia in una mano e croce attaccata ad una catenina al collo nell'altra, predica: <Calmiamoci tutti, la rabbia è tentatrice di peccato! Il Signore non vorrebbe che-!>

<Porco Dio no, che incubo!> strilla Giorgio, genuinamente terrorizzato.
Veneto lo fissa offeso e lo rimprovera: <Non si dice il nome del Signore invano!>

<Sai quanto me ne frega, porca la Madonna e suo figlio cane?> incalza Giorgio.
Veneto ne rimane offeso; alché Aleksander cartonato compare vicino a questi e, con una faccia arrabbiata in volto, si agita.

<Ti prego, smettila, mi fai pena!> piagnucola Aleksander.
<Smettila di lagnarti, mammoletta! Anzi, siete tutti praticamente delle mammolette!> ammonisce Marche.

<Mammolette a chi?!> e Giuseppe, già ferito nell'orgoglio, evoca la sua mazza.
Prima che qualcuno possa calmare la situazione, il caos esplode.

L'autrice fluttua verso l'alto per evitare un danno collaterale, mentre sogghigna. È tutto finito proprio come doveva andare.

Schiocca le dita e le regioni tornano nel salotto del loro mondo, frastornate e con la pelle che ancora pizzica per la battaglia interrotta.

Ary sorride al lettore, strizza l'occhio e fa: <Spero che vi sia piaciuto e alla prossima settimana!>





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